Troppa grazia sant’Antonio! – Cronachette dell’anno nuovo che assomiglia tanto al vecchio (14)

Amiche e amici,

in questi giorni funesti per le località dell’Emilia Romagna e delle Marche vittime delle piogge che hanno causato inondazioni, frane, distruzioni e lutti, mi è capitato di pensare blasfemamente: non avremo esagerato con le preghiere? Voglio dire, visto che erano mesi che non pioveva, fiumi e laghi erano ai minimi storici, gli invasi faticavano a riempirsi tanto da temere per l’agricoltura e per la stagione estiva, ci siamo ridotti persino a disturbare Dio per chiedergli il dono della pioggia. E cavolo, se ci ha esaudito! Anche meno, Onnipotente.

Naturalmente le polemiche non mancano. Si cercano le responsabilità, politiche e amministrative, ma la sensazione è che la responsabilità sia sempre degli altri. Voglio dire: se la causa sono i cambiamenti climatici, la colpa è di noi tutti, specialmente della parte ricca del mondo che è quella che consuma e inquina di più. Certo, con un territorio ben monitorato, curato, con opere idriche di drenaggio, senza cementificazione selvaggia le conseguenze sarebbero forse state meno devastanti, ma anche questo alla lunga non dipende dagli amministratori e dal modo di vita che ci siamo scelti, dove tutto quello che è pubblico è lasciato spesso in malore e invece di cambiare l’andazzo perseveriamo nelle nostre scelte e comportamenti irresponsabili? Che poi, a che serve continuare a cementificare? L’Istat segnala che in Italia ci sono 7.000.000 (sette milioni!) di case vuote. Non si potrebbero usare quelle, magari abbattendole e ricostruendole, prima di farne di nuove?

Comunque, dato che la colpa a qualcuno bisogna darla, esponenti del governo non hanno trovato di meglio che dare la colpa agli ambientalisti, che a loro dire si oppongono alle opere che sarebbero necessarie per contenere la furia delle acque. Potranno anche esserci ambientalisti fondamentalisti, ma mi pare che anche qua si faccia ormai uso della neolingua e si cerchi sempre la criminalizzazione di chi ha un pensiero critico. Chi sosteneva che il greenpass era una forzatura discriminatoria e che i vaccini antiCovid avevano anche degli effetti collaterali gravi e dunque era stupido farli ai ragazzi sani era un oscurantista, un antiscientifico se non un untore manzoniano; chi fa notare che continuare a mandare armi in Ucraina non sta per niente favorendo la pace come si asseriva all’inizio ma anzi sta portando ad una tragica escalation, dato che tutti i tentativi di negoziato vengono soffocati e a volte ridicolizzati sprezzantemente, bene questo è un nemico della patria e ovviamente putiniano (proprio qualche giorno fa un gentile frequentatore di un blog che seguo mi ha invitato ad andare in Siberia _ la stessa cosa me l’aveva più o meno detta un blogger purtroppo scomparso di recente: chissà dove sarà lui adesso, RIP_); di conseguenza un ambientalista che denuncia da anni il disastro che si stava preparando viene adesso messo lui sotto accusa, come se fosse toccato a lui stanziare le risorse per tutte le opere che sarebbero state necessarie e non sono state fatte.

Però si dovrebbe stabilire che chi ci sta portando in guerra, perché è chiaro che è a questo che stanno puntando, mandino prima di tutto i loro figli al fronte: e mi viene in mente la storia della nonna paterna di mia moglie, che nel ’44 quando la Repubblica di Salò aveva stabilito la coscrizione obbligatoria, saputo che il figlio del podestà della stessa età del figlio non era stato richiamato si presentò dal medesimo podestà con un falcetto e glielo mise alla gola, facendolo riflettere, diciamo così, che o partivano tutti e due o non partiva nessuno. Nessuno partì: però poi lo zio di mia moglie andò lo stesso in montagna con i partigiani, perché fidarsi è bene ma non fidarsi è meglio.

Chiudo, amiche e amici, con una nota buffa: sembra ormai evidente che non riusciremo ad avere ne tantomeno spendere tutti i soldi del PNRR (Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, lo ricordo per chi negli ultimi tre anni fosse vissuto su Marte. Anche se, diciamocelo, quanto ci hanno fatto capire i TG? Parlano solo di Ucraina, di Harry e Meghan, con brevi intermezzi se c’è una catastrofe. Poi dicono che sta aumentando il sostegno degli italiani alla guerra: con quel po’ po’ di lavaggio del cervello è già un miracolo se non siamo favorevoli al 120%)  e questo perché non siamo stati capaci evidentemente di fare i progetti. Ma come, il Migliore dei Migliori, che era stato messo al posto di Conte proprio per gestire il PNRR, non aveva detto che era tutto a posto, tanto che era pronto a fare il presidente della Repubblica? E allora che ha fatto, tranne mettere al sicuro i soliti noti, le banche e gli im-prenditori? Infatti adesso dicono che la colpa è di Conte, perché ha chiesto e ottenuto troppi soldi. Che bel paese che siamo… magari mi converrà davvero andare in Siberia? A presto!  

I giovani non hanno voglia di lavorare! – Cronachette dell’anno nuovo che assomiglia tanto al vecchio (12)

Amiche e amici,

l’altro giorno al TG regionale un ristoratore si lamentava perché non riusciva a trovare lavoratori (nello specifico, camerieri e aiuto cuochi). E naturalmente di chi è la colpa? Non del fatto che tutti si sono messi a fare i “ristoratori” e hanno creato un’inflazione di ristoranti-trattorie-bar-pizzerie per accogliere e spennare le frotte di turisti; non delle paghe da fame che vengono proposte (tra l’altro qua c’è la concorrenza della Svizzera, dove le paghe sono almeno il doppio): alla paga oraria che viene proposta conviene andare a fare le pulizie in nero, ma anche non in nero; non al fatto che pretendono sempre esperienza, e come fa uno a fare esperienza se non lo fanno lavorare?

Ma poi, diciamocelo: questi pensano che i giovani debbano avere tutti l’aspirazione di fare i camerieri? Per carità, lavoro rispettabilissimo, ma come ce ne sono mille altri, magari pagati anche meglio. Dunque, cari ristoratori, smettetela di lamentarvi: se non trovate personale chiudete, o riducete tavoli, orari e pretese. Fate come una volta, quando c’erano le trattorie familiari, così vedete se i vostri figli hanno voglia di fare i camerieri. Oppure magari cominciate a formare la gente e pagarladi più, magari qualcuno rimane.

Sembra che ci sia così penuria di manodopera, non solo nel campo della ristorazione, che ormai le aziende ricorrono ad annunci truffaldini, e ve lo dico per esperienza diretta: mio figlio, che dopo aver avviato una ditta di grafica è stato costretto dalla contingenza ad andare “sotto padrone”, come si diceva una volta (e per arrotondare il lavoro da free-lance fa part time per una multisala a meno di sette euro lordi l’ora (sì, avete letto bene: 7 euro, tutto in regola: questo è il contratto standard per la categoria, come possa fare uno con questo stipendio a metter su famiglia magari ce lo spiegherà il ministro Lollobrigida), sta rispondendo ad una miriade di annunci del suo ramo: bene, in uno la ditta che diceva di cercare grafici, quando si è presentato gli ha detto che in realtà cercavano un magazziniere; e in un altro, in uno degli alberghi più prestigiosi, che in teoria cercavano addetti al bookshop, gli hanno proposto di fare l’accoglienza ai clienti (le statuine che aspettano i clienti con l’ombrello e qualche volta portano le valigie). In questo caso lo stipendio era più decente (1.200 netti al mese, mica milioni: se uno deve pagarsi l’affitto, le spese di condominio, gas luce acqua e telefono, la benzina, non è che rimanga molto per mangiare) ma certo non è su queste basi che un giovane può decidere di mettere su famiglia e magari fare figli, come fantasticano il ministro Giorgetti & c. L’equazione meno Irpef = più figli non regge, caro il mio leghista: fosse anche la riduzione del 30%, il 30% di zero fa zero…

Ma non è di queste cose che si discute in TV, ma di ogni piccolo starnuto della Meloni o della Schlein (poteva risparmiarsi l’intervista a Vanity Fair in cui dice tra l’altro che si consulta con una esperta di colori: e che cos’è, daltonica? Speravo che almeno una bandiera rossa sapesse riconoscerla, ma se queste sono le premesse…); i TG diventati Tele-Kiev da 14 mesi parlano solo di Ucraina (da una parte sola, però), e tutt’al più di Re Carlo o del figlio degenere Harry: da quando siamo diventati sudditi inglesi? Sudditi lo siamo da un bel pezzo, ma almeno teniamoci i nostri di padroni, senza cercarne altri.

A proposito di Ucraina (vi mancava, dite la verità) consiglio a tutti di guardare il discorso del ministro degli esteri russo Lavrov alle Nazioni Unite _ a proposito: ai giornalisti russi gli americani non hanno concesso il visto per partecipare. Poi strillano della mancanza di libertà di stampa _ ; poi pensate ai nostri “imprenditori” (o prenditori?) accorsi in massa al simposio sulla ricostruzione. A parte che non mi pare di buon auspicio parlare di ricostruzione quando la guerra è ancora in corso, si parla di 400 miliardi. Quindi ci troviamo di fronte ad uno Stato, praticamente fallito prima della guerra tanto che una delle voci principali del Pil erano le rimesse delle badanti dall’estero, prospera grazie alla guerra. La Cina sta provando a fare qualcosa, ma per mediare bisogna che le parti siano disposte a negoziare, e al momento non sembra ce ne sia molta voglia. Zelenskji tra l’altro i negoziati li ha pure vietati per legge…

Il 7 maggio è stata organizzata una grande marcia pacifista, che attraverserà tutta l’Italia, da Nord a Sud, per dire basta all’invio di altre armi, ed esortare il governo italiano a prendere iniziative per la pace. Spero che non piova.

Amiche e amici, non voglio angustiarvi oltre; sono stato qualche giorno a Matera, nei prossimi giorni (lavoro permettendo) spero di raccontare qualcosa; devo anche scrivere qualche puntatina di Olena dove sono ancora al caro amico. Poi dovrei anche organizzare un viaggio per il 35° di matrimonio, mi sarebbe piaciuto Cuba ma forse opterò per il Marocco. O magari Ladispoli, chissà. A presto!   

Ma non dovevano fallire le banche russe? – Cronachette dell’anno nuovo che assomiglia tanto al vecchio (10)

Amiche e amici,

è arrivata la primavera! Veramente è già da qualche settimana che la temperatura si è alzata, il mio balcone è tutto fiorito; piante dai nomi sconosciuti fanno capolino dai vasi curati amorevolmente (non da me); i marciapiedi dissestati di periferia sono abbelliti, oltre che da deiezioni di cani, da scivolosi petali di magnolia e friabili infiorescenze di mimosa; i colori di queste foreste cittadine allietano la vista, così come quelli delle auto di tutte le cilindrate e dimensioni che, monumento viaggiante all’inefficienza ed allo spreco, si dirigono incolonnate a passo d’uomo verso il centro città, guidate da anime perse e solitarie che schiumano rabbia ed aggressività verso gli sfortunati compagni di marcia.

Che pace, che serenità!

La primavera è propizia per intraprendere nuove attività, dopo i cupi mesi invernali: le giornate si allungano, c’è più voglia di uscire; dal guardaroba vengono estratti gli abiti più leggeri (di mezza stagione, si diceva una volta, prima che le mezze stagioni scomparissero). I sensi si risvegliano, in tutti i sensi. Ad esempio, venti anni fa Bush jr. decise di attaccare l’Iraq per abbattere il governo di Saddam Hussein, senza alcuna risoluzione Onu e dunque contro il diritto internazionale, con motivi dimostratisi tutti falsi (appoggio ad Al Qaeda, possesso di armi di distruzione di massa…), sicuramente fu colpa della primavera. La guerra causò centinaia di migliaia di morti, distruzioni a non finire (chi non ricorda il museo di Baghdad saccheggiato?) e conseguenze che ancora oggi il mondo si porta dietro (la nascita dell’Isis è una di queste, ad esempio). Si potrebbero anche ricordare i bombardamenti di Falluja con il fosforo bianco, agente chimico vietato, ma se a usarlo sono i buoni non è crimine. Ti ho fatto male, ma per il tuo bene, canta Loredana Bertè.

E giusto per fare del bene, gli inglesi hanno annunciato che manderanno munizioni all’uranio impoverito agli ucraini. I nostri TG si sono subito affrettati a dire che l’uranio non fa male. Agli ucraini, poi, che si sono già sorbiti e assorbiti Chernobyl, fa un baffo. Peccato che, dopo la guerra in Jugoslavia, tra militari e civili italiani che sono venuto in contatto con queste armi ci siano stati 8000 casi di tumori sospetti, di cui circa 400 riconosciuti ufficialmente da tribunali per causa dell’uranio impoverito; e pensare che la UE prima di entrare armi e bagagli nella Nato stava considerando di promuovere una legge per mettere al bando questo tipo di armi. Adesso tutto bene? Del resto, quando i verdi tedeschi sono tra i primi sostenitori dell’invio di armi e dunque della guerra, e accettano degassificatori e carbonizzazione senza fare una piega, quando avevano il gas che gli arrivava con i tubi (pagati profumatamente), anzi bastonando la povera Greta, che ci si può aspettare? Ma il re Carlo III, così attento all’ambiente (quello del suo cortile), non ha niente da dire? Che farisei.

Che poi, a sentire gli analisti della prima ora, l’economia russa a quest’ora sarebbe dovuta crollare, la gente a Mosca sarebbe dovuta andare con le pezze al culo o magari ricominciare a mangiare bambini, come ai bei tempi del baffone. E invece, caso strano, falliscono le banche in Usa e addirittura in Svizzera! Ma, sempre gli stessi analisti, ci assicurano che l’economia russa crollerà, è solo questione di tempo, un anno o due. Cioè, ancora un anno o due di guerra? E’ questo che stiamo sostenendo? E’ questo il bene dell’Ucraina? O magari mettersi a discutere di un serio piano di pace, come quello dei cinesi? Ma del resto, se l’omino in maglietta verde (pardon, ora ha cambiato colore: il nero sfina) ha messo addirittura per legge che i negoziati sono vietati, e l’imperatore supremo ha detto che nemmeno il cessate il fuoco è da prendere in considerazione, come se ne esce? Davvero qualcuno pensa di sconfiggere la Russia senza che questa usi le bombe atomiche? Ma come, se dall’inizio della guerra ci si affanna a dire che Putin è pazzo, poi ci si affida al suo senno? Mi pare un controsenso.

Concludo con una nota gioiosa e positiva: in questo weekend ci sono le giornate Fai di primavera, io andrò a vedere una bella villa in un paese qua vicino; domenica invece parteciperò alla Camminata dell’Amicizia, manifestazione che si svolge tutti gli anni in questo periodo per contribuire ai progetti di una struttura di assistenza di alto livello a disabili fisici e psichici (“La nostra famiglia” di Bosisio Parini, davvero di alto livello); sono 12 chilometri senza difficoltà, che inframezzeremo con pausa aperitivo ed alla fine risotto preparato dalla Confraternita del Risotto, che su padelle enormi prepara altrattanto enormi risottate.

Sempre che non piova: sono mese che non si vede una goccia d’acqua, il presidente Zaia del Veneto dice già di usare l’acqua solo se indispensabile: diamogli ascolto, amiche e amici, laviamoci col vino!

Cronachette dell’anno nuovo che assomiglia tanto al vecchio (8)

Amiche e amici,

come passa il tempo quando ci si diverte! Sembra ieri che con un gruppo di amici eravamo andati a vedere la mostra “Divisionismo: la rivoluzione della luce” al castello di Novara, bello il castello trasformato in museo e bella la mostra: era una bella giornata di sole, il museo aveva riaperto da poco perché per gli allarmi Covid i luoghi a rischio contagio erano tutti rimasti chiusi per un po’. Ci avevano fatto entrare a piccoli gruppi, cosa che ci aveva permesso di godere pienamente dei dipinti, nessuna ressa; alla fine eravamo andati a mangiare la famosa paniscia, questo risotto con fagioli e salame sbriciolato, in uno dei posti di Novara dove la fanno meglio, e poi dopo un diretto turistico per la città eravamo andati ad Arona, per respirare un po’ d’aria di lago (come se la nostra non bastasse). Lì mi aveva raggiunto una telefonata di mia madre, allarmata; c’erano già le avvisaglie ma noi l’avremmo scoperto solo la sera a casa mia, dove avevamo finito la giornata in compagnia, con due spaghetti e una bottiglia di vino: il governo aveva deciso di stabilire la zona rossa per tutta la Lombardia, non solo qualche zona ristretta come era stato fatto fino ad allora, ed anche le provincie limitrofe, tra cui Novara, c’erano dentro. Ricordo la coppia di amici che, alla fine della serata, prima di tornare alla loro casa loro andarono a far spesa al Carrefour che rimaneva aperto tutta notte: non si sa sai, ci dissero poi.

Sembra ieri, dicevo, e invece sono passati tre anni: il Covid è ancora tra noi e miete ancora vittime, anche se abbiamo imparato a “conviverci”, come qualcuno profetizzava avremmo dovuto rassegnarci a fare; i vaccini hanno aiutato a contenere i morti , anche se non i contagi, e hanno creato dei problemi sui quali dubito si farà mai la luce.

Chi c’era se lo ricorderà: nessuno ci capiva niente, le mascherine erano introvabili e quelle che c’erano costavano un occhio della testa; mancavano i ventilatori polmonari (addirittura un mio amico, uno di quelli della gita a Novara, costruì con la sua stampante 3D un boccaglio che permetteva di attaccare due tubi ad una unica macchina); i sanitari non avevano nemmeno i camici, i medici di famiglia erano introvabili… pochi giorni dopo arrivarono persino delle missioni dall’estero per aiutarci: dalla Russia (sì, dalla Russia, non dagli Usa. Ora qualcuno dice che vennero non per aiutarci, ma per spiarci. Cosa dovevano spiare, come non si fa sanità pubblica?), da Cuba (ai quali come ringraziamento qualche mese dopo votammo ancora le sanzioni. La prossima volta rimanete a casa).

La procura di Bergamo ora ha annunciato la chiusura delle indagini riguardo a episodi dolorosi come la riapertura dell’ospedale di Anzano senza che si fossero messe in atto tutte le azioni di sanificazione, la mancata chiusura della zona di Nembro, in Val Seriana, allo scoppiare del focolaio come invece avveduto a Codogno, o il fatto che contagiati lievi furono portati nelle RSA, le residenze per anziani, dove fecero strage. Indagati i vertici del governo nazionale, del governo regionale, e i membri più esposti del CTS, il comitato tecnico-scientifico. Nello stesso momento il governo, composto per la maggior parte da quelli che all’epoca negavano il Covid e contestavano le chiusure come strumento per combattere il contagio, ora annunciano commissioni parlamentari.

La domanda che tutti dovrebbero porsi è: in questi tre anni si è fatto qualcosa per rafforzare la sanità pubblica? Come mai si sente parlare ancora di carenza di medici e infermieri? Come mai i pronti soccorso sono in affanno, costretti a far fronte a tagli e mancanze? Come mai gli esami vanno alle calende greche, anche quelli che per legge dovrebbero essere fatti entro limiti stringenti? Ancora oggi, dopo tre anni, si chiede ai sanitari sacrifici per tappare buchi che non sono stati riempiti. Non doveva essere questo il primo impegno, le risorse non dovevano essere indirizzate per la maggior parte alla sanità? Allora si fecero grandi titoloni sugli eroi delle corsie, e siamo ancora punto e capo.

A questo dovrebbe servire una commissione parlamentare seria, ma non sarà così; per carità, ben vengano le inchieste anche se col senno di poi son buoni tutti, ma quelli che sono stati falcidiati dal Covid per le mancanze essenzialmente della sanità regionale lombarda hanno continuato a votare quelli che li avevano precipitati in quelle condizioni: forse è il caso di indagare gli elettori, oltre che gli eletti.

Cronachette dell’anno nuovo che assomiglia tanto al vecchio (7)

Amiche e amici,

qualche nota positiva nella settimana passata c’è: Sanremo è finito. Ha vinto Marco Mengoni, vittoria annunciata ma direi meritata. Come giudice però non sono molto attendibile: ho sentito solo la sua canzone, e per caso…

Per il resto stendiamo un velo pietoso: le elezioni regionali sono andate come previsto, con la vittoria della destra sia in Lazio che in Lombardia, e se nel primo caso potrei anche accettarlo come ricambio fisiologico, in Lombardia non mi do pace: che meriti riconoscono i lombardi a Fontana per rieleggerlo? La gestione della pandemia è stata penosa, e secondo alcuni criminale; la sanità pubblica è in declino pauroso, basta guardare le attese per ottenere un esame, o le file ai pronto soccorso, mancano i medici di base: davvero questa è l’eccellenza? E’ anche vero che a votare è andato solo il 40% degli aventi diritto, e questo dovrebbe farci ragionare sulla qualità della nostra democrazia e dei nostri rappresentanti. Ma del resto, perché meravigliarsi? Secondo i sondaggi il 70% degli italiani è contrario all’invio di nuove armi in Ucraina, ma il nostro governo ed il parlamento se ne fregano: questa è democrazia? L’unico rimasto con un po’ di sale in zucca sembra essere Berlusconi, che è tutto dire. Infatti i popolari europei vorrebbero buttarlo fuori (solo lui però, non il suo partito: non hanno ancora capito che il partito è suo?).  Ragioniamo seriamente: la nostra Costituzione vieta di risolvere le controversie internazionali con la guerra.  Ma noi continuiamo a mandare armi, dicendo che solo così si costringeranno i russi a negoziare. Ma i russi è da febbraio che erano disposti a negoziare! E’ chiaro che ora è sempre più difficile, ad ogni nuovo invio ed a ogni nuovo annuncio è sempre peggio. Macron ha detto ieri che la guerra sarà ancora lunga. Finora i dati più o meno ufficiali sono di 60.000 morti russi e 270.000 ucraini. Una generazione… quanti ancora ne servono?

Intanto il conto delle vittime del terremoto in Turchia e Siria aumenta di giorno in giorno: ormai i morti hanno superato i 40.000, e non è finita. E’ osceno, lo ripeto, il livello dell’informazione su questo dramma, relegato a quarta-quinta notizia del Tg, perennemente dopo le sparate di Zelenskji. La Russia ha mandato tonnellate di aiuti, Biden sta ancora a cincischiare se togliere o meno le sanzioni alla Siria. Noi abbiamo mandato la protezione civile, e ci affidiamo come al solito alla Caritas.

Sono un po’ depresso, lo ammetto, perché ieri sono andato ad un funerale, ed è già il quarto quest’anno; se si aggiunge anche la scomparsa di Guido Sperandio, un altro amico anche se virtuale (ma che vuol dire poi virtuale? Nei blog si è meno reali perché non ci si frequenta di persona? Nell’epoca del metaverso e dello smart working forse sono più reali questi rapporti di quelli “fisici”…), l’anno non promette bene.

Ma qualche notizia buona c’è: finalmente sul lago di Como si stanno collaudando le paratie! Ricorderete quell’opera che doveva essere faraonica, sul modello del Mose di Venezia, ridotta poi per colpa di un pensionato che stava pisciando il cane e si è accorto, sbirciando tra le staccionate che coprivano i lavori, che si stavano innalzando dei muri che avrebbero impedito di vedere il lago: caso nazionale, processi, lavori sospesi, corte dei conti… insomma dopo 15 anni (quindici!) sembra che, con un progetto molto ridotto e molti milioni buttati inutilmente, le paratie vedranno la luce. Peccato che ormai piove così poco che c’è il problema opposto, ovvero il problema non è la troppa acqua, ma la troppo poca … e il problema è generale, perlomeno al nord: laghi e fiumi sotto i livelli di guardia, montagne con neve scarsa che non garantiscono che a primavera ci sia un giusto approvvigionamento. Questi si gingillano con le armi, quando bisognerebbe pensare ai pozzi, agli invasi, alle dighe, a rifare le condutture che dagli acquedotti portano l’acqua in casa.

Infine il mio personale aggiornamento sull’inflazione: l’indice Sweppes è in aumento, essendo passato il prezzo a 2,59 rispetto all’originario 1,85: +40%! Per non parlare della bolletta del gas che è arrivata a mia suocera, per i mesi di dicembre e gennaio: 965 euro, in due anni si è triplicata. Tra poco qualcuno dovrà decidere tra lo scaldarsi e il mangiare. Ma Gentiloni ieri da Lilli Gruber diceva che grazie alle loro azioni il prezzo del gas è drasticamente diminuito: alla faccia! Si vede che le bollette lui non le paga…

Bene amiche e amici, perdonatemi se vi ho angustiato ma era per farvi sapere innanzitutto che sto bene, e in questo periodo frequento sporadicamente questo spazio a causa di problemi di lavoro e soprattutto di contratto che mi impegnano. Ma dovrebbe andare tutto a posto a breve… nel frattempo qualche puntatina di Olena è pronta (almeno nella mia testa), si tratta di buttarla giù.

A presto!

Cronachette dell’anno nuovo che assomiglia tanto al vecchio (6)

Amiche e amici,

questa settimana tutte le attenzioni sono rivolte al festival di Sanremo. Io mi pregio di non averne visto nemmeno una serata, anche se è impossibile rimanerne estranei a meno di rinchiudersi in una grotta. Zelenskji sì Zelenskji no, e la Costituzione di Benigni con presenza straordinaria del presidente della Repubblica, polemiche e dichiarazioni di politici, talk show. Lasciatemelo dire: e chi se ne frega! Una volta mi piaceva seguire la gara canora, ma bisogna tornare indietro di una quarantina d’anni. Eravamo più sobri, allora: di questo passo dovrò davvero cercarmi una grotta per star lontano ancora di più da questo delirio. Tra l’altro ogni serata finisce all’alba, ma in questo paese la gente non lavora il giorno dopo?

Eppure c’è stato un terremoto disastroso in Turchia e Siria, con più di 20.000 morti accertati, finora: ed è osceno che invece di fare continui appelli alla solidarietà nazionale e internazionale, discutere di rivedere almeno le sanzioni che strangolano la Siria (perché? Chi ha deciso, anche lì, che abbiamo nemici e amici?) e impediscono persino di soccorrere degnamente le popolazioni martoriate si da ancora spazio al forsennato ucraino in maglietta verde che ovunque vada chiede più armi, più armi, più armi. La guerra in Siria c’è da undici anni, milioni di profughi, i curdi che hanno combattuto contro l’Isis bombardati tutti i giorni dai turchi, a chi interessa? Non è osceno un parlamento europeo, dove si annidano stuoli di corrotti e non è una mia opinione, osanni quel tizio e non faccia niente, assolutamente niente, per promuovere la pace? Anzi, di questo passo porteranno in guerra tutti gli europei, contro il bene dei propri rappresentati. E’ un fallimento epocale, un tradimento degli ideali e dei cittadini: chiedere le dimissioni è inutile, è evidente che ormai questa Europa non ha più senso. Non è riformabile, altro che dargli più poteri. Bisogna togliergli anche quelli che già ha.

Come peraltro alle regioni: questo fine settimana si voterà per rinnovare i consigli regionali di Lombardia e Lazio. Questi organi amministrativi diventati satrapie, che ora la destra al governo vorrebbe perfino rafforzare (Bonaccini, che si candida per la segreteria PD, da presidente della Regione Emilia-Romagna ha appoggiato a suo tempo la richiesta del centro-destra per l’autonomia differenziata: magari qualcuno che parteciperà alle primarie PD _ io no, ho già dato a suo tempo e me ne sono abbondantemente pentito _ ne dovrebbe tener conto), vanno smantellati: se la Meloni, leader di un partito che ha nel suo DNA il centralismo, abolisse le regioni del tutto la voterei anch’io al prossimo giro. Ma non succederà, inutile farsi illusioni.

Lo so, direte che sono il solito brontolone. Il fatto è che ieri il commercialista mi ha mandato una mail dicendo che dal 1 gennaio di quest’anno le sue tariffe verranno adeguate all’aumento Istat certificato a dicembre: il 10,23% ! E si è già contenuto, perché il mio personalissimo indice di inflazione è molto più alto, e faccio solo due esempi dalla spesa solita in Coop: il latte marchio Coop è passato da 0,85 a 1,40 al litro: aumento del 64,7%! E prendiamo pure una bevanda se vogliamo voluttuaria: la Sweppes è passata da 1,85 a 2,47: +33,5%! I prezzi dei generi alimentari insomma sono aumentati ben più del 10% stabilito dall’Istat. Ma, al contrario, il mio stipendio è aumentato dello 0%, quindi diminuito in valore reale di un bel po’. E come me alla stragrande maggioranza degli italiani. Canta che ti passa, si diceva una volta, per fortuna c’è Sanremo…

Così, per tirarmi su di morale (si fa per dire), ieri sera sono andato ad un evento organizzato dalla Caritas, ovvero la proiezione del documentario “Trieste di notte” sulla rotta balcanica, storie di migranti che partono dall’Afghanistan, dal Pakistan e da altri paesi ancora più lontani, fanno centinaia e centinaia di chilometri in condizioni spesso disumane, con il miraggio di arrivare in Italia: sì, l’Italia vista come l’Eldorado, terra di opportunità, faro di libertà e di civiltà. Vedere questi ragazzi di 18, 20 anni, passare anni e anni della loro vita in questo viaggio della speranza che si trasforma spesso in disperazione, strazia il cuore. L’attuale governo sta ripristinando la prassi di rimandare indietro in Slovenia anche quelli che chiedono la protezione internazionale: questo vuol dire che dalla Slovenia li rispedirebbero in Croazia (dove la ferocia della polizia varrebbe questa sì un embargo, e fa vergognare di essere europei _ e anche questo non lo dico io, basta guardare una puntata di Report di qualche settimana fa _) e da lì in Bosnia, da cui riproverebbero a tornare qua, in un loop infinito. Ad un certo punto un ragazzo di questi arriva a dire: se dovete illuderci e farci soffrire, è meglio che sospendete la protezione internazionale, almeno non ci proviamo nemmeno. A questo siamo arrivati? Restiamo umani, per favore.

A presto!

Cronachette dell’anno nuovo che assomiglia tanto al vecchio (3)

Amiche e amici,

l’anno non è iniziato benissimo, ma cerchiamo di trovare qualche spunto positivo. Ad esempio stamattina ho ricevuto una proposta di lavoro: ma mi faccia il piacere, mi veniva da dirgli! Si tratterebbe di fare le stesse cose che faccio adesso cambiando casacca, dunque più che una proposta di lavoro una offerta di acquisto, come se fossi un cespite (già ampiamente ammortizzato, tra l’altro) o come si fa nel mercato dei calciatori (o delle vacche, forse articolo più pertinente). Abbiamo sentito parlare di lei, diceva questo commerciale (e ti credo, ormai faccio le stesse cose da vent’anni), stiamo pensando di riorganizzare il servizio dell’area di sua pertinenza, lei come la vede? Io la vedo come uno che ha 63 anni e non vede l’ora di andare in pensione, che si è rotto le scatole ormai da secoli dell’informatica e odia ciò che sta facendo, nonché i giovani colleghi entusiasti e rampanti. Tutto questo me lo sono tenuto per me, naturalmente, e sono rimasto abbastanza sul vago, lasciando una porta aperta e rimandando a successivi approfondimenti: a questo punto l’unica cosa che può indurmi a cambiare è solo un consistente o anche moderato aumento di stipendio, tutto il resto sono supercazzole…

Al momento lavoro in subappalto di una ditta che è in subappalto, quindi direi che già saltare un livello potrebbe portarmi benefici: benefici che andrei a perdere nel caso ci sia da lavorare di più, cosa probabile dato che di solito nessuno da niente per niente. Comunque, dato che mi sono venuti a cercare loro e non viceversa, cercherò di mungere lucrare concordare il più possibile.

Per il resto le cose proseguono come al solito: stamattina ho fatto il pieno, la benzina stava a 1,839€ al litro, la settimana scorsa a 1,799 (in autostrada però ho visto un distributore che la veneva a 2,5). Leggevo ieri che gli stipendi italiani sono quelli che, negli ultimi anni, hanno perso in valore di acquisto più di tutti i paesi d’Europa negli ultimi anni: il 12%! E c’è il direttore di Confindustria, Bonomi, che è andato in Ucraina a mostrare solidarietà ai lavoratori ucraini: va bene, ma ai lavoratori italiani quand’è che mostrate solidarietà, Bonomi? Quando vi deciderete a pagare la gente dignitosamente e ve la smetterete di fare contatti a termine, a chiamata, in somministrazione, ad appaltare alle cooperative? Quando ve la smetterete di delocalizzare dove il lavoro costa meno (meno di qua? In Ucraina vi state già preparando la strada, vorrete pagarli una scarpa e una ciabatta, sempre che esista ancora l’Ucraina da qui a qualche mese).

Zelenskji intanto prima si fa intervistare da Bruno Vespa e poi farà un’apparizione al festival di Sanremo (motivo in più per non vedere il festival). Non si sa se parteciperà anche a Miss Italia, è possibile. Ho l’impressione che la terra cominci a franargli sotto i piedi: prima il suo consigliere che deve dimettersi per aver detto la verità, ovvero che il missile russo è caduto sul condominio perché colpito dalla contraerea ucraina (posizionata dove non avrebbe dovuto, dicono i russi), poi l’intera dirigenza o quasi del ministero degli Interni che muore in un incidente (strano che viaggiassero tutti sullo stesso elicottero, di solito si cerca di evitarlo). Ha chiesto al Papa di andare a Kiev, sarebbe un bel segnale dice: non hai voluto nemmeno fare il cessate il fuoco di due giorni per il Natale, e vuoi che venga il Papa a benedirti? Ma contentati di Vespa, dai.

E’ stato catturato il mafioso Matteo Messina Denaro, latitante da decenni. Bene. Ora spero, nonostante tutti i crimini di cui è responsabile, che stia in carcere e che venga curato degnamente. Perché noi, lo Stato, non ci mettiamo al suo livello.

Ieri ho avuto dei momenti di preoccupazione: verso l’ora di pranzo ricevo la chiamata di un vicino, sulla settantina, molto gentile, che mi dice che da un paio di giorni vede che le finestre del fratello di mia cognata sono chiuse: siccome questo, cinquantenne, vive da solo, mi chiedeva se sapessi qualcosa anche perché l’auto era ferma in cortile. Il ragazzo era un po’ isolato, disoccupato da una decina d’anni, ed in passato ha anche avuto degli svenimenti: ho chiamato mia cognata che ha le chiavi di casa; nell’attesa ho continuato a chiamare sia sul fisso che sul cellulare, e sono andato a bussargli alla porta, facendomi aprire il portoncino del condominio da dei vicini. Quando  cominciavo a pensare al peggio, finalmente ha risposto: aveva la vibrazione e non sentiva (come me il 90% delle volte), era andato a Torino a farsi un giro, gli dispiaceva di aver causato trambusto. Mi è venuto un po’ da ridere: uno di cinquant’anni ha tutto il diritto di farsi gli affari suoi senza rendere conto a nessuno; però d’altra parte non posso non pensare con riconoscenza a chi ha dato l’allarme: e se gli fosse veramente successo qualcosa?

E con la consapevolezza che non sempre farsi gli affari degli altri è una brutta cosa, vi saluto. A presto!  

Cronachette dell’anno nuovo che assomiglia tanto al vecchio (1)

Amiche e amici,

ed eccoci entrati nel 2023, con un anno in più ed un Papa emerito in meno. Benedetto XVI, considerato fin dalla sua elezione un pontefice di transizione, dopo l’era del trabordante Woytila, si era dimesso da Papa nel febbraio 2013 lasciando sconcertati i fedeli abituati a ben altre modalità di dimissioni, di solito procurate dalla curia con dei caffè corretti. I nostalgici lo reclamano Santo subito: aspettiamo almeno di vedere prima qualche miracolo.

Stamattina sono tornato a fare la spesa. Alla Coop, sono affezionato. Il latte parzialmente scremato, che fino a settembre dell’anno scorso costava 0,85€, ora sta a 1,40. Un aumento del 64,7%! Sono uscito dal supermercato con la frustrazione della massaia. E meno male che vado in cerca di sconti! La pasta Voiello, tanto per non fare nomi, era in offerta a 0,99€ mezzo chilo. 2 euro al chilo! Fortuna che l’anno scorso ho fatto la scorta…  insomma amici non è che voglio lamentarli, anche se i miei congiunti mi accusano di avere il braccino corto, ma stipendi e pensioni non mi pare che stiano crescendo, anzi! Ah, per strada ho dato un’occhiata al costo della benzina, dopo che il governo Meloni ha ripristinate le accise: 1,899 al litro in un distributore 1,799 nell’altro. Indovinate dove faccio benzina io? Tra l’altro, ed è incredibile, ho dato un’occhiata su Quattroruote al valore della mia auto: è quotata più adesso di quando l’ho comprata, nel 2018! Mi dicono gli esperti che il motivo è che le macchine nuove le fanno tutte ibride o elettriche e costano un sacco di più, e inoltre tutte le case hanno problemi di consegne per mancanza di materiali. Sarà il crollo del consumismo?

Si preannunciano ulteriori aumenti del gas: l’anno scorso rispetto a quello precedente per il riscaldamento ho pagato il 66,6% in più, e per il gas da cucina il 30%. A questo punto non c’è che da sperare nel buon riscaldamento globale che ci permetta di tener spenti i caloriferi e fare il bagno con l’acqua fredda.

Quando dico che l’anno nuovo assomiglia a quello vecchio basta pensare a due argomenti: Covid e guerra in Ucraina. Il Covid, di cui il nostro governo aveva deciso non si dovesse più parlare, ha riguadagnato le prime pagine dei giornali e telegiornali: paura dalla Cina! Prima gli danno dei coglioni perché adottano i lockdown e poi gridano all’allarme quando lo tolgono. Mettetevi d’accordo col cervello! Si sentono ragionamenti assurdi: i cinesi sono in difficoltà perché hanno sbagliato strategia e i loro vaccini funzionano meno dei nostri. Sarà stata buona la nostra di strategia… Il fatto che siano un miliardo e mezzo non conta, così come i nostri vaccini non hanno impedito terze, quarte e quinte ondate, e i nostri morti viaggiano ancora sopra i 100 al giorno. Ma noi siamo più bravi, è ovvio.

La guerra in Ucraina si incarognisce sempre più: gli ucraini bombardano il Donbass ormai da 9 anni, per liberarlo dicono loro, e proclamano di volersi riprendere perfino la Crimea; i russi si sono attestati ad est del Dniepro, martellano le postazioni al di là del fiume,  distruggono sistematicamente le infrastrutture energetiche in tutto il paese, hanno richiamato 300.000 soldati e probabilmente ne richiameranno altri. Gli americani hanno promesso agli ucraini altre armi (i Patriot), i francesi carriarmati, noi nel nostro piccolo stiamo discutendo se mandare gli Aspide, missili terra-aria. Non ne abbiamo molti, e se continuando questo andazzo finissero per servire a noi? In sostanza di pace continua a parlare solo Papa Francesco: tutti quelli che sostenevano che l’invio di armi all’Ucraina avrebbe aiutato i negoziati hanno cambiato narrazione, ora bisogna aiutare l’Ucraina fino alla vittoria. Mi ricorda tanto la storia dell’operazione che è riuscita ma il paziente è morto. Il TG continua a mandare tutte le sere a senso unico storie pietose di vecchiette e gatti randagi.   

A proposito di Ucraina: la mia casella dello spam è intasata da mail ad oggetto “La tua ragazza ucraina”, “Ragazza ucraina per U”, “MeetUkrainianWomen”. Troppa grazia, sant’Antonio! Una alla volta, per carità.

Non vogliamo spendere una parola sul nuovo governo? Che dire, dopo la minaccia terribile dei rave party adesso il nemico sono i divanisti, quelli che nonostante le strabilianti opportunità offerte dal mercato del lavoro si ostinano a voler campare alle spalle del contribuente alla bellezza di 600€ al mese. Solo a titolo di informazione, per affittare un monolocale nella città dove abito di euro ne occorrono non meno di 500. Sempre per fare due conti, mio figlio attualmente sta lavorando a tempo determinato, 20 ore la settimana, alla cifra stratosferica di 6,5€ lordi all’ora. Se non abitasse con noi dovrebbe piazzare il divano sotto un ponte. E’ questo il lavoro che intendete per gli “occupabili”, Meloni & co.?

Bene, amiche e amici, direi che come primo post del 2023 è abbastanza ottimistico, se siete d’accordo la finirei qua, non vorrei esagerare. Buon Anno!

Settimana di passione!

Amiche e amici, mi scuso per essere stato poco presente negli ultimi tempi ma gli impegni di lavoro e mondani mi reclamano. E sinceramente, diciamocelo, anche una certa apatia, una svogliatezza, mi sento abulico anche se non inappetente. Sarà il Natale che si sta avvicinando? Saranno le notizie del parlamento europeo, dove c’è da chiedersi se dietro ogni decisione che prende quella gente ci sia qualcuno pronto ad allungare mazzette? Come si fa ad avere fiducia? Mettiamo che domani decidano, un esempio a caso, di mettere un tetto al prezzo del gas. Qualcuno sarà favorito, qualcuno sfavorito: chi ci dice che non siano quelli favoriti a pagare perché si prenda questa iniziativa? Si tratta di un esempio, sia chiaro.

Tornando comunque agli impegni, elenco solo quelli di questa ultima settimana: sabato e domenica scorsa gita a Norimberga e Augusta per i mercatini di Natale (solo questo meriterebbe un post: i mercatini di Natale li aborro, però questi mi sono piaciuti, l’animo umano è un mistero insondabile. Forse i wurstel caldi e l’abbondante vin brulè hanno contribuito ad ammorbidirmi).

Lunedì ore 18:30 assemblea di condominio. Di questi tempi è stato un grande atto di coraggio da parte dell’amministratore ad indire l’assemblea nella settimana di Natale, è un attimo beccarsi qualche pistolettata. Consuntivo stratosferico, i soli costi di riscaldamento rispetto all’anno scorso sono saliti del 66,6%, e l’aumento è iniziato ben prima della guerra: dove stavano tutti questi geni, tutti questi migliori? Abbiamo tentato in ritardo di usufruire del 110% per gli interventi di adeguamento energetico ma non ce l’abbiamo fatta, ora non si trovano nemmeno le  imprese che facciano i lavori; anche sfruttare il 90% sarebbe buono ma non se ne farà niente, come era prevedibile data la crisi latente le morosità sono aumentate e a qualcuno si sono dovuti fare gli atti giudiziari. Perché è vero che l’abitazione è un diritto ma non la casa di proprietà: e dunque chi non se la può permettere deve venderla o metterla in affitto. Sembra cinico, ma non ci trovo niente di strano: i miei sono sempre vissuti in affitto in casa popolare e non si sono mai lamentati. Anzi, a ben vedere non è giusto che chi la casa non ce l’ha debba pagare con le sue tasse i lavori di chi invece la casa ce l’ha.

Finita l’assemblea, che ho lasciato intimando all’amministratore di non azzardarsi mai più a indirla in queste date, via di corsa da amici per scambiarsi gli auguri (era stato concordato niente regali ma qualcuno ha rotto la consegna: sono cose da non fare, gli altri ci rimangono male. Ma è sempre così…) e mangiare i dolcetti pugliesi che la sorella di una amica fa in quantità industriali: croccanti alle mandorle, chiacchiere al mosto, sfrappe con il miele, pasticcini di marzapane. Vino e grappino…

Ieri sera con i ballerini di terza età concerto a ballo (chissà perché la chiamano così e non festa da ballo). Ci si ritrova, ognuno porta qualcosa da mangiare e bere, ed un duo folk (Folkmascin si chiamano, molto bravi) ci rallegra con canti popolari dal mondo. Mi piacciono specialmente gli israeliani, e dopo qualche bicchiere ballo anch’io, sapete com’è, bisogna sciogliere il ghiaccio perché le articolazioni si sciolgano.

Stasera cena con pochi e selezionati ex colleghi. Sono tutti più giovani di me, sono stato il loro capo per qualche tempo e siamo rimasti legati, infatti anche se sono anni che non lavoriamo più insieme un paio di volte l’anno continuiamo ad incontrarci; messi insieme costituiamo un bell’esempio della deriva del lavoro, infatti tutti abbiamo prestato la nostra opera per anni come esterni per gli stessi clienti, che si sono ben guardati dall’assumerci:  perciò continuiamo a vedere colleghi dipendenti che vanno in pensione con scivoli anche di cinque anni e noi invece dovremo star lì fino alla vecchiaia per tirar poi su una pensione che sarà un terzo della loro. Ma come si dice, basta la salute.

Domani altra cena con altri amici per scambiarsi auguri e regali. Veramente per la maggior parte sono quelli con cui siamo andati ai mercatini, quindi si poteva evitare, tanto più che il mio regalo l’avevo fatto, ovvero ho regalato a ciascuno un ciauscolo (che è aumentato di prezzo almeno del 30%, il prossimo anno dovrò regalarne solo mezzo). Però la compagnia è piacevole, ed anche se mi regaleranno una cravatta che non metterò mai la accetterò volentieri. Il prosecco di solito lo porto io, non mi fido dei loro gusti, badano più alla quantità che alla qualità.

Venerdì prove del coro. Abbastanza inutili, al 90% i canti saranno quelli tradizionali che si fanno tutti gli anni (e che l’assemblea gradisce di più: mia moglie per esempio ogni volta che sente Tu scendi dalle stelle piange). Comunque la direttrice ci tiene e dato che ha avuto un anno particolarmente difficile (vi ho raccontato che ha perso una figlia di melanoma) la facciamo contenta. Ovviamente dolcetti preparati da una corista particolarmente abile e spumante.

Sabato sera messa di Natale. Da noi non si fa a mezzanotte ma alla dieci; la tradizione non è pienamente rispettata ma almeno saremo a letto ad un’ora decente. Dopo la messa vin brulè e panettone.

Domenica altra messa. Di solito io non ho più voce, sto lì a far numero e per salutare quelli che non si sono visti la sera prima. Poi pranzo natalizio dalla suocera con cognati e nipoti della parte di mia moglie, dato che i miei sono abbastanza lontani. Ormai i ragazzi sono grandi, ed ogni anno la compagnia si assottiglia, anche se pure quest’anno ci troveremo in tredici.

E, se Dio vuole, la settimana sarà finita…  quindi amici non preoccupatevi se non mi sentirete, sto bene e così spero di voi…

A presto e se non ci sentiamo prima… buon Natale!