Tre stelle per Olena – 27

«Sei arrivato, finalmente»
Ines Ravaioli in Montesi , in piedi vicino al tavolo dove il servizievole appuntato Corinaldi l’ha accompagnata, accoglie il marito con le mani ai fianchi e il piede destro che batte nervosamente a terra. Il movimento fa dondolare a tempo la gonna dell’abito rosso, gonna che lascia apprezzare ginocchia, polpacci e caviglie allenati al ballo da sala che la donna pratica con passione fin da bambina quando, in coppia con il cuginetto Osvaldo, maggiore di un paio d’anni, faceva incetta di coppe nei tornei di liscio del forlivese; i due sembravano avviati ad una brillante carriera di professionisti quando il cugino tredicenne, invaghito della prosperosa Filomena Cacace, diciottenne rampolla dei proprietari della pizzeria Golfo ‘e Napule, aveva rubato la Vespa 125 del padre per raggiungerla nel fienile dove si erano dati appuntamento e dove sperava di perdere la verginità; purtroppo all’appuntamento, con disappunto di Filomena che si sarebbe volentieri prestata a fare da nave scuola, non arrivò mai perché i freni della Vespa non funzionavano ed alla quarta curva andò dritto e si schiantò contro un platano. Fortunatamente non batté la testa, perché altrimenti ci sarebbe rimasto secco, ma la gamba ed il ginocchio destro erano ridotti male tanto che i medici temettero di dover amputare, prognosi che fu scongiurata, ma nonostante la bravura dei chirurghi la gamba rimase di qualche centimetro più corta dell’altra. Osvaldo sulle prime si disperò ma poi, considerato che aveva salvato la pelle e che Filomena, commossa per la sua sorte, alla prima occasione favorevole aveva deciso di iniziarlo ai piaceri della carne, perlomeno ai piaceri a due perché da solo Osvaldo se la cavava abbastanza bene, realizzò che la vita era comunque bella anche con qualche centimetro in meno: anzi, col tempo riprese anche a ballare, e spesso lo si poteva vedere in coppia con Marilù Cavaceci che, avendo avuto la poliomielite da piccola, aveva anche lei una gamba più corta dell’altra e, appoggiandosi uno all’altra, ballavano così bene che non ci si accorgeva nemmeno del loro difetto. Ines, dispiaciuta per la sorte del cugino, provò a far coppia con altri ballerini ma le esperienze, con Ennio detto Fiatella prima e con Lucianino Gattamorta che sorprese ad indossare il suo costume, non furono positive. Rimase la passione, ma l’agonismo venne abbandonato. Ogni tanto, per ricordare i bei tempi, passa alla pizzeria Golfo e’ Napule dove Osvaldo, sposata Filomena che lo ha reso padre di cinque marmocchi, non necessariamente tutti suoi, zompetta tra un tavolo e l’altro a servire pizze.

Nicola Montesi, sistematosi lo smoking e raddrizzato il papillon, avanza verso la moglie allargando le braccia in segno di scusa.
«Nicola, dimmi mo’. Mi hai portata a ballare oppure ti servo solo come paravento mentre giochi a fare Poirot? No dimmelo perché se no me ne torno a casa a vedere Ballando sotto le Stelle» lo accoglie la nervosa romagnola.
«Ma che paravento, Ines, che Poirot, è il lavoro… Abbiamo arrestato il marocchino, Corinaldi e Piccioni lo stanno portando in caserma, tra poco dovrò raggiungerli ma qualche valzerino riusciamo a farlo. E se Dio vuole tra poco andrò in pensione, e avremo tutto il tempo per ballare»
«Quello del cuscus? Gli sta bene» afferma Ines, tradizionalista culinaria. «Ma è stato veramente lui? E poi ti fidi a lasciarlo da solo con Mimì e Cocò? Quei due sono capaci di farselo scappare da sotto il naso»
«Dai, Ines, non trattarli così. Sono brave persone, scrupolosi, semplici, non sono fanatici come tanti che ci sono in giro. E comunque non li ho lasciati soli» ammette Montesi, appoggiando una mano alla schiena della moglie e dirigendosi verso la pista.
«Meglio, così stai più tranquillo» concorda Ines, finché un sospetto le balena nella mente e la fa fermare di colpo.
«Nicola, chi c’è con loro?» chiede al marito, fissandolo negli occhi.
Il maresciallo alza gli occhi al cielo, e poi risponde a voce bassa:
«Olena. Mi ha promesso che non lo interrogherà prima che arrivo…»
«Sì, figurati, illuso. Come se non la conoscessi» conclude Ines scuotendo la testa. Quasi a darle ragione, il cellulare del marito inizia a squillare. Alla vista del chiamante Montesi trattiene a stento un’imprecazione.
«Che c’è, Piccioni?» chiede pronto al peggio.
«Maresciallo, scusi se la disturbo, ma la sua amica… la russa… ha portato il prigioniero nella stanza degli interrogatori e ci ha chiuso fuori. Che dobbiamo fare? »

Ci voleva Lui! (Cronachette della quarta ondata)

Amiche e amici, il periodo convulso non mi permette di essere presente come vorrei; il lavoro, avvicinandosi ormai il secondo anno di reclusione, diventa sempre più pesante da sopportare ed a stento la primavera incipiente riesce a sollevarmi il morale. Le avventure di Olena languono, anche perché la sera invece di mettermi a scrivere mi stravacco sul divano a guardare serie poliziesche scandinave, ma in mancanza di meglio anche Makari o L’amica geniale vanno bene. Tutto purché non ci sia da pensare!

Non sono comunque l’unico, mi pare di notare, che stia cedendo: tanti blogger hanno abbassato la saracinesca, forse perché alla fine gli argomenti sui quali si riciccia sono sempre gli stessi ed alla fine uno, diciamocelo francamente, si rompe le balle.

Mia madre e mia sorella come dicevo sono tornate negative, senza alcuna conseguenza; in compenso la regina d’Inghilterra è positiva, anche se in forma leggerissima (qualcuno credeva di togliersela di torno così? Illusi, quella seppellirà tutti!). Si era diffusa la notizia che la curassero con la famosa Ivermectina, al che mi sono chiesto, parafrasando quello che si diceva quando si veniva chiamati al servizio militare( “chi non è buono per il Re non è buono per la Regina”): perché quello che è buono per la regina non può essere buono anche per me? Ma la notizia è stata smentita, i dottoroni dicono che la medicina è buona sì, ma per sverminare gli animali, e anche se la Regina è decisamente un purosangue su di lei non avrebbe effetto alcuno.  Comunque la Gran Bretagna si appresta ad eliminare quasi tutte le restrizioni, noi siamo ancora al caro amico; a giudicare dalla gente che c’era in giro domenica sul lago mi pare che non se ne possa più di bavagli, divieti e tessere.  Adelante, con juicio, ma adelante, per la miseria!

La benzina è arrivata a 2 euro al litro: ricordo quando era ancora sotto le mille lire, e si temeva che raggiungesse la fatidica soglia come i penitenti attendevano la fine del mondo: mille e non più mille! Ora siamo arrivati oltre le quattromila, ma il valore reale degli stipendi negli ultimi anni invece di aumentare è diminuito. Che strano fenomeno, mentre invece quelli che sono aumentati sono i miliardari.

E passiamo al piatto del giorno: guerra! Purtroppo le diplomazie mondiali non hanno coinvolto l’unica persona che avrebbe potuto convincere Putin a non spianare l’Ucraina: lui, l’unico, immarcescibile, il quasi presidente della Repubblica Silvio Berlusconi! Quanti bei ricordi avrebbero condiviso insieme. E sicuramente, da uomini di mondo, avrebbero trovato un punto d’intesa. Cosa può avere Putin in comune con il triste Biden, a parte qualche migliaio di bombe atomiche? O con, Dio ce ne scampi, Macron, il geniale inventore del green pass? Ora si sente parlare di sanzioni (richieste a gran voce dai paesi dell’est, e mi chiedo per quale motivo dovremmo dar retta a questi signori quando loro ogni volta che gli si chiede qualcosa, ad esempio sull’immigrazione, si rifiutano persino di parlarne) che andrebbero più che a danno della Russia a danno nostro e a vantaggio dell’America, che ci vuol costringere a comprare il proprio gas liquefatto, da portare qua con enormi navi cisterna dopo migliaia di chilometri in mare e da rigassificare in enormi impianti. Poi parlano di conversione ecologica, mettono il bonus 110% per il risparmio energetico o il bonus idrico per la riduzione della plastica; ma quanto saranno ipocriti? E noi, che accettiamo tutto, quanto saremo fessi?

 A proposito di bonus idrico: la piattaforma è stata finalmente attivata, il 17 febbraio. Praticamente da quando si riusciva a collegarsi c’era mezz’ora di tempo per inserire i dati: io ci sono riuscito, ma non sono proprio sicuro di averla compilata giusta, quindi se me la accoglieranno lo saprò solo alla fine del periodo stabilito per le richieste, almeno credo.

Stasera balli popolari, con visione finale di uno spezzone di balli bretoni: mi sento un po’ Fantozzi con la corazzata Kotemkin, speriamo non sia una cagata pazzesca… a presto!

Bei tempi eh Silvio?

Altizzo! (Cronachette della quarta ondata)

Ieri sera ho riso di gusto alla visione dell’Eredità, il programma condotto da fra Flavio Insinna, che svolge peraltro una funzione educativa perché ad ogni puntata propone una domanda di catechismo alla quale ben pochi sono in grado di rispondere  denotando una sorprendente  ignoranza in materia religiosa in un paese che si professa cattolico nella quasi totalità; ma questo non c’entra con il contenuto della domanda, che era “titolo attribuito ai reali” e la simpatica concorrente, quando ormai le lettere apparse erano ALT_ZZ_ ha risposto ALTIZZO suscitando un moto di ilarità poco rispettoso negli astanti e nei telespettatori. Che poi, a dire la verità, considerando la statura sia fisica che storica dei nostri reali, anche solo a prendere a riferimento il secolo scorso, Altizzo sarebbe senz’altro più adatto di Altezza.

Ma altizzo ero sicuramente io ieri, dopo il pranzo in un ristorante vicino casa; era da un anno che dovevamo andare, ovvero da quando avevamo regalato a mio cognato, per il suo compleanno, due buoni degustazione, comprendenti antipasti misti (compresi nervetti e polenta vuncia!), tre primi, tre secondi, dolce acqua vino caffè e ammazzacaffè e finalmente si è deciso, ora che la pandemia fa meno paura, e dato che sarebbe stato un peccato lasciarli soli a degustare, e approfittando del San Valentino imminente, ci siamo aggregati ed abbiamo degustato anche noi. A loro volta ai nostri due figli maschi è sembrato brutto lasciarci soli, e così sono venuti anche loro, quando paga papà è sempre un peccato non approfittare ed è bene che i giovani imparino che ogni lasciata è persa.

Veramente mio figlio ha rischiato di saltare, perché sabato si è accorto che il green pass gli era scaduto il giorno prima; si era vaccinato in agosto e la durata normale sarebbe dovuta essere di nove mesi, ma i migliori l’hanno ridotta a sei mesi. Poiché non basta più il tampone per andare al ristorante, si è subito attivato per farsi la terza dose: è andato sul sito della regione Lombardia per vedere se fosse possibile prenotare un posto al volo, e si è trovato di fronte una delle tante assurdità, ovvero non ha potuto prenotare ma ha prenotato la prenotazione! Cioè nel giro di due giorno gli diranno se potrà prenotare. Allora, dato che l’hub vaccinale ce l’abbiamo a cento metri da casa, siamo andati direttamente là: non c’era nessuno in attesa, e nel giro di un quarto d’ora è uscito col suo booster. Devo dire che lui, a differenza di me, è convinto sui vaccini e quindi la terza dose l’avrebbe fatta comunque; io sono sempre in apprensione, spero abbia ragione lui.

A proposito dei vaccini sembra che i virologi abbiano fatto un passo indietro, adesso ad imbonire il pubblico mandano il direttore dell’Aifa, tal Magrini (il cognome mi è familiare), che sembra pronto a mettere le mani sul fuoco sulla sicurezza dei vaccini per i bambini dai cinque anni in su. Anche diversi attori e sportivi si stanno prestando a degli spot per incitare i genitori a vaccinare i bambini che come si sta vedendo, anche se si contagiano a decine di migliaia, si prendono al più un raffreddore: io continuo a considerare una sollecitazione del genere criminale, e anche in questo caso spero che il tempo non mi dia ragione.

Nel frattempo mia madre è negativa; mia sorella ne sta uscendo con pochi danni, un po’ di febbre e mal di gola, ed essendo lei invece convintamente avversa a questa vaccinazione, potrà fare come mia nonna paterna che, quando i partigiani volevano raparla come collaborazionista solo perché era cuoca alle colonie fasciste (e moglie e sorella di due convinti fascisti, ma chi non lo era?) e fu salvata dall’intercessione di persone del paese che la conoscevano, quando i partigiani la rilasciarono si girò e, facendo il gesto dell’ombrello, li apostrofò con un “ve la sete pijata in der culo!”

E lo farà a ragion veduto, perché da domani avendo più di cinquant’anni e non essendo vaccinata non avrebbe potuto più entrare al lavoro: io penso che sia un’infamia impedire di lavorare a gente sana che non ha fatto niente di male, ma sentivo oggi il ministro Speranza rivendicarla con orgoglio (“il governo è stato coraggioso”, ha detto) quindi avrà ragione lui. O meglio, se ha ragione lo vedremo alle prossime elezioni, io prevedo che spariranno sia lui che il suo partito, ma chi è causa del suo mal pianga se stesso.

Anche perché come ministro della salute ne avrebbe di cose da fare: solo per dire quello che succede qua intorno, i medici generici stanno sparendo; l’ospedale costruito nuovo da pochi anni non regge già più (ma si sapeva, ed era fatto apposta: sulla vecchia area si voleva fare una speculazione immobiliare, sul nuovo i posti letto sono stati tagliati per favorire i privati, il pronto soccorso _ che deve far fronte anche alle carenze altrui _ è inadeguato e già stanno parlando di un progetto di ampliamento, con altri milioni da spendere). Qualche giorno fa le cronache hanno riportato la triste notizia di un bambino di due anni morto di Covid: nossignore, il bambino è morto di malasanità, perché in tutta la Calabria non c’è un reparto di terapia intensiva pediatrica, ed il bambino dopo un paio di tappe è stato trasportato al Bambin Gesù di Roma, quando ormai era troppo tardi. E non vale dire che ora la sanità è regionale (grande stupidaggine permessa dalla demenziale riforma dell’art.5 della Costituzione promossa da quel genio del suo allora compagno di partito Massimo D’Alema, che con questa voleva contrastare l’affermarsi della Lega: infatti si è visto…): allora che vogliamo fare, stare a guardare mentre le cose vanno in malora?

Comunque, visto che la pandemia sta allentando la morsa e quindi a breve abbandonerò questa rubrichetta, bisogna trovare nuovi modi per tenerci soggiogati e in ansia: ed ecco preannunciata la nuova variante, ma soprattutto l’aspettativa della guerra alle porte. Gli americani continuano a dire che l’invasione ci sarà ed è imminente, ed a forza di gridare al lupo al lupo qualcosa finirà per succedere; nel frattempo grandi affaroni per i venditori di armi e per i petrolieri, che hanno visto il prezzo del barile schizzare di nuovo alle stelle. Cosa in tutto questo ci guadagneranno gli ucraini è arduo da capire.   

Amiche e amici innamorati, festeggiate bene, mi raccomando. Non fiori, ma opere di bene. A presto!  

Al lupo, al lupo!

I pacchi no! (Cronachette della quarta ondata)

Amiche e amici, il festival di Sanremo è finalmente finito; non ne ho vista nemmeno una serata e ne faccio motivo di vanto, non per snobismo ma mi pare che mai come quest’anno sia stato infarcito di retorica buonista e politicamente corretta. Vincitore per me è stato Checco Zalone che ha sbeffeggiato i virologi ed era ora: che sia il segnale che davvero la pandemia sta finendo? Hanno vinto Mahmood & Blanco, il genere non mi piace, e nemmeno l’uso smodato dell’autotune.

Intanto si sente ventilare da esponenti governativi che l’emergenza al 31 marzo potrebbe finire ma non l’uso del green pass: e perché mai? Quale sarebbe l’esigenza sanitaria di mantenere il green pass se l’emergenza finisce, e considerando che diversi paesi che l’avevano introdotto lo stanno togliendo già adesso o l’hanno già tolto? O si vuol continuare a fare esperimenti sul nostro grado di sopportazione, come le rane fatte bollire a poco a poco?

Mia madre e mia cognata sono ancora positive, e come temevo si è contagiata anche mia sorella. Per fortuna adesso i medici hanno imparato, anche perché gli è stato finalmente permesso, che la tachipirina non basta e a volte è pure dannosa, e quindi prescrivono fluidificanti e antibiotici. Medici peraltro che sono sempre di meno, perché non vengono adeguatamente rimpiazzati, e costretti a fare gli impiegati da mille obblighi burocratici per i quali basterebbe personale meno qualificato. Ma si vuole, e qui in Lombardia l’obiettivo è perseguito pervicacemente da almeno trenta anni, che si vada tutti dai privati: e chi non può, si arrangi.

Domenica, come vi avevo annunciato, abbiamo festeggiato Santa Brigida d’Irlanda: avremmo voluto fare come in Irlanda, ovvero metterci ognuno qualcosa di verde, ma forse sarebbe stato troppo politicamente esposto, ci siamo astenuti. C’erano comunità salvadoregne, filippine, cingalesi, abbiamo cantato separati e insieme, è stato un bel momento. Poi rinfresco per tutti, con buffet controllato e gestito dagli scout per evitare assembramenti. Purtroppo da parte nostra c’era un fondo di tristezza, per diversi motivi: la morte del padre di uno dei coristi (aveva 95 anni, otto figli ed una barca di nipoti: la vita l’ha spesa bene…) questa accettata serenamente, ma purtroppo la figlia della nostra direttrice, 36 anni, malata di melanoma, è ormai allo stremo, sta facendo le cure palliative e oggi si sposa, da casa, con il compagno con cui convive da diversi anni.  Speriamo possano vivere serenamente, per quanto possibile, questo tempo che gli è dato ancora di vivere insieme. Ad aggravare, se possibile, lo stato dell’umore, ci ha raggiunti la notizia che il figlio di una conoscente, 20 anni, uno sportivo, un ragazzo pieno di salute, ha avuto un arresto cardiaco improvviso ed è in rianimazione al San Raffaele: la speranza è appesa ad un filo. Spero che la cosa non abbia niente a che fare con la vaccinazione, perché se così fosse bisognerebbe considerarlo un vero e proprio omicidio. E mi fa rabbia sentire alla radio la pubblicità che spinge i genitori a far vaccinare i figli di cinque anni.

Ieri ho sentito che Zuckerberg ha minacciato, se passerà una legge che vieta di spostare i dati degli utenti europei su server fuori dall’Europa, di chiudere da noi Facebook e Twitter: e chi se ne frega! Ma magari, sarebbe proprio un bel regalo, ma ci pensate? Oh, Marc, ormai l’hai detto, non è che ci ripensi eh?

Amadeus verrà ricompensato dal grande ascolto avuto nel festival, infatti presenterà la nuova edizioni di Affari vostri, ovvero i pacchi: ancora ancora riuscivo a vedere, tra un esercizio di russo e una sfogliata al giornale, i Soliti Ignoti, ma i pacchi no!  O magari punta anche lui ad avere ospite papa Francesco, come il cardinal camerlengo Fabio Fazio? Non ho ancora sentito l’intervista, mi riservo di farlo però: lui ci prova in tutti i modi a far passare i messaggi che gli stanno più a cuore, la cura del creato, l’attenzione ai più deboli, a mettere in guardia contro la religione del mercato e l’economia dello scarto (e degli scartati), ad opporsi a quella che chiama terza guerra mondiale a pezzi ed alla vendita di armi: basterebbe che i governi infarciti di cosiddetti cristiani gli diano un minimo di ascolto, macché…

Vi aggiorno sul bonus idrico: sulla piattaforma del MiTe ancora non c’è: e cosa c’era da aspettarsi da questi cazzari, dove c’è un ministro possibilista pure sul nucleare, e che non fiata sul fatto che gli americani ci stanno imponendo di comprare il gas liquefatto portato qua con mega petroliere (quanto inquinano? Che vantaggio possiamo avere?) piuttosto che prenderlo dalla Russia dove ci arriverebbe nei gasdotti?

Amiche e amici, stasera ricomincia il ballo (forse balcanico, vi farò sapere); avremmo dovuto ricominciare a gennaio ma l’amministrazione comunale l’ha impedito per ragioni sanitarie (altri paesi i centri di aggregazione sociale li hanno lasciati aperti, e pure quelli dove si ballava, con le dovute cautele). Non c’entrerà niente il fatto che l’amministrazione è di centro destra (in pieno disfacimento: cinque anni di totale inconcludenza, assoluta incapacità progettuale) e l’Auser è piena di “vecchi comunisti”? Voi che dite? A presto!

Lei di sicuro non è un pacco

Tre stelle per Olena – 26

«James, guardami negli occhi»
Gilda, puntando verso il maggiordomo uno stuzzicadenti con un’oliva ascolana infilzata e sbocconcellata quasi per metà, lo fissa con fare inquisitorio.
«Signora?» risponde sorpreso James, poggiando sul piattino il tramezzino di ceci e curcuma addentato per sbaglio al posto del ben più appetitoso tonno e insalata russa.
«Dimmi la verità, sei stato tu?»
«E’ possibile, signora. A cosa si riferisce, di preciso?» chiede il possibilista maggiordomo.
«Non fare il finto tonto con me, James, sai bene di che sto parlando. Hai ammazzato tu Turchese? Tanto per saperlo, non che la cosa mi scandalizzi. Se l’hai fatto del resto avrai avuto i tuoi buoni motivi, niente che con i nostri avvocati non possiamo risolvere. Sarebbe un bel sollievo sai, finirebbe finalmente questo cinema» continua la vedova Rana indicando con un gesto del braccio la sala da ballo gremita, prima di sfilare delicatamente dallo stuzzicadenti il pezzo restante di oliva ascolana e metterla in bocca.
«Mi dispiace deluderla signora, ma purtroppo sono estraneo all’omicidio. Conoscevo appena il defunto»
«Peccato, sai?» riprende la Calva Tettuta infilzando intanto un cubetto di crema fritta¹. «Questa faccenda sta andando un po’ troppo per le lunghe, non pensi? Bisogna uscirne in qualche modo. Natascia non mi sembra incisiva come al solito, sembra che qualcosa la freni, deve aver perso lo smalto. Non potresti prenderti tu la colpa? Un maggiordomo assassino è un classico. Si tratterebbe di fare la capra espiatoria, in poco tempo saresti fuori e verresti lautamente ricompensato. Che ne dici?» conclude Gilda, attaccando un’aletta di pollo ruspante.
«Se ho ben capito mi sta chiedendo di interpretare il Malaussène² della situazione, signora?» chiede James, sorvolando sulla capra.
«Non chiedo tanto, James. Non ti chiedo di spacciarti per filosofo, anche se ne saresti in grado. Devi solo confessare di aver ammazzato Turchese, tutto qua» conferma Gilda, equivocando.
«Con il dovuto rispetto, signora, ammesso e non concesso che io accetti bisogna pensare ad una storia credibile. Per prima cosa il movente: non avevo motivi di attrito con il signor Turchese, anzi ad essere sincero il poverino mi era simpatico e devo riconoscergli anche un certo buon gusto nel vestire» risponde James, ripensando agli occhiali del presentatore che gli avevano fatto gola.
«Per quello non c’è problema. Sembra che quel ragazzo andasse a letto con tutti, cani e porci, più porci che cani. Un bel movente passionale è sempre gradito. Lui ti aveva illuso, e tu l’hai voluto punire, non c’è nulla di male. Hai fatto bene, a mio parere» dichiara Gilda, trasformatasi in giuria popolare.
«E l’arma del delitto? Come avrei fatto ad avvelenare il raviolo? Ero lontano, come ben ricorderà» fa notare il maggiordomo addentando una tartina alla bottarga di muggine.
«Già, bella domanda. Ma siamo sicuri che sia stato avvelenato proprio da quel raviolo? Non è possibile che il veleno gli sia stato dato in qualche altro modo? Potresti avergli servito un caffè corretto. Oppure avergli sparato con una cerbottana, non sarebbe la prima volta» ricorda Gilda, ripensando a quando James, pulendo una delle armi lasciate nel parco della villa dalla tribù di pigmei che vi aveva trovato alloggio, aveva fatto partire un dardo, per fortuna solo anestetico, che aveva addormentato per diverse ore il giardiniere Miguel.
«Desolato signora, ma come diceva il mio lontano parente Bartleby³, preferirei di no. A malincuore devo declinare l’offerta, sarebbe una macchia sul curriculum vitae difficile da cancellare»
«Be’, James, ci ho provato. Non parliamone più, d’accordo? Amici come prima. Ah, senti, per curiosità, che mestiere faceva questo tuo parente, era maggiordomo anche lui?»
«No signora, era scrivano»
«Scrivano? Bizzarro. Come il nostro Autore, allora, che scrive dal divano. Ma lui lo pagavano?»

¹ Anche se a prima vista potrebbe sembrare un piatto cinese si tratta di un contorno in uso nel maceratese, fatto appunto di crema pasticcera a cubetti impanata e fritta, che ben si accompagna con la frittura mista.
² Personaggio di Daniel Pennac che i lettori di questa storia senz’altro conosceranno; in contrario l’Autore consiglia loro di leggere qualcuno dei suoi libri, che ne vale la pena.
³ Questo quasi quasi non ve lo dico chi è.

Niente nuove, buone nuove? (Cronachette della quarta ondata)

Amiche e amici, tutto continua come prima anzi meglio di prima: il presidente Mattarella è stato confermato obtorto collo e il governo è salvo; chi più si è agitato, ovvero il centrodestra ed i cinquestelle, sta ora facendo volare gli stracci, mentre chi è rimasto fermo sulla riva del fiume sembra, nelle imperscrutabili logiche della politica, aver vinto. Di sicuro hanno vinto quei parlamentari (e sono tanti) terrorizzati dalla possibilità che qualsiasi modifica dello status-quo avrebbe potuto causare un diluvio che li avrebbe travolti e costretti a tornare (o magari finalmente andare) a lavorare. Comunque se ci fate caso dal giorno dopo la rielezione tutto sembra andar bene, almeno secondo le veline dei TG a reti unificate: il tempo è mite, la crescita dell’economia ha superato ogni previsione, gli occupati e le occupate sono in aumento stratosferico, e perfino la pandemia sta frenando, tanto che gli stessi che fino a ieri più rompevano i marroni per imporre restrizioni ora cominciano a dire che non se ne può più. Draghi, al cui tocco si dividono le acque del mar Rosso, telefona a Putin sostenendo l’importanza del gas e della de-escalation, più il primo che la seconda: non so se l’interessamento possa funzionare, il mediatore ideale ce l’avevamo in casa ed era Berlusconi, peccato che ora sia convalescente altrimenti una mano l’avrebbe data volentieri.

Ma è davvero finita la pandemia? In questo momento, solo per parlare della mia famiglia, mia madre e mia cognata sono positive, con sintomi fortunatamente lievi; l’ex cognato ne è appena uscito, dopo aver passato due settimane con polmonite e ossigeno (non si era vaccinato, lo dico solo per la cronaca); mia sorella, anch’essa non vaccinata, che assiste mia madre, sta usando mille precauzioni per cercare di non contagiarsi a sua volta, sperando in subordine di prenderselo lieve ma in modo sufficiente per ottenere il green pass. Forse bisognerà aspettare il vero vaccino, ovvero la primavera.

Ieri è iniziato il festival di Sanremo, sembra con record di ascoltatori: io cercherò di tenermene il più alla larga possibile, tra l’altro lo sponsor principale è l’Eni che sta facendo una smaccata operazione di greenwashing dato che sta lanciando il nuovo marchio “green” Plenitude mentre il 95% dei ricavi derivano dal fossile, e poi perché ho appena iniziato a vedere una serie islandese molto appassionante. Bufere di neve, omicidi efferati, intrighi di potere e affari: altro che elezioni del presidente! Il festival di Sanremo però non sembra portare molto bene: ieri è morto Tito Stagno, volto storico Rai, che ricordo con nostalgia come tutti quelli che possono dire “io c’ero” quando l’uomo posò il primo piede sulla luna; ora abbiamo miliardari nello spazio ai quali auguro di cuore di sbattere contro uno degli innumerevoli satelliti e detriti che orbitano attorno alla terra; oggi è morta Monica Vitti, ci ha donato grandissime interpretazioni e chissà quante ce ne avrebbe date ancora se la malattia che l’aveva colpita da più di venti anni gliel’avesse premesso.

In questi giorni è venuta alla luce una maxi-truffa sui contributi alle aziende per superare le difficoltà dovute al Covid: norme scritte da cane, che hanno permesso a uno dei protagonisti di dire “lo Stato Italiano è fantastico, vuole proprio essere inculato” e chiedo scusa per il termine, che è più o meno quella usato dal fine Macron contro qualche migliaio di suoi concittadini contrario alle sue misure di segregazione.   

A proposito di bonus, sapevate che ce n’è uno che si chiama bonus idrico? In pratica chi mette un impianto di depurazione di acqua in casa, o anche cambia i sanitari mettendone di quelli a risparmio d’acqua, può chiedere un bonus che consiste in un credito d’imposta della metà della spesa effettuata (con un massimale di 1.000 euro per i privati e 5.000 per le aziende). L’anno scorso, poiché il mio fornitore di acqua minerale era sparito, sono andato avanti un mese a comprare acqua in bottiglie di plastica ma considerato poi che così la plastica si accumulava in modo incredibile ho fatto un po’ di ricerche ed infine mi sono deciso a mettere un impiantino. A conti fatti in un anno risparmio la spesa dell’acqua in cassette; non sapevo del bonus ma il venditore si è premurato di informarmi. Solo che la domanda per il bonus andava fatta tra l’1 ed il 28 febbraio: ma ad oggi sul sito del MiTe, il Ministero della transizione ecologica, la piattaforma per la domanda non è ancora online. Il bonus è finanziato per un tot, quindi chi tardi arriva male alloggia, ma se tergiversano ancora ci scapicolleremo tutti nello stesso momento, diventerà un click-day…

Dopo la morte di un ragazzino, schiacciato da una trave l’ultimo giorno di alternanza scuola-lavoro, in diverse città si sono tenute manifestazioni di protesta di studenti. La polizia li ha regolarmente manganellati, e io continuo a pensare che c’è qualche problemino in un paese in cui si consente ai fascisti di dare l’assalto alle sedi dei sindacati ma agli studenti ed agli operai che protestano si danno bastonate. Mi puzza un po’, diciamo.

Amiche e amici, in un attacco di ottimismo e sfruttando una delle maxi offerte che mi vengono proposte ho iniziato a prenotare le vacanze. Sardegna, poi sarà quel che sarà, come diceva quella tale. A presto!  

Veline sì ma oneste, almeno loro