In questi giorni ho ripensato alle lezioni di disegno delle medie, materia nella quale ero e sono rimasto un somaro (non certo l’unica), durante le quali la professoressa si sforzava di insegnarci a mescolare i colori primari per ottenere quelli secondari: con il blu ed il giallo si ottiene il verde, con rosso e giallo l’arancione, che colore bisognerà aggiungere per ottenere l’arancione rafforzato?
No, perché da ieri è proprio questo il colore che caratterizza queste parti, diciamo un arancio tendente al marrone: così ha stabilito un editto del presidente della Regione, appena il giorno dopo che dal giallo eravamo passati all’arancione, e pensare che quello era lo stesso che richiedeva a gran voce certezze sulle tempistiche dal governo nazionale (precedente). Gli effetti pratici sono che rimarranno chiuse tutte le scuole, tranne le materne; martedì mattina ho incontrato sulle scale una condomina, madre di due figli piccoli, che si chiedeva come fosse possibile, e a chi diavolo avrebbe potuto lasciare i figli dato che è sola e deve andare a lavorare. Anche perché i migliori si sono dimenticati di rifinanziare il congedo parentale, ma la compunta Gelmini ha assicurato che lo faranno con il prossimo decreto ristori: intanto, che ci si arrangi.
Anche Bertolaso, il jolly che ogni tanto salta fuori da qualche manica (destra), ci ha tenuto a dire la sua e cioè che l’Italia sta marciando a grandi balzi verso la zona rossa. Potrebbe anche essere vero, ma questi non erano gli stessi che strillavano contro allarmismi e addirittura clima di terrore?
Una buona notizia però c’è, e devo ringraziare una volta tanto Salvini e Berlusconi che stanno premendo per seguire le orme di San Marino e acquistare il vaccino russo Sputnik V, dato che gli altri ce li danno con il contagocce. Non se ne hanno abbastanza notizie? Non è testato adeguatamente? Ma perché, gli altri lo sono? E comunque, chi se ne frega! Datemi lo Sputnik, mi offro volontario! Che potrà succedermi, al limite finalmente imparerò il russo…
Sono cambiati i vertici della Protezione Civile ed il Commissario straordinario: buon lavoro ai nuovi, e ringraziamenti a chi ha dovuto affrontare un anno difficilissimo, commettendo magari qualche errore, ma chi è senza peccato scagli la prima pietra: ci siamo dimenticati di quando non si trovava una mascherina nemmeno a pagarla a peso d’oro, e quando negli ospedali mancavano i respiratori polmonari e la gente (tra cui un mio amico) si ingegnava a stampare in 3D bocchettoni doppi per collegare due pazienti ad una macchina? E le diatribe per imporre il prezzo calmierato di 50 centesimi sulle mascherine, con i farmacisti sulle barricate? Se almeno questo è stato superato qualche merito agli uscenti bisognerà riconoscerglielo, io credo.
E’ iniziato il festival di Sanremo, la 71° edizione, presentata da Amadeus con Fiorello battitore libero (divertentissima la pubblicità), edizione senza pubblico e senza aficionados per le strade ad aspettare le “star”… lo so, per qualcuno è un rito stantìo da abolire, ma è pur sempre un pezzo di costume di questo paese; finora della gara ho sentito poco, distratto da altre occupazioni, ma ho visto gli ospiti, Laura Pausini che ha cantato “Io sì”, brano scritto per il recente film di Sofia Loren, La vita davanti a sé (che ho visto su Netflix, e l’attrice è stata bravissima), i Volo che hanno cantato un brano di Ennio Morricone, con l’orchestra diretta dal figlio del grande compositore con uno stile tutto suo, ed infine Elodie che ha proposto un medley di pezzi sanremesi famosi e, oltre ad avere una bella voce, è anche un bel vedere. Ho visto anche Ibrahimovic, che ha recitato sé stesso. Che ci volete fare, sono decisamente nazionalpopolare, così tanto che mi piacerebbe vincesse Orietta Berti, che si ripresenta in gara dopo quasi trent’anni, Oriettona della quale è uscita da qualche mese la biografia, che mi stuzzica e incuriosisce: Tra bandiere rosse e acquasantiere, deve essere proprio una bella storia.
I colleghi di Roma mi hanno detto che sta girando la voce di un rientro in ufficio, scaglionato a partire dal primo maggio. Fosse vero! Ci sono molti a cui il telelavoro piace ma come sapete non sono tra questi. Sono abbastanza convinto che, nonostante adesso faccia comodo spingerlo, alla lunga verrà ridimensionato per motivi sia di produttività che soprattutto di consumi. Pensiamo a tutta l’economia che gira intorno ai pendolari di una città come Milano…
Comunque staremo a vedere, amiche e amici; la primavera è alle porte, e con essa può darsi che riusciremo a tornare a visitare qualche museo, che anche il cervello bisogna rimetterlo in moto. A presto!
