Ci troviamo nella Piazza del Palazzo d’Inverno, è pieno di gente, turisti, corridori di una gara podistica, qualche comparsa con costumi dell’ottocento che propone di fotografarsi insieme in cambio di qualche rublo (o euro, ancora meglio).
Davanti a questo maestoso palazzo bianco e verde, se si chiudono gli occhi, si può cercare di immaginare le vicende di oltre cento anni fa: si era nel corso della prima guerra mondiale, l’Impero Russo era ormai stremato e sfiduciato, lo Zar Nicola II in febbraio aveva abdicato ed il successore aveva rifiutato di assumere il comando; il governo provvisorio di Kerenskij non aveva più l’appoggio delle masse popolari, e non era possibile costituire un’assemblea costituente a causa delle divisioni tra la Duma, la camera dei deputati, e i Soviet, ovvero le rappresentanze dei lavoratori, della Marina e dell’Esercito, dove i bolscevichi (che significa: la maggioranza) di Lenin avevano appunto la maggioranza.
L’incrociatore Aurora spara il colpo che da il via alla presa del palazzo d’Inverno; l’anno successivo la capitale fu stabilita (ri-stabilita) a Mosca, e nel 1924 il nome venne cambiato in Leningrado.
Il nome San Pietroburgo le venne restituito nel 1991, dopo il collasso del comunismo, a seguito di un referendum: curioso che gli abitanti della città scelsero di tornare all’antico nome, ma la provincia nel suo insieme decise di restare Leningrado, in omaggio ai caduti della Grande Guerra Patriottica. Così la città di San Pietroburgo rimane nella provincia di Leningrado, e mi pare giusto.
La città è molto bella. Fondata dallo zar Pietro il Grande sulle rive del fiume Neva, bonificando aree malsane e paludose, scavando canali, collegando le varie isolette con decine di ponti; doveva essere bella e potente, proiettata verso il nord Europa, e fronteggiare la potenza concorrente, che a quell’epoca era la Svezia…
Turisti giapponesi venerano la Statua di Pietro il Grande nella Fortezza dei Santi Pietro e Paolo
Le rive sono costeggiate da splendidi palazzi sette-ottocenteschi, opera in gran parte di architetti italiani e ticinesi; a proposito di italiani, non per vantarci ma nelle sale dell’Ermitage, il famoso museo di cui il Palazzo d’Inverno ora fa parte, ci sono ben 35 sale dedicate alla pittura italiana, con capolavori inestimabili come ad esempio la Madonna Litta di Leonardo Da Vinci.
Se non fosse per le scritte in cirillico (ma comunque su quasi tutte le targhe delle vie c’è la traduzione inglese, per cui il mio sforzo di studio accelerato del russo non era poi così indispensabile) sembrerebbe di essere in Olanda, o in qualche città della Germania; del resto proprio così Pietro voleva la sua città, che assomigliasse a quelle di queste nazioni che stimava e ammirava.
E’ suggestivo fare un giro in battello la sera, dopo l’imbrunire, e vedere i palazzi illuminati; percorrere la famosa prospettiva Nevskij, la grande arteria di oltre quattro chilometri che attraversa lo spazio racchiuso in un’ansa della Neva, dove di trovano negozi, palazzi, parchetti, chiese, e dove c’è sempre un grande passeggio; visitare almeno la Chiesa di S. Isacco, la cattedrale della Nostra Signora di Kazan, che contiene un’icona della Madonna bellissima, e la scenografica Chiesa della Resurrezione, sul canale Griboedov. E la Fortezza dei Santi Pietro e Paolo, ovviamente, dove il povero comandante non poteva mai uscire, in pratica era prigioniero…
Chiesa della Resurrezione, che ad un occhio poco allenato potrebbe sembrare composta da pezzi messi a caso
A proposito di Griboedov, poco prima di partire avevo letto la sua commedia “Che disgrazia l’ingegno!”, nella quale immodestamente mi riconosco; morì giovane, fatto a pezzi nell’assalto dell’ambasciata russa a Teheran, dove stava trattando le clausole di pace dopo la guerra che aveva visto la Persia soccombere: i russi volevano indietro le donne cristiane, armene e georgiane, presenti negli harem turchi, ma la folla sobillata da quelli che le donne se le volevano tenere linciò gli occupanti dell’ambasciata.
E’ impossibile, passando vicino a quei palazzi, non pensare a tutti gli scrittori che vi hanno abitato, o semplicemente si incontravano nei caffè per discutere delle loro opere; ogni via e ogni monumento, si può dire, sono citati e raccontati in qualche loro opera. I racconti di Pietroburgo di Gogol, Il maestro e Margherita di Bulgakov… per non parlare di Dostoevskij. Proprio oggi sono passato in biblioteca, volevo prendere Delitto e castigo e (ri)leggerlo, ma non c’era. C’era l’Idiota, c’erano i Demoni e c’erano i Fratelli Karamazov, ma Delitto e castigo no. Ho pensato che le mie forze attuali non mi permettono di affrontare letture così impegnative, di migliaia e migliaia di pagine; ho ripiegato allora (si fa per dire) sulla Sonata a Kreutzer di Tolstoj, più accessibile, che posso leggere anche in treno senza paura di rompermi una rotula nel caso, addormentandomi, che il tomo mi cada su un ginocchio.
Mi viene in mente quando, da ragazzo, andavo ad aiutare mio padre a bottega (lui era fabbro, lo ricorderete); la mia mansione spesso era quella di spazzare per terra, compito che svolgevo con scrupolo persino eccessivo; una volta al mese il postino Renato consegnava la “Selezione del Reader’s Digest”, di cui mio padre non so perché aveva l’abbonamento; questa rivista (non so se esista ancora) pubblicava insieme tre o quattro libri ma di ognuno solo qualche pagina era originale, ed il resto era un riassunto, ben fatto e curato, ma sempre riassunto. Quasi un bignamino, che forse in questi casi sarebbe utile…
Alzi la mano quanti hanno letto “I Fratelli Karamazov” in edizione integrale. Senza barare, eh? Quelli della mia età sono fortunati, perché la Rai ce l’ha trasmesso in televisione a puntate nel novembre-dicembre del 1969, con un cast di attori fenomenali. Allora si faceva cultura, e la gente non si annoiava mica: 15 milioni di audience! C’era fame di conoscenza, oggi tutti pensano di sapere tutto e l’ignoranza invece imperversa.
Ho in mente tante immagini: il fiume di gente che la sera attraversa il ponte prospiciente l’ammiragliato, per andare sul Lungoneva, o sulla Piazza del palazzo d’Inverno, o sulla Prospettiva Nevskij; le macchine private sul Lungoneva che, nel portabagagli, hanno delle macchinette di caffè con il quale fanno espressi da vendere ai passanti; la metropolitana profondissima, che abbiamo preso per mettere alla prova la mia lettura del cirillico (esame superato): il biglietto costa solo 45 rubli, circa 60 centesimi. Le piccole band di musicisti che si mettevano a suonare per strada, dove subito di formavano i capannelli di ragazzi… giovani, tanti giovani! Ho visto pulizia, gioia e la voglia di godersi queste giornate di sole.
Erano in corso anche le esercitazioni per la festa della Marina, che si sarebbe tenuta il 27 luglio, ma noi eravamo già partiti; a proposito, il servizio militare in Russia dura un anno, e spesso si incontrano dei reparti di soldati; anche da loro si sta discutendo se abolire la leva e puntare solo sull’esercito professionale, mi auguro non facciano il nostro stesso sbaglio.
L’incrociatore ha appena sparato una palla facendo centro nel bersaglio
Abbiamo fatto un’escursione alla cittadina di Puskin (o Tsarskoe Selo, il villaggio degli zar) dove abbiamo visitato il palazzo di Caterina, e la splendida Camera d’Ambra. Il palazzo fu distrutto dai tedeschi prima di ritirarsi, nella seconda guerra mondiale; la Camera d’Ambra originale fu smontata e portata via. Venne anche catalogata (reperto 200) ma dopo la guerra non fu mai ritrovata. Quella di oggi è una riproduzione fedele, rifatta sulla base delle fotografie e disegni originali, e la spesa è stata sostenuta dal governo tedesco, a parziale risarcimento dei danni fatti.
Miei compagni di fatica ai quali sono state negate le meritate ferie
Due parole sul cibo. Essendo un tour organizzato, la maggior parte dei pasti li abbiamo consumati in alberghi o ristoranti convenzionati: il menu consisteva di solito in insalata, zuppa, un secondo di carne o pesce e dolce. Noi non siamo abituati alle zuppe in estate, ma devo dire che dopo un po’ le ho trovate gradevoli. Una sera ci siamo liberati e siamo andati a mangiare in un piacevole ristorantino georgiano, dove abbiamo preso dei ravioloni di cui non ricordo il nome, della buona carne e due buone birre, e abbiamo pagato meno di 25 euro in due: da tornare!
Spero di non aver fatto troppa confusione, come dicevo ho mischiato racconti impressioni e ricordi; ma, date retta, vi conviene andare a vedere da voi…
Buona serata Gio 😊
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Ciao! Come stai, tutto bene? Hai risolto il tuo problema?
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Macché. Devo avere ancora tanta e tanta pazienza anche se dopo due anni e mezzo inizio ad essere stanca. Per il resto va abbastanza bene. Grazie. Tu come stai?
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Resisti! Si, bene anch’io, grazie. Ancora un pò di ferie, e poi si ricomincia.
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Io ho domani poi sabato sera riprendo. Poi settimana prossima si torna alla normalità ma con questo caldo lavorare davanti al forno mi preoccupa
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In effetti lavorare davanti al forno non dev’essere il massimo… resisti anche a questo, forza!
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No, neanche un po’. Bello d’inverno ma d’estate è impossibile
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Grazie per questo reportage che non solo conduce per le strade di questa affascinante città, ma anche per i meandri della sua storia… Ricordo che qualche anno fa ho letto un libro sull’assedio ce subì Leningrado: uno dei peggiori assedi che la storia ricordi. Dunque posso capire gli abitanti della regione che non hanno voluto cambiare il nome:non si può rischiare di dimenticare ciò che accadde allora. Non capisco i cittadini che, per un malinteso senso di modernità, hanno voluto cancellare quel nome…
Ciao
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Un milione di morti, più o meno… sono voluti tornare al nome “imperiale”, ma del resto in quegli anni tutto quello che ricordava minimamente il rosso andava abbattuto. Ci tengono ora anche a precisare che la Piazza Rossa in realtà significa Piazza Bella… mi e’ sembrato un po’ eccessivo, ma ovviamente contenti loro…
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E’ della serie: buttiamo via il bambino con l’acqua sporca. Dimentichi che anche il loro amatao zar li aveva mandati scalzi ed affamati a combattere contro gli austrotedeschi… già: contenti loro… Ma io credo che siano anche dei gran furboni: San Pietroburgo è più invitante e roboante nell’invitare i turisti…..
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Senz’altro San Pietroburgo e’ più ammiccante… e Lenin non è più di moda da un bel po’. Il turismo ha avuto un grande impulso dai mondiali, che sono stati un bello spot, organizzati bene e senza problemi (almeno noti) di sicurezza. Stanno ricostruendo molto, specialmente monumenti distrutti, come chiese, monasteri, e la chiesa si sta “allargando” parecchio, con qualche incongruenza secondo me, ne parlerò tra poco
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😍
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Complimenti,lei si è fatto travolgere dalla atmosfera tra il melanconico e il violento della anima russa. Puskin la inviterebbe a prendere il the’con la dama del giocatore. Lei, voi Dovete tornarci d inverno è melanconica e romantica. Saluti cordiali
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Puskin! Lo sapevo che stavo dimenticando qualcosa di importante, dovrei fare un’appendice! Lo infilerò nella prossima puntata, lo merita…
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Ma ce l’hanno lo champagnino?
O ci si sfonda di shottoni di vodka?
Ma lo hai visto il sole a mezzanotte? Nel senso di film. A me Barysnikov mi faceva sangue.
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Loro hanno tutto, ma io sono rimasto ad un tasso alcoolico vergognosamente basso. Indecente, direi. Non ho visto il sole a mezzanotte, ne dal vivo ne come film, in compenso un gallo ha iniziato a cantare alle 3,30, qua si usa così. Su Baryshnikov pur comprendentoti non posso condividere la passione, viro più sulla Sharapova anche se non ha la classe di Michail.
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che dire, Gio’, se prima avevo curiosità di andare a vedere San Pietroburgo, ora ne ho una voglia matta (anche di zuppe 😉 ) !!!! E non tralascerò certo la camera d’ambra… c’è qualcosa che mi attira lì ^_^
complimenti per il cirillico, io mi sa che evito di prendere il metrò che è meglio… eheheheheh
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ps: deve essere una città romanticamente maestosa.
pps: ah! il maestro e Margherita… delizioso 😉 Miaooo
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Si, ha un fascino romantico, ed è molto viva, tantissimi giovani! Almeno quando c’è il sole… col freddo il fascino ci sarà ancora, anzi di più, ma non so se ci saranno tutte quelle persone in giro! Mi piacerebbe andare a vedere..
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ecco, mi hai beccata, è d’inverno che vorrei vederla. Non so il perché ma è così da sempre. Va beh, che son matta ormai lo sai
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No no ti assicuro sei (quasi) normale, d’inverno è il massimo, la Neva e’ gelata, ci vuole solo il coraggio di mettere il naso fuori di casa… Personalmente non so se ce la farò mai, forse cospargendomi di grasso di foca…
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… vodketta prima di uscire? 😉 sporca meno e scalda le ossa.
personalmente preferisco coprirmi bene e… tisanina naturelle
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Fiaschetta modello sanbernardo!
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😂😂😂 ideona! !
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Il quasi mi riempie di orgoglio… giuro!
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😂😂😂😂
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Si, devi andare assolutamente! Il cirillico non è un ostacolo, e poi tu sai benissimo il francese, la lingua dei nobili russi, quindi ti capiranno sicuramente!
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uuuuuh! cercherò i nobili, allora.
hai visto mai che faccio il viaggio per l’anniversario di nozze in Italia? 😉😁😁😁😁
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E’ un’ottimo proposito! Mettilo in atto senza indugi!
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😉 allora Wrooooom verso la Russia
(mi sa che ho un destino segnato nel mio nome… aaaah Sì sì)
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(no, non mi chiamo Olena e nemmeno Natascia ah ah ah)
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Caterina? Olga? Elisabetta? Katiuscia? Valentina Tereshkova? Maria Sharapova? Confessa! 😂
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nemmeno sotto tortura!
(Buono il primo 😉… ma non diciamolo in giro. )
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Devi curare il portamento, mi raccomando. Testa alta, sguardo fiero, un pizzico di puzzetta al naso. Fazzolettino di broccato profumato, da avvicinare alle narici quando incroci la plebe. Dovrà mettere anche un bustino come si usava tra dame. Sai che la tua antenata (Caterina la grande, mi pare) aveva la vita di 45 cm. quando si è sposata? Ho visto il vestito con i miei occhi nell’Armeria del Cremlino. Poi dicono che fosse il popolo a soffrire! Ma che ne sanno dei patimenti dei poveri nobili?
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ecco… beh, ci avrei ripensato ^_^ Non riuscirò mai a trovare il fazzolettino di broccato…
(ah ah ah ah )
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Non rinunciare per così poco! E’ la tua grande occasione!
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Pingback: Nostalgia, nostalgia canaglia | L'uomo che avrebbe voluto essere grave
Good morning, Giorgio!
Thank you for this comprehensive report about your visit to Saint Petersburg. It was built by Italians, and the city looks Italian. Russians say that it is the city with the most European look in all of Russia. Some even call it “Venice of the North”. And yes, those “ravioloni” you ate in the Georgian restaurant are called “pelmeni” in Russian. Probably the Georgians have their own name for it. Since you are asking: Yes, I red the “Brothers Karamazov”, the complete novel. I read it in French.
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Saint Petersburg has a special fashion, our guide (a woman approximatively 40 years old _ she was young under CCCP and had some regreats… _) invite us to visit in september, less tourists, and discover the little museum, not only Hermitage. I found a city really “live”, a lot of young people, music…
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I am glad you liked the city. It has probably improved a lot, since 1992, when I last visited it. People were very depressed and mostly poor because the Soviet Union had just broken down, disappeared, the year before. It was early October, when I was there, and light snow was already falling.
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Yes I Imagine, that was a very difficult period. I know enough the history of this eventi, from Gorbacev until now… Recently I read the book of Svetlana Aleksievic (in italian Tempi di seconda mano) that confirmed what I Just knowed. I was there in June, St. Petersburg appeared shining, (at the eyes of a tourist, of course), and was hot… Peraphs too much turistic, in some places, but we Italians are used to city transformed in Museums (or Disneylands, sometimes). I was shocked by the number of churchs, all over the cities visited … it’s funny, here propaganda susteined for years that communists fired churches (and eaten child, too) and to discover the variety and beauty of them was a surprise.
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Hello Giorgio, you mention the Russian writer Griboedov:
Speaking of Griboedov, shortly before leaving I had read his comedy “What a disgrace to genius!”
This is one of the Russian authors I have not read yet, but I hope to do so in the future. On the other hand, I have read all the novels by Dostoyevsky and Tolstoy, and there are many of them.
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Dostoevskij and Tolstoj are universal giants, Griboedov is undubitably a “minor” author. I knowed him (the story of his life) reading an old history’s book , The great game, that narred the fight between Zharist Empire and Britain Empire in order to control the Caucaso and the passage to India (Quite like now…) In this contest he was a diplomat and writer, and loss his life in Teheran. The piece is nice and plenty of irony…
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Thank you for this information, Giorgio. I will surely read Griboedov later. I want to read “minor” authors as well, after the great Russian writers.
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