Natale con Olena (I)

Cos’è il Natale senza cinepanettone? Vi sentite orfani della coppia Boldi-De Sica? Ho pensato a voi! Scordatevi il giomag serioso, saggio e colto. Per qualche settimana solo pernacchie e rumori intestinali! Buon divertimento

Sono le sei del mattino nella villa del cavalier Rana.
La bella Olena, statuaria, 182 centimetri di altezza a cui aggiungere i dieci centimetri di tacchi degli stivali di pelle che le fasciano i polpacci ed arrivano fino alle ginocchia e che toglie solo per fare il bagno, occhi blu e sguardo glaciale sotto il caschetto di capelli biondi, avanza circospetta tenendo in mano un recipiente non identificato.
Olena, siberiana di Novosibirsk, è laureata in astrofisica, più volte campionessa del mondo di scacchi, conosce tutte le arti marziali e parla correntemente sette lingue, con una leggerissima inflessione russa. Il Kgb, intuendone le capacità, l’ha ingaggiata fin dall’asilo infantile e l’ha trasformata in una macchina per uccidere: con la pistola è capace di centrare un uomo tra gli occhi a 100 metri di distanza e senza prendere la mira ed è addestrata per estorcere confessioni a traditori e spie nemiche, seducendoli e riducendoli a schiavi sessuali.
Nell’armadio ha una foto di Putin in kimono da judo con dedica, nel cassetto una Tokarev-TT33 ed un sogno: che la gloriosa unione delle repubbliche socialiste sovietiche ritorni in vita.

Sta attraversando il corridoio quando una delle porte si apre e ne esce un uomo, sui trentacinque anni, capelli e barba neri, piacente nel suo genere ma con un incongruo pigiamino a pois con stampato un papillon che indossa sopra una calzamaglia fucsia.

E’ James, il maggiordomo di casa.

«Ah, sei tu, avevo sentito un rumore. Non potresti fare più piano, che svegli i signori? Ma cos’hai in mano?» – poi guardando attentamento prorompe in un gridolino: «Oddio, la padella della vecchia!» – e dopo un sorrisetto di compatimento: «Come l’ha fatta stamattina, molle come al solito?»

Con la mascella che le si contrae solo per un secondo, la bella Olena risponde con stile alla provocazione, e quasi senza muovere le labbra sibila un avvertimento che un uomo accorto non dovrebbe ignorare:
«Togli te da mia strada, fruocietto” – al che James, mostrando di essere in possesso di notevole coraggio ma di scarso buon senso, ribatte: «Sei politicamente scorretta! Non si dice “fruocietto”, casomai si dice “gay”! Brutta zoccola!»
«Finuocchio!”

E dopo questo scambio affettuoso di saluti, che si ripete più o meno tutte le mattine da circa due anni, da quando cioè Olena è stata assunta come badante di nonna Pina, mamma ultracentenaria ed incontinente del cavalier Rana, Olena dicevamo può andare in bagno a vuotare la padella.

Nella villa del cavalier Rana, un vecchio podere colonico nel bel mezzo della Brianza trasformato in castello del Devonshire e consistente in 326 stanze, un laboratorio per la sperimentazione dei ripieni e un campo privato da curling, sport di cui il cavaliere è tifoso e praticante, abitano oltre ai due anzi ai tre che abbiamo già conosciuto altri personaggi, qualcuno di qualche interesse per la nostra storia e qualcun altro assolutamente inutile:

  • Il cavalier Rana e sua moglie, la Calva Tettuta;
  • Svengard, boscaiolo vichingo che parla solo in norreno;
  • Titolari e riserve dell’Inter del 2005, compresi massaggiatori e raccattapalle;
  • La nazionale sudanese di curling;
  • Christian De Sica.

Cosa ha portato la glaciale Olena nel bel mezzo della Brianza? Che diavolo è il norreno? Lo scopriremo nelle prossime puntate.   

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41 pensieri su “Natale con Olena (I)

  1. E chi sarebbe mai questo tizio serioso, saggio e colto? 😛 Hahahaha, mi hai fatto sbellicare dalle risate, 😀 😀 😀 quando Olena ritorna l’allegria è assicurata. Ciao, Giorgio, penso che ci sentiremo tra poco in mail, sono sicura che questo commento andrà in spam! Buona serata, per ora. ❤ 😛 ❤

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    • Concordo con te che Olena e’ senz’altro la mia musa ispiratrice, seconda solo a Erdogan e Trump. Nella prossima puntata darò i credits a Missiswhite perché si, ahilui, James e’ proprio il suo maggiordomo che evidentemente fa il doppio lavoro.

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  2. Ecco cos’era quel rosa che spuntava sotto il guanto bianco di James mentre mi porgeva il tea alle cinque e cinque dell’afternoon (con cinque minuti di ritardo… inaudito)!
    Per questo doppio lavoro (al quale, almeno per ora, non mi oppongo perché ho la certezza che sia fatto a scopi umanitari per smascherare Olena, la spia, e non per intrattenersi con Olena, la gnocca… in fondo siamo dal Rana, che di gnocche se ne intende)…
    Per questo doppio lavoro, dicevo, pretendo, a titolo di risarcimento per le borse sotto gli occhi del butler, una fornitura a vita di:
    polpette non bio
    brillocchi di caratura importante da sottoporre alla perizia del mio gioielliere di fiducia
    autografo di Christian de Sica
    sfogliavelo con ripieno di polpette e veletta
    continuazione, spinoff, trasposizione cinematografica, etc. etc. del racconto di cui sopra

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  3. aaah! Ma era per il blog, il cinepanettone di cui mi accennavi nell’ultimo pezzo!!! Son sempre la solita distratta casinista spettinata ahahahaha… porta pazienza! ^_^
    A parte ciò, tra una risata di gusto e l’immagine del magiordomo in calzamaglia, passo a leggere la seconda parte! 😉

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