Troppa grazia sant’Antonio! – Cronachette dell’anno nuovo che assomiglia tanto al vecchio (14)

Amiche e amici,

in questi giorni funesti per le località dell’Emilia Romagna e delle Marche vittime delle piogge che hanno causato inondazioni, frane, distruzioni e lutti, mi è capitato di pensare blasfemamente: non avremo esagerato con le preghiere? Voglio dire, visto che erano mesi che non pioveva, fiumi e laghi erano ai minimi storici, gli invasi faticavano a riempirsi tanto da temere per l’agricoltura e per la stagione estiva, ci siamo ridotti persino a disturbare Dio per chiedergli il dono della pioggia. E cavolo, se ci ha esaudito! Anche meno, Onnipotente.

Naturalmente le polemiche non mancano. Si cercano le responsabilità, politiche e amministrative, ma la sensazione è che la responsabilità sia sempre degli altri. Voglio dire: se la causa sono i cambiamenti climatici, la colpa è di noi tutti, specialmente della parte ricca del mondo che è quella che consuma e inquina di più. Certo, con un territorio ben monitorato, curato, con opere idriche di drenaggio, senza cementificazione selvaggia le conseguenze sarebbero forse state meno devastanti, ma anche questo alla lunga non dipende dagli amministratori e dal modo di vita che ci siamo scelti, dove tutto quello che è pubblico è lasciato spesso in malore e invece di cambiare l’andazzo perseveriamo nelle nostre scelte e comportamenti irresponsabili? Che poi, a che serve continuare a cementificare? L’Istat segnala che in Italia ci sono 7.000.000 (sette milioni!) di case vuote. Non si potrebbero usare quelle, magari abbattendole e ricostruendole, prima di farne di nuove?

Comunque, dato che la colpa a qualcuno bisogna darla, esponenti del governo non hanno trovato di meglio che dare la colpa agli ambientalisti, che a loro dire si oppongono alle opere che sarebbero necessarie per contenere la furia delle acque. Potranno anche esserci ambientalisti fondamentalisti, ma mi pare che anche qua si faccia ormai uso della neolingua e si cerchi sempre la criminalizzazione di chi ha un pensiero critico. Chi sosteneva che il greenpass era una forzatura discriminatoria e che i vaccini antiCovid avevano anche degli effetti collaterali gravi e dunque era stupido farli ai ragazzi sani era un oscurantista, un antiscientifico se non un untore manzoniano; chi fa notare che continuare a mandare armi in Ucraina non sta per niente favorendo la pace come si asseriva all’inizio ma anzi sta portando ad una tragica escalation, dato che tutti i tentativi di negoziato vengono soffocati e a volte ridicolizzati sprezzantemente, bene questo è un nemico della patria e ovviamente putiniano (proprio qualche giorno fa un gentile frequentatore di un blog che seguo mi ha invitato ad andare in Siberia _ la stessa cosa me l’aveva più o meno detta un blogger purtroppo scomparso di recente: chissà dove sarà lui adesso, RIP_); di conseguenza un ambientalista che denuncia da anni il disastro che si stava preparando viene adesso messo lui sotto accusa, come se fosse toccato a lui stanziare le risorse per tutte le opere che sarebbero state necessarie e non sono state fatte.

Però si dovrebbe stabilire che chi ci sta portando in guerra, perché è chiaro che è a questo che stanno puntando, mandino prima di tutto i loro figli al fronte: e mi viene in mente la storia della nonna paterna di mia moglie, che nel ’44 quando la Repubblica di Salò aveva stabilito la coscrizione obbligatoria, saputo che il figlio del podestà della stessa età del figlio non era stato richiamato si presentò dal medesimo podestà con un falcetto e glielo mise alla gola, facendolo riflettere, diciamo così, che o partivano tutti e due o non partiva nessuno. Nessuno partì: però poi lo zio di mia moglie andò lo stesso in montagna con i partigiani, perché fidarsi è bene ma non fidarsi è meglio.

Chiudo, amiche e amici, con una nota buffa: sembra ormai evidente che non riusciremo ad avere ne tantomeno spendere tutti i soldi del PNRR (Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, lo ricordo per chi negli ultimi tre anni fosse vissuto su Marte. Anche se, diciamocelo, quanto ci hanno fatto capire i TG? Parlano solo di Ucraina, di Harry e Meghan, con brevi intermezzi se c’è una catastrofe. Poi dicono che sta aumentando il sostegno degli italiani alla guerra: con quel po’ po’ di lavaggio del cervello è già un miracolo se non siamo favorevoli al 120%)  e questo perché non siamo stati capaci evidentemente di fare i progetti. Ma come, il Migliore dei Migliori, che era stato messo al posto di Conte proprio per gestire il PNRR, non aveva detto che era tutto a posto, tanto che era pronto a fare il presidente della Repubblica? E allora che ha fatto, tranne mettere al sicuro i soliti noti, le banche e gli im-prenditori? Infatti adesso dicono che la colpa è di Conte, perché ha chiesto e ottenuto troppi soldi. Che bel paese che siamo… magari mi converrà davvero andare in Siberia? A presto!  

Z. chiede armi pure al Papa! – Cronachette dell’anno nuovo che assomiglia tanto al vecchio (13)

Amiche e amici,

ultimamente non ho voglia di scrivere di attualità (ecchisenefrega direte, e avete ragione) ma un piccolo accenno, giusto per togliere le ragnatele dalla tastiera, lo darò.

La notizia più importante degli ultimi giorni mi pare che sia la vittoria del Napoli nel campionato di calcio, dopo ben 33 anni: complimenti alla squadra partenopea e al suo simpaticissimo allenatore. Quando era all’Inter la squadra andava bene fino a Natale, poi si scioglieva e lui cominciava a fare il piangina.

La presidente del consiglio è andata in udienza dal Papa vestita come lui (chissà che invidia Berlusconi) per parlare di lotta alla denatalità (in Italia, perché nel mondo mi pare che si nasca abbastanza): la gran cattolica ha tuonato contro l’utero in affitto (d’accordissimo: in Ucraina infatti c’è una delle industrie più sviluppate di uteri in affitto, con tanto di cataloghi e tariffari su Internet, ma non mi pare ne abbia accennato) ed ha promesso misure tangibili ed in tempi rapidi. Intanto ha ri-ampliato la platea di chi può essere pagato con voucher e aumentato il periodo in cui si possono avere contratti a tempo determinato senza causale. Una vera iniezione di fiducia per i giovani, che sicuramente con queste misure accorreranno a frotte a fare figli.

A proposito di papa Francesco, ha incontrato Zelenskji per proporsi come mediatore di pace, e poco ci mancava che questo chiedesse armi anche a lui, come sta facendo nel suo tour (così lo definiscono i giornalisti: tour. E che cos’è, un cantante? Che fosse un comico, e pure mica tanto bravo, lo sapevamo, ma adesso sembra sia diventato una rockstar. Ha cambiato maglietta, adesso all’estero ne indossa una nera con un tridente, simbolo inquietante) in giro per l’Europa. Sholtz e Macron hanno promesso altre armi; gli inglesi hanno già mandato i missili che possono arrivare a 250 km. (Zelenskji magnanimamente ha assicurato che non li userà per colpire i territori in Russia: e lo spero vivamente, perché la dottrina russa per attacchi sul territorio nazionale prevede anche risposte con armi nucleari); i dementi che popolano il parlamento UE hanno addittura votato per destinare parte dei fondi del PNRR, sì, quelli stanziati per rialzare le economie dopo il Covid ed avviare la transizione energetica, ad ulteriori armi da mandare in Ucraina. Perché è parte integrante dei valori europei, dicono. Quali siano questi valori non lo spiegano mai: discriminare minoranze e bombardarle per nove anni è europeo? Mettere fuori legge i partiti di opposizione è europeo? Legittimare nazisti vecchi e nuovi è europeo? Avere oligarchi in tutti i posti di comando ed essere ai primi posti nel mondo per corruzione è europeo? Il bello è che queste cose non le dice un pirla come un sottoscritto, ma sono scritte nero su bianche da agenzie europee fino al 2021 (per non parlare dei nostri giornalisti, che con pochissime eccezioni da un anno e mezzo sono sdraiati a tappetino), le stesse che adesso promettono canali preferenziali e tempi ridotti per l’ingresso nella UE. Perché i sovranisti non propongono un referendum per cui ogni cittadino possa decidere se le sue tasse debbano andare o no a questa UE?

Stranamente quest’anno l’Eurovision Song Contest non è stata vinta da qualche improbabile complesso ucraino: almeno lì avranno pensato che quando è troppo è troppo.

L’altra sera, dopo parecchio tempo, ho visto un pezzetto di “Che tempo che fa”. Non si capisce che fastidio potesse dare Fazio al governo, quando ormai dava più fastidio a quelli di sinistra. Io non lo guardavo più da almeno due anni, prima per il sostegno acritico al green pass, e poi per quello al continuo invio di armi. La vera faccia di questo governo pian piano sta venendo fuori, prima le “separazioni etniche”, l’”etnia italiana”, adesso i diktat come ai bei tempi di Biagi, Luttazzi e Santoro. Sembra che ci sia in previsione di sostituire anche Flavio Insinna all’Eredità: se lo fanno mi costringeranno a non vedere più una delle trasmissioni che più mi piace, ed a questo punto direi che si può rinunciare a vedere del tutto la Rai. Anche perché l’altra sera c’è stato un blackout ed erano spariti tutti i canali Rai, e per disperazione sono capitato sul TG di Retequattro, che ho sempre evitato fin dai tempi di Emilio Fede: bene, devo confessare che è 100 volte meglio di quello di Rai1, vi rendete conto di come siamo finiti?

E poi ci riempiamo la bocca di lotta delle democrazie contro le autocrazie: bene, nell”autocrazia” turca ha votato più del 90% degli aventi diritto, mentre invece nella nostra democrazia “matura” _ è un attimo passare dal maturo al marcio, lo sanno bene gli agricoltori_ ormai va a votare nemmeno la metà degli aventi diritto. Tanta è la fiducia che cambiando partiti cambino le politiche!

Domenica prossima ci sarà la marcia per la pace Perugia-Assisi, purtroppo non essendo l’incoronazione del bollito re inglese non ne parlerà nessuno; così come della marcia per la pace (per smetterla di inviare armi e promuovere negoziati) che c’è stata domenica scorsa, che ha attraversato tutta l’Italia. Ma ormai nella neolingua atlantista i pacifisti sono diventati fiancheggiatori di Putin, mentre chi continua a mandare armi opera per la pace.

Amiche e amici, avete capito perché non ho più voglia di scrivere? E’ perché temo di togliervi la voglia di leggere.

A presto?

I giovani non hanno voglia di lavorare! – Cronachette dell’anno nuovo che assomiglia tanto al vecchio (12)

Amiche e amici,

l’altro giorno al TG regionale un ristoratore si lamentava perché non riusciva a trovare lavoratori (nello specifico, camerieri e aiuto cuochi). E naturalmente di chi è la colpa? Non del fatto che tutti si sono messi a fare i “ristoratori” e hanno creato un’inflazione di ristoranti-trattorie-bar-pizzerie per accogliere e spennare le frotte di turisti; non delle paghe da fame che vengono proposte (tra l’altro qua c’è la concorrenza della Svizzera, dove le paghe sono almeno il doppio): alla paga oraria che viene proposta conviene andare a fare le pulizie in nero, ma anche non in nero; non al fatto che pretendono sempre esperienza, e come fa uno a fare esperienza se non lo fanno lavorare?

Ma poi, diciamocelo: questi pensano che i giovani debbano avere tutti l’aspirazione di fare i camerieri? Per carità, lavoro rispettabilissimo, ma come ce ne sono mille altri, magari pagati anche meglio. Dunque, cari ristoratori, smettetela di lamentarvi: se non trovate personale chiudete, o riducete tavoli, orari e pretese. Fate come una volta, quando c’erano le trattorie familiari, così vedete se i vostri figli hanno voglia di fare i camerieri. Oppure magari cominciate a formare la gente e pagarladi più, magari qualcuno rimane.

Sembra che ci sia così penuria di manodopera, non solo nel campo della ristorazione, che ormai le aziende ricorrono ad annunci truffaldini, e ve lo dico per esperienza diretta: mio figlio, che dopo aver avviato una ditta di grafica è stato costretto dalla contingenza ad andare “sotto padrone”, come si diceva una volta (e per arrotondare il lavoro da free-lance fa part time per una multisala a meno di sette euro lordi l’ora (sì, avete letto bene: 7 euro, tutto in regola: questo è il contratto standard per la categoria, come possa fare uno con questo stipendio a metter su famiglia magari ce lo spiegherà il ministro Lollobrigida), sta rispondendo ad una miriade di annunci del suo ramo: bene, in uno la ditta che diceva di cercare grafici, quando si è presentato gli ha detto che in realtà cercavano un magazziniere; e in un altro, in uno degli alberghi più prestigiosi, che in teoria cercavano addetti al bookshop, gli hanno proposto di fare l’accoglienza ai clienti (le statuine che aspettano i clienti con l’ombrello e qualche volta portano le valigie). In questo caso lo stipendio era più decente (1.200 netti al mese, mica milioni: se uno deve pagarsi l’affitto, le spese di condominio, gas luce acqua e telefono, la benzina, non è che rimanga molto per mangiare) ma certo non è su queste basi che un giovane può decidere di mettere su famiglia e magari fare figli, come fantasticano il ministro Giorgetti & c. L’equazione meno Irpef = più figli non regge, caro il mio leghista: fosse anche la riduzione del 30%, il 30% di zero fa zero…

Ma non è di queste cose che si discute in TV, ma di ogni piccolo starnuto della Meloni o della Schlein (poteva risparmiarsi l’intervista a Vanity Fair in cui dice tra l’altro che si consulta con una esperta di colori: e che cos’è, daltonica? Speravo che almeno una bandiera rossa sapesse riconoscerla, ma se queste sono le premesse…); i TG diventati Tele-Kiev da 14 mesi parlano solo di Ucraina (da una parte sola, però), e tutt’al più di Re Carlo o del figlio degenere Harry: da quando siamo diventati sudditi inglesi? Sudditi lo siamo da un bel pezzo, ma almeno teniamoci i nostri di padroni, senza cercarne altri.

A proposito di Ucraina (vi mancava, dite la verità) consiglio a tutti di guardare il discorso del ministro degli esteri russo Lavrov alle Nazioni Unite _ a proposito: ai giornalisti russi gli americani non hanno concesso il visto per partecipare. Poi strillano della mancanza di libertà di stampa _ ; poi pensate ai nostri “imprenditori” (o prenditori?) accorsi in massa al simposio sulla ricostruzione. A parte che non mi pare di buon auspicio parlare di ricostruzione quando la guerra è ancora in corso, si parla di 400 miliardi. Quindi ci troviamo di fronte ad uno Stato, praticamente fallito prima della guerra tanto che una delle voci principali del Pil erano le rimesse delle badanti dall’estero, prospera grazie alla guerra. La Cina sta provando a fare qualcosa, ma per mediare bisogna che le parti siano disposte a negoziare, e al momento non sembra ce ne sia molta voglia. Zelenskji tra l’altro i negoziati li ha pure vietati per legge…

Il 7 maggio è stata organizzata una grande marcia pacifista, che attraverserà tutta l’Italia, da Nord a Sud, per dire basta all’invio di altre armi, ed esortare il governo italiano a prendere iniziative per la pace. Spero che non piova.

Amiche e amici, non voglio angustiarvi oltre; sono stato qualche giorno a Matera, nei prossimi giorni (lavoro permettendo) spero di raccontare qualcosa; devo anche scrivere qualche puntatina di Olena dove sono ancora al caro amico. Poi dovrei anche organizzare un viaggio per il 35° di matrimonio, mi sarebbe piaciuto Cuba ma forse opterò per il Marocco. O magari Ladispoli, chissà. A presto!   

Il popolo non è lucido! – Cronachette dell’anno nuovo che assomiglia tanto al vecchio (11)

Amiche e amici,

siamo già arrivati al Venerdì Santo, come passa il tempo quando ci si diverte! Domenica scorsa, domenica delle Palme, il sottoscritto per mancanza del titolare ha dovuto cantare il salmo Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato, suscitando viva commozione nell’assemblea. La mia stessa consorte, arrivata come al solito in ritardo e quindi posizionata dietro una colonna della chiesa, non voleva credere che la voce ispirata dell’ignoto cantore fosse la mia. Troppo bella, ha detto, scuotendo la testa. Che soddisfazione!

La settimana scorsa vi avevo detto che avrei partecipato alla Camminata dell’Amicizia, a Bosisio Parini, ed ho mantenuto la promessa: 12 chilometri fatti in compagnia di un gruppetto di amici in mezzo ai 10.000 partecipanti: tanti, ma non ancora a livelli pre-Covid, quando nell’ultima edizione eravamo il doppio. A metà percorso prosecco corroborante ed alla fine risotto e salamelle, e c’è stato spazio anche per un ballo: infatti c’era un duo che proponeva balli popolari, proprio quelli che vado a salticchiare con i pensionati del martedì, e non mi è parso vero poter dimostrare la mia maestria nella Chapelloise! Dalla smania non ho nemmeno fatto togliere lo zainetto dalle spalle della consorte di cui sopra, che quindi se l’è fatta con il peso addosso, ma per la verità non si è lamentata, era troppo sorpresa. A proposito di balli, finito con gli emiliani abbiamo attaccato con gli occitani: per me cambia poco, tanto li mischio e dimentico i passi, a differenza degli agguerriti ex-lavoratori a riposo.

In settimana ho sentito un’intervista all’ineffabile senatore a vita Mario Monti, a cui una buona parte di commentatori si è subito allineata, in cui il salvatore della patria, a proposito della contrarietà degli italiani a continuare a mandare armi agli ucraini, diceva “Il popolo non è lucido. Per fortuna ci sono i decisori”. Non che mi aspettassi qualcosa di diverso da uno che solo una decina di anni fa sosteneva che la macelleria sociale a cui è stata sottoposta la Grecia sarebbe stato uno “shock salutare”, ma poi ripensandoci forse il senatore ha ragione. Non è così fin dai tempi di Gesù o Barabba? Il popolo non è lucido. Ma nemmeno tanto i decisori, se vogliamo: se Pilato e i sacerdoti del Sinedrio non avessero condannato a morte Gesù non ci sarebbe stata la resurrezione e la nascita di una religione che ha contribuito a distruggere l’Impero Romano e a combattere per secoli gli ebrei, fino ad arrivare alla Shoa del Gott mit uns.

Del resto io è da un bel pezzo che sostengo che il popolo non è lucido, almeno da quando ho l’età per votare, ma anche da prima sentendo i discorsi dei miei genitori, vedendo i risultati di ogni elezione. Fino ad arrivare alle ultime…

Però sostenere che i decisori siano più lucidi del popolo, per quelli che aspirano ad esportare democrazia in tutto il mondo, mi sembra un po’ una contraddizione: scusate, dite tutti i giorni che Putin, tanto per fare un esempio, se ne frega del popolo _ a dire la verità io per quel poco che ho visto della Russia non mi è sembrato che il popolo stesse così male, sicuramente stava molto peggio dopo la caduta del comunismo con l’ubriacone Eltsin _ allora vuol dire che ha sempre avuto ragione lui? O il popolo è solo quello che vi fa comodo, come Macron che definisce “folla” quelli che protestano, a differenza del popolo che lo vota? (magari avercela anche noi quella folla. Non ci avrebbero ridotto la sanità come l’hanno ridotta, e le multinazionali dell’energia non avrebbero fatto extraprofitti mentre le bollette sono raddoppiate).

Avrei voluto chiudere qua, ma come non rivolgere un pensiero al nostro presidente del Senato? Un nostalgico (memorabile un suo scontro con Di Pietro in cui questi gli dava del fascista e quello rispondeva “grazie!”) che giura sulla Costituzione antifascista, però evidentemente ogni tanto ritorna ai vecchi amori perché gli parte la scheggia e critica le azioni dei partigiani in via Rasella. Si decida, presidente: o di là, o di qua!

E a proposito di presidenti, un augurio di pronta guarigione a Silvio Berlusconi, che se la sta passando male. Sono convinto da sempre che per questo paese il ventennio (ormai trentennio) politico berlusconiano, preceduto dall’avvento delle sue TV commerciali, sia stato quanto di peggio potesse capitare al nostro paese. Mi sono sorpreso spesso però ad ammirare quella simpatica canaglia, e credo che lo stesso sia stato per tanti italiani. Evidentemente ci ritroviamo  gli stessi nostri difetti, solo che lui ha molti più soldi.

Amiche e amici, ci sarebbe ancora tanto da dire, ma si è fatta una certa e mi è venuta fame: stiamo leggeri, in attesa dell’abbuffata di Pasqua e pasquetta… tanti auguri a voi tutti, comunque la pensiate. Non si sa mai, no?

il costume è facoltativo

Ma non dovevano fallire le banche russe? – Cronachette dell’anno nuovo che assomiglia tanto al vecchio (10)

Amiche e amici,

è arrivata la primavera! Veramente è già da qualche settimana che la temperatura si è alzata, il mio balcone è tutto fiorito; piante dai nomi sconosciuti fanno capolino dai vasi curati amorevolmente (non da me); i marciapiedi dissestati di periferia sono abbelliti, oltre che da deiezioni di cani, da scivolosi petali di magnolia e friabili infiorescenze di mimosa; i colori di queste foreste cittadine allietano la vista, così come quelli delle auto di tutte le cilindrate e dimensioni che, monumento viaggiante all’inefficienza ed allo spreco, si dirigono incolonnate a passo d’uomo verso il centro città, guidate da anime perse e solitarie che schiumano rabbia ed aggressività verso gli sfortunati compagni di marcia.

Che pace, che serenità!

La primavera è propizia per intraprendere nuove attività, dopo i cupi mesi invernali: le giornate si allungano, c’è più voglia di uscire; dal guardaroba vengono estratti gli abiti più leggeri (di mezza stagione, si diceva una volta, prima che le mezze stagioni scomparissero). I sensi si risvegliano, in tutti i sensi. Ad esempio, venti anni fa Bush jr. decise di attaccare l’Iraq per abbattere il governo di Saddam Hussein, senza alcuna risoluzione Onu e dunque contro il diritto internazionale, con motivi dimostratisi tutti falsi (appoggio ad Al Qaeda, possesso di armi di distruzione di massa…), sicuramente fu colpa della primavera. La guerra causò centinaia di migliaia di morti, distruzioni a non finire (chi non ricorda il museo di Baghdad saccheggiato?) e conseguenze che ancora oggi il mondo si porta dietro (la nascita dell’Isis è una di queste, ad esempio). Si potrebbero anche ricordare i bombardamenti di Falluja con il fosforo bianco, agente chimico vietato, ma se a usarlo sono i buoni non è crimine. Ti ho fatto male, ma per il tuo bene, canta Loredana Bertè.

E giusto per fare del bene, gli inglesi hanno annunciato che manderanno munizioni all’uranio impoverito agli ucraini. I nostri TG si sono subito affrettati a dire che l’uranio non fa male. Agli ucraini, poi, che si sono già sorbiti e assorbiti Chernobyl, fa un baffo. Peccato che, dopo la guerra in Jugoslavia, tra militari e civili italiani che sono venuto in contatto con queste armi ci siano stati 8000 casi di tumori sospetti, di cui circa 400 riconosciuti ufficialmente da tribunali per causa dell’uranio impoverito; e pensare che la UE prima di entrare armi e bagagli nella Nato stava considerando di promuovere una legge per mettere al bando questo tipo di armi. Adesso tutto bene? Del resto, quando i verdi tedeschi sono tra i primi sostenitori dell’invio di armi e dunque della guerra, e accettano degassificatori e carbonizzazione senza fare una piega, quando avevano il gas che gli arrivava con i tubi (pagati profumatamente), anzi bastonando la povera Greta, che ci si può aspettare? Ma il re Carlo III, così attento all’ambiente (quello del suo cortile), non ha niente da dire? Che farisei.

Che poi, a sentire gli analisti della prima ora, l’economia russa a quest’ora sarebbe dovuta crollare, la gente a Mosca sarebbe dovuta andare con le pezze al culo o magari ricominciare a mangiare bambini, come ai bei tempi del baffone. E invece, caso strano, falliscono le banche in Usa e addirittura in Svizzera! Ma, sempre gli stessi analisti, ci assicurano che l’economia russa crollerà, è solo questione di tempo, un anno o due. Cioè, ancora un anno o due di guerra? E’ questo che stiamo sostenendo? E’ questo il bene dell’Ucraina? O magari mettersi a discutere di un serio piano di pace, come quello dei cinesi? Ma del resto, se l’omino in maglietta verde (pardon, ora ha cambiato colore: il nero sfina) ha messo addirittura per legge che i negoziati sono vietati, e l’imperatore supremo ha detto che nemmeno il cessate il fuoco è da prendere in considerazione, come se ne esce? Davvero qualcuno pensa di sconfiggere la Russia senza che questa usi le bombe atomiche? Ma come, se dall’inizio della guerra ci si affanna a dire che Putin è pazzo, poi ci si affida al suo senno? Mi pare un controsenso.

Concludo con una nota gioiosa e positiva: in questo weekend ci sono le giornate Fai di primavera, io andrò a vedere una bella villa in un paese qua vicino; domenica invece parteciperò alla Camminata dell’Amicizia, manifestazione che si svolge tutti gli anni in questo periodo per contribuire ai progetti di una struttura di assistenza di alto livello a disabili fisici e psichici (“La nostra famiglia” di Bosisio Parini, davvero di alto livello); sono 12 chilometri senza difficoltà, che inframezzeremo con pausa aperitivo ed alla fine risotto preparato dalla Confraternita del Risotto, che su padelle enormi prepara altrattanto enormi risottate.

Sempre che non piova: sono mese che non si vede una goccia d’acqua, il presidente Zaia del Veneto dice già di usare l’acqua solo se indispensabile: diamogli ascolto, amiche e amici, laviamoci col vino!

Manfrina e manfrone – Cronachette dell’anno nuovo che assomiglia tanto al vecchio (9)

Amiche e amici,

il periodo è convulso. Non ho tempo per fare quello che più mi piace, cioè oziare sul divano o scrivere qualcuna delle mie stupidate: e non posso nemmeno prendermela con qualcuno perché la colpa è solo mia. Ho deciso di accettare quel lavoro di cui vi parlavo, non avevo considerato però che questo mi avrebbe impegnato di più, e per ora anche parecchio perché devo addestrare un team di persone, mentre prima ero responsabile di me stesso e poco più. Sono così tornato indietro di qualche anno, quando ero capoprogetto con potere di vita e di morte sui sottoposti (potere sempre adoperato con avvedutezza e direi magnanimità: sono intervenuto duramente solo in un caso, quando uno picchiò un collega presso un cliente _ fosse stato da un’altra parte, forse se la sarebbe cavata _) solo che adesso per quanto me ne frega si potrebbero anche accoltellare.

Per fortuna al lunedì sera è cominciata la nuova serie del Commissario Ricciardi con Luca Guanciale, e quella è sacra; poi al martedì c’è il ballo popolare, questo mese spazio ai balli dell’appennino emiliano: abbiamo iniziato con manfrina e manfrone, nomi evocativi, e una delle figure si chiama tresca, anche se non ho ancora capito perché. A ballare sono una pippa, ma per fare un po’ di movimento è sempre meglio che andare in palestra.

Al mercoledì ci sono le prove del coro: si avvicina Pasqua e quindi l’impegno non si può derogare. Il triduo, come sanno i fedeli, è abbastanza impegnativo. Non rispettiamo esattamente il digiuno quaresimale in quanto nel mese di marzo diversi coristi compiono gli anni e quindi ad ogni prova ci sono cioccolatini o pasticcini. Io sono ghiotto di Mon Cherì, e ogni volta che ne addento uno ripenso a mio cognato, camionista, che venne fermato alla frontiera con il tasso alcolemico alto dovuto proprio all’ingestione di uno di questi cioccolatini (sulla correttezza di mio cognato come camionista metterei la mano sul fuoco); per fortuna i doganieri svizzeri furono comprensivi e gli chiesero di ripetere l’esperimento; gli fecero bere dell’acqua, lo tennerò lì una mezzoretta, gli fecero mangiare un altro cioccolatino e rifecero la prova. Quindi, autisti ad ogni livello, evitate di mangiare cioccolatini con liquore prima di mettervi alla guida!

Al giovedì, siccome ero relativamente libero, ho visto bene di farmi tirar dentro in un’attività culturale. Il nostro aiuto parroco, uomo di grande cultura, storico, scrittore, ha proposto di rivitalizzare la chiesa più antica di Como che guardacaso si trova nel nostro quartiere ed è quasi sempre chiusa e allestire una rassegna estiva di musica, arte e teatro; sono stato ingaggiato in qualità di esperto di teatro, forse perché ho l’abbonamento al Piccolo Teatro di Milano con i pensionati, o forse perché ho scritto e diretto una decina di commedie per ragazzi: ad ogni modo dovrei trovare delle compagnie o attori singoli che propongano dei pezzi stimolanti e adatti all’ambiente; il limite che a me pare invalicabile è che si vogliono avere gratis, cosa che va contro la mia morale perché gli artisti a mio parere vanno pagati, magari poco ma pagati; del resto avendo un figlio che ha fatto le Belle Arti andrei contro i miei interessi. Dunque dovrò rivolgermi a buoni dilettanti, o attori affermati interessati al progetto, o magari qualche compagnia che vuol fare delle prove generali in un luogo comunque suggestivo. Conoscete qualcuno che possa andar bene? Per la musica invece non c’è problema: pare che ci sia la fila di gente, di buon livello, che vuol venire a cantare e suonare gratis (o si accontenta al massimo di un rinfresco).

Al venerdì serata libera. Mi sta capitando sempre più spesso però di dover fare da assistente sociale; abbiamo come vicini una famiglia con madre divorziata (di marito delinquente) e due ragazzi adolescenti che la fanno impazzire. La poverina non sa più cosa fare; ieri sera ad esempio strillavano come pazzi e sono dovuto intervenire prima con uno e poi con l’altro. Hanno dei problemi di nervi, e quando hanno delle crisi non sentono ragioni; bisogna mettersi lì e aspettare che gli passi, tranquillizzandoli con la voce e con i gesti. Mi sono anche un po’ spaventato perché il più piccolo mi sembrava da esorcizzare, aveva gli occhi sbarrati e ripeteva le stesse parole, dopo aver strillato appunto come un matto: “io non voglio, non voglio, non voglio… “ e tutto perché la madre avrebbe voluto che preparasse la cartella di scuola per il giorno dopo! I servizi sociali li seguono, ma sinceramente temo il peggio. E’ doloroso dirlo, ma forse se glieli tolgono e li mettono in qualche struttura in grado di gestirli le farebbero un favore, anche se lei sta dedicando loro tutta la vita.

Al sabato, o la domenica a pranzo, c’è la cena o il pranzo dalla suocera. Lì effettivamente mi riposo, perché mi piazzo sul divano, tranne le volte dove serva un quarto per giocare, cosa che faccio sempre malvolentieri perché non sono capace di concentrarmi e dopo qualche minuto comincio pure a sbadigliare, suscitando rimostranze e ire degli sfortunati compagni,destinati alla sconfitta. Chissà se all’età di mia suocera, ammesso che ci arrivi, qualcuno vorrà venire a giocare a carte da me, magari pensando di farmi un favore?

Cari amici oggi non vi tedierò con guerra, politica, Covid: è arrivata la primavera in anticipo sui tempi, il balcone è assolato e i fiori stanno tutti sbocciando; ho anche come ospiti due cavallette che sembrano passare tutto il tempo a fare l’amore (almeno sembra, dato che il cavalletto sta in groppa alla cavalletta: lo sapevate che la cavalletta maschio è più piccola della cavalletta femmina? Io l’ho scoperto ora).  Buon per loro! A presto.

Io NON sono quello con la parrucca rosa

Cronachette dell’anno nuovo che assomiglia tanto al vecchio (8)

Amiche e amici,

come passa il tempo quando ci si diverte! Sembra ieri che con un gruppo di amici eravamo andati a vedere la mostra “Divisionismo: la rivoluzione della luce” al castello di Novara, bello il castello trasformato in museo e bella la mostra: era una bella giornata di sole, il museo aveva riaperto da poco perché per gli allarmi Covid i luoghi a rischio contagio erano tutti rimasti chiusi per un po’. Ci avevano fatto entrare a piccoli gruppi, cosa che ci aveva permesso di godere pienamente dei dipinti, nessuna ressa; alla fine eravamo andati a mangiare la famosa paniscia, questo risotto con fagioli e salame sbriciolato, in uno dei posti di Novara dove la fanno meglio, e poi dopo un diretto turistico per la città eravamo andati ad Arona, per respirare un po’ d’aria di lago (come se la nostra non bastasse). Lì mi aveva raggiunto una telefonata di mia madre, allarmata; c’erano già le avvisaglie ma noi l’avremmo scoperto solo la sera a casa mia, dove avevamo finito la giornata in compagnia, con due spaghetti e una bottiglia di vino: il governo aveva deciso di stabilire la zona rossa per tutta la Lombardia, non solo qualche zona ristretta come era stato fatto fino ad allora, ed anche le provincie limitrofe, tra cui Novara, c’erano dentro. Ricordo la coppia di amici che, alla fine della serata, prima di tornare alla loro casa loro andarono a far spesa al Carrefour che rimaneva aperto tutta notte: non si sa sai, ci dissero poi.

Sembra ieri, dicevo, e invece sono passati tre anni: il Covid è ancora tra noi e miete ancora vittime, anche se abbiamo imparato a “conviverci”, come qualcuno profetizzava avremmo dovuto rassegnarci a fare; i vaccini hanno aiutato a contenere i morti , anche se non i contagi, e hanno creato dei problemi sui quali dubito si farà mai la luce.

Chi c’era se lo ricorderà: nessuno ci capiva niente, le mascherine erano introvabili e quelle che c’erano costavano un occhio della testa; mancavano i ventilatori polmonari (addirittura un mio amico, uno di quelli della gita a Novara, costruì con la sua stampante 3D un boccaglio che permetteva di attaccare due tubi ad una unica macchina); i sanitari non avevano nemmeno i camici, i medici di famiglia erano introvabili… pochi giorni dopo arrivarono persino delle missioni dall’estero per aiutarci: dalla Russia (sì, dalla Russia, non dagli Usa. Ora qualcuno dice che vennero non per aiutarci, ma per spiarci. Cosa dovevano spiare, come non si fa sanità pubblica?), da Cuba (ai quali come ringraziamento qualche mese dopo votammo ancora le sanzioni. La prossima volta rimanete a casa).

La procura di Bergamo ora ha annunciato la chiusura delle indagini riguardo a episodi dolorosi come la riapertura dell’ospedale di Anzano senza che si fossero messe in atto tutte le azioni di sanificazione, la mancata chiusura della zona di Nembro, in Val Seriana, allo scoppiare del focolaio come invece avveduto a Codogno, o il fatto che contagiati lievi furono portati nelle RSA, le residenze per anziani, dove fecero strage. Indagati i vertici del governo nazionale, del governo regionale, e i membri più esposti del CTS, il comitato tecnico-scientifico. Nello stesso momento il governo, composto per la maggior parte da quelli che all’epoca negavano il Covid e contestavano le chiusure come strumento per combattere il contagio, ora annunciano commissioni parlamentari.

La domanda che tutti dovrebbero porsi è: in questi tre anni si è fatto qualcosa per rafforzare la sanità pubblica? Come mai si sente parlare ancora di carenza di medici e infermieri? Come mai i pronti soccorso sono in affanno, costretti a far fronte a tagli e mancanze? Come mai gli esami vanno alle calende greche, anche quelli che per legge dovrebbero essere fatti entro limiti stringenti? Ancora oggi, dopo tre anni, si chiede ai sanitari sacrifici per tappare buchi che non sono stati riempiti. Non doveva essere questo il primo impegno, le risorse non dovevano essere indirizzate per la maggior parte alla sanità? Allora si fecero grandi titoloni sugli eroi delle corsie, e siamo ancora punto e capo.

A questo dovrebbe servire una commissione parlamentare seria, ma non sarà così; per carità, ben vengano le inchieste anche se col senno di poi son buoni tutti, ma quelli che sono stati falcidiati dal Covid per le mancanze essenzialmente della sanità regionale lombarda hanno continuato a votare quelli che li avevano precipitati in quelle condizioni: forse è il caso di indagare gli elettori, oltre che gli eletti.

Cronachette dell’anno nuovo che assomiglia tanto al vecchio (7)

Amiche e amici,

qualche nota positiva nella settimana passata c’è: Sanremo è finito. Ha vinto Marco Mengoni, vittoria annunciata ma direi meritata. Come giudice però non sono molto attendibile: ho sentito solo la sua canzone, e per caso…

Per il resto stendiamo un velo pietoso: le elezioni regionali sono andate come previsto, con la vittoria della destra sia in Lazio che in Lombardia, e se nel primo caso potrei anche accettarlo come ricambio fisiologico, in Lombardia non mi do pace: che meriti riconoscono i lombardi a Fontana per rieleggerlo? La gestione della pandemia è stata penosa, e secondo alcuni criminale; la sanità pubblica è in declino pauroso, basta guardare le attese per ottenere un esame, o le file ai pronto soccorso, mancano i medici di base: davvero questa è l’eccellenza? E’ anche vero che a votare è andato solo il 40% degli aventi diritto, e questo dovrebbe farci ragionare sulla qualità della nostra democrazia e dei nostri rappresentanti. Ma del resto, perché meravigliarsi? Secondo i sondaggi il 70% degli italiani è contrario all’invio di nuove armi in Ucraina, ma il nostro governo ed il parlamento se ne fregano: questa è democrazia? L’unico rimasto con un po’ di sale in zucca sembra essere Berlusconi, che è tutto dire. Infatti i popolari europei vorrebbero buttarlo fuori (solo lui però, non il suo partito: non hanno ancora capito che il partito è suo?).  Ragioniamo seriamente: la nostra Costituzione vieta di risolvere le controversie internazionali con la guerra.  Ma noi continuiamo a mandare armi, dicendo che solo così si costringeranno i russi a negoziare. Ma i russi è da febbraio che erano disposti a negoziare! E’ chiaro che ora è sempre più difficile, ad ogni nuovo invio ed a ogni nuovo annuncio è sempre peggio. Macron ha detto ieri che la guerra sarà ancora lunga. Finora i dati più o meno ufficiali sono di 60.000 morti russi e 270.000 ucraini. Una generazione… quanti ancora ne servono?

Intanto il conto delle vittime del terremoto in Turchia e Siria aumenta di giorno in giorno: ormai i morti hanno superato i 40.000, e non è finita. E’ osceno, lo ripeto, il livello dell’informazione su questo dramma, relegato a quarta-quinta notizia del Tg, perennemente dopo le sparate di Zelenskji. La Russia ha mandato tonnellate di aiuti, Biden sta ancora a cincischiare se togliere o meno le sanzioni alla Siria. Noi abbiamo mandato la protezione civile, e ci affidiamo come al solito alla Caritas.

Sono un po’ depresso, lo ammetto, perché ieri sono andato ad un funerale, ed è già il quarto quest’anno; se si aggiunge anche la scomparsa di Guido Sperandio, un altro amico anche se virtuale (ma che vuol dire poi virtuale? Nei blog si è meno reali perché non ci si frequenta di persona? Nell’epoca del metaverso e dello smart working forse sono più reali questi rapporti di quelli “fisici”…), l’anno non promette bene.

Ma qualche notizia buona c’è: finalmente sul lago di Como si stanno collaudando le paratie! Ricorderete quell’opera che doveva essere faraonica, sul modello del Mose di Venezia, ridotta poi per colpa di un pensionato che stava pisciando il cane e si è accorto, sbirciando tra le staccionate che coprivano i lavori, che si stavano innalzando dei muri che avrebbero impedito di vedere il lago: caso nazionale, processi, lavori sospesi, corte dei conti… insomma dopo 15 anni (quindici!) sembra che, con un progetto molto ridotto e molti milioni buttati inutilmente, le paratie vedranno la luce. Peccato che ormai piove così poco che c’è il problema opposto, ovvero il problema non è la troppa acqua, ma la troppo poca … e il problema è generale, perlomeno al nord: laghi e fiumi sotto i livelli di guardia, montagne con neve scarsa che non garantiscono che a primavera ci sia un giusto approvvigionamento. Questi si gingillano con le armi, quando bisognerebbe pensare ai pozzi, agli invasi, alle dighe, a rifare le condutture che dagli acquedotti portano l’acqua in casa.

Infine il mio personale aggiornamento sull’inflazione: l’indice Sweppes è in aumento, essendo passato il prezzo a 2,59 rispetto all’originario 1,85: +40%! Per non parlare della bolletta del gas che è arrivata a mia suocera, per i mesi di dicembre e gennaio: 965 euro, in due anni si è triplicata. Tra poco qualcuno dovrà decidere tra lo scaldarsi e il mangiare. Ma Gentiloni ieri da Lilli Gruber diceva che grazie alle loro azioni il prezzo del gas è drasticamente diminuito: alla faccia! Si vede che le bollette lui non le paga…

Bene amiche e amici, perdonatemi se vi ho angustiato ma era per farvi sapere innanzitutto che sto bene, e in questo periodo frequento sporadicamente questo spazio a causa di problemi di lavoro e soprattutto di contratto che mi impegnano. Ma dovrebbe andare tutto a posto a breve… nel frattempo qualche puntatina di Olena è pronta (almeno nella mia testa), si tratta di buttarla giù.

A presto!

Cronachette dell’anno nuovo che assomiglia tanto al vecchio (6)

Amiche e amici,

questa settimana tutte le attenzioni sono rivolte al festival di Sanremo. Io mi pregio di non averne visto nemmeno una serata, anche se è impossibile rimanerne estranei a meno di rinchiudersi in una grotta. Zelenskji sì Zelenskji no, e la Costituzione di Benigni con presenza straordinaria del presidente della Repubblica, polemiche e dichiarazioni di politici, talk show. Lasciatemelo dire: e chi se ne frega! Una volta mi piaceva seguire la gara canora, ma bisogna tornare indietro di una quarantina d’anni. Eravamo più sobri, allora: di questo passo dovrò davvero cercarmi una grotta per star lontano ancora di più da questo delirio. Tra l’altro ogni serata finisce all’alba, ma in questo paese la gente non lavora il giorno dopo?

Eppure c’è stato un terremoto disastroso in Turchia e Siria, con più di 20.000 morti accertati, finora: ed è osceno che invece di fare continui appelli alla solidarietà nazionale e internazionale, discutere di rivedere almeno le sanzioni che strangolano la Siria (perché? Chi ha deciso, anche lì, che abbiamo nemici e amici?) e impediscono persino di soccorrere degnamente le popolazioni martoriate si da ancora spazio al forsennato ucraino in maglietta verde che ovunque vada chiede più armi, più armi, più armi. La guerra in Siria c’è da undici anni, milioni di profughi, i curdi che hanno combattuto contro l’Isis bombardati tutti i giorni dai turchi, a chi interessa? Non è osceno un parlamento europeo, dove si annidano stuoli di corrotti e non è una mia opinione, osanni quel tizio e non faccia niente, assolutamente niente, per promuovere la pace? Anzi, di questo passo porteranno in guerra tutti gli europei, contro il bene dei propri rappresentati. E’ un fallimento epocale, un tradimento degli ideali e dei cittadini: chiedere le dimissioni è inutile, è evidente che ormai questa Europa non ha più senso. Non è riformabile, altro che dargli più poteri. Bisogna togliergli anche quelli che già ha.

Come peraltro alle regioni: questo fine settimana si voterà per rinnovare i consigli regionali di Lombardia e Lazio. Questi organi amministrativi diventati satrapie, che ora la destra al governo vorrebbe perfino rafforzare (Bonaccini, che si candida per la segreteria PD, da presidente della Regione Emilia-Romagna ha appoggiato a suo tempo la richiesta del centro-destra per l’autonomia differenziata: magari qualcuno che parteciperà alle primarie PD _ io no, ho già dato a suo tempo e me ne sono abbondantemente pentito _ ne dovrebbe tener conto), vanno smantellati: se la Meloni, leader di un partito che ha nel suo DNA il centralismo, abolisse le regioni del tutto la voterei anch’io al prossimo giro. Ma non succederà, inutile farsi illusioni.

Lo so, direte che sono il solito brontolone. Il fatto è che ieri il commercialista mi ha mandato una mail dicendo che dal 1 gennaio di quest’anno le sue tariffe verranno adeguate all’aumento Istat certificato a dicembre: il 10,23% ! E si è già contenuto, perché il mio personalissimo indice di inflazione è molto più alto, e faccio solo due esempi dalla spesa solita in Coop: il latte marchio Coop è passato da 0,85 a 1,40 al litro: aumento del 64,7%! E prendiamo pure una bevanda se vogliamo voluttuaria: la Sweppes è passata da 1,85 a 2,47: +33,5%! I prezzi dei generi alimentari insomma sono aumentati ben più del 10% stabilito dall’Istat. Ma, al contrario, il mio stipendio è aumentato dello 0%, quindi diminuito in valore reale di un bel po’. E come me alla stragrande maggioranza degli italiani. Canta che ti passa, si diceva una volta, per fortuna c’è Sanremo…

Così, per tirarmi su di morale (si fa per dire), ieri sera sono andato ad un evento organizzato dalla Caritas, ovvero la proiezione del documentario “Trieste di notte” sulla rotta balcanica, storie di migranti che partono dall’Afghanistan, dal Pakistan e da altri paesi ancora più lontani, fanno centinaia e centinaia di chilometri in condizioni spesso disumane, con il miraggio di arrivare in Italia: sì, l’Italia vista come l’Eldorado, terra di opportunità, faro di libertà e di civiltà. Vedere questi ragazzi di 18, 20 anni, passare anni e anni della loro vita in questo viaggio della speranza che si trasforma spesso in disperazione, strazia il cuore. L’attuale governo sta ripristinando la prassi di rimandare indietro in Slovenia anche quelli che chiedono la protezione internazionale: questo vuol dire che dalla Slovenia li rispedirebbero in Croazia (dove la ferocia della polizia varrebbe questa sì un embargo, e fa vergognare di essere europei _ e anche questo non lo dico io, basta guardare una puntata di Report di qualche settimana fa _) e da lì in Bosnia, da cui riproverebbero a tornare qua, in un loop infinito. Ad un certo punto un ragazzo di questi arriva a dire: se dovete illuderci e farci soffrire, è meglio che sospendete la protezione internazionale, almeno non ci proviamo nemmeno. A questo siamo arrivati? Restiamo umani, per favore.

A presto!

Cronachette dell’anno nuovo che assomiglia tanto al vecchio (2)

Amiche e amici,

sono iniziati i saldi. Me ne sarei fregato allegramente se non fosse che sono rimasto a corti di pantaloni: non ne compravo più un paio da almeno tre anni! Già che c’ero ne ho presi due, così per altri tre anni sono a posto. Cerco di prendere sempre la stessa marca, anche se non proprio lo stesso modello, perché non ho voglia di fare tante prove e voglio impiegare meno tempo possibile perché, sostanzialmente, le commesse mi mettono in soggezione. Specialmente quando ti squadrano con quello sguardo sornione e ti dicono “le calza a pennello” ma si vede che pensano “voglio proprio vedere se questo cretino ha il coraggio di mettersi questa roba” , e tu specchiandoti velocemente cerchi di cogliere un barlume di umanità nei loro occhi. In particolare le commesse della Rinascente, a metà tra vestali ed entraîneuses, sono bravissime a metterti a tuo agio, come ho raccontato qua.

Sabato sera sono stato a vedere Claudio Bisio al Piccolo Teatro Strehler, che metteva in scena La mia vita raccontata male, tratta dai libri di Francesco Piccolo. Di questo avevo letto Il desiderio di essere come tutti, e in diversi passi mi ci ero ritrovato; anch’io avrei potuto diventare comunista quando la Germania Est batté la Germania Ovest nello scontro fratricida ai mondiali del 1974, Davide contro Golia: invece non lo diventai perché, all’istituto tecnico che frequentavo, i compagni delle ultime classi, che si proclamavano comunisti, costrinsero noi più piccoli a saltare le lezione per assistere a non so quale concione sulle avanguardie operaie. Tra l’altro erano tutti figli di papà e di lavoro sapevano pure poco: il proletario era mio padre, lui sì socialista, e mi mandava a scuola con sacrificio per studiare, non certo per fare la rivoluzione.

Appena morto Ratzinger i conservatori della chiesa sono partiti all’attacco di Papa Francesco, chiedendone addirittura le dimissioni. In questa operazione si distinguono i vescovi americani: Dio ce ne scampi e liberi, se gli americani dovessero prendere la guida anche della Chiesa penso che diventerò musulmano.

Quindici anni fa esatti nella città dove vivo, Como, iniziarono i lavori per la realizzazione delle paratie a lago, sul modello Mose di Venezia (tra l’altro c’era in ballo la stessa impresa); dopo uno sperpero enorme di tempo e denaro, sembra che a primavera si dovrebbe arrivare al dunque. Il progetto è totalmente cambiato: niente più Mose ma paratie mobili, rivista la passeggiata a lago. Su questo lavoro cadde a furor di popolo l’amministrazione che lo volle (centrodestra a guida ciellina) e poi anche la successiva di centrosinistra, che non seppe cavare un ragno dal buco dal pantano che i predecessori avevano lasciato; e poi quella successiva, ancora di centrodestra ma stavolta a trazione fratelliditaliana, che per non sbagliare in cinque anni non fece assolutamente nulla; la attuale, una lista civica con un sindaco che ha messo all’opposizione tutti i partiti e con i quali non vuole nemmeno parlare, ed a ragione, forse arriverà finalmente alla fine. Quindici anni: gli egiziani ci mettevano meno a costruire una piramide!

In Brasile i sostenitori di Bolsonaro, che non hanno digerito la vittoria di Lula, hanno imitato i seguaci di Trump di due anni fa e hanno dato l’assalto ai palazzi delle istituzioni. Hanno scelto per fortuna la domenica, quando i palazzi erano vuoti, e quindi non si sono viste le scene drammatiche di Capitol Hill ma i vandalismi sono stati parecchi. L’esercito invocato dai rivoltosi non si è mosso, probabilmente aspettava un via libera da qualche autorevole vicino, come ai tempi di Salvador Allende in Cile, segnale che fortunatamente non è arrivato. Per ora.

Stasera ho intenzione di andare a vedere un film che dovrebbe far ridere, Triangle of Sadness: lo danno in uno dei pochi cinema rimasti che non siano multisala, gestito dall’Arci, nell’ambito della rassegna che propongono ogni lunedì. In un tempo dove tutto si omogeneizza, questi spazi vanno protetti come i panda. Vi farò sapere se poi ho riso veramente…

A presto!