«Non muovetevi, stiamo arrivando…»
«E chi si muove! Ma datti una mossa, che quella ci sta addosso…»
«Ma chi, la vecchia?»
«Ma che vecchia! La russa, cazzo, la russa! Quella che i due deficienti che hai mandato all’aeroporto si sono fatti scappare…»
«Ma per la miseria, Jürgen, voi siete in quattro, chi sarà mai questa russa, Rambo?»
«Non dire stronzate, questa a Rambo gli fa mettere le pattine e il grembiulino, e poi gli fa asciugare i piatti! Sbrigati, ti dico…»
Dieter Muller, il capo della polizia, rientra nel proprio ufficio. Riflette un attimo, e poi ordina all’uomo che lo aspetta in posizione di riposo:
«Comandante, la situazione è peggiorata. Sono appena stato informato che i terroristi progettano di far esplodere una bomba sporca¹, bisogna intervenire immediatamente»
«Herr Muller, con tutto il rispetto… non potremmo tentare una trattativa? Almeno fino all’arrivo del GSG-9²… non posso garantire sull’incolumità degli ostaggi»
«Comandante, forse non mi sono spiegato bene. Qui sono a rischio decine di migliaia di persone, non possiamo permetterci di aspettare che arrivino le teste di cuoio da Bonn e non possiamo preoccuparci per un pugno di ostaggi! Danni collaterali, ci siamo capiti?»
«Perfettamente, Herr Muller»
E il comandante della polizia stradale, dopo aver eseguito un impeccabile saluto militare, fa dietro front, esce dall’ufficio ed inizia ad impartire ordini.
«Non so di che stai parlando» risponde Uwe Schelenz, il proprietario della palestra, fissando la canna della pistola che Olena gli sta puntando alla fronte.
«Che peccato,» dice Olena stringendo appena gli occhi per il disappunto «risposta sbagliata».
Lo sguardo della russa avrebbe indotto un uomo assennato a considerare se l’atteggiamento adottato fosse stato il più opportuno alla situazione ma questo non è evidentemente il caso in questione ed Olena, preso atto della chiusura ostinata alle proprie ragionevoli proposte, fa un passo indietro e gli spara ad una coscia.
Il rumore attira un capannello di salutisti con tutine di vari colori, con in prima fila Adalgiso, che guarda stralunato il suo principale rotolarsi urlando ai piedi della nuova cliente.
«Ma che sta succedendo qui?» chiede sbigottito.
La risposta arriva tuttavia non da Olena, intenta a soffiare nella canna della pistola, ma da un inserviente delle pulizie, che avanza spingendo un carrellino con sacchi, stracci, scope e detersivi.
«E no, belli, fermi dove siete! Ho appena lavato il pavimento, non voglio vedere pedate³ in giro!»
La recriminazione del lavorante, in tuta blu e cappellino in tinta che ne copre il volto, lascia interdetti gli astanti.
«Ma non vedi che c’è un ferito? Chi se ne frega del pavimento, bisogna soccorrerlo!» proclama Adalgiso, preoccupato, avanzando verso Uwe.
«Sempre così voi signorini, ve ne sbattete del lavoro degli altri…» sbuffa il lavoratore, estraendo dal sacco della rumenta³ un fucile d’assalto H&K G36.
«Oh, oh, buono, buono, non scherzare con quello…» dice Adalgiso, rinculando a mani alzate, con uno stile approssimativo che difficilmente avrebbe meritato l’approvazione di James.
«Aahh!! Aiuto, chiamate un’ambulanza!» implora Uwe, sperimentando a sue spese quanta poca solidarietà possa ispirare il trovarsi davanti un fucile spianato.
Il labbro di Olena si increspa in un sorriso di tenerezza al vedere il nuovo arrivato togliersi il cappellino e buttarlo a terra, raschiare la gola e lanciare uno scaracchio tra i piedi di Adalgiso.
«Babushka tu scusa me, io sporcato un poco per terra»
«Non fa niente Natascia, dopo pulisco con la varechina. Ah, lo sai» dice nonna Pina, indicando Uwe «che quello voleva pagarmi in nero? Che ne dici se gli sparo sull’altra gamba?»
Olena, pur simpatizzando con le rivendicazione salariali dell’ultracentenaria, nega l’autorizzazione.
«Magari più tardi, babushka, prima finiamo lavoro» ed estrae la micro radiotrasmittente nascosta nell’asciugamano.
«Gatta a gattini, gatta a gattini, passo»
«Qui gattino uno, passo» risponde Ursula.
«Qui gattino due, passo» risponde Gilda, mentre James in sottofondo commenta “io preferivo sorcini”.
«Comunicate situazione, passo»
«Stanno arrivando le teste di cuoio!» risponde concitato Fritz, che ha strappato l’apparecchio dalle mani di sua moglie.
«E James ha perso il drone» spiffera gattino due, mentre un affranto maggiordomo insegue con lo sguardo il drone sfuggito al controllo del telecomando.
¹ Una bomba sporca è un’arma che sfrutta un esplosivo convenzionale per diffondere materiale radioattivo, come ad esempio scorie nucleari. Il danno che si vuol ottenere non è il numero delle vittime, che può essere consistente ma non paragonabile a quello di un ordigno nucleare, ma la contaminazione del territorio e dell’ambiente circostante.
² Teste di cuoio tedesche (GSG 9 der Bundespolizei)
³ Pedate sta per orme, e rumenta per spazzatura, immondizia. Anche se non sembra, sono parole italiane.