Sono convinto che il marketing epistolare sia guidato da un’intelligenza che, sebbene artificiale, segue il ritmo naturale delle stagioni.
Dopo avere infatti passato autunno, inverno e primavera a scassarmi i cabasisi propormi prodotti per tonificare il corpo e soprattutto una certa parte del corpo ecco che, ritenendomi pronto e pienamente operante, hanno ricominciato ad arrivare letterine da simpaticissime signorine dell’Est, incaricate forse dalle ditte di integratori miracolosi di testare i risultati raggiunti.
Ne riporto a titolo di esempio una delle più carine, della mittente della quale se appena fossi stato un pochino più grave sarei anche potuto essere, come lei auspica, un buon penna-amico:
“Ehi ci mio grande penna-amico Il mio nome e Natalya. Sono della Russia, nella citta che si chiama Ezhva, regione di Komi. Ho trentaquattro anni. Non ci conosciamo ancora, ma voglio diventare tua amica e conoscerti meglio. In realta sono una donna davvero modesta e timida. Sull Internet mi sento un po piu rilassata. Ti invio una mia fotografia, spero che ti piacera. Ho intenzioni sincere, e quindi ti chiedo di scrivermi solamente se anche tu vuoi stabilire una amicizia significante. Ti chiedo inoltre di allegarmi un altra tua foto. Spero che sei interessato in me e mi scriverai presto. Non vedo l ora di leggere le tue mail e le tue domande. Saluti, Natka!“
Modestia davvero di altri tempi, cara Natka! E discrezione, soprattutto. Non come quei rompicoxxxoni telefonisti della Tim che ieri sera, all’ora di cena, hanno chiamato 10 (dieci!) volte a distanza di cinque minuti l’una dall’altra, finché alla fine ormai alla frutta mi sono deciso a rispondere e, facendo davvero uno sforzo sovrumano per non fracassare il cordless contro la parete del soggiorno, ho ascoltato un operatore che mi proponeva un’offerta imperdibile grazie alla quale avrei navigato a non so quanti mega e risparmiato non so quanti euri. A fronte di questi immeritati vantaggi, avrei solo dovuto acconsentire a cambiare il numero di telefono. Tutti sanno quanto rispetto io abbia del lavoro e dei lavoratori, tuttavia all’ora di cena tendo a dimenticarmene e fortunatamente delle mani pietose mi hanno strappato la cornetta di mano, altrimenti starei ancora sbraitando e insolentendo l’incolpevole testa di rapanello lavoratore del call center.
Stamattina, mentre ero intento a leggere le notizie del giorno precedente da un quotidiano cartaceo, attività che mi qualifica come intellettuale de sinistra¹ agli occhi degli assonnati compagni di viaggio, un trafiletto ha attirato la mia attenzione più degli altri:
un avvocato tedesco ha denunciato che nel coro di voci bianche di Ratisbona nell’arco di tempo che va dal 1945 al 1992 i sistemi educativi non siano stati dei più teneri ed oltre 500 giovani cantori siano stati oggetto di violenze fisiche e psicologiche, e nei casi più gravi anche sessuali.
Sulle violenze fisiche, escluse quelle sessuali, spezzo una lancia a favore dei severi maestri di coro bavaresi. Non c’è direttore che conosca, professionista o dilettante che sia, che non abbia mai desiderato, almeno una volta in vita sua, di frustare o bastonare o perché no strozzare tutti o parte dei suoi coristi, o musicisti in caso di bande od orchestre (il nostro coro non fa eccezione, come avrete appreso dalle mie cronache). Quanto avranno cantato male questi piccoli coristi, siamo proprio sicuri che non se le siano meritate?²
Tra l’altro una fin troppo procace viaggiatrice, mentre ero intento ad informarmi, continuava a sventolarsi la gonna distogliendomi dalla necessaria concentrazione. Si premuniva anche di passarmi davanti un paio di volte l’abbonamento, senz’altro involontariamente, con su riportato nome e cognome; purtroppo la distanza focale non mi ha permesso di prenderne nota, in assenza degli occhiali che inforco solo davanti al computer. E comunque l’avrei dimenticato.
Prepariamoci per le ferie! Sembra che quest’anno milioni e milioni di turisti si riverseranno sulle nostre coste, montagne e città d’arte: il nostro destino di Disneyland planetaria si sta avverando. Se mi dovrò trasformare in imbonitore da fiera, come sembra ormai probabile, lasciate almeno che invii loro il più cordiale benvenuto: Venghino siore e siori! Più gente entra più bestie si vedono!
(153 – continua)
¹ Come non sfugge a chi mi è più vicino, l’attuale mia collocazione politica è abbastanza incerta, per usare un eufemismo, e su certi argomenti agli antipodi dei giornali che leggo.
² Teniamo anche conto che in Germania le punizioni corporali in ambito scolastico sono state abolite del tutto solo nel 1983; personalmente lo ritengo un cedimento inaccettabile.