Una birra per Olena – The End

Ay, ay, ay, ay
Canta y no llores
Porque cantando se alegran
Cielito lindo, los corazones

All’avvicinarsi della mezzanotte la grande festa di fidanzamento di Miguel e Paio Pignola sta raggiungendo il culmine. Dopo una settimana di canti, balli, grandi tavolate con trionfo di piatti leggeri e rinfrescanti come le Blancas picositas, enchiladas ripiene di pollo con una salsa a base di requesón e peperoncino habanero, o l’asado de boda jerezano, un arrosto di coscia di maiale condito con spezie varie e peperoncino propedeutico ad una lieta consumazione del matrimonio, abbondantemente innaffiati con i vini Terra Adientro delle vigne di Campo Real, e gli innumerevoli brindisi beneaugurali a base di Mezcal e Tequila, anche le riserve più ostinate sono state accantonate.

Paio Pignola, recuperato parte del bagaglio perduto nell’incidente d’autobus, volteggia gaia tra uno zio Ramon ed un cugino Fidencio, senza dimenticare don Ignacio, il padre di Miguel, al quale l’atletica nuora risveglia sopite fantasie di cui protagonista è la moglie Dona Antonieta, una rotondetta baffuta soggetta a periodici attacchi di flatulenza la quale, oltre a rintuzzare gli attacchi del poco sobrio consorte, non si capacita di come il figlio si sia potuto mettere con una così.

Per la serata finale è stata ingaggiata un’orchesta di grido, i “Los Vincisgraçias”, con un passato chiacchierato di assegni scoperti, cambiali insolute, repertori discutibili e sbronze colossali, i cui membri sfoggiano sombreri del campionato del mondo di calcio Messico ’70 con autografi originali di Pelè, Rivelino e Comunardo Niccolai¹; come ospite d’onore era stata contattata la cantante pop e attrice Paulina Rubio ma avendo questa riportato un fastidioso infortunio durante una replica del musical Vaselina² l’organizzazione ha provveduto a sostituirla con l’esperta e affidabile Luana Patacònas.

Letizia e contentezza regnano nell’Hacienda di don Ignacio; gli invitati fanno la spola tra il ricco buffet e la pista da ballo, dove hombres y mujeres volteggiano sulle note di evergreen come Perfidia, Malagueña Salerosa o Besame mucho e occasionalmente qualche coppia, anche provvisoria, si apparta nel vicino campo di granturco per un breve ma intenso convegno amoroso.

Tra gli ospiti spicca una pattuglia pittoresca, arrivata in mattinata da Monaco di Baviera; gli abiti disegnati dallo stilista Girifalchi sono un mix di tradizione e innovazione: Gilda copre la calvizie con un velo tehuana esibito su un vestito in ecopelle ricavata dai cactus e approvata dai vegani mentre James indossa un sobrio completo ispirato al Diego de la Vega di Guy Williams con tanto di bolero, alamari ricamati e cappello teso, impreziosito da stivaletti in pelle di crotalo.
Nonna Pina, avvolta da un vestito in pizzo nero, sventola vezzosamente un ventaglio anch’esso in pizzo accompagnata da Adalgiso, assunto con contratto a tempo determinato come toy boy, abbigliato da ballerino azteco; Horst non ha abbandonato il suo impermeabile mentre Fritz e Ursula, le cui valigie si sono perse in aeroporto, hanno rimediato con due magliette acquistate al duty-free, quella di lui con il ritratto di Danny Trejo³ e quella di lei con la scritta “Mexico sol corazon y amor”. Svengard, riabilitato agli occhi ed al cuore di Gilda ma in libertà vigilata, è stato diffidato dall’ostentare il costume vichingo ed ha dovuto optare per un elegante sarape con fasce di colori vivaci, che gli attira gli sguardi concupiscenti di giovani e meno giovani messicani di ambo i sessi. Po, ligio alla tradizione cinese, veste lo stesso Shen Long nero che usava nella difesa dell’Ultimo Imperatore, mentre il pappagallo Spread, appollaiato sulla sua spalla destra, osserva tutto quello sventolare di piume e penne con grande interesse.

L’orchestra sta eseguendo Serenata Messicana quando Olena, con una ampia camicia di lino bianca ed una lunga sottana rossa a balze aperta di lato fino all’anca, con stivaletti rossi con piccole falci e martello incise sui bordi, si avvia verso il centro della pista. Mentre nonna Pina si affretta a munirsi di noccioline, molto gradite da Spread, un brivido percorre la schiena di James che coglie lo sguardo sgomento di Miguel stretto in quel momento tra le braccia amorevoli di zia Rosaria, che gli ricorda quando da piccolo rubava i vestitini alla cuginetta Chiquita.
I musicisti presagendo la tragedia che sta per consumarsi interrompono la canzone ed il suonatore di guitarron, il cubano Giorginho Torres, estrae dal fodero la fida bottiglia di Matusalem Gran Reserva e si versa un abbondante cicchetto di rhum.

Paio Pignola vede la russa avanzare verso di lei e si appresta al combattimento, mani ai fianchi e petto (rifatto bene) proteso; le due si fronteggiano come Rocky e Apollo Creed ma, un attimo prima della catastrofe, a sorpresa Olena butta le braccia al collo di Paio ed avvicina la guancia a quella della cubana, sulla quale non può fare a meno di notare un principio di ricrescita pilifera.
«Auguri e figli maschi, finuocchietto» sibila beffarda ma prima che il transessuale possa rispondere amichevolmente dal fondo si ode uno sparo e si alza un grido:
«Sal de ahí, maricón, ese es mi hombre!»³

Conchita, la donna barbuta³, si fa avanti imbracciando una doppietta e tenendo al collo un bambino, barbuto anche lui, ed apostrofa Miguel:
«Y este es tu hijo, cabròn!»³

Un silenzio gravido di tensione cala sulla festa. Paio si avvicina, e chiede a Miguel con voce stridula:
«E’ vero quello che dice questa… questa… questa?» chiede, non riuscendo nella fattispecie a pronunciare la parola “donna”.
Miguel, sentendo su di sé lo sguardo dei convenuti ed il peso della canna della doppietta sulla pancia, ammette parzialmente.
«E’ successo solo una volta… era un periodo difficile, avevo tanti problemi, la telenovela andava male… ed ero pure ubriaco. Io non volevo, è stata lei!»
Paio si blocca, le vene del collo pericolosamente gonfie. Si volta verso Miguel e, con voce tornata stranamente calma, gli dice:
«Miguel?»
«Si, querida?» risponde incautamente il giardiniere.

«Io ti ammazzo»

Y tú,
Quien sabe por dónde andarás
Quien sabe qué aventura tendrás
¡Qué lejos estás de mí…!

paulinarubio

¹ Comunardo Niccolai è stato lo stopper del Cagliari campione d’Italia 1970, squadra di cui mio nonno Gaetano era gran tifoso pur non essendo sardo. Era famoso per degli autogol rocamboleschi; ai mondiali del Messico partì titolare ma alla prima partita si infortunò e la sua carriera in azzurro finì lì.
² A dispetto dei più maliziosi tra voi, il musical Vaselina è la versione messicana del celebre Grease.
³ L’interprete del film di culto “Machete”
³ Levati di lì, bucaiolo, quello è il mio uomo!
³ cfr. Niente sushi per Olena, 2018.
³ E questo è tuo figlio, cornuto!
³ Non ho mai imparato a mettere le note superiori al 3

20 pensieri su “Una birra per Olena – The End

  1. uuuh quanto mi piacciono i finali sospesi: riuscirà Miguel a salvarsi dall’ira di Paio… ?

    come al solito mi son presa la briga di googlare alcuni termini che mi suonan nuovi e… wow le pietanza citate son tutte vere!! 😁 mi hai fregata 😁 e meravigliata quando hai citato i “Los Vincisgraçias”: quanti ricordi…

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  2. Adoro. I finali danzanti sono sempre i miei preferiti, soprattutto laddove trionfa l’ammmore. Sono certa che Paio, anche se Pignola, comprenderà l’attimo di debolezza e non colpirà Miguel con un colpo letale. Mi piacerebbe moltissimo visitare l’hacienda di don Ignacio, magari con i gemelli e qualche pigmeo. Hanno bestiame vivo? Se la risposta è positiva potrebbero esserci dei problemi, ma vedremo di trovare una soluzione.

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