Apocalisse nàu

Non so se avete sentito della protesta dei dipendenti di un noto Outlet, che sarebbe un gruppo di negozi di marchi famosi che vendono la loro merce a prezzi sempre esosi ma un po’ più bassi di quanto fanno nei negozi “normali”, che scioperavano per la pretesa di farli lavorare per tenere i negozi aperti anche a Pasqua.

Chi ha la mia età, comunque la pensasse allora, constaterà con amarezza che se una simile richiesta fosse stata avanzata quarant’anni fa sarebbe scoppiata una rivoluzione.

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Oggi i pochi che hanno avuto il coraggio di scioperare, sacrificando lo stipendio già magro non dimentichiamolo, hanno dovuto combattere non solo con il ricatto di essere fatti fuori perché le tutele sono state sempre più assottigliate, ma anche contro l’ostilità della gente che voleva entrare a far shopping rinfacciandogli il fatto di essere già privilegiati a lavorare. Il giorno di Pasqua.

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E allora chiediamocelo onestamente: ma che società siamo diventati? Per quale motivo al mondo bisogna comprare jeans o magliette o mutande o qualsiasi altra cosa il giorno di Pasqua, o Pasquetta, o Natale, od anche in una domenica qualsiasi? E’ più vitale uno zombie o una persona che decide in coscienza (con rispetto parlando) di passare la domenica di Pasqua in un Outlet?

C’è una linea rossa che non si può oltrepassare, qualcosa che non si può immolare sull’altare del consumismo? La Pasqua, che nell’Italia del 90% di battezzati dovrebbe essere Santa e lo è sempre stata anche per i non credenti, non è una linea abbastanza rossa?
Perché bisogna arrendersi all’ineluttabilità di una settimana fatta da giorni tutti uguali e tutti da dedicare allo spendere?

Fosse per me, e lascio la lista a disposizione per implementazioni, adotterei dei provvedimenti di salute pubblica per chi venisse sorpreso a frequentare centri commerciali o outlet la domenica o nelle feste comandate, con aggravanti nel caso in cui si accompagnino figli minorenni:

  • revoca della patria potestà;
  • perdita del diritto di voto;
  • revoca della patente di guida;
  • obbligo di lavori socialmente utili.

Purtroppo so già che queste moderate proposte non verranno prese in considerazione da chi di dovere, in un paese dove l’arbitrio è spacciato per libertà e si tiene più agli agnellini che alla dignità delle persone.

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Allora rivolgo un appello all’unico che ci può salvare dallo stato di miseria morale in cui siamo caduti:

Mr. Trump, ne è avanzata ancora qualcuna di quelle bombone? Se ha qualche bombardiere o portaerei da queste parti, potrebbe cortesemente far radere al suolo Outlet e Centri Commerciali?

Cordiali saluti.

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“Lo dico ai responsabili… Verrà una volta il giudizio di Dio! Pentitevi!”
Giovanni Paolo II

64 pensieri su “Apocalisse nàu

    • Quest’anno c’erano tantissimi musei e siti aperti, sia a Pasqua che Pasquetta. Le domeniche ormai sono tutti aperti, e la prima domenica del mese moltissimi sono gratuiti. Si potrebbe obiettare che anche lì ci sono dei lavoratori costretti a sacrificare la festa, ma almeno non lo fanno per permettere a qualcuno di comprare le scarpette di Prada scontate…

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      • …se chi lavora la domenica ha, a turno, un giorno infrasettimanale libero (per es il martedi’), in cui puo’ andare in banca, dal medico, a parlare con gli insegnanti dei figli, per negozi, etc. etc. mi sembra vantaggioso per tutti.

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        • Sicuramente ci vuole un’organizzazione del lavoro che non penalizzi oltre questi lavoratori. Ma a monte c’è da chiedersi: ma cosa è giusto che sia aperto la domenica? Cioè, una volta lavoravano solo i servizi essenziali, ospedali, polizia, addetti alle manutenzioni; pochissime fabbriche lavoravano la domenica, nemmeno quelle che facevano i turni… ora la diga si è rotta, e tutto è ammesso e concesso. Tu conosci bene le realtà del nord-europa, mi pare che chiudano molto prima di noi la sera, abbiano molte più feste di noi e le rispettino e facciano rispettare…

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          • Trovo esagerata l’apertura di tutto ovunque la domenica. Mi ricordo, per contro, le domeniche ultratristi quand’ero ragazzina, con TUTTO chiuso: giravi per il centro della tua citta’ e c’erano solo serrande abbassate. Perfino i bar erano chiusi.
            In Austria (e similmente in Germania) i negozi chiudono alle 18 durante la settimane e il sabato a mezzogiorno. Unica eccezione i supermercati che restano aperti fino alle 19 infrasettimana e fino alle 17 (!) il sabato. Il commento dei locali e’ “al sabato hai tempo per fare la spesa, quindi non ti serve il supermarcato aperto come al solito”. Io ho fatto notare che al sabato ho altro piu’ interessante da fare che alzarmi presto per andare al supermercato (magari lo faccio, ma perche’ mi viene comodo, non perche’ se faccio la gita fuori porta quando rientro alle 18 non posso comprarmi nemmeno il pane). Lo stesso per i ristoranti: chiusi il sabato sera la domenica. Il commento e’ “anche il ristoratore vuole la domenica libera per stare con la famiglia”. Praticamente sono orari pensati per casalinghe (i supermercati) e pensionati (i ristoranti): se lavoro, non posso andare a cena fuori a meta’ settimana. Durante i giorni di festa (sabati pomeriggio, domeniche etc) ci sono le code chilometriche di Austriaci che passano il confine, verso l’Italia, dove negozi e ristoranti sono aperti…

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  1. io capisco che tengano aperti la domenica, perchè ci sono outlet che sono enormi, e non molto diffusi, quindi la gente ci va quando è a casa dal lavoro. Basterebbe aprire una domenica al mese, e saremmo tutti a posto.
    Però in giorni tipo Natale e Pasqua proprio no!
    Ad una mia amica tempo fa hanno detto che a Natale è giusto che i supermercati tengano aperti, che ci sono un sacco di musulmani… Ma non ho capito: proprio a Natale devono fare la spesa?
    Secondo me stiamo diventando un Paese di rincretiniti!

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    • Parto da un presupposto: quando ero giovane non c’erano centri commerciali ne outlet. Siamo sopravvissuti e bene. Ed anche ora che giovane ahimè non sono più, la spesa non la faccio alla domenica perché ho altre cose da fare e non ho mai messo piede in un outlet. All’Ikea, confesso, si. Incredibilmente sono ancora vivo! Sul tenere aperto per i musulmani mi sembra una boiata pazzesca, anche perché ci sono tanti negozietti gestiti da musulmani e tengono aperto sempre… piuttosto quando saranno loro la maggioranza sono sicuro che saranno loro a far tener chiuso durante le loro feste… concordo con te: siamo rincretiniti. In altri paesi europei non è così.

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      • a me sembra utile avere i supermercati aperti il mattino di domeniche e feste per poter comprare gli alimentari freschi: mi ricordo, da ragazza, il sabato di Pasqua il cartello dal panettiere “pane per tre giorni”, lo si comprava in quantita’ e il lunedi’ era duro come il muro…
        A me, peraltro, le feste non interessano, preferisco prendermi libero un giorno infrasettimanale per visitare la citta’ “attiva” e viverla appieno, ma capisco e rispetto chi vuole la domenica per la famiglia, bisogna scegliersi il mestiere adatto (e’ bello anche dormire, di notte e a casa, ma alcuni lavori prevedono i turni…).

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  2. Per una volta, posso dirmi d’accordo su tutta la linea, mio caro gio. Ma non tanto perchè si tratti di Pasqua o Natale, bensì perchè bisognerebbe portarci almeno un po’di rispetto come si cerca di fare pure con tanti altri animali. Ovvero considerare che si ha la necessità di staccare la spina tutti almeno un giorno o due all’anno, tanto per ricordarci che siamo esseri umani e non solo consumati e consumatori scostumati…
    Un caro saluto

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    • Ciao Sal sono rimasto indietro con l’altra discussione, ma torno…
      Qui c’è ormai questo atteggiamento supino di accettazione di tutto quello che il mercato impone; la scusa è che “teniamo aperto perché la gente ce lo chiede”, un pò lo stesso ragionamento delle prostitute, che non ci sarebbero senza clienti. Mi sconforta e persino angoscia vedere frotte di persone, di tutte le età, non avere niente di meglio da fare la domenica. E’ gente che poi va a a votare, purtroppo… non è con questa gente che le cose cambieranno, mai.
      Pasqua e Natale al di là del significato religioso che pure in Italia dovrebbe essere ancora importante, sono due simboli che dovevano essere abbattuti: se volete lavorare sappiate che per noi Pasqua e Natale sono giorni come altri. Magari qualcuno vorrà anche farla passare per laicità; io lo chiamo ateismo di stato, e mi meraviglio di come la Chiesa non chiami all’obiezione di coscienza.

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      • Siamo sempre alle solite, amico mio: anche i media offrono spazzatura mediatica perchè dicono che il pubblico chiede questa. Ignorando la loro funzione che dovrebbe essere educativa e di indirizzo. Con questa scusa stanno facendo fuori tutti i diritti possibili ed immaginabili. Così i centri commerciali: dopo avere fatto piazza pulita di diritti e contratti, adesso sono all’attacco della residuo. Purtroppo il capitalismo è questo, lo è sempre stato. Solo lo spauracchio comunista l’ha tenuto a freno nel secolo scorso, adesso hanno capito che non ci sono più antagonisti e, piano piano, si stanno riprendendo tutto ciò che avevano concesso. E, la cosa che fa più rabbia è che lo fanno con il beneplacito dei tanti…….La Chiesa? Maddài! E’ sempre stata pappa e ciccia con il potere: l’uno giustifica l’altro. Non ci sono più i preti operai. Non è questione di laicità. Questa passa per altre vie. Come ti dicevo: non importa che sia Pasqua o Natale. Come per i salmoni e per gli animali migranti, bisogna riconoscere dei periodi di tranquillità e socialità anche per i gruppi umani. E’una questione di natura. Anche i pesci hanno diritto a momenti in cui possono stare tutti tranquilli. Non è che gli fanno fare i turni per pescarli uno si e l’altro no…….

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        • Ma poi alla fine mi chiedo: ma la gente i soldi non è che li stampi. Se li spende alla domenica non ce li ha per il lunedì, quindi che senso ha? E’ un atteggiamento ideologico, spingere al massimo la mutazione antropologica dell’uomo… non so se la Chiesa si esporrà con forza su questi argomenti. Lo spero. Certo in primis toccherebbe ai governanti, ma sono convinto che invitare se non altro a prendere coscienza anche i fedeli servirebbe. Nel frattempo, l’obiezione di coscienza ce la facciamo da soli: alla domenica si va in campagna con gli amici, altro che outlet!

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          • Credo che, più che un problema di soldi, questo si dovrebbe definire come tematica esistenziale:ha senso sprecare il proprio tempo al chiuso di una struttura fatta di negozi? Se lo chiedi a chi passa le proprie serate nei locali della movida, questo ti risponderà che la domenica non gli dispiace perdere il proprio tempo in quel modo. Ormai i costumi e le abitudini sono tanto cambiati che ci si raccapezza poco. Anch’io preferirei andare ovunque tranne che a far shopping. Ma non posso decidere anche per chi vuole avere questa possibilità. In fondo si tratta di un corollario alla base del teorema che ci vuole tutti più flessibili rispetto al lavoro ed al divertimento. E’dagli anni ottanta che si prosegue su questa strada, inseguendo ciò che in altri paesi, come quelli anglosassoni, è da sempre. Noi abbiamo una tradizione cattolica che ha sempre posto un freno all’uso della domenica come giorno lavorativo, se non necessariamente per compiti improcrastinabili. Per quanto riguarda l’obiezione di coscienza, si sa che la Chiesa la pretende solo per quelle cose che lei reputa vitali e che, al contrario, per noi sono diritti riconosciuti per legge, come nel caso della legge 194. Dunque non credo proprio che sia pronta alle barricate. Casomai cercherà di adeguarsi…

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            • Sicuramente c’è un vuoto culturale alla base. Poi ci sta che uno decida una domenica di “farsi un giro”, ma che sia l’obiettivo abituale non lo concepisco. Sulla giornata festiva non vorrei sembrare troppo ecclesiastico: tutti i contratti prevedono giornate festive, che finché si ragionava erano stabilite alla domenica più festività religiose e civili. Poi, forse proprio nel ’77, si iniziò a togliere quelle religiose (mentre altri paesi le hanno tenute) e via via deregulation dopo deregulation siamo arrivati al punto attuale. Per me, sia chiaro, la gente può andare dove diavolo vuole. Basta che sia chiaro che quello che ritiene un suo diritto, quello di spendere il suo denaro a tutte le ore del giorno e della notte, lo fa grazie a qualcuno che lavora e che quindi va rispettato anche quando protesta sacrosantemente. Se no si potrebbe fare un’altra cosa: aspettare che i centri commerciali si riempiano la domenica e poi chiuderli impedendo di uscire… finché rimane cibo sugli scaffali può anche essere piacevole… poi sarebbe divertente vedere che succede!

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              • Visto che si tratta di outlet d’abbigliamento, direi che, essendo rimasti chiusi dentro, non resterebbe loro altro che mangiare il cuoio di stivali, cinture e giacconi, facendo attenzione a sputare i bottoni… A parte gli scherzi, come direbbe qualcuno: business as usual. E dove c’è puzza di guadagno gli squali ci si buttano a peso morto. Ormai si è così poco rispettati sul proprio posto di lavoro che ci pensi poco a colui che hai davanti, magari te ne fai occasione di rivalsa. Come capita quando ti ritrovi allo sportello da una parte o dall’altra.
                Ricordo quando si propose di tirare via le festività sia religiose che civili: si lavorava troppo poco, a loro dire. Quindi si tolsero le festività che poi volevano anche dire succosi ponti frequenti. Però era un bel vivere per nulla stressante. Evidentemente questo dava fastidio: meglio cancellare le differenze tra il giorno e la notte, come anche quelle tra giorni feriali e festivi, in modo da averci un pastone di tempo incolore in cui trasformare tutti in polli di batteria… E’ passato un quarantennio da allora e qualcuno lo prediceva che si sarebbe finiti così. Adesso non so se sia ancora possibile fermarsi. Anche perchè ci hanno messi l’uno contro l’altro: il disoccupato che va a far compere(?)la domenica contro il lavoratore che si rifiuta di lavorarci la domenica… Follie dei giorni nostri……..

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          • Purtroppo la mutazione é già in atto: si va al centro commerciale perché pensiamo a priori di non poterci permettere altro, e poi sei lì, e quella cosa che non sei riuscito a recuperare in settimana é lì che ti aspetta sullo scaffale… E quindi, cambiando qualche addendo, hai la stessa scusante di quello che “io non volevo andare per prostitute, ma mia moglie non fa certe cose” eccetera. In entrambi i casi, fate girare la fantasia, che almeno non fate danno!

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            • Ma se uno non deve comprare niente perché va a passare le giornate in un centro commerciale? E’ questo che non comprendo. Possibile che non ci sia niente di meglio? Una passeggiata, una partita a pallone, musica, volontariato, una partita a bocce… come e’ possibile vivere senza interessi? E’ disumano, secondo me.

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      • trovo triste che ci sia cosi’ tanta gente che si intrattiene nel tempo libero andando per negozi (se non lo fa la domenica, lo fa il sabato), ma questi, con tutto chiuso, passerebbero la domenica sul divano, a guardare la partita o l’automobilismo, a spettegolare coi parenti,a leggere il giornale. Chi ha iniziativa personale non ha bisogno dei centri commerciali.
        Una volta chi vendeva alimentari era aperto sempre e i commercianti protestarono quando si impose la chiusura la domenica e quando presero piede i primi supermercati con gli alimentari.

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        • Io ho vissuto fino a 20 anni, più o meno, in un paesino. Non c’erano nemmeno supermercati. La domenica tranne i barbieri era tutto chiuso, magari i negozi rimanevano un po’ più aperti al sabato sera. Semplicemente la vita era organizzata in un altro modo con altri ritmi e altre esigenze. Dovremmo forse tutti chiederci (almeno chi il lavoro ce l’ha): ma e’ proprio necessario lavorare così tanto da non avere nemmeno tempo al sabato o lo facciamo per il nostro ego e per permetterci cose spesso inutili?

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          • L’apertura la domenica e’ il risultato della sete di guadagno dei proprietari delle grandi catene nei centri commerciali, il personale impiegato probabilmente e’ sottopagato e deve ringraziare di avere un lavoro (lo so, e’ vergognoso, ma e’ cosi’ da parecchio, io me ne sono andta dall’Italia).
            Qui in Francia una catena di supermercati aperta la domenica mattina impiega per il finesettimana degli studenti, o comunque persone che lavorano solo il finesettimana. Durante l’universita’ avrei lavorato volentieri la domenica mattina al supermercato per potermi pagare gli sfizi, invece di dare lezioni private al pomeriggio agli studenti delle scuole superiori.

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  3. beh, lo ammetto, un’apertura nel giorno di Pasqua è decisamente da contestare… ma – lavorando l’intera settimana – l’apertura domenicale mi fa decisamente comodo.
    (non è che mi depenni, desso, neh!? ^_^ )
    ciao Gio’

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    • Ah ah no ma stai attenta a non trovarti sotto quando passa l’Enola Gay! Non posso negare che per qualcuno i supermercati aperti la domenica siano comodi… se uno lavora sei giorni… un’organizzazione del lavoro che costringa la gente a fare la spesa la domenica comunque ha qualcosa che non va. Insomma, la domenica uno avrebbe tutto il diritto di riposarsi… forse parlo così perché ho la fortuna di avere il sabato libero… però mi chiedo: ma quando i super erano chiusi la domenica la gente non mangiava o non si vestiva? Non mi sembra… 😉

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      • Mi aspettavo questa tua giusta domanda, ma è pur vero che che, a quei tempi, le “botteghe” sotto casa (o posto di lavoro) erano decisamente in numero maggiore di quante ce ne siano oggi :/ e c’era anche un rapporto più “confidenziale” tra bottegai e clientela.
        è proprio cambiato tutto il sistema, ahimè :/
        in ogni caso, i commessi, oggi, hanno turni che gli consentono giornate libere infrasettimanali, e lavorano una sola domenica al mese… non martirizziamoli, dai! ^_^

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        • Hai ragione, il mondo è decisamente cambiato… qui da me i negozietti ci sono, tutti di extracomunitari. Loro non si fanno problemi a restare aperti… ma no, i commessi non si lamentano, di questi tempi uno è già contento di avere il lavoro… forse dovremmo lavorare tutti almeno una domenica al mese, vedremmo forse le cose sotto un’altra prospettiva. Io sicuramente… 🙂

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          • ^_^ casa da sistemare, spesa, cucinare (spesso anche per la settimana successiva) , etc, molte donne lo fanno solo nell’unico giorno libero dal lavoro: la domenica.
            non ti pare che sia già un impegno (non retribuito in termini di denaro) che poco spazio lascia alle “panciolle”? ^_^
            meno male che ci sono le ferie!!!! 😉

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            • Ritorno alla prima domanda allora: che società siamo diventati? Siamo uomini liberi o schiavi del lavoro, dei tempi, del consumo? Perché è giustissimo quello che dici, in un certo senso si è”costretti” ad usare la domenica che in altri tempi si sarebbe usata per altro… ma è giusto? E’ irreversibile? A me non piace, non mi capacito, non mi rassegno…

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              • che siamo schiavi dei tempi è indubbio, Gio’.
                però non pensi che ogni “tempo” ha la sua schiavitù? in fondo, anche i contadini stanno al tempo e al lavoro (una volta di braccia, ora tutto meccanizzato).
                sto pensando che forse il lavoro domenicale è una sorta di “condivisione” sperata da quelle categorie di turnisti (ambito sanitario, trasporti, etc) che da sempre si vedono le domeniche soffiato via.
                scommettiamo che presto o tardi anche gli uffici resteranno aperti la domenica?!
                ahahah! va che li sento a cosa stai pensando “altro che hérisson, te sei cassandra!!” ahahah ! !
                un buon sabato libero, Gio’ ^_^

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                • Ah, ah, ma non dici delle cose fuori dal mondo, anzi anch’io sono convinto che si tenderà a farci lavorare indifferentemente tutti i giorni della settimana… anzi saremo noi a chiederlo, dicendo: perché loro si e noi no? Lo faranno passare come eguaglianza e democrazia, come quella di mandare le donne in pensione alla stessa età degli uomini… non considerando il ruolo ed il lavoro delle donne “al di fuori” del lavoro… godiamoci questa libertà finché c’è… per il resto io mi adeguerò a quello che deciderete voi giovani… anzi io sarei per togliere il voto a tutti quelli sopra 60 anni… ma questo è un’altro discorso che faremo un’altra volta! ciao!!!

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        • Ho poi abitato cinque anni da single a Parma, bellissima cittadina. Anni 80… e la domenica tutto chiuso. E non è che la gente non lavorasse… si organizzava. Alla fine mi chiedo: ma se ‘sti negozi rimanessero chiusi, non si mangerebbe? No… oggi tra l’altro che hanno ripreso anche le consegne a domicilio, uno potrebbe anche farsi portare a casa la spesa se proprio non trova il tempo… come siete messi a proposito li da voi? Magari facci un post…

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  4. Lei è severo nelle “punizioni “Togliere la patria potestà a simili sciocchi significa che potranno andare più spesso e liberi agli. ..outlets o simili. È inutile in una società ottusa che “consuma “principalmente “il cervello, attenda serenamente calamità guerre e similia, vediamo come se la caveranno ! Lasci Trump quello sbaglia direzione è finisce al polo nord o sud!?

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    • Ha ragione, è proprio il cervello che stiamo consumando… in effetti sono seriamente preoccupato… ma la portaerei alla fine dove l’hanno mandata? E’ bastato l’annuncio mediatico? Sembra quasi che abbiano fatto come i borboni, “facite ammuina.” …per carità ,meglio così…

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  5. Quando ho iniziato a lavorare, il sabato e la domenica si facevano i turni, e io chiedevo espressamente di farli per avere un maggior entroito, secondo me è giusto che si facciano i turni anche per dare la possibilità, a chi vuole, di guadagnare un po’ di più, e dare un servizio che a chi come me non ha mai tempo di fare shopping durante la settimana, e di usufruire il week end. Forse bisognerebbe venirsi incontro e accettare e ascoltare le esigenze di tutti! 😉

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  6. Non voglio rovinarmi il fegato ripetendo quello che dico da sempre, ti lascio però una bellissima poesia che interpreta al meglio il cambiamento che deriva da quello che chiamiamo progresso, in fin dei conti altro non è la prepotenza del Capitalismo liberista che ci rende schiavi del profitto..
    Ciao Giorgio!

    IL PROGRESSO

    C’erano schiavi un tempo
    Oggetti di carne
    Animali con due piedi
    che nascevano e morivano
    servendo bestie con due piedi


    c’erano schiavi un tempo
    che in vita
    li teneva la speranza
    della Libertà

    Anni e anni sono passati
    e adesso
    quegli schiavi non esistono più

    Ma è nato
    un nuovo genere di schiavi
    Schiavi pagati
    Schiavi saziati
    Schiavi che ridono
    Schiavi che vogliono
    Rimanere schiavi

    Questo è il Progresso!

    Alekos Panagulis

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    • E lo diceva ben prima di quarant’anni fa… i segnali c’erano tutti, pochi li coglievano. Quando dico che sarebbe successa una rivoluzione è vero, richieste del genere sarebbero state inconcepibili (anche perché si rischiavano delle pistolettate…), però la società era in mutamento. Almeno dei segnali di vita c’erano! Ora un appiattimento tipo linea piatta…non è che mi scandalizzi, ma è l’accettazione come ineluttabile ed anzi bello che mi sconcerta. Sono io che non capisco più il tempo, evidentemente, ammesso che l’abbia mai capito.

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  7. Sinceramente non approvo alcune giornate di apertura compresa la domenica.
    Mi domando come siamo sopravvisssuti noi senza domeniche, orari infausti e quant’altro.
    Forse si era più in familia, tra amici, in casa…e non nei centri comemrciali.

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  8. Pingback: Vita quotidiana al tempo del coronavirus (XLII) | L'uomo che avrebbe voluto essere grave

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