Vita quotidiana al tempo del coronavirus (LXVII)

Giovedì 30 aprile

Sembra solo a me che da quando è iniziata questa epidemia dai supermercati sono sparite le offerte? Il mio osservatorio è abbastanza limitato ma ricordo che prima girando tra i vari scaffali c’erano sconti soci, 3×2, paghi uno prendi due, offerte lancio e promozioni varie: sarà che sono impedito dalla fretta e dalla mascherina, ma io non ne vedo; mia cognata mi ha segnalato che in supermercato vicino casa sua erano in offerta aragoste surgelate e salmone affumicato, non proprio tra i cibi più ricercati di questi tempi… qui mi rivolgo alle signore o a chi di solito è addetto ai rifornimenti: ma 4,99 (notare la finezza: 4,99 mica 5 euro. C’è una bella differenza!) per otto rotoli di carta igienica è normale? Praticamente ciascuno costa quanto una delle mascherine calmierate promesse dal governo. A proposito di mascherine oggi ho provato a comprarle in Coop, la settimana scorsa c’erano i pacchetti 5 mascherine a 4 euro che mi ero fatto sfuggire: ovviamente non ce ne sono più ma in compenso c’è il pacchetto da 5 a venticinque euro (uguali a quella che io ho pagato 12 euro, aspetterò che il prezzo cali ancora…). L’alcool alle 8:35 era già finito, ma com’è possibile, c’è qualcuno che con l’alcool ci fa la borsa nera?

Comunque l’alcool che mi interessa di più non mancava, e quindi anche per sabato lo spritz è assicurato. Mi sto trasformando in un massaio, anche se non di Voghera, e chissà quando potrò tornare ai bei tempi in cui mi ero affrancato da queste incombenze. Quasi quasi provo a fare la spesa online, magari loro l’alcool lo trovano… mentre tornavo a casa alla radio ho sentito la pubblicità di una catena di bricolage che invita ad ordinare per telefono ed effettueranno le consegne gratis a casa… malefici, quando li ho chiamati io la consegna la facevano al costo di 25 euro e mi è toccato farmi arrivare la vernice dalla Puglia tramite Amazon, non potevano pensarci prima?

Al papà del mio collega di Roma hanno fatto i due tamponi, è negativo ed oggi tornerà a casa. Una bella notizia, ma se fino a questo momento le precauzioni erano state blande da ora in poi mascherine e guanti saranno la norma in casa sua, e la mamma sarà contingentata nelle uscite. La paura è stata parecchia… Mia madre mi ha raccontato che una signora che abita sotto lei si un mese fa è caduta e si è rotta il femore, è stata operata ed è stata portata in una clinica per fare la riabilitazione, e lì si è presa la polmonite… o almeno, sperano sia solo quella perché il tampone non gliel’hanno fatto… a me pare strano che di questi tempi ad uno che ha la polmonite non venga fatto il tampone, non dovrebbe essere il minimo?

E’ iniziato il tiro al piccione sul primo ministro Conte, dalle “categorie produttive”, le Regioni, le opposizioni, persino qualche esponente dei partiti che dovrebbero sostenerlo, la Chiesa:  lo si accusa di troppa prudenza nelle riaperture, come se si divertisse o avesse inventato la pandemia lui personalmente; col tempo ho imparato ad apprezzarlo e mi piacerebbe che prima o poi si togliesse tutti i sassolini che ha nelle scarpe: le categorie produttive chi, Confindustria che è una delle responsabili prime della mancata zona rossa nella bergamasca e nel bresciano che ha causato migliaia di morti? Le Regioni che vogliono più “competenze”: ma bisognerebbe togliergli anche quelle che hanno, e a bocce ferme andrebbero tutti processati perché le strutture sanitarie per anziani (e le altre) dovevano controllarle loro… Le opposizioni, che dopo una settimana dallo scoppio dell’epidemia volevano riaprire tutto (non solo loro per la verità), per poi chiedere la chiusura immediata di tutto quando il governo aveva lasciato aperte le attività necessarie, ed ora urlare di riaprire tutto e subito, e Dio non voglio che il contagio riprenda forza perché chiederanno subito la chiusura istantanea… gli alleati di governo, più che altro Renzi, che non contento di aver bombardato per anni il suo stesso partito ora bombarda il governo dall’interno, per un po’ di visibilità cosa non si farebbe, che se si andasse a votare adesso prenderebbe si e no il tre per cento… ed i partiti che hanno governato questo paese negli ultimi 25 anni almeno (tranne i 5S che non hanno fatto in tempo) non dovrebbero vergognarsi ad aver ridotto la sanità così com’è? I Vescovi che si sono nascosti per due mesi nelle loro case in montagna ed ora rialzano la testa ma più per dar contro al Papa che al governo… miserie, poveri uomini.

Una notizia sulla quale si stanno facendo delle ironie secondo me fuori luogo è quella di proporre ai percettori di reddito di cittadinanza o altri sussidi di lavorare nei campi, data la mancanza di lavoratori stagionali a causa dell’impossibilità degli spostamenti. Perché no? Se organizzata bene e con una paga dignitosa, non ci vedo niente di male.

Non starò diventando troppo governativo? Devo preoccuparmi, sarà un effetto dell’isolamento pure questo? Non mi sarò salvato dal Covid19 per prendermi la Sindrome di Stoccolma?

Con questo dubbio esistenziale cari amiche e amici vi saluto, domani è la Festa dei Lavoratori presenti, passati e futuri, buon Primo Maggio!

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Vita quotidiana al tempo del coronavirus (LXVI)

Mercoledì 29 aprile

Liberi tutti? Stamattina alle 7:45 sono sceso in auto fino in città e c’erano in giro un sacco di macchine, vuol dire che tante attività sono riprese senza aspettare il fatidico 4 maggio. Infatti il parcheggio di fronte all’ufficio di mia moglie che fino alla settimana scorsa era semivuoto aveva solo tre posti liberi; mi chiedo che succederà quando riprenderanno tutti… se si stava facendo strada un minimo di sensibilità ambientale questo virus temo farà fare passi indietro giganteschi, anche perché se la risposta non è quella di aumentare il numero e la frequenza dei mezzi pubblici ma di spingere ad usare i mezzi privati, siamo a posto…

Intanto trapelano notizie sul rientro scaglionato in ufficio; prima dovrebbero rientrare i più giovani e quelli che abitano più vicino, poi man mano tutti gli altri;  siccome io non rientro in nessuna delle due categorie, se ne parlerà per dicembre…

Stamattina ho parlato con un collega di Roma, erano le 10 e mezzo ed i due figli erano ancora a letto… l’ha definita “modalità stand-by”, si sono predisposti per il minimo risparmio energetico. Già pregusta il momento in cui li potrà buttar giù dal letto con urlacci, quando dovranno ricominciare. Che non sarà per niente facile: l’una stava facendo uno stage in una profumeria, e gli erano rimasti venti giorni; nello stesso posto parecchio personale assunto a tempo determinato non è stato confermato, e gli altri sono in cassa integrazione. Il ragazzo invece stava cercando lavoro e intanto si arrangiava con qualche lavoretto: storie comuni di esistenze sospese.

Il Papa ha richiamato i Vescovi che si sono lamentati un po’ troppo rumorosamente per la mancata riapertura delle Chiese, addirittura l’avevano buttata sulla mancata libertà di culto; pare che facciano a chi le spara più grosse, come quel capo di uno dei partiti di governo che se ne è uscito dicendo che il governo di cui fa parte sta andando contro la Costituzione. I farmacisti si sono lamentati dell’annunciato prezzo calmierato sulle mascherine, e che, volevano continuare a venderle a dodici euro?

Da diversi anni sostengo i francescani dell’Antoniano di Bologna, sì quello del Piccolo Coro, con qualche offerta per le loro opere a favore dei più bisognosi, la mensa, le famiglie con problemi; poca cosa la mia,  però oggi mi ha chiamato una volontaria per ringraziarmi e chiedermi come stessimo tutti in famiglia  e se avessimo bisogno di qualcosa, come fossimo di casa, e mi ha fatto davvero piacere.

Oggi pomeriggio il vicino di pianerottolo, rastafariano ma questi sono fatti suoi, mi è venuto a suonare coperto regolarmente da mascherina per chiedermi se anche noi fossimo senz’acqua. Non me n’ero nemmeno accorto, poi mi sono informato e c’è stato un guasto proprio in piazza, che stanno sistemando. Ma non è per questo che sono rimasto colpito: è che dall’ultima volta che l’ho visto, ormai un paio di mesi fa, sarà ingrassato dieci chili… mi sono affrettato a specchiarmi e fare un’ispezione, come siamo messi? A parte il pizzetto mi pare di aver resistito, anche se qualche congiunto dice di no…

A domani amiche e amici, adesso mi vado a mettere in stand-by…

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Che sta succedendo in Libano?

 

Vita quotidiana al tempo del coronavirus (LXV)

Martedì 28 aprile

Oggi è una giornata nuvolosa, minaccia temporale; e questo è niente, è solo l’annuncio della fase due, quando le cateratte del cielo si apriranno per quaranta giorni e quaranta notti e le locuste migreranno dall’Africa alla Padania per divorare le coltivazioni di grano saraceno.

La Regione nella quale ho la fortuna di risiedere riserva ogni giorno gradite sorprese: ieri mi è arrivata la mail con la quale mi si annunciava lo spostamento di due mesi del pagamento del bollo auto, che cuccagna! Tra l’altro fornisco un’informazione di servizio ai residenti in Lombardia che non lo sappiano: se vi registrate al sito della Regione e domiciliate in banca il pagamento del bollo vi viene applicato uno sconto del 15%, buttatelo via!

Stamattina un collega romano mi ha raccontato che ieri ha dovuto portare il padre ottantenne, malato oncologico, al pronto soccorso perché aveva la febbre da tre giorni ed il suo medico curante gli ha detto che era il metodo più veloce per farsi fare il tampone; ha fatto così ovviamente, al pronto soccorso l’hanno preso subito in carico e messo in isolamento. Se dovesse essere positivo, corre il rischio di non rivederlo più, nemmeno da morto.

Con questo pensiero ho chiamato il vecchio parroco ora in pensione; dato che anche di sacerdoti c’è stata una bella morìa volevo sentire come stava e fortunatamente sta bene, anche abbastanza rilassato, gli mancano un po’ le visite che faceva ai suoi vecchietti, per le confessioni e la comunione; e di vecchietti mi ha detto che ne è morto uno che abitava proprio in faccia a casa mia, dall’altra parte della strada, non sapevo niente e questi giorni ho anche visto la moglie alla finestra e l’ho salutata normalmente, ed ho pensato che il distanziamento è anche questo, perdere il contatto con i vicini, con i conoscenti…

Dopo questa botta di allegria dedichiamo un pensiero ai fidanzati che finalmente dal 4 maggio potranno ricongiungersi e soprattutto congiungersi; non dimenticate mascherine e soprattutto guanti cari ragazzi, che è un attimo ritrovarsi in tre alla fase quattro… gli amanti clandestini devono ancora aspettare anche perché in albergo non si può, “da te o da me?” non funziona perché entrambe le case sono occupate, in macchina bisogna fare l’autocertificazione… a proposito di sesso, si fa un gran parlare di bonus alle badanti, alle baby sitter, ma alle professioniste dell’amore chi ci pensa? Le entrate sono crollate, rischiano di rimanere col sedere per terra…

Negli Stati Uniti debbono abbattere milioni di polli e di altri animali perché l’industria di trasformazione della carne a causa del lockdown non riesce a lavorarli, e quindi gli allevatori piuttosto che tenerli a mangiare a sbafo li sopprimono. Ai polli in effetti non è che cambi molto l’essere ammazzati per diventare cosce fritte o perché ritenuti un inutile peso, non credo si avviliscano per questo; si potrebbero fare molte riflessioni su questa notizia, chiedersi il perché di questo consumo esasperato di carne che porta a danni ambientali enormi, l’assurdità degli sprechi alimentari, l’abominio del distruggere cibo mentre una parte dell’umanità fa la fame…

Intendiamoci, non voglio certo fare il guru o l’asceta, in questo sistema anche se borbottando ci sto dentro anch’io; non consumo tantissimo e spreco poco, ma non sono certo Gandhi…

Stasera spero di farmi due risate con un filmetto che danno sulla Rai, “Finalmente sposi” (raccomandato per i fidanzati); ci sarebbe anche il concerto di Bocelli ma non so se me la sento.

A domani, amiche e amici!

**EXCLUSIVE** Cheryl Burke frolics in the surf as she enjoys a winter sun getaway to the Dominican Republic

Vita quotidiana al tempo del coronavirus (LXIV)

Lunedì 27 aprile

Ieri sera il primo ministro Giuseppe Conte ha illustrato a grandi linee in che cosa consisterà la fase due: riapriranno manifatture e cantieri, si potrà fare un po’ di movimento all’aperto superando i limiti dei 200 metri da casa, si potranno andare a visitare i parenti ma senza assembramenti, non si potrà comunque superare i limiti regionali salvo casi speciali, le mascherine saranno obbligatorie solo sui mezzi pubblici, negli uffici pubblici etc. ; l’autocertificazione rimane comunque necessaria e il distanziamento sociale è ancora da mantenere.

A me  personalmente cambia abbastanza poco; continuerò a lavorare da casa, perché non so quanto tempo ci vorrà prima che si possa tornare a Milano con i mezzi pubblici (si ipotizza che saranno dimensionati per meno di un terzo dei viaggiatori attuali. E gli altri? Tutti in auto? Immagino il delirio…) ; i miei parenti nelle Marche non potrò ancora andare a trovarli, mia suocera si potrà andare a trovare ma con guanti e mascherine e senza assembrarsi, quindi niente pranzi e cene;  la mia passeggiata mattutina me la sono sempre fatta, vedremo adesso di organizzarci per i weekend. Si potrà passeggiare sul lago? E come si fa a non incrociare gente a meno di un metro, bisognerà predisporre i sensi unici pedonali? La Chiesa non riaprirà ancora, tranne che per i funerali con una massimo di quindici persone, chissà perché proprio quindici; i Vescovi stanno premendo per la riapertura e penso anche per motivi molto pratici come quelli che le casse si stanno svuotando, senza le offerte dei fedeli; noi ad esempio ogni mese facciamo una specie di autotassazione per pagare il mutuo acceso per l’impianto di riscaldamento, e con maggio salteremo tre mesi… comunque anche riaprire è un problema: bisognerà prendere la temperatura ai fedeli? Chi controlla il distanziamento sociale, il sagrestano?  E pulire, disinfettare dopo ogni funzione, come e chi lo fa? Sembra una cosa da poco, ma bisogna trovare persone che abbiano tempo e voglia…

Mi sento un po’ strano, non vorrei fare la fine di Dorando Pietri ed arrivare al traguardo stremato; tra l’altro lo striscione dell’arrivo non sembra nemmeno così vicino come si dice e va bene le pizze, le torte, gli spritz, i capelli tagliati, i balconi i canti e i lazzi ma mó, come dicono a Parigi, mi sto rompendo le palle…

Come è possibile che in Vietnam non sia morto nessuno (non che glielo auguri, sia chiaro). Cosa hanno fatto che noi non abbiamo fatto? Lo stiamo studiando, o ci contenteremo di restare distanziati vita natural durante anche quando è palesemente assurdo? E con le mascherine che mi sono dovuto comprare a caro prezzo adesso che ci faccio, dato che sembra che non saranno più obbligatorie? Funesti pensieri mi girano per il cervello, non è che sotto sotto avesse ragione Boris Johnson?

Spero che Catarella stasera mi sollevi l’umore e mi schiarisca le idee; sento odore di cime di rape, forse si comincia a ragionare…

Care amiche e amici,  vi auguro di essere più pimpanti del sottoscritto, questa è una di quelle sere dove qualche distillato di vinacce potrebbe aiutare, vi farò sapere. A domani!

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e infine adempio ad una promessa..

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Vita quotidiana al tempo del coronavirus (LXIII)

Domenica 26 aprile

Oggi la giornata è un po’ grigia, nubi minacciano pioggia; spero di avere un paio d’ore di tempo per finire il benedetto balcone ma Giove Pluvio sembra mi tenga d’occhio e come mi affaccio e prendo in mano spazzola e carta vetrata inizia a piovigginare. “Ma smetti per due gocce?” contesta colei che vorrebbe mi sbrigassi a finire per poter sistemare le sue cose, ma la mia deontologia professionale mi impedisce di fare un lavoro raffazzonato, perciò mollo tutto e vado a farmi la doccia e a dare una sistemata al pizzetto. – “Lo tagli finalmente?” – “No” – “Ah!” – “Eh”.

Pulito e sbarbato parzialmente mi affaccio di nuovo e vedo che è uscito il sole. Non ci penso due volte, mi metto al lavoro e in un’oretta avrei finito se al balcone vicino non si affacciasse un simpatico napoletano che mi saluta con un “chi non muore si rivede!” che mi induce a toccar ferro ovvero il corrimano che avevo appena verniciato e sul quale lascio le mie impronte digitali; ha più o meno la mia età ma è già in pensione dall’anno scorso, l’assicurazione per la quale lavorava lo ha esodato; la sua idea è sempre stata quella, una volta in pensione, di tornare a Napoli dove tra l’altro ha una casa, ma il diavolo fa le pentole ma non i coperchi e così dei due figli che ha uno se ne è andato in Canada e l’altro si è sposato qua e gli ha già dato un nipotino, e sua moglie di lasciare il nipotino per tornare a Napoli con lui non ne vuol proprio sapere. Avrebbe naturalmente potuto tornarsene da solo ma valutati i pro e i contro ha pensato che è molto meglio rimanere qua rinfacciando di quando in quando alla moglie  di avergli impedito di tornale là: “E vai, ma chi ti tiene” gli grida dietro ogni tanto la sua signora, ma fanno pace presto.

Sentendo che stavamo chiacchierando amabilmente in abbigliamento informale, io in tuta da Ris e lui in pigiama stile Star-Trek prima serie, la vecchietta del piano di sotto si è sentita invitata ed ha cercato di organizzare una riunione di condominio con all’ordine del giorno: “quanti sono i sudamericani del primo piano? E l’acqua la pagano?” argomento senz’altro interessante ma al momento un tantino incongruo; tra l’altro quest’anno temo che in parecchi faranno fatica a pagare le rate e ci toccherà rimandare ancora i lavori che sarebbero necessari, tipo rifare i balconi.

Ed a proposito di pagamenti, Giuseppe ha ricevuto i 600 euro, lo dicevo che era lui lo stordito; tra l’altro gli ho chiesto se negli anni passati avesse fatto la richiesta per il bonus che la Regione erogava a favore delle edicole “indipendenti”, non sapeva nemmeno che esistesse. Questa faccenda dei bonus è ormai una pazzia, ci sono bonus per tutto, bonus bebè, bonus scuola, bonus maggiorenni, siamo diventati la repubblica dei bonus, e non bastassero quelli dello Stato ogni Regione se ne inventa di suoi, per stare dietro a tutti bisognerebbe fare solo quello… è un meccanismo che non mi piace assolutamente, mette in condizione il cittadino di chiedere col cappello in mano e spesso con la formula del primo che arriva meglio alloggia; fosse per me li eliminerei tutti…

In questo periodo però gli aiuti servono, eccome, spesso però più che di aiuti si tratta solo di annunci, ad esempio mio cognato elettricista, che è fermo ormai da due mesi salvo qualche lavoretto urgente, ha chiesto alla sua banca il prestito garantito dallo Stato, quello che sembrava dovessero tirar dietro a tutte le aziende che ne facevano richiesta in due-tre giorni, senza istruttoria, già pre-autorizzati. Bene, il direttore della sua filiale prima ha detto che non aveva direttive (un direttore senza direttive effettivamente è poco utile), poi quando sono arrivate le direttive gli ha mandato un modulo da compilare e firmare dicendo che in un paio di giorni si sarebbero fatti vivi; è passata una settimana e non solo non si è fatto vivo nessuno ma il direttore non si riesce a rintracciare e dalla filiale non risponde nessuno. Non si fideranno della garanzia dello Stato, vorranno una fidejussione?

Invece Ryanair mi ha sorpreso piacevolmente e mi ha riconosciuto il rimborso del volo per Valencia. Non mi ha dato il cash come avrei voluto, ma un voucher valido per un anno; per riavere i soldi la trafila sarebbe stata ancora lunga e abbastanza impervia, insomma alla fine mi sono detto che, dato che vale un anno, mi tengo quello: che se poi da qui a un anno ancora non ci si potrà spostare quello di volare sarà l’ultimo dei problemi…

Mi ha chiamato la suora dal Belgio. Sta bene, anche loro hanno dovuto chiudere tutte le loro attività scolastiche, e da domani riprenderà qualche negozio, come noi. Ha detto che in Belgio seguono molto quello che succede in Italia, non solo per la grande presenza di italiani ma anche per la simpatia che c’è verso il nostro paese. Mi ha chiesto di un parrocchiano che ha saputo essere ricoverato in un Hospice in città, strutture che di solito sono anticamere della camera mortuaria; non ne sapevo niente e me ne sono un po’ vergognato, forse in questo periodo ho pensato un po’ troppo a me stesso e al mio balcone e troppo poco agli altri…

Saremo migliori nella fase due? Spero, ma non credo.

Giusto per avviarsi sulla buona strada, stasera apericena con spritz, pizza avanzata e bruschette: così si campa cent’anni, il virus ci fa un baffo!

A domani, amiche e amici, e cercate di star bene…

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Vita quotidiana al tempo del coronavirus (LXII)

Sabato 25 aprile

Oggi ricorre il 75° anniversario della liberazione dal nazi-fascismo. Tre quarti di secolo dalla fine della guerra, una ricorrenza che in tempi normali avrebbe suscitato rievocazioni, manifestazioni, testimonianze, polemiche; purtroppo tanti di quelli che allora erano bambini o ragazzi, che avrebbero potuto raccontare le loro storie, quest’anno il virus se li è portati via e ce ne rimangono sempre meno a ricordarcene di persona.

Se oggi non fossimo tutti in isolamento o “distanziamento sociale” sarei andato come in quasi tutti gli ultimi venticinque anni a Milano, per partecipare  insieme a cittadini, associazioni, reduci, partigiani, partiti e sindacati alla grande manifestazione che si sarebbe conclusa in Piazza Duomo, ed oltre a qualche personaggio di primo piano delle istituzioni avrebbero parlato anche dei giovani, chiamati a declinare il significato della parola resistenza ora, in questo presente…

Prima saremmo andati senz’altro a visitare un museo, chissà, una mostra a Palazzo Reale, o la collezione del Mudec, il Museo delle Culture; poi a mangiare qualcosina alla nuova brasserie sopra alla Feltrinelli, o all’Antica Focacceria San Francesco… probabilmente, dato il sole che c’è oggi, mi sarei scottato la fronte come mi è successo un paio di volte, perché mi sarei scordato a casa il cappello e non mi sarebbe bastato ripararmi all’ombra di qualche bandierone.

Saremmo andati in treno, ovviamente, anche se in treno ci vado tutti i giorni e gli amici mi avrebbero chiesto come faccio ad avere voglia di prendere il treno anche quando non devo farlo per lavoro; la verità è che andare ogni tanto a Milano è bello, si scoprono sempre angoli e cose nuove, è sempre un piacere farci una scappata…

Niente di tutto questo, invece: ho smontato un armadio che c’era in balcone per portarlo in cantina, mentre uno che era in cantina salirà sul balcone; nello scambio ci rimetteranno un po’ di cose mie che verranno cassate, rottamate; avrei voluto finire di verniciare l’angolo che non avevo completato la settimana scorsa, ma questo lavoro era assolutamente urgente e prioritario agli occhi della committente. Tra l’altro non vorrei, dato che vi ho parlato un sacco di questo balcone, che pensiate che chissà quanto sia grande: l’ho misurato oggi, è quattro metri e mezzo, solo che è ingombro di roba, e ancora non abbiamo messo fuori il ficus…

Nel momento in cui la nostra resistenza la facciamo sul divano voglio ricordare tre fatti di un mondo che va a rovescio e fa temere che non andrà affatto tutto bene come ci affanniamo a rassicurarci:

  • Trump per combattere il virus ha invitato a farsi delle punture di disinfettante. A me pare un’ottima idea, non so perché non ci abbiano pensati gli scienziatoni e professoroni: spero che chi lo ha eletto segua in massa il suo consiglio…
  • In Brasile il ministro della Giustizia, l’ex giudice Moro, quello che è stato il braccio armato del golpe bianco che ha fatto fuori il presidente Lula e il suo successore, Dilma Rousseff, si è dimesso. Pensa te, pare che si sia accorto solo adesso che Bolsonaro è Bolsonaro. Adesso deve sperare che Bolsonaro non gli scateni contro qualche altro giudice, qualche marachella si trova sempre…
  • Infine è con tristezza che ho saputo che Mustafa Koçak, turco, amico di Helin Bölek, la cantante di cui vi ho parlato una ventina di giorni fa, è morto anche lui nelle carceri turche, portando alle estreme conseguenze il suo sciopero della fame di protesta (https://www.radiopopolare.it/turchia-morto-mustafa-kocak/). Aveva solo 28 anni, appena più grande di mio figlio.

Resistere oggi, io penso, è anche rendersi conto di quello che succede nel mondo, indignarsi ed opporsi a queste ed altre violenze, arroganze, prepotenze, autoritarismi, dittature; schierarsi, non pensare che tanto il mondo non cambia; credere in una società più giusta, più equa, in sostanza più umana.

Buon 25 aprile, amiche e amici!

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Vita quotidiana al tempo del coronavirus (LXI)

Venerdì 24 aprile

Oggi è una bella giornata, la rosa sul balcone è piena di boccioli e i primi fiori rossi sono sbocciati. La primavera quest’anno è magnifica, forse per consolarci perché non possiamo godercela, o per farci rabbia… la luce in fondo al tunnel diventa sempre più forte, anche se qui in Lombardia i contagi non diminuiscono ancora  significativamente. Le terapie intensive lentamente si svuotano, è una bella notizia anche se tanti ne escono ancora con i piedi in avanti.

Ormai si sta facendo il conto alla rovescia per la famosa fase due, dal quattro maggio, anche se nel frattempo parecchi si sono portati avanti: questa settimana la ditta dove lavora un mio amico, che vende materiale  idraulico, ha riaperto anche se solo per qualche giorno e solo per le ditte, non per i privati; anche mio fratello che è magazziniere in una ditta che produce e commercializza prodotti per bar e lavora molto con i chioschi estivi e stabilimenti balneari ha ricominciato piano piano, in attesa di vedere come si potrà andare al mare quest’anno…

Io sono abbastanza rassegnato, non penso che prima di fine maggio potremo tornare in ufficio, soprattutto perché non è per niente chiaro come i mezzi pubblici potranno far fronte alla massa di persone che dovesse riversarsi in città… vedremo. Come ho detto, appena riaprono i negozi mi comprerò una poltrona da ufficio comoda.

Ieri era il mio onomastico, me ne ero dimenticato ma hanno provveduto le coriste a ricordarmelo, mandandomi una canzoncina che mi avevano dedicato per il compleanno, a ottobre: chissà quando si potrà rifare una festa senza mantenere le distanze di sicurezza?

Domani è il 25 aprile, non voglio anticipare l’argomento della Liberazione ma intanto segnalo solo una cosa buffa e cioè che sembra ci sia gente che tramite l’applicazione di messaggistica Telegram stia organizzando una manifestazione sul tipo di quelle svoltesi  in America ( dietro ovviamente ci sono dei gruppi di destra estrema) per chiedere la fine del lockdown, in nome della libertà di circolazione e della “democrazia”. Non so se ridere o piangere, voglio vedere come faranno a non beccarsi multe e denunce, porteranno tutti a spasso il cane?

Non avete l’impressione che questi canali che vendono o noleggiano film in streaming siano degli imbrogli? Ieri sera tra Netflix e Chili non abbiamo trovato un film decente con cui farci due risate. La cosa più sensata sarebbe stata spegnere la TV, invece mi sono fatto irretire dalla fiction con Elena Sofia Ricci, segno che se entro una decina di giorni non si esce di casa rischio di non uscirne più… non so se succeda anche a voi, ma la sera mi sento vuoto, scarico: non ho praticamente voglia di far niente, sto leggendo un libro (“Il centravanti verrà ucciso verso sera”, di Vazquez Montalban) ma senza continuità; volevo scrivere  una puntata di Olena e dopo tre righe ho posato la penna… è una sensazione strana, sembra che il corpo ed il cervello, in attesa di riprendere la vita normale, assolti i minimi obblighi quotidiani si mettano in stand-by.

Mia suocera sostiene che il virus è arrivato da Marte. “L’è minga roba de chì” ha sentenziato, e non solo ha individuato l’origine anche i responsabili, che addita senza peli sulla lingua nel suo dialetto lombardo-veneto: “So e zó da Mart, inn stà gli americani” . Io il sospetto l’avevo avuto, ma se lo dice lei…

Buon pomeriggio amiche e amici, resistiamo (almeno fino a domani).

 

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Vita quotidiana al tempo del coronavirus (LX)

Giovedì 23 aprile

Stamattina ho portato l’auto a fare il tagliando, la concessionaria è a qualche centinaio di metri da casa così alla otto in punto ho lasciato la macchina in officina e sono tornato a piedi, passando naturalmente da Giuseppe. Lo stordito dice di non aver ricevuto nessuna comunicazione dall’Inps dell’avvenuto pagamento del bonus, secondo me o ha cancellato il messaggino o ha sbagliato conto corrente: non avendo accesso on line domani andrà in banca a verificare di persona.  Spero che si sia ricordato di prendere l’appuntamento, altrimenti mica lo faranno entrare… Per recuperare le ore perse stamattina mi sono collegato presto, alle sette, ed ho mandato mail ai colleghi per dimostrare che al nord si è operativi fin dalla mattina presto, mica ciufole.

Alle dieci in punto mi sono presentato a riprendere l’auto, mi hanno siringato un paio di centoni tra manodopera e materiale ma me l’aspettavo. Ho chiacchierato un po’ con il capo officina e gli ho chiesto se sono in vista mega offerte quando ci sarà la ripresa; ha sghignazzato sotto i baffi e indicando il piazzale pieno ha detto “eh, se vorranno venderle penso proprio di sì…” . Dovranno regalarle come i barili di petrolio?  Peccato che la mia è seminuova se no potrei farci un pensierino.

Ma prima di riprendere l’auto sono passato a salutare il mio amico Gaetano, alpino del ’32, portandogli come presente una bottiglia di prosecco per aiutarlo a superare la prigionia; l’ho trovato bene, abbronzato perché passa parecchie ore in balcone, con i capelli un po’ lunghi e perciò da tenente l’ho dovuto bonariamente richiamare. Lui peraltro ha avuto da ridire del mio pizzetto, va bene l’ ”onore del mento” ma l’ha trovato un po’ spelacchiato. Non volevo entrare in casa, anche se indossavo la mascherina, ma naturalmente ho dovuto farlo; la vecchia roccia si intenerisce sempre più spesso, e quando ha visto la bottiglia voleva abbracciarmi ma non si può, quindi ci siamo salutati virilmente; sua moglie, una delle “giovani” coriste, ottantenne ma non li dimostra assolutamente, è alle prese con un tumore e quindi anche in questo periodo ha dovuto frequentare ospedali  ma con la sua verve dice che adesso è una pacchia perché se non hai il Covid19 il resto dell’ospedale è tutto per te e le visite e le medicazioni durano pochissimo…

Quindi mi sono dedicato alla mia corvée settimanale, cioè fare la spesa. Arrivato alle 10:30 non c’era coda fuori, anche se dentro mi sembra ci fosse più gente del solito; nessun problema per la farina, l’alcool invece è già sparito. La Coop vende una confezione di 5 mascherine a quattro euro, ed è possibile prenderne solo una confezione per spesa. Io mi sono dimenticato di prenderle perché mi era stata commissionata l’Acqua Essenziale che aiuterebbe a fare tanta plon plon,meglio ancora della plin plin dell’uccellino di Del Piero (uccellino inteso come volatile) ed ho perso un sacco di tempo per trovarla, poi come al solito quando ho chiesto all’inserviente era lì, davanti agli occhi. Sapete tutti com’è piccolo il mondo, non è vero? Sto uscendo dopo aver pagato e all’ufficio soci noto un assembramento, ed al centro una persona che mi pare di conoscere. Rimango un po’ a guardare, chi è chi non è, ma sì, pensa te… si tratta di uno che era nel gruppo con cui abbiamo fatto il tour in Russia due anni fa; un cinquantenne emiliano grande e grosso, gioviale, che aveva detto in effetti di essere un dirigente delle Coop… ho pensato che fossero in visita per scambi culturali. Purtroppo quando ho realizzato chi era loro stavano entrando, e sono riuscito solo a salutarlo e dirgli che ci eravamo conosciuti in Russia, mi ha guardato un po’ stranito anche perché con le mascherine non è facile riconoscersi; alla parola “Russia” qualcosa deve essersi acceso ma non ne sono sicuro. Gli accompagnatori si saranno chiesti che rapporto c’era tra di noi per esserci trovati in Russia…

Stanotte ho fatto un incubo pazzesco e mi sono svegliato urlando (o perlomeno a me sembrava di gridare ma mia moglie ha detto che sembravano i guaiti di un cane a cui avevano schiacciato la coda). Ho sognato di stare dormendo e il letto prendeva vita e mi impediva di alzarmi, più cercavo di dibattermi e più rimanevo invischiato; cercavo di liberare le gambe scalciando ma questo me le imprigionava; una paura dell’accidente, mi sembrava di dover  cadere nel buco nero del materasso, fortuna che una gomitata provvidenziale mi ha salvato… chissà che vorrà dire? Dovrò leggere la Smorfia. Ma non si potrebbe avere invece qualche numero da giocare al lotto?

Domani amiche e amici voglio parlarvi della singolare ipotesi di mia suocera sull’origine di questo coronavirus, ipotesi che ha la stessa dignità scientifica di quelle degli esimi professoroni che la palleggiano tra pipistrelli e pangolini, e sfido Burioni a confutarla.

Buona serata, e a domani!

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Vita quotidiana al tempo del coronavirus (LIX)

Mercoledì 22 aprile

Oggi è una bella giornata, un po’ freschina ma soleggiata, e con il sole naturalmente anche l’umore migliora; all’inizio di questa storia pensavo che se fuori avesse fatto brutto si sarebbe sofferto meno, si avrebbero avuti meno rimpianti ma mi sbagliavo, il tempo brutto è deprimente in ogni caso e quindi è molto meglio che splenda il sole, almeno chi ha il balcone può goderselo e gli altri invece possono sognare di andare al mare…

Non credo che qualche responsabile della pulizia urbana legga i miei post, comunque stamattina i marciapiedi erano puliti (e mi dicono fonti affidabili che da giorni anche il sottopassaggio è decente); segnalo, nel caso, che sul davanzale di una finestra a pianterreno vicina al negozio di pianoforti giace da una settimana una buccia di banana abbandonata da qualche buontempone, domani spero di non trovarla ancora lì ma se così fosse farò il bravo cittadino e la butterò via di persona pirsonalmenti.

Tante auto in giro, a piedi quasi nessuno; senza aspettare la fase 2 sono riprese molte attività, è fastidiosa questa faccenda che la gente per prendere una boccata d’aria possa andare a lavorare ma non farsi una passeggiata al parco. Com’era quel motto: “Work buy consume die”?  C’è voglia di ritorno alla normalità, ritorno al passato: infatti ieri c’è stato un morto sul lavoro, la fabbrica produceva lamiere in ferro, chissà se sarà stato così indispensabile.

La mascherina che la Regione distribuiva gratis si è già rotta, al secondo uso. Si è staccato un elastico e l’ho riattaccato facendoci un nodo, solo che adesso mi tira su un orecchio. Devono essere fallate perché non sono il solo a cui è successo questo incidente, gli elastici sono attaccati con un goccio di colla ed è un attimo che si sgancino. Speriamo che la seconda ondata sia migliore, ora che tutti si sono messi a fare mascherine dovremmo esserne ricoperti… a proposito di Regione, mi è appena arrivato un sms della Lombardia che invita a scaricare la app AllertaLOM dove tenere traccia giorno per giorno del proprio stato di salute, per aiutare a tracciare la mappa del contagio. Assolutamente anonima, dice. Mah, ci penserò.

Qualche giorno fa in Yemen c’è stata una alluvione devastante, con campi profughi distrutti e diversi morti. Chi l’ha saputo? Ormai i TG parlano solo di coronavirus, il mondo sembra sospeso ma non è così; e succede pure che questi poveracci, dove da anni è in corso una guerra (per lo più ignorata) con conseguente catastrofe umanitaria, con buona parte della popolazione senza accesso ai medicinali, dove persino la tregua stabilita per l’emergenza Covid19 fa fatica a mantenersi (ma non credo che il virus basti a fermare i gruppi jiadhisti che scorrazzano) muoiano pure per le alluvioni… quando si dice piovere sul bagnato.

Oggi è la Giornata Mondiale della Terra; terra che ci ha fatto un bello scherzetto, o meglio in un modo o in un altro lo scherzetto ce lo siamo fatto da soli, sia che la trasmissione del virus all’uomo sia avvenuta per via naturale da animali che man mano si trovano ristretto e violato il proprio spazio vitale, sia che se il virus sia “scappato” da qualche laboratorio… come leggevo l’altro giorno, in Europa in un anno muoiono più di  400.000 persone per le conseguenze dell’inquinamento atmosferico, ma non sembra che ce ne preoccupiamo più di tanto…

Mi ha scritto, come tutti gli anni, l’albergatore di Milano Marittima dove andavo a passare qualche giorno quando mio figlio era piccolo. Questo significa fidelizzare i clienti! Dato che quest’anno non credo si potrà andare molto lontano, quasi quasi ci faccio un pensierino. Si mangiava da Dio…

Amiche e amici, per oggi vi saluto perché ho da risolvere una rognetta al lavoro e non è il caso di tirarla per le lunghe, a domani!

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Vita quotidiana al tempo del coronavirus (LVIII)

Martedì 21 aprile

Stamattina andando a prendere il giornale non ho potuto fare a meno di notare che sui marciapiedi, più puliti del solito ma dove purtroppo non mancano cacche di cane e cicche di sigarette, si stanno aggiungendo anche i guanti di plastica. Dei padroni di cani che si credono i padroni del mondo, gente che idolatra i propri botoli ma odia i propri simili, ho già espresso le mie considerazioni; ma a questo punto nella lista delle persone per le quali ho meno stima, subito dopo gli ingegneri informatici salvo rare eccezioni, devo aggiungere quelli che dopo aver usato i guanti sull’autobus o sul treno o al supermercato o sulla luna si sente in dovere di buttarli per terra dove capita. Tenete presente che il mio tragitto non è nel deserto e da casa mia alla stazione ci sono almeno una ventina di cestini disseminati per strada: perché, allora? Pigrizia, menefreghismo, strafottenza? E’ la stessa arroganza di chi al lavoro piscia sulla tavoletta o peggio e  non si abbassa ad asciugare o pulire: qualcuno provvederà, non è mio compito, c’è gente pagata apposta, e che sarà mai?

E poi magari mettono la bandiera alla finestra, e si vantano di far parte del paese più bello del mondo (ma non sanno niente ne di questo ne degli altri paesi) con la Costituzione più bella del mondo (che non hanno non dico mai letta ma nemmeno sfogliata), santi poeti e navigatori da salotto, e cantano Fratelli d’Italia (male) alle sei di sera, arcitaliani senza vergogna; ma perché il coronavirus non se li porta via? Eppure dovrebbe essere chiaro che se di castigo divino si tratta non è certo colpa degli omosessuali come sosteneva quel ministro israeliano e tanto meno di Papa Francesco come invece vanno ruttando gruppi fondamentalisti americani (sponsor tra l’altro di partiti di destra nostrani, tutto si lega) ma di anni e anni di menefreghismo per la cosa pubblica, di furbizie, di meschinerie, vigliaccherie, di ignavie, di accodarsi al carro del vincitore, di abbindolamenti a slogan insulsi, meno Stato più mercato, tutti imprenditori… e intanto gli ospedali diminuivano posti letti, medici e infermieri; e intanto i magazzini non si facevano più, perché tutto deve essere on-demand, e intanto non produciamo più perché è troppo costoso, meglio comprarlo in Cina, o delocalizzare in Serbia… si, tutto si tiene.

Sono stufo di retorica, di telegiornali di guerra, di contabilità macabra, sono stufo di essere ostaggio di una malattia, terribile ma malattia: che se fossimo stati attrezzati non avrebbe fatto tutti i morti che ha fatto, e riflettiamo su questo una buona volta; sento i fabifazi trombonare che l’epidemia ha fatto più morti civili in Lombardia di  quanti ce ne siano stati in tutta la Seconda Guerra Mondiale; allora se vogliamo parlare di guerra (che non c’entra niente) perché non tirare in ballo la seconda battaglia dell’Isonzo, nella Prima di Guerra Mondiale, che solo quella costò agli italiani 42.000 tra morti e dispersi, la maggior parte giovani? Perché non ci diciamo che se fossimo stati un paese più organizzato, se non avessimo disperso le competenze della Sanità tra lo Stato e  le maledette regioni, se non avessimo lasciato quasi tutte le case di riposo in mano ai privati senza praticamente controlli perché controllare costa, così come gli ispettori del lavoro, se gli Ospedali non si fossero trasformati da luoghi di cura essi stessi in luogo di contagio perché progettati male e gestiti peggio, se non avessimo fatto decidere a Confindustria se delle attività di dovevano chiudere o no,  i morti ci sarebbero stati ma non avrebbero giustificato misure dittatoriali mai viste nemmeno ai tempi della dittatura?

Dopo questo sfogo liberatorio devo dire che sto pensando di comprare un paio di barili di petrolio dato che il prezzo è crollato sotto zero, però non so come fare a ordinarli, si troveranno su Amazon? A mio avviso è un bell’investimento perché secondo me tra non molto ci sarà una bella guerra, di quelle vere però (fabiofazio preparati) che riporterà le quotazioni alle stelle.

Perdonate amiche e amici se vi ho angustiato, da domani solo allegria, promesso!

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