Vita quotidiana al tempo del coronavirus (XCVIII)

Domenica 31 maggio

Ed anche maggio volge al termine e l’attesa è ormai tutta verso la fase tre, riapriranno o no tutte le regioni? Si potrà sciamare dappertutto e con tutti i mezzi possibili? Dobbiamo sentirci offesi se qualche Stato ancora non ci vuole tra i piedi? Quest’ultima polemica mi sembra particolarmente assurda, il nostro ministro degli Esteri addirittura ha detto “non accetteremo di essere trattati come il lazzaretto d’Europa”. Con il dovuto rispetto, ministro, i suoi mi sembrano ragionamenti a capocchia: se ancora non siamo d’accordo tra di noi se riaprire o meno tutte le regioni, perché mai dovrebbe spalancarci la porta, per dire, la Grecia, che ha avuto in tutto 175 morti mentre noi finora più di 33.000 (ufficiali, perché quelli reali non si sapranno mai)? O la Slovenia, che ne ha avuti 108? Cerchiamo di non essere assurdi, per favore, e non piagnucoliamo come al solito dietro l’Europa: ogni paese faccia come crede. Piuttosto mi chiedo: ma quest’anno è proprio così necessario andare a fare le vacanze all’estero? Perché questa smania di Grecia? Ma stiamo in Italia, santo Dio. Non ci vogliono? E pazienza, rimaniamo a casa nostra, e vedrete che l’anno prossimo ci stenderanno i tappeti rossi, perché mancjeranno anche a loro i soldi dei turisti italiani… è anche una questione di decenza e di orgoglio nazionale: innanzitutto tanti quest’anno le ferie non potranno proprio permettersele (tanti non possono permettersele mai, e a questi si pensa sempre troppo poco) e chi può permettersele dovrebbe sentire il dovere di sostenere le attività italiane: se costano un po’ di più, basta fare qualche giorno in meno…

Oggi è la Pentecoste, o meglio in realtà sarebbe domani ed infatti in Svizzera domani sarà festa, perché le festività religiose loro le hanno mantenute a differenza di noi che le abbiamo eliminate in nome della “produttività”; a che serva poi tutta questa produttività se poi ci sono milioni di disoccupati, è tutto da capire. Ci siamo fatti una bella cantata, ribadisco che con le mascherine è dura e infatti io l’ho quasi sempre dovuta tener giù. Comunque io festa domani la farò lo stesso, non per altro ma perché i giorni di contratto stanno scadendo ed il rinnovo sta andando un po’ lungo, quindi è inutile affannarsi.

Oggi a pranzo abbiamo mangiato spaghetti integrali bio e pesto vegano, quelli presi ieri con il “cesto” della Coop. Il pesto vegano, per chi non lo sapesse, è quello senza formaggi (parmigiano e pecorino, di solito) che vengono sostituiti da tofu e patate; valutazione severamente negativa, amici cari, datemi retta, se vi viene voglia di farvi due spaghetti al pesto prendete innanzitutto gli spaghetti normali, non quelli integrali che rimangono rigidi e non si impregnano di sugo, ed il pesto fatevelo da soli o, se non ne siete capaci,  comprate quello preparato ma fresco. A me quello Buitoni non dispiace, tanto per non fare nomi. Infine, se siete vegani, fatevi due spaghetti al pomodoro con qualche foglia di basilico, ma il pesto lasciatelo stare.

Nel pomeriggio siamo andati a fare una passeggiata ma, non volendo accalcarci, abbiamo fatto un giro nei paraggi. Siamo passati in vie mai fatte, è incredibile come a volte si conoscano poco i posti dove si abita; al ritorno, passando davanti al cimitero, ci è venuta voglia di entrare per dire una preghiera sulla tomba del figlio della nostra amica nigeriana, che oggi tra l’altro è al lavoro (con la scusa che è sempre disponibile la fanno lavorare come una negra, scusate la battuta ma è la realtà dei fatti…), ma non l’abbiamo trovata. Non ci siamo ricordati dov’era, il funerale è stato due anni fa e non siamo più andati, la giornata era piovosa e sinceramente eravamo anche un po’ sotto shock per l’accaduto ed arrabbiati con il nostro prete, che più volte aveva dato segno di insofferenza sull’altare perché gli amici del ragazzo lo ricordavano tirando troppo in lungo la funzione, secondo lui. Chissà se in qualche città esiste una app che indica l’ubicazione di una tomba? Sarebbe utile anche qua.

Usciti siamo passati di fianco a quella che una volta era la cittadella sportiva, palazzetto dello Sport, piscina, campo di atletica: solo quest’ultimo si è salvato, il palazzetto da anni è chiuso, e la piscina da anni ha problemi per la manutenzione e quest’anno rimarrà chiusa anche dopo la fine del Covid. Non vorrei ripetermi ma lo farò: la classe dirigente di queste parti, ma non solo, in questi ultimi venticinque anni ha fatto schifo, del bene pubblico non solo se ne è fregata ma ha anche fatto andare in malore quello che era stato costruito dai predecessori: i cittadini, gli elettori, si sono rincretiniti ed hanno scelto sempre il peggio possibile, cercando di volta in volta il pifferaio che suonasse meglio il piffero, salvo poi quel medesimo piffero ritrovarselo in quel posto. Tanto c’era sempre qualcuno a cui dar la colpa, i comunisti, i poteri forti, l’Europa…

Di questa bella gente ad esempio ce n’era parecchia ieri in Piazza Duomo a Milano, mi dicono, capitanata da un personaggio con un’improbabile giacca arancione al quale il grande Totò avrebbe detto “Ma mi faccia il piacere!”. Tra gli slogan così, tanto per farsi due risate, “il coronavirus non esiste” e “vogliamo un governo eletto dal popolo”; nel programma, sobrio come la giacca d’altronde, il ritorno alla lira.

Chiudo con gli Stati Uniti, con i disordini dopo l’ennesimo omicidio di un nero da parte della polizia; questo è stato ripreso in diretta, immobilizzato nove minuti a terra con un ginocchio premuto sul collo; la gente si è scatenata com’era prevedibile, non ne può più di tutori della legge che si ergono a giudici e giustizieri insieme, quasi sempre a senso unico; le proteste hanno toccato diverse città tra cui Washington, puntando alla Casa Bianca, dove il Titolare ha detto che “se i manifestanti avessero varcato i cancelli si sarebbero trovati di fronte i cani più feroci e le armi più minacciose che io abbia mai visto”. E noi stiamo a preoccuparci se non possiamo andare al mare in Grecia…

Amiche e amici, siamo ormai agli sgoccioli; ho ripassato la numerazione latina ma non ho intenzione di superare la C di cento, il troppo stroppia come dico sempre: buona serata, e a domani!

Vita quotidiana al tempo del coronavirus (XCVII)

Sabato 30 maggio

Oggi è una giornata strana, al mattino minaccia pioggia ma poi viene un bel caldo; sul presto vado a trovare l’amico Giuseppe, l’edicolante, e lo metto al corrente che il ventilato bonus di 1000 euro per artigiani e commercianti non ci sarà, sostituito da un prestito a fondo perduto per chi ne avrà diritto, ovvero dimostrerà di aver perso almeno un 20% del fatturato, se non ho capito male. Sfortunatamente o fortunatamente per lui non è in queste condizioni, infatti come tutti sanno il 20% di zero è zero: non ho ancora capito come faccia a rimanere aperto ma evidentemente qualche entrata ce l’avrà.

Sul giornale una notizia tenera, qui a Como si sono sposati due clochard: si sono incontrati su una panchina, si sono innamorati, durante l’inverno hanno condiviso il dormitorio così come durante l’emergenza Covid: hanno deciso di convolare a nozze, ma ora che il dormitorio chiuderà torneranno per strada: speriamo che il Comune o chi per esso sia sensibile a questa bella storia ed almeno una stanzetta gliela trovi. Poi sul fatto che non debba esserci un dormitorio aperto e però si pretenda di non avere barboni per strada, ci sarebbe parecchio da discutere.

Mi accorgo, anche facendo cose stupide, che ci vorrà parecchio per tornare alla “normalità”: stamattina per esempio sono andato a cambiare il libro che avevo preso doppione, ed ero indeciso se prendere il bus, l’auto o andare a piedi: l’auto, dando un’occhiata al traffico e pensando al parcheggio l’ho scartata subito; per l’autobus ho fatto a metà: andata a piedi, ritorno col bus. Sul bus sono salito con diffidenza temendo un assembramento come lo scorso sabato ma invece è stata una corsa tranquilla; solo come informazione statistica gli italiani saranno stati il 10%, tutti gli altri delle nazioni più disparate. Dato che i guanti non si trovano li sto lavando, non so quanto resisteranno.

Oggi pomeriggio shopping moderato: odori per il balcone, ciabatte da casa che quelle usate in questi mesi sono da buttare, e puntata alla Coop perché, non so se lo sapete, si rinnovano gli organismi direttivi ed in occasione delle votazioni ai soci che partecipano viene dato un buono del valore di circa 10 euro. Olio, pasta, pesto, perché rinunciarci? A dire la verità questo è il primo anno che ne approfitto perché me ne dimentico sempre, e poi gli anni scorsi bisognava partecipare all’assemblea fisicamente, invece quest’anno basta la delega ed è molto più comodo. Non so di preciso per chi e cosa ho votato ma poco male, mi fido. Tra parentesi la tessera socio non costa niente, per chi volesse approfittarne: però per quest’anno ormai non vale.

Sembra che il prolungamento del blocco per le tre regioni di nord-ovest non ci sarà, la circolazione varrà per tutta Italia; secondo me se si aspettava un’altra quindicina di giorni non cadeva il mondo, io comunque da qua non mi sposterò, gli altri facciano come vogliono.

Stanno riaprendo i negozi cinesi! Il ristorante sushi ha già riaperto, passando ho visto che il parrucchiere sta pulendo e persino uno dei centri massaggi: specialmente in questi ultimi sarei curioso di sperimentare gli accorgimenti che useranno per il distanziamento, specialmente per i servizi “speciali”. Tra l’altro, forse l’ho già detto, ma il quartiere deve essere abitato da una torma di invasati, nel giro di un paio di chilometri ci sono quattro centri massaggi e due sexy shop, di cui in uno si entra (mi hanno detto) con la tesserina sanitaria, gli articoli li passerà la mutua?

Mi sto accorgendo di essere quasi afflitto dalla Sindrome di Stoccolma, sapete, quel fenomeno per cui il rapito si infatua dei rapitori. In fondo siamo stati un po’ tutti rapiti in questi due mesi: stasera ad esempio degli amici ci hanno invitato a fare una passeggiata e prendere un gelato, ma come si fa a rinunciare al rito di pizza, Ichnusa e filmetto? La passeggiata può attendere!

Con questo proposito, preoccupante me ne rendo conto, vi saluto amiche e amici; vedo se riesco a leggere un’oretta, sul tavolino c’è “La fine della storia” di Luis Sepùlveda, se mi addormento spero qualcuno mi svegli… a domani!

Vita quotidiana al tempo del coronavirus (XCVI)

Venerdì 29 maggio

L’altro giorno mi ha colpito la notizia che, grazie all’isolamento, ci sono stati meno decessi per ictus e infarti. Addirittura anche i reparti ospedalieri si erano svuotati, sembrava che nessuno volesse più andare a farsi visitare e controllare, del resto la cosa è comprensibile visto che tanti contagi, specialmente nel primo periodo, sono avvenuti proprio negli ospedali e nelle strutture sanitarie, e dunque se uno aveva un doloretto se lo teneva. Dato che però ictus e infarti non sono proprio doloretti potrebbe voler dire che la gente, vivendo una vita più tranquilla, si sia salvaguardata: del resto quello della vita tranquilla è il consiglio che si da sempre a chi ha quel tipo di problemi. Gli studiosi dell’università di Oxford, o di Cambridge, quelli che si prodigano a scoprire gli ossi del pene dei Neanderthal, potrebbero farci una bella ricerca, no?

A proposito di ricerche, una fondazione che si occupa di Sanità ha ventilato che i dati dei contagiati in Lombardia siano stati sottostimati da sempre e specialmente adesso, per opportunità, e come esempio cita il numero relativamente basso di tamponi effettuati rispetto ad altre regioni. A parte che il fatto che i contagiati e i morti siano sottostimati è un segreto di Pulcinella, rispondere con una minaccia di querela come ha fatto il presidente della Lombardia mi pare rischioso e secondo me non ne faranno proprio niente: gli conviene che qualche giudice vada a cercare i numeri veri, e se qualcuno ha cercato di minimizzarli?

Stamattina sono andato finalmente a buttare l’armadio che, smontato dal balcone, giaceva in uno scatolone davanti alla porta della cantina. Mi sono affrettato perché cominciavamo ad avere degli imitatori, infatti mentre prima il corridoio delle cantine era sgombro adesso oltre il mio scatolone è apparso un sacco pieno di vestiti e scarpe vecchie e tre biciclette del tempo che fu; è quasi sempre così, appena si rompe un argine i pesci si affrettano ad infilarsi nel buco. Una fila da delirio, degli anziani assoldati dal Comune a regolare il traffico; tra l’altro una volta entrato mi sono pure sbagliato e invece di buttarlo negli ingombranti l’ho buttato nel ferro, subito redarguito. L’ho ripescato a fatica e buttato nel posto giusto; ho sentito la mancanza dei volenterosi immigrati che aiutano gli operai che lì lavorano (o lavorano al posto loro, ma questa è una cattiveria) che danno sempre indicazioni e spesso una mano, e se c’è qualcosa in buono stato vedono di riciclarla per conto loro.

E’ abbastanza singolare vedere Mr.Trump minacciare di dare una regolata a Twitter, il suo strumento privilegiato di comunicazione, perché ha osato sindacare su un cinguettio non in linea con le policy in materia di fake news. Ditemi voi se devono essere queste le preoccupazioni di un imperatore galattico…

Pare che la UE sgancerà un bel po’ di soldi, non pochi maledetti e subito ma tanti, benedetti, e speriamo non a babbo morto; in parte a fondo perduto ed in parte in prestito con scadenza lunghissima, ed a tassi ragionevoli. Sarà vero? Quanto in realtà ci costerà? Lo scopriremo solo vivendo.

Stasera pesce, merluzzo al forno su letto di patate con pomodorini e olive taggiasche. Penso che un Lugana fresco possa andar bene, vi farò sapere.

Con questa nota culinario-enologica vi saluto, amiche e amici; la luce è in fondo al tunnel, sempre che non sia un treno che viene verso di noi. Buon weekend!

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Vita quotidiana al tempo del coronavirus (XCV)

Giovedì 28 maggio

Oggi è una di quelle giornate in cui ho apprezzato lo smart working, non tanto per il lavoro perché non sono riuscito a tirare il fiato nemmeno un attimo e infatti pubblico il post in ritardo, ma perché in mattinata sono riuscito a svolgere i compiti che mi ero prefissato, cosa che se avessi preso il mio trenino per Milano avrei dovuto rimandare ulteriormente. Innanzitutto ho fatto il cambio gomme dell’auto: alle 7:40 ero davanti al gommista, che apre alle 8, quindi sono stato il primo ad essere servito e alle 8:25 ero pronto per la seconda tappa: ritirare i sacchi della raccolta differenziata. I sacchi (per l’umido sono sacchetti di plastica, per la plastica di plastica gialla e per l’indifferenziato di plastica grigia) vengono distribuiti una sola volta l’anno, e quest’anno sono state stabilite delle giornate in base alle iniziali del cognome per evitare affollamenti. Arrivo lì, delirio! Una coda di auto chilometrica, ma capisco che non tutti aspettano per i sacchi ma bensì per portare i rifiuti all’isola ecologica, allora supero la fila, attirandomi occhiatacce e improperi, e arrivo davanti al cancello della distribuzione: chiuso! Maledizione, apre alle nove, e c’è già un assembramento di persone in attesa… allora via, a fare la spesa, ripromettendomi di tornare un altro giorno: faccio presto, ormai mi oriento anche se non so perché sembra si divertano a spostare degli articoli; ancora niente alcool, guanti e mascherine, mi pare incredibile; incontro uno dei coristi con il quale ci siamo alitati addosso l’altra sera e ci mettiamo un po’ a parlare di Settimana Enigmistica e rebus, di cui è appassionato. Ci salutiamo, vado alla cassa e pago, sto uscendo e mi chiama: guarda che le mascherine ce le hanno alle casse ma devi chiederle, mi dice, ed inoltre ha saputo che al centro di distribuzione sacchetti  ora non c’è coda. Cazzo! Per le mascherine mi riprometto di far casino la prossima settimana, e mi fiondo a prendere i sacchetti: ancora fila per l’isola ecologica, ancora sorpasso e occhiatacce; nello spiazzo sterrato dove parcheggio qualcuno evidentemente stufo di stare in coda ha lasciato una toeletta ed una specchiera, ritiro finalmente i sacchetti ed il ragazzo vuol prendermi la febbre anche all’uscita, mi sembra un eccesso di zelo.

Fatto tutto, alle 10 ero sul pezzo e fino alle 18, senza interruzione se non per il pranzo (risotto pronto Scotti radicchio e carciofi: voto 6,5, preferisco quello alla milanese al profumo lontano di zafferano; mia moglie scuoteva la testa e noi la scuotevamo a lei con la sua insalatina) ho fatto quello per cui mi pagano, una sorta di coperta di Linus sbrindellata ma tranquillizzante. Dei tecnicismi non mi interessa più niente, io cerco di capire i problemi e le persone: spesso i problemi non sono problemi, se si risolvono ci si lavora ma se non si possono risolvere bisogna cambiare prospettiva, e se uno si ricorda che le persone sono persone e non (solo) risorse, si è già a buon punto. Poi se si ha ha che fare con degli stronzi bisogna essere più stronzi di loro, questo non è facile perché ci vuole allenamento ed un po’ di peletto sullo stomaco.

Sono riuscito a leggere solo un paio di notiziole, che però mi sono sembrate abbastanza divertenti: la prima, che non ho verificato, è che i soldi che Berlusconi dice di aver versato per la realizzazione del’Ospedale Covid in Fiera a Milano non si trovano: l’ente dell’ospedale dice di non averli ricevuti, e anche in regione non ce n’è traccia. Le cose sono due: o Berlusconi dopo averlo annunciato se n’è scordato, oppure qualcuno glieli ha fregati, una bella truffa vecchio stile: la prossima volta li dia a me, Presidente, ci penso io…

La seconda è che i presidenti di  Sicilia e Sardegna accetterebbero turisti provenienti dalle regioni dove il contagio è ancora più diffuso solo se muniti di una sorta di Passaporto Sanitario. Una specie di certificato di sana e robusta costituzione, insomma. Ora, per quanto l’idea possa sembrare balzana, è anche comprensibile: in Corea del Sud i contagi stanno ripartendo e si riparla di lockdown, vale la pena rischiare? E, dato che si dovrà decidere a breve se permettere o meno la libera circolazione tra regioni, non sarebbe il caso per quelle ancora più colpite di stare tranquille ancora per un po’? Io non vedrei male una zona rossa che comprenda Liguria, Piemonte e Lombardia con libera circolazione all’interno di queste: c’è tutto, mare, laghi, montagne, che bisogno c’è di spostarsi di più? E’ ovvio che se il blocco è in uscita deve esserci anche in entrata, altrimenti chi entra poi deve mettersi in quarantena nel suo paese… quasi quasi giro la proposta al ministro Speranza (nomen homen) o direttamente al premier Conte, di cui mi mancano le conferenze stampa.

Della politica estera magari ci occupiamo dopo, eh? A domani (oggi, anzi), amiche e amici!

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Vita quotidiana al tempo del coronavirus (XCIV)

Mercoledì 27 maggio

Ieri sera ho fatto qualcosa che non andrebbe ancora fatto, ovvero con il coretto dopo il rosario in Chiesa (di questo ne parleremo un’altra volta, non è che io sia molto pratico di rosari, ma maggio come forse ricorderà chi ha fatto il catechismo è il mese della Madonna e tutte le sere si recita il rosario; da ragazzo avrò partecipato due o tre volte e solo perché c’erano anche le ragazze, da adulto quattro o cinque e solo per compiacere qualcuno, non me ne vanto sia chiaro anche se ammetto che non c’è niente di male) ci siamo fermati a fare le prove di canto. La scena era un po’ surreale, un coro distanziato e con le mascherine, sembravamo dei Sentinelli in Piedi (vade retro), abbiamo cercato di essere ligi ma ogni tanto bisognava respirare. Secondo me chi dice che andare in giro con la mascherina non fa bene non ha tutti i torti: si respira la propria anidride carbonica ed infatti dopo un po’ (almeno a me) inizia a far male la testa. Perlomeno non bisognerebbe cantarci; comunque ci siamo respirati un bel po’ addosso anche se non proprio vicinissimi, speriamo bene.

E’ in corso lo screening per verificare quanti sono stati contagiati e guariti; l’Istat e l’Iss, l’Istituto Superiore della Sanità, hanno stabilito un campione di 150.000 persone che vengono contattate telefonicamente e invitate a sottoporsi gratuitamente al test sierologico. Test che finora è un grandissimo regalo ai laboratori privati, che fanno pagare fino a 70 euro quello che le regioni consigliano di far pagare 15,23 euro. Quindi come al solito finora la sanità pubblica si è fatta il mazzo ma i benefici li prenderanno i privati.  Ma non volevo dilungarmi su queste considerazioni da vecchio statalista, un sovok direbbero in Russia, la cosa che mi ha colpito ma in fondo era ovvia è che finora la maggior parte di quelli contattati non ha risposto al telefono o non ha creduto a quanto gli veniva detto. E per forza, tutti i giorni siamo subissati da gente che ti vuol far cambiare gestore telefonico, del gas, dell’energia elettrica, di chi ti vuol vendere multiproprietà nei posti più improbabili; per non parlare delle vere e proprie truffe, specie ai danni degli anziani, con chi si spaccia addirittura per parente lontano. Io ho una regola d’oro: se sul telefono compare un numero che non ho registrato non rispondo, ai numeri privati nascosti non rispondo, e anche a chi mi sta sulle scatole a dire la verità non rispondo. Mi rendo conto che se tutti si regolassero come me i call center in breve chiuderebbero i battenti, ma ad un certo punto uno deve difendersi in qualche modo…

Tra l’altro non ho ben capito perché uno si faccia ‘sto test sierologico. Se è negativo vuol dire che posso ammalarmi,  se è positivo può essere un falso risultato e comunque devo fare il tampone; ammettiamo che vengano segnalati anticorpi e il tampone sia negativo. Che vuol dire? Che l’ho fatto senza accorgermene? Questo impedisce che possa riprenderlo? Finora nessuno ci mette le mani sul fuoco. E sapere che magari quando l’ho avuto in corpo ho contagiato quelli con cui sono venuto in contatto mi aiuta in qualche modo? Non so, mi sembra una cosa inutile, un conto è una ricerca epidemiologica come quella che si sta facendo, ma a livello personale se uno non è un medico o un infermiere (e a quelli spero li facciamo in ospedale senza far pagare settanta euro) non ne vedo l’utilità.

Vi avevo detto, ieri mi sembra, che il figlio di un’amica che avrebbe dovuto sposarsi in giugno ha rinviato il matrimonio. In realtà sembra che il Covid sia arrivato provvidenziale perché la lontananza forzata ha permesso alla coppia di schiarirsi le idee e così hanno deciso non di rimandare la cerimonia ma di lasciarsi proprio. Sono stati fidanzati una decina d’anni, hanno aspettato forse un po’ troppo, tra lavoro che non arrivava, università da finire, casa da mettere su, e quando tutto sembrava sistemato probabilmente entrambi hanno cominciato a  capire che il mondo era ben più grande della campana sotto la quale si erano rinchiusi.

Questa chiusa poetica mi soddisfa, amiche e amici, perciò direi di chiuderla qua; vi auguro buon pranzo (oggi per noi frugale: insalatina, bresaola e frittata avanzata), a domani!

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Vita quotidiana al tempo del coronavirus (XCIII)

Martedì 26 maggio

Stamattina sono passati a pulire marciapiedi e sottopassaggi. Addirittura il sottopassaggio è profumato, troppa grazia. A me pare che una volta la settimana sia un po’ poco; considerando che ci sono aziende e uffici che devono raccogliere mascherine e guanti in sacchi per rifiuti speciali, e come tali dovranno essere smaltiti, che coerenza c’è nel lasciare poi che rifiuti altrettanto speciali rimangano sul suolo pubblico per una settimana? Lo so che la colpa è degli incivili che buttano le loro schifezze, ma se la pulizia fosse fatta di frequente almeno le schifezze non si ammucchierebbero.

Dopo gli allarmi degli scorsi giorni per le movide incontrollate, i Comuni ed il Ministro per le Autonomie avevano concordato, pare, di reclutare su base volontaria con un apposito bando 60.000 persone inoccupate, cassintegrate o percettrici del reddito di emergenza o di cittadinanza come “assistenti civici”, ovvero personale a disposizione dei Comuni per dare una mano nel controllo del rispetto delle norme di distanziamento ma anche per altri lavori di cura o di simil volontariato, come aiutare a portare a casa la spesa. C’è stata una mezza rivolta sia di metodo che di merito, di metodo perché buona parte del Governo sembrava (o ha fatto finta) di non essere al corrente dell’iniziativa, le Regioni che si sono sentite scavalcate hanno in sostanza alzato le mani, di merito perché le mansioni non erano ben chiare, chi dovesse organizzarli nemmeno e la ministra dell’Interno si è giustamente preoccupata che le forze dell’ordine oltre a dover stare attenta ai cittadini dovessero poi badare anche agli assistenti: insomma, la proposta è abortita. Sicuramente non so come sarebbe potuto andare a finire se qualche assistente si fosse avvicinato con troppo zelo a qualche capannello già ben carburato da qualche birra, probabilmente in molti  si sarebbero coalizzati in nome della libertà di raduno, di pensiero, di espressione e di aperitivo. Personalmente, da vero libertario,  sono più che convinto che o la gente la bastoni o tenderà sempre a fare come cacchio gli pare, e siccome questi poveri assistenti non li si può equipaggiare di bastone è meglio lasciar stare.

La mia piccola proposta è che, come quando d’inverno ci sono gli spalatori per la neve (o meglio c’erano, perché non so se i Comuni  abbiano ancora gli albi: si trattava di disoccupati ai quali si pagava una giornata di lavoro in cambio di spalar neve, la pala ovviamente la metteva il Comune) si potrebbe istituire un albo di spalatori di marciapiedi: ognuno dovrebbe andare in giro con un bidoncino a rotelle, una scopa ed una paletta per raccogliere, basterebbero un paio di ore al giorno e i marciapiedi sarebbero uno specchio. Magari, come gli ausiliari del traffico, potrebbero fare anche una multina ai proprietari di cani ma non voglio gravarli di troppa responsabilità. Quando andrò in pensione magari mi metterò a farlo in autonomia, ma non vorrei poi incorrere nelle ire dei sindacati dei netturbini che si sentissero defraudati.

Riporto sotto il virgolettato di un intervento dell’assessore alla Sanità della Lombardia¹, la regione più colpita d’Italia dal Covid19, sull’indice di contagio. Lui non rinnega, dice anzi che tra i suoi compiti c’è anche quello di provare a semplificare concetti scientifici. Poi si spiegano tante cose…

«Perché, lo ricordiamo, 0,51 cosa vuol dire? – ha detto Gallera -. Che per infettare me, bisogna trovare due persone nello stesso momento infette perché è a 0,50 no? E questo vuol dire che non è così semplice trovare due persone nello stesso momento infette per infettare me. Questa è l’efficacia dell’azione e ciò che ci fa stare più tranquilli e confidenza. Quando è a 1 – ha concluso – vuol dire che basta che io incontro una persona infetta che mi infetto anche io»

Non vi sentite anche voi molto più tranquilli, amiche e amici, soprattutto nel sapere in che mani siamo? A domani (sempre che uscendo, più tardi, non sia così sfortunato da incontrare contemporaneamente due persone infette allo 0,50)…

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¹ Sia chiaro, io non ce l’ho con lui, uno strafalcione può scappare a tutti. Ce l’ho con chi l’ha messo in quel posto e con chi lo ha votato.

Vita quotidiana al tempo del coronavirus (XCII)

Lunedì 25 maggio

Ieri pomeriggio ero tentato di andare a verificare quanta gente avesse deciso di sfidare la pandemia andando ad affollarsi sul lungolago ma per fortuna non l’ho fatto, le foto pubblicate oggi sul giornale sono abbastanza eloquenti; speriamo che il virus decida da solo di lasciarci in pace perché tanti di noi pare non siamo capaci di regolarsi. Devo dire che ho scelto abbastanza bene il posto dove abitare, in quanto con una passeggiata di un’oretta in discesa arrivo al lago (è bello farlo quando non c’è traffico, ma con le auto non è molto salutare e ieri di macchine in giro ce n’erano decisamente troppe) e  con una di una quarantina di minuti in salita arrivo fino alla torre che sovrasta Como, il Castel Baradello, da cui si gode il panorama di tutta la città e del lago; il sentiero non è trafficato e per la maggior parte ombreggiato, le poche auto che passano sono quelle dei residenti e ogni tanto di gente che va a mangiare in un ristorante che però adesso è chiuso quindi auto quasi zero. Tra parentesi, se fosse stato aperto probabilmente ieri avrebbe fatto affari perché arrivati su una birretta ed una salamella me li sarei fatti volentieri e come me penso molti altri. Abbiamo incrociato diverse famigliole, qualche compagnia di amici; tutti abbastanza ligi, con le mascherine usate come quando di notte si va con i fari abbaglianti e se  si incrocia un’altra auto si mettono gli anabbaglianti. Un gran profumo di erba tagliata di fresco; qualche apprensione ma immotivata perché nella zona ogni tanto scorrazzano dei cinghiali (uno era finito nel giardino di un mio amico, ve l’ho già raccontato) che però di giorno in genere hanno il buon senso di starsene nascosti. L’ultima volta che eravamo saliti era stato in un pomeriggio dello scorso luglio per assistere al tramonto ad un concerto di un quartetto di flauti, molto suggestivo ma che non abbiamo potuto godere appieno per il caldo micidiale; dal paese era venuto anche mio fratello con moglie e figli perché una delle musiciste è la nipote di mia cognata, bravissima.

Questa settimana hanno riaperto l’isola ecologica, con accesso scaglionato a seconda delle iniziali del cognome; il mio giorno è giovedì, curioso che proprio lì di fronte il Comune distribuisca i sacchi per la raccolta differenziata (lo fa una volta l’anno) e anche lì l’accesso è scaglionato, solo che il giorno stabilito per il mio cognome è il venerdì: a me non sembrano normali, ma sarò io che sono strano…

Ieri sono stati annunciati zero decessi in Lombardia. Sembra così strano che la Tv (e anche Fontana) si è affettata a mettere le mani avanti, forse i Comuni non hanno i dati aggiornati non sono stati trasmessi dai Comuni: ma scusate, e allora tutte le altre domeniche che dati hanno spacciato? Comunque speriamo sia vero, sarebbe davvero una bella notizia.

Giusto per dare uno sguardo a quello che succede appena fuori dal nostro cortile, in Libia le forze legate al governo di Tripoli che fino a un paio di mesi fa sembrava spacciato, da quando è intervenuta la Turchia stanno riconquistando terreno e adesso è Haftar, il rivale appoggiato da Egitto e Russia, che se la vede brutta. La Germania ha ammesso di avere, in barba all’embargo e per non far torto a nessuno, venduto armi a entrambi i contendenti; Haftar ora sostiene di schierare degli aerei russi e promette di fare polpette dei nemici. Non era meglio quando c’era Gheddafi? Me lo chiedo seriamente.

Per finire con leggerezza, ieri sera è ripreso il programma di Amadeus I Soliti Ignoti, dopo tante repliche; niente pubblico, gli ignoti separati da una lastra di plexiglass e come concorrente un volto noto (in queste puntate le vincite andranno in beneficenza, come nell’Eredità di Flavius Insinna): Paolo Fox, l’astrologo. Sui social è girata in questi mesi una gustosissima previsione del Fox, che mi sta molto simpatico, che dipingeva il 2020 come un anno di grandi prospettive e di sicuro successo: ieri ha negato dicendo che hanno è stata montata una fake, se lo era comunque era molto verosimile. Per la cronaca ha fatto una bella partita ma non ha vinto niente perché alla fine ha voluto raddoppiare e non ha indovinato il Parente Misterioso (è un’astrologo, non un’indovino ha tenuto a precisare: si ma Paolo, prima di partecipare almeno qualche puntata potevi guardartela, non si buttano via i soldi così…). So che quanto ho scritto sopra per molti è arcano peggio di una previsione astrologica, fidatevi e compatite lo scrivente.

A domani amiche e amici, il pomeriggio si annuncia tempestoso non per il meteo che anzi è buono, ma per le rogne di lavoro che si stanno addensando: si avvicina la fine mese e la gente inizia a sclerare…

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p.s. in un sottopassaggio attraversato ieri ho letto una scritta che mi è piaciuta molto: “Noi non siamo canarini, in gabbia non cantiamo”

Vita quotidiana al tempo del coronavirus (XCI)

Domenica 24 maggio

Oggi è una bellissima giornata. Ieri avevo detto di avere la sensazione che le regole di distanziamento sociale fossero saltate, e in effetti oggi il quotidiano locale riporta foto che confermano l’impressione, tanta gente ha una voglia comprensibile ma incosciente di tornare allo status quo ante coronavirus così come del resto nell’intero paese tanto che diversi sindaci hanno minacciato o addirittura applicato restrizioni alle varie movide.

Stamattina dopo tre mesi la nostra chiesa si è riaperta e si è celebrata la Messa. Alcuni scouts davano le indicazioni per gli ingressi ed i posti utilizzabili, che erano stati contrassegnati sulle panche con dei bollini bianchi; non c’è stato rilievo della temperatura ma all’ingresso, per tutti, disinfettante per le mani. L’organizzazione è stata buona, c’era un po’ di timore ma anche tanta contentezza nel rivedersi dopo tanto tempo. Tanti anziani comprensibilmente mancavano, in pratica i posti disponibili (130) erano occupati per tre quarti.  Noi del coretto ci siamo posizionati nei banchi vicini all’organo, ovviamente scaglionati e con le mascherine; solo la direttrice dovendo fare da voce guida toglieva la mascherina quando cantava. Devo dire però che cantare con la mascherina è faticoso, ogni tanto mi mancava il fiato e confesso di averla tolta qualche volta anch’io.

Parlando con qualcuno con cui si era un po’ perso il contatto, buone notizie: il figlio di uno, assistente OSA, insomma quelli che una volta erano gli infermieri generici, è stato assunto a tempo determinato in una RSA, una residenza per anziani: da loro non c’è stato nessun morto perché i responsabili avevano deciso per tempo di non permettere le visite dei parenti (tra lamentele e strepiti) e non hanno accettato il ricatto della Regione che voleva trasferire anche lì dei malati di Covid; un’altra bella notizia è che qualcuno ha trovato in una tabaccheria le mascherine a cinquanta centesimi: allora esistono! Il lavoro riprende un po’ per tutte le attività, anche per quelli più penalizzati, ristorazione e turismo, ci sono buone prospettive perché tanti sono diffidenti verso le vacanze al mare e si orienteranno per vacanze a chilometro zero o quasi, e sentivo che in Valtellina e su per il lago le prenotazioni hanno ripreso alla grande.

Ieri è stato il 28° anniversario della strage di Capaci, dove la mafia fece saltare in aria Falcone, la moglie e la sua scorta; oggi è il 105° anniversario dell’entrata in guerra dell’Italia nella Prima Guerra Mondiale, la Grande Guerra, che ci costò tra militari e civili tra 1.280.000 e 1.780.000 morti e tra 462.800 e 1.300.000 invalidi permanenti (sui numeri ancora oggi non c’ accordo tra gli storici). Tragedie a cui questo paese è sopravvissuto, vorrei dire per diventare ogni volta più forte ma a volte invece l’impressione che ho è che non impariamo mai niente e speriamo non sia così anche per la vicenda che stiamo vivendo adesso.

A giugno sono saltati due matrimoni di figli di amici, uno lo hanno spostato in agosto ma l’altro rinviato a data da destinarsi. Spero non ci ripensino, sarei stato felice di partecipare perché tra l’altro lui è stato uno dei miei “piccoli” attori e gli avrei tirato il riso in testa molto volentieri. E’ che oggigiorno si sposano così in pochi che se ci rinunciano anche quelli che lo avevano già deciso…

Oggi pomeriggio abbiamo fatto una bellissima passeggiata ma ve ne parlerò domani; ci sono anche qui segni di ritorno alla normalità, ad esempio la coppia in moto che voleva passare anche dove c’era la sbarra per impedire proprio il passaggio alle moto ed è rimasta incastrata.

Amiche e amiche scusate la fretta ma è quasi l’ora dello spritz; pizza avanzata da ieri sera, e poi ho intravisto delle melanzane al forno con mozzarella. Piatto ricco mi ci ficco, buona serata e a domani!

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Vita quotidiana al tempo del coronavirus (XC)

Sabato 23 maggio

Stamattina nel chilometro di tragitto tra casa mia e l’edicola di Giuseppe ho contato 25 guanti, 4 mascherine e 2 boccette di disinfettante vuote abbandonati per strada o sul marciapiedi, e questo vuol dire due cose: che c’è parecchia gente incivile e che la pulizia viene fatta troppo poco frequentemente. Quando ero bambino nel mio paese c’era uno spazzino, uno solo, (“lu scupì”, lo scopino), operaio comunale mica dipendente o magari socio finto di qualche cooperativa come ora, che tutti i giorni che Dio mandava in terra faceva il giro del paese a spazzare in terra e ritirare l’immondizia: mestiere ingrato, pochissimo considerato, e chi lo faceva era quasi da evitare come un appestato. Lui era il nonno di mio cugino, padre di suo padre, un ometto schivo, balbuziente, che ogni tanto alzava il gomito, come tanti della sua età.

Giuseppe comunque è contento, ha già ricevuto i secondi 600 euro e quindi gli ho ricordato la promessa di mettermi da parte un calendario come si deve per l’anno nuovo. Quel vecchio extraparlamentare è diventato un fan di Conte e sarebbe anche disposto a dargli pieni poteri, Conte Jong-un.

Oggi fa caldo, ho tirato fuori le magliette a maniche corte ed ho tagliato capelli e pizzetto. L’aspetto è decisamente più giovanile ma il pizzetto mi manca, ogni tanto me lo stiracchiavo e adesso non so più dove mettere le mani. I capelli me li sono fatti tagliare da mia moglie con la macchinetta, così mi sembra di tradire di meno Leo, il mio barbiere, che comunque ha riaperto lunedì per richiudere subito, forse non c’è stata quella ressa di clienti che si aspettava. Del resto, come dicevo, non credo abbia fatto grandi lavori di sanificazione; per dire, la parrucchiera di mia moglie si è fatta fare una certificazione di adeguatezza, dopo aver fatto tutti i lavori di messa a norma, che gli è costata 900 euro: credo sia stato un suo scrupolo perché se fosse stata obbligatoria in ben pochi avrebbero riaperto.

Stamattina mi è successa una cosa strana, alla radio stavano trasmettendo una vecchia canzone di Fred Bongusto ed ho notato che il vecchio Fred cantava “spaghetti insalatina e una tazzina di caffè” tralasciando il pollo che invece io ricordavo. Che storia è questa? Mi sono fissato che fosse un qualche intrallazzo della lobby vegana per togliere dalle canzoni tutti i riferimenti a cibi di origine animale; ho avuto solo un dubbio perché proprio ieri avevo sentito Fausto Leali cantare “Angeli negri” e forse in nome del politicamente corretto allora si sarebbe dovuto cambiare quelli in “Angeli di colore” prima di togliere il pollo dall’insalatina; insomma ho passato una mezzoretta a cercare prove a sostegno della mia ipotesi complottista. Fortunatamente sono stato smentito e non solo, sono stato anche consigliato di fare una cura di fosforo perché dimentico le cose: Fred inizia con “Spaghetti pollo e insalatina” ma poi, nei ritornelli, canta solo “spaghetti insalatina e una tazzina di caffè”. Che sollievo! La dittatura vegana non è ancora instaurata.

Negli Stati Uniti e in Canada è fallita la Hertz, il colosso dell’autonoleggio; in Italia più modestamente la Jabil (componenti elettronici) ha annunciato il  licenziamento collettivo per 190 dipendenti della fabbrica di Marcianise, Caserta. Volevo scrivere un pippone su queste due vicende ma lo farò domani, invece voglio dire che nel pomeriggio sono andato in libreria, a cambiare dei libri arrivati via posta ma che non volevo; sono così stordito che ne ho preso uno che già avevo e me ne sono accorto solo arrivato a casa. Comunque ho fatto la strada con mio figlio, all’andata (in discesa) a piedi, al ritorno col bus. Il distanziamento è saltato,  bus sono pieni e gli autisti si guardano bene dall’intervenire, chi glielo fa fare? Dovrebbero litigare ogni minuto: corse in più non ne sono state messe, anzi, anche perché i mezzi e gli uomini sono quelli che sono, non s’inventano da un momento all’altro; i controllori non esistono; tremo all’idea di quello che potrà succedere alla ripresa della scuole, perché non mi pare possibile pensare di fare le lezioni da casa. Se in sei mesi non siamo saremo stati capaci di garantire il ritorno a scuola in sicurezza degli scolari possiamo fallire, come la Hertz…

Amiche e amici, siamo arrivati a novanta raccontini quotidiani, un bel record! Ed in canna c’è un’altra puntata di Olena, è lì lì sulla punta della penna. Stasera pizza, il pizzaiolo ha deciso di fare due teglie con lo stesso impasto, grandi esperimenti; io da parte mia penso ai beveraggi, la solita Ichnusa non filtrata… buona serata, e buona domenica!

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Vita quotidiana al tempo del coronavirus (LXXXIX)

Venerdì 22 maggio

Devo ricredermi sull’addetto della Coop di ieri: oggi mia moglie non ha trovato l’alcool nemmeno all’Iper. Non sarà tutto un complotto per costringerci a comprare detergenti che costano dieci volte tanto?

Oggi durante la solita passeggiata mi sono guardato intorno con sguardo disincantato: il traffico è tornato quasi come ai bei tempi, i marciapiedi ricominciano ad essere pieni della solita robaccia a cui si aggiungono mascherine e guanti; ho pestato una cacca e sebbene porti fortuna non ero molto ben disposto verso l’animale che portava a spasso il cane.

Ho scoperto oggi che l’insalata scarola viene venduta in bouquet, come i mazzi di fiori delle spose. Se qualcuno sperava ancora che potessimo essere migliori, alla fine di questo pandemonio, questo è un altro piccolo segnale che così non sarà; la verdura viene ormai quasi tutta impacchettata e uno si chiede perché, dato che tutti dovrebbero indossare i guanti: è proprio quello il problema, e cioè che c’è gente che pensa che portarsi i guanti da casa salvi gli altri dal contagio: i guanti servono solo se si indossano nuovi all’ingresso e non ce li si toglie, ma se uno usa i suoi chissà cosa ci ha toccato… il bello è che all’ingresso dei supermercati i guanti li danno gratis obbligatoriamente, ma basta che il controllore si distragga un attimo e c’è sempre chi ci prova. Perché la gente non ci arriva, ignoranza o menefreghismo? Anche i negozi che mettoni i cartelli “qui si entra solo con mascherina e guanti” dicono una stupidaggine. Un guanto usato è un veicolo di trasmissione tanto quanto le mani…

Ad una nostra corista, infermiera, è stato fatto l’esame sierologico per vedere se ha gli anticorpi del Covid19. Glieli hanno trovati, vuol dire che l’ha avuto senza star male, una asintomatica insomma anche quando canta non è che sia proprio a posto, ma questa è un’altra storia; quello però che fa pensare è che in questi mesi ha lavorato senza interruzioni, non nei reparti infettivi ma con qualcuno è per forza di cose venuta in contatto: e come lei, quanti? Peraltro pare che marito e figli siano risultati negativi: hanno sempre mantenuto la distanza di sicurezza?

Stasera la finisco qua, amiche e amici, sono andato lungo e la scarola mi ha traumatizzato: stasera si preannunciano orecchiette salsiccia e patate, speriamo di riprenderci dal trauma…

 

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Swarovski Sparkles In The 2013 Victoria's Secret Fashion Show