Cronachette della fase tre (19-22 giugno)

Finalmente delle bellissime giornate, il solstizio d’estate si è presentato nel modo migliore; sabato sera abbiamo interrotto il rituale della pizza perché siamo andati a festeggiare i trent’anni di matrimonio di una coppia di amici, aperitivo nel loro giardino; a norma eravamo fuorilegge, non siamo congiunti ed era un piccolo assembramento, dato che eravamo una decina; abbiamo mantenuto per quanto possibile le distanze di sicurezza, è un po’ buffo ma ci siamo adattati. Io ho contribuito alla bisboccia con soppressa veneta e prosecco, molto apprezzati, ed ho poi distribuito delle copie autografate di “Una birra per Olena”, queste meno gradite ma accettate unicamente per stima personale. Probabilmente nessuno di loro la leggerà ma confiderà che alla mia scomparsa possa diventare un caso letterario.

Come previsto il primo sabato dall’apertura della frontiera c’è stato l’assalto degli svizzeri ai supermercati italiani; turisti alimentari, sono ridotti male, poveri svizzerotti.

Bei segnali di ritorno alla normalità: festeggiamenti in piazza per la vittoria del Napoli sulla Juventus in Coppa Italia (con gustosissimo scambio di invettive Salvini – De Luca: quest’ultimo è ormai uno dei miei idoli, dovrò metterlo nell’altarino che sapete, tra Mourinho e Trapattoni…); le spiagge affollate, con famiglie molto allargate; del resto non si dice che con soli sei passaggi si può conoscere qualsiasi persona del mondo? Gratta gratta magari siamo tutti imparentati, per via di Eva…

Anche per il lavoro si prospetta un ritorno; dalla prossima settimana i dipendenti inizieranno a tornare nelle rispettive sedi, a Roma al 50%, a Milano il 32%; vuol dire che, se di un gruppo fanno parte in dieci, ne torneranno cinque alla volta. Per i consulenti come me ancora non si sa, come ho detto prima di settembre non mi aspetto novità. Mi sto comunque rompendo le scatole, lo smart working o lavoro a distanza (che sia intelligente è tutto da vedere) non è un modo di lavorare che mi piaccia e mi auguro davvero che non passi questa idea malsana della bellezza del lavoro segregato, con la scusa che uno se lo può gestire come vuole. Balle grosse come case, per uno che se lo può gestire ce ne sono mille che devono sottostare alle regole che gli vengono imposte, con in più tutte le scomodità del lavorare da casa. Qualcuno pensa che sia normale anzi auspicabile lavorare così, abolendo i rapporti fisici, eliminare buona parte della comunicazione, specialmente quella non verbale; vivere in una bolla che finisce nei confini della propria abitazione… solidarizzo con il sindaco Sala: basta con questo smart working!

Il sottopassaggio invece è tornato ad essere una schifezza, ma dove li trovano tutti questi guanti?

Sembra che sia al lavoro una task force, a cui ha dato vita la Durex insieme alla Anlaids, per studiare gli effetti della pandemia sulla sessualità e per dare delle linee guida per una sessualità consapevole ai tempi del virus. Durex è preoccupatissima perché si aspettava che durante l’isolamento coatto il consumo dei contraccettivi salisse alle stelle invece con loro grande delusione la gente si è buttata su pizze e pane fatto in casa e il sesso dopo un primo momento di entusiasmo ha avuto un calo verticale. Come risollevarlo? Come primi consigli si raccomanda di evitare gli assembramenti anche a letto che secondo me è una buona abitudine, poca brigata vita beata, e di evitare le posizioni dove ci si respira troppo addosso.

Amiche e amici, con l’augurio che possiate mettere al più presto in pratica queste sane regole di comportamento vi auguro una buona serata, che da parte mia cercherò di onorare con orecchiette cime di rape e salsiccia, vermentino sardo e naturalmente la replica di Montalbano. A presto!

alexia-viruez4

 

23 pensieri su “Cronachette della fase tre (19-22 giugno)

  1. E per fortuna che abbiamo l’euro, perchè se tornassimo alla liretta (come certi auspicano) quegli svizzerotti … con la svalutazione inevitabile e il loro franchitt, noto bene rifugio al pari dell’oro, si comprerebbero l’insalata, il supermercato e anche il lago di Como e bacini lacustri limitrofi con noi a remare sotto minaccia del gatto a nove code…
    (Ho chiesto alla pollastrella di uscire dalla foto, ma non mi ha neanche risposto…)

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    • Eppure sai che non ricordo che quando avevamo la lira venissero così a frotte? Forse erano più ricchi? O forse c’erano meno supermercati? (Tutte e due le cose, credo…). Venivano si, ma non per gli alimentari… Per la ragazza hai usato il richiamo giusto? Chiedi a Briatore, se hai qualche milioncino sul conto secondo me esce. 🙂

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      • Pescando nella memoria ricordo che ci fu anche un periodo in cui valeva il contrario, era dall’Italia che si comperava in Ticino, addirittura pagavi al negozio poi il negozio tramite corrieri e trucchi ti recapitava la roba contrabbandata. Però poi a partire da un certo momento, o in pari tempo, non ricordo, è avvenuto anche il flusso contrario, Svizzera-Italia.
        Vero tutto però in mancanza di dati omologati… Buona giornata, è arrivato il caldo! 🙂

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  2. Ops sfuggito il messaggio.

    Quanto alla Durex penso che il grande consumo di preservativi, giustamente, posso immaginare avvenisse fuori dalle mura domestiche dove credo le coppie utilizzino anticoncezionali o altre soluzioni. Adesso si riaprono i giochi e il consumo tra l estate e una buona dose di incoscienza… chi la Durex la vince.
    Shera🍺🍺

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