Fuori dalle cucine di Villa Rana un assembramento non autorizzato assiste partecipe alla novantaduesima puntata della popolare soap opera “Lacrime e Laterizio” che ha per protagonista Conchita, la donna barbuta madre del piccolo Chico, concepito in un momento di passione e stordimento alcolico con il giardiniere Miguel.
ROSA: Madre, aiutatemi.
SUOR MATILDA: Rosa, cosa ti angustia? Vieni, abbracciami. (Signore mio, ma che misura di reggipetto porta?)
ROSA: Madre, ho fatto una stupidaggine.
SUOR MATILDA: Rosa, Rosa, sento il tuo cuoricino battere. C’entra per caso Ramon? (Non si sarà mica fatta mettere incinta dal manovale?)
ROSA: No! Anzi, sì. Sì e no! Madre, sono confusa.
SUOR MATILDA: Eh, lo vedo figlia mia. Per prima cosa non potresti smettere di chiamarmi madre? Mi fa sentire vecchia. Chiamami Matilda.
ROSA: Posso? Non vorrei mancarvi di rispetto.
SUOR MATILDA: Ma che rispetto, non preoccuparti. Anzi, da oggi diamoci del tu… vieni, sediamoci sul mio lettino, che staremo più comode. (Si siedono) Che caldo che fa oggi, non è vero? Se vuoi alleggerirti fai pure…
ROSA: No, grazie madre… ehm Matilda, sto bene così. Dicevo che ho fatto una stupidaggine, mi sono fatta accecare dalla gelosia perché Ramon ballava con mia cugina Carmelita e così ho detto sì a Don Carlos.
SUOR MATILDA: (Santi del cielo, non l’avrà data pure al vecchio caprone?) In che senso, Rosa? Hai… ceduto?
ROSA: Con Don Carlos? Noo! Ho solo acconsentito a sposarlo.
SUOR MATILDA: (Meno male) Capisco… Una promessa di matrimonio è una cosa seria, ma non sarei così disperata. In fondo Don Carlos ha una buona posizione, e ti renderà senz’altro una donna felice ( Mi ci gioco la tonaca che è pure impotente).
ROSA: Ma mi sbagliavo, Ramon mi ama!
SUOR MATILDA: (Guarda come gli si infiammano le guance quando si scalda…) Ne sei sicura, Rosa?
ROSA: Me ne ha dato la prova.
SUOR MATILDA: La prova? Che prova?
ROSA: Dopo aver detto sì a Don Carlos sono uscita a prendere un po’ d’aria in giardino, e Ramon mi ha raggiunta.
SUOR MATILDA: (Come pensavo, si è fatta mettere incinta) E tu l’hai allontanato, giusto?
ROSA: Era mia intenzione… ma piangeva, mi ha giurato che mia cugina per lui non era niente, che solo io contavo, che non avrebbe sopportato di vedermi con un altro… mi ha abbracciata, e non ho resistito.
SUOR MATILDA: Che significa che non hai resistito? Non avrai mica… lì, nel giardino?
ROSA: Non volevo, ma Ramon è stato molto… convincente. Mi ha trascinata in un cespuglio ed è lì che…
SUOR MATILDA: Che ti ha dato la prova.
ROSA: … me ne ha date tre o quattro, di prove. Anzi, mi aveva appena fatto girare e stava per darmene un’altra quando ho sentito la voce di mia madre che mi chiamava, preoccupata. Mi sono ricomposta per tornare nella sala ma Ramon non voleva lasciarmi andare, ha minacciato di fare uno scandalo, ed ho dovuto promettergli che avrei rotto la promessa con Don Carlos. Ma se lo farò mia madre mi ucciderà! Matilda, che devo fare, sono disperata! (piangendo le butta le braccia al collo e la abbraccia)
SUOR MATILDA: Piangi, piangi, sventurata, qui, sul mio petto. (Signore aiutami tu) Bisogna pregare, Rosa, pregare, vedrai che tutto si risolverà. Inginocchiati in raccoglimento, cara, e giungi le mani. E mi raccomando, chiudi gli occhi e non aprirli finché non te lo dirò io. (Si toglie il velo e scioglie i capelli, slaccia il cordone dalla tonaca e lo tiene in mano facendolo girare come una frusta) Dicevi, cara, a proposito di prove?
“Ahi, ahi” strillano i koala, zampettando come se una badessa li stesse frustando sulle gambe nude con un cordone.
Dal balcone Gilda, in gramaglie, osserva la scena commossa.
«Che cari quegli animaletti, non trovi James? Sembra quasi che sentano che stia per iniziare un funerale. A proposito, grazie per essere volato in Argentina, senza di te avremmo dovuto celebrare le esequie in contumacia, e non mi sembrava carino nei confronti della povera nonna. Ecco, sta arrivando anche il vescovo Ardizzone, mi ha fatto il favore di venire da Ladispoli apposta per officiare, e detto tra noi con tutte le offerte che la Fondazione devolve ogni anno ai suoi orfanelli se avesse trovato qualche scusa mi avrebbe parecchio deluso. A proposito James, sapresti dire come mai a Ladispoli ci sono tutti quegli orfani? Sembra ci sia una morìa di genitori.»
«Al momento non dispongo dei dati, signora, ma se ritiene posso informarmi» risponde il maggiordomo, in un impeccabile completo nero Girifalchi.
«Lascia stare, caro, non vorrei fare tardi. Vedo le bandiere della delegazione delle maestranze, dovremmo esserci tutti. Scendiamo, vuoi?» dice Gilda, sistemandosi il velo in pizzo nero avuto in regalo da Melania Trump, usato solo in occasione dell’udienza papale del maggio 2017 nel corso della quale la first lady aveva chiesto una intercessione di papa Francesco per una prematura dipartita del presidente, richiesta alla quale il pontefice a malincuore non aveva potuto dar seguito, e avviandosi lungo l’elegante scalinata. Fatto qualche gradino la Calva Tettuta ha come un ripensamento e, pensierosa, si gira verso il maggiordomo.
«James?»
«Signora?» chiede il maggiordomo, premuroso.
«Dimmi solo una cosa. C’entra per caso Evaristo in quella storia dei quadri che mi stavi raccontando? No, perché se è così chiedo ad Ardizzone di fare un esorcismo. Anzi, sai che faccio? Già che ci sono, gli faccio benedire tutte le 326 stanze della Villa, e pure il laboratorio. Fai preparare la stanza degli ospiti, e assicurati che la cantina sia ben fornita.»
