Vacche sacre e pesci rossi

I pesci rossi, a differenza di quanto la maggior parte delle persone crede, sono animali intelligenti. A mio parere molto più dei criceti. Il mio pesciolino si chiamava Fufi, ed era arrivato in casa in un sacchettino di plastica, vinto dal mio figlioletto nel vicino luna park, dove aveva pescato cinque paperelle di plastica con la canna da pesca d’ordinanza.
Arrivato a casa l’abbiamo posto in una boccia di vetro, senza grandi speranze di sopravvivenza; invece Fufi evidentemente contento di poter sguazzare in un ambiente meno ristretto di un sacchettino, sembrava felice e contento. Se la scialava, insomma.
Il mio compito era quello di pulirgli regolarmente la boccia e soprattutto di cibarlo; quest’ultima attività in particolare la svolgevo al ritorno a casa dal lavoro, di solito attorno alle sette di sera.
Se per qualche motivo capitava tardassi, arrivato a casa avevo appena il tempo di poggiare la borsa e togliermi la giacca che dalla sala arrivava un “plof!” di saluto: era Fufi che faceva un saltino fuori dall’acqua mostrandomi la sua contentezza.

Un gruppo di animalisti vegani, sprezzanti del pericolo e soprattutto del ridicolo, domenica scorsa ha interrotto la corsa dei maialini che si sarebbe dovuta svolgere nel paesino di Cilavegna in provincia di Pavia.
Tutti conoscono la mia moderatezza e tolleranza. Riconosco un certo eroismo a questi strenui difensori delle specie animali ma non sarei del tutto contrario ad assegnar loro, anche personalmente, una buona razione di legnate. Esorto il ministro Pinotti a ripristinare il servizio di leva obbligatorio (non civile: di leva), è ormai un fatto di salute pubblica.

Il mio pesciolino viveva quindi beato, accudito e riverito (addirittura una volta lo portammo in ferie con noi, a riprova che l’impero occidentale è ormai agli sgoccioli), finché a qualcuno non venne in mente che si sentiva solo. A me sinceramente non sembrava, tra l’altro non sapevo nemmeno se fosse maschio o femmina, e nemmeno se esistessero pesci rossi maschi o femmina se è per quello, e insomma mi impietosii e ne comprai uno in un negozio di pesci rossi. Il nuovo arrivato era d’aspetto bruttarello, anzi ad un esame più approfondito risultò mancante di un occhio; mi sembrava indelicato riportarlo indietro, e commisi un grave errore. La mattina dopo infatti il nostro Fufi galleggiava sull’acqua a pancia in su, con lo stomaco innaturalmente gonfio, tanto che nel tentativo estremo di restituirgli una decente linea di galleggiamento provammo persino a bucargli la pancia con un ago; ma non ci fu niente da fare, era morto e non credo di contentezza.
Lo seppellimmo con una degna cerimonia nel giardinetto condominiale; spreco a mio avviso, in quanto avrebbe preferito concludere il suo ciclo come pasto per il gonfio gatto del cortile e non come mangime per lombrichi; ma tant’è. Incollerito con quello che ritenevo il responsabile della dipartita lo tenni a stecchetto per qualche giorno; poi un giorno pulendo di malagrazia la boccia il reo mi scivolò nel water. Avrei potuto ancora recuperarlo ma a che pro? Il ricordo di Fufi era ancora vivo. Tirai lo sciacquone, e via.

In realtà avrei voluto farlo, ma non lo feci.  Il mio buon cuore è proverbiale, ed inoltre non vorrei incorrere nelle ire di quel rappresentante di non so quale associazione talebana che ha protestato con la Rai per aver permesso a Francesco Gabbani, il piaccia o non piaccia vincitore di Sanremo, di farsi accompagnare sul palco dell’Eurofestival da un ballerino vestito da scimmia. Basta sfruttare l’immagine degli animali! Ha tuonato il prode. In questo caso non me la sentirei di invocare la camicia di forza, la cara vecchia cura della zappa dovrebbe essere sufficiente.

Non mi è ignoto che, dall’alba dei tempi, l’uomo ha sempre mitizzato alcuni animali identificandoli con qualche divinità; così come alcune prescrizioni igieniche si sono dovute ammantare di precetto religioso per poter essere rispettate. Nel tempo alcune abitudini sono cambiate, ad esempio i vicentini hanno quasi del tutto abbandonato la pratica di magnare gatti con la polenta, e può darsi che col tempo anche i cinesi la smetteranno di mangiare cani; ma che una nuova religione pretenda di imporre la divinizzazione di tutte le specie animali lo trovo un po’ eccessivo. In India le vacche saranno pure sacre ma le pecore se le mangiano, eccome.

(138 – continua)

gabbani-scimmia-sanremo-2017

17 pensieri su “Vacche sacre e pesci rossi

  1. io metterei gli uomini, almeno alcuni…, nella boccetta di vetro… ma è un pensiero mio…
    mi hai ricordato il mio pesciolino rosso, acquistato all’Edenlandia a un mio compleanno… non riuscimmo a centrale le boccette per la vincita. Poverello la mattina dopo o pochi giorni dopo (non ricordo) lo trovammo già ribaltato… i miei pianti durarono fin all’asilo e oltre.
    oggi credo nella sacralità di tutte le creature, mentre mi risparmierei la venerazione selettiva della specie.
    per il resto c’è anche un po’ di pensiero in me sul dire “son vegetariano”, ma le piantine non hanno un moto di vita pure loro? bah…

    mi fermo che sono sgrammaticante oggi e illogica assaje

    buon sabato, Giorgio e un sorrisone 🙂

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    • I pesci rossi dei luna park li danno difettati in partenza! Per costringere a tornare e cercare di vincerne altri. 🙂 Chissà, magari un giorno lontano avremo anche qualcuno che sarà contrario a mangiare piante… anche loro hanno una linfa, respirano, e persino sosteneva un appassionato che scrive su Gardenia e che ho conosciuto in una visita guidata quest’estate in una villa, hanno anche un'”intelligenza” che deriva dalle radici… come la metteremo poi? Ma il primo passo saranno le brigate contro il consumo di insetti… sono animali pure quelli, o no? E visto che sembra sarà la nuova frontiera del cibo… 🙂 a me basta che mi lascino un piatto di pasta pomodoro e basilico e un bicchiere di vino e sono a posto… e magari un caffè alla fine! Buona giornata Dora!

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  2. I pesciolini rossi non so perché ma nella boccia durano sempre molto poco. Poverini. Anche il mio quando avevo i figli piccoli morì presto. Poi sono passata al gatto e…niente più pesciolini per evitare lotte strane. Comunque per la zappa concordo con Tads : meglio la miniera. Ciao Giorgio. Buona serata. Un abbraccio. Isabella

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  3. Tanti anni fa tornammo dal Luna Park con un anatroccolo… che divenne un papero bellissimo. Incredibilmente era affettuoso come e forse più di un cane: ci riconosceva tutti, scodinzolava e faceva le feste! Nonostante fosse diventato di famiglia, mio padre, memore dei suoi trascorsi di contadino che aveva patito la fame nel periodo bellico, un giorno decise che andava fatto arrosto… Beh anche a lui quel boccone non andò ne’ giù, ne su…
    Io sono quasi vegetariano, più per motivi di salute che per scelta animalista, e non ne posso più di queste guerre fra animalisti e onnivori che non portano a niente se non odio e insulti! Ecco, ad esempio potremo tutti insieme lottare perchè nei Luna Park non regalino animali… Un peluche o il caro vecchio Supertele possono sostituire benissimo i pesciolini rossi!

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    • Persona molto concreta tuo padre! Riteneva che per il papero non fosse dignitoso ridursi a fare da cagnolino. Sui Luna Park senza animali ci sto… però non ho ancora nipotini e non so se quando li avrò saprò resistere se mi chiederanno: nonno, mi prendi il pesciolino?…

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    • Carissimo, ignoro cosa sia una tomba natufiana ma mi fido sulla parola. Nel “Cane di terracotta” di Camilleri l’intreccio si dipana attorno ad una tomba dove era stato lasciato, come guardiano per la tranquillità dei defunti, un cane appunto di terracotta. Miti e leggende sugli animali sono frequenti nel mondo antico… lei è addestratore cinofilo? Quindi abituato a trattare i cani da animali intelligenti, non da bambini come sembra sempre più spesso si orientino i padroni… verrò a trovarla nel suo spazio!

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