Come facevamo quando non c’erano le badanti?

Amiche e amici, sono di ritorno da un piacevole weekend a Sottomarina; le figlie hanno deciso di regalare a mia suocera, in occasione del suo 87° compleanno, una minivacanza per far visita ai parenti. Lei infatti è di origine veneta, emigrata o meglio scappata in Lombardia a 16 anni come tanti in quei tempi per sfuggire alla vita dura e alla miseria; per trovare altra vita dura sì, ma almeno non la miseria. Pian piano ha convinto a trasferirsi tutti i tre fratelli e la madre; ha lasciato qualche parente ed una sorella di cui ha scoperto l’esistenza solo qualche anno fa. Storie di dopoguerra… si pensa sempre all’esodo della gente dal sud al nord, ma l’emigrazione interna dal nord-est al nord-ovest, dal padovano, dal rovigotto, dal polesine, è poco conosciuta.  Erano tempi in cui in Lombardia il lavoro abbondava: lei racconta sempre che, per pagare il mutuo della casa, si licenziava facendosi dare la liquidazione, e subito trovava un altro posto… non era certo schizzinosa: si faceva anche trenta chilometri al giorno in bicicletta (per risparmiare sull’autobus) per andare al lavoro.

A proposito di lavoro, guardando i cartelli affissi e parlando un po’ con le proprietarie dell’albergo dove eravamo, sul lungomare, sembra che ci sia proprio un’emergenza: ristoranti che cercano camerieri, cuochi e aiuto-cuochi, piscine che non possono aprire perché mancano i bagnini, negozi senza commessi… addirittura, tornato a casa, il giornale locale titolava con l’allarme badanti: mancano perfino le badanti per curare gli anziani durante l’estate, ed un espertone consigliava di pagarle di più.

In realtà anche un nipote alla lontana di mia suocera, col quale abbiamo passato la serata di sabato a bere prosecco (prodotto da lui), mangiare carne alla brace e risolvere i problemi del mondo, ipotizzava che se magari alla gente gli si prospetta la giusta ricompensa e le giuste ore di lavoro a lavorare non si sarebbe tanta penuria di braccia; e che trovava ridicolo che dopo aver spinto i ragazzi a studiare, fare i coreuti o i commercialisti, poi ci si lamenti se il cameriere a 600 euro al mese non vogliano farlo. Io naturalmente mi trovavo d’accordo, sintonia che ha avuto la sua apoteosi arrivati al grappino, dove avremmo anche risolto la crisi ucraina con una splendida analisi politico-militare: solo un bigolo come Zelesky può tenere l’esercito a farsi massacrare nelle sacche del Donbass invece di ritirarsi, e invece di chiedere altre armi per portare per le lunghe questa guerra può andare a farsi fottere lui e tutti quelli che continuano a mandargliele, con in testa Draghi, Di Maio e Letta. Forse se al G7 avessero avuto qualche bottiglia di prosecco avrebbero preso decisioni migliori.

A proposito di Letta, qui a Como il candidato del centrosinistra al ballottaggio ha preso una scoppola clamorosa dal candidato di una lista civica. Avevo già dichiarato che un’accozzaglia dove ci fossero dentro Calenda e Renzi (con l’endorsement di Forza Italia!) non l’avrei mai votata e nonostante la presenza di amici di buona volontà non me la sono sentita. Quando ho sentito quello che aveva deciso il G7 (“aiuteremo l’Ucraina finché ce ne sarà bisogno”: ma quanto volete farla durare questa guerra? Ma non vi rendete conto che state contribuendo ad ammazzare un sacco di gente? E che state gettando le basi per un autunno di merda anche per noi, altro che fare i bagnini?) ed anche se si tratta di elezioni amministrative mi è partito un vaffanculo dall’interno e avrei votato chiunque altro, fosse pure stato Belzebù.  Il nuovo sindaco ha in effetti i capelli rossi; peggio dei precedenti non farà di sicuro; ha avuto una giovinezza difficile, orfano di entrambi i genitori già a venti anni, ed ha perso presto due fratelli; insomma si è dovuto rimboccare le maniche, conosce bene la città, spero che usi bene il consenso che ha avuto. Dicono che sia di destra ma a questo punto che vuol dire essere di destra o di sinistra? I democratici americani sono di sinistra? Hanno forse fatto in modo che gli immigrati messicani non muoiano nei container per non incappare nella legge anti-immigrazione, come successo l’altro giorno? O è di sinistra Sanchez, lo spagnolo, che ha chiesto l’ombrello Nato dopo la strage dell’altro giorno di marocchini che volevano passare in territorio spagnolo a Ceuta e Melilla: e che deve fare la Nato, bombardarli pure? Non vi basta averli fatti ammazzare dalla polizia?

Tornando alle badanti: ma come facevamo prima che l’Unione Sovietica implodesse? Cioè, se non fossero venute qua una valanga di moldave, ucraine, bielorusse, russe, polacche, rumene, come avremmo fatto con i nostri vecchi? Prima chi li curava? Ora questa figura sembra normale (lavoro duro tra l’altro, spesso sfruttato e poco considerato) ma non è sempre stato così. E se davvero tutte queste donne dovessero sparire? Le cose sono due: o i vecchi si decidono a morire prima, oppure invece di correre tutti come matti in famiglia bisogna che qualcuno a turno si fermi…

Ma per risolvere anche questo problema mi ci vorrebbe ancora qualche bottiglia di prosecco; magari quando tornerò a Sottomarina… anzi, se volete che risolviamo anche qualche vostro problema, non fate complimenti!

Avrebbero tutti i numeri per risolvere i problemi del mondo, altro che G7!