Finalmente avremo la cittadinanza a punti!

A dimostrazione di quanto la Cina sia avanti anni luce per quanto riguarda l’attenzione posta al benessere dei propri cittadini, è di questi giorni la notizia che ad alcuni cittadini è stato impedito di acquistare biglietti aerei e ferroviari in quanto aventi un basso rating sociale.
In pratica, come fanno da sempre le agenzie Moody’s, Standard & Poor’s, Fitch eccetera, società private partecipate da grandi multinazionali la qual cosa potrebbe far nascere qualche dubbio sulla loro imparzialità ma sorvoliamo, queste agenzie dicevo assegnano voti agli Stati sulla loro affidabilità, cioè sulla fiducia che chi gli presta soldi possa riprenderseli: qui si tratta essere appena più capillari ed assegnare a ciascun singolo cittadino un Social rating, un Credito Sociale.
Lo Stato cinese intraprende questa strada con le migliori intenzioni, si tratta infatti di creare “un ambiente di opinione pubblica nel quale il mantenimento della fiducia sia percepito come glorioso”, e “che rafforzerà la sincerità negli affari governativi, quella commerciale, sociale e la costruzione della credibilità giudiziaria”.

E chi potrebbe essere contrario a tanta benevolenza?

Ma vediamo un po’ come viene redatta questa pagella. La valutazione abbraccia diversi aspetti di una persona: se si pagano le bollette e le rate dei prestiti, se si mantengono gli impegni contrattuali, la trasparenza delle informazioni personali, il comportamento dedotto dalle abitudini di acquisto, le relazioni sui social media ed i commenti dati nelle varie discussioni.
Detta così sembra un po’ una cosa da Grande Fratello, ma confidando nella saggezza cinese cercherò di capire quali invece possono essere i vantaggi per la collettività.

Innanzitutto c’è da dire che in qualsiasi parte del mondo se uno non paga le bollette e le rate dei prestiti, o le paga tardi, non è che sia tenuto proprio in palmo di mano; e la stessa cosa se qualcuno si prende degli impegni contrattuali/lavorativi (scadenze, consegne, aderenza ai requisiti, qualità) e non li rispetta, non è che possa aspettarsi dei “bravo” ed una riconferma al prossimo giro, a meno di non essere intrallazzati con qualcuno dei committenti a cui magari si paga una tange commissione.

Le nostre informazioni personali sono ormai a disposizione di cani e porci, pensate solo alle decine di call center che ci funestano le giornate con chiamate indesiderate ed alle pubblicità che ci bombardano, tanto varrebbe andare in giro con il numero di telefono stampato in fronte che la situazione non cambierebbe di molto.
In quanto alle abitudini di acquisto siamo profilati in mille modi: ogni volta che in un supermercato si usa una carta sconto, quando si usa bancomat o carta di credito, quando si acquista su Internet… e del resto la Social Card che il nostro governo, non quello cinese, si appresta a dare ai destinatari del reddito di cittadinanza, non prevede anche un controllo sulle spese “etiche”? Anche questo con la migliore intenzione, certo, per evitare che uno si vada a spendere la paghetta alle macchinette del bar: ma sempre controllo è.

Mi viene in mente che qualche tempo fa acquistai su Internet dei costumi da donna, per i ragazzi del teatro, e da allora continuano ad arrivarmi delle pubblicità di abbigliamento femminile anche intimo e magari qualche algoritmo potrebbe annoverarmi tra i rappresentanti di famiglie non tradizionali.

Infine, le relazioni sui social ed i commenti. Si è sempre detto “dimmi con chi vai e ti dirò chi sei” quindi se tra le “amicizie” su Facebook, per dire, ne intrattengo con una pletora di sgallettate si potrebbe pensare che sia un tipo un po’ farfallone: lungi da me, naturalmente, anzi proprio l’altro giorno ho rifiutato la richiesta di amicizia di una simpatica ragazza indonesiana con la quale non avrei saputo che argomenti condividere. E in quanto ai commenti… finalmente! Su questi social c’è gente totalmente fuori di testa alla quale andrebbe tolta anche la licenza di guida, oltre che il diritto di voto: e ritengo che sia un provvedimento di salute pubblica metterli in condizione di non nuocere a se stessi ed al prossimo. Tra l’altro, come ho detto spesso, il suffragio universale è sopravvalutato come dimostrano certe elezioni recenti in ogni parte del mondo, perciò sarebbe il caso di dare almeno una sfoltita ai votanti.

Dunque, amici, nessuna paura. Tanto siamo già tutti controllati e schedati, almeno la Cina lo ufficializza e anzi, permette un controllo sociale, come le pagelle esposte di una volta: come mai io ho preso 3 e lui 6? Cos’ha lui che io non ho? (Tra l’altro per una stupidissima interpretazione della privacy ora i voti non possono più essere esposti. Grandissima stupidaggine, perché permetteva di controllare se venivano fatti favoritismi e ingiustizie… quindi schedati e profilati si, ma le pagelle no…)

Se poi proprio qualcuno voglia provare a tirarsene fuori, il rimedio ancora c’è: pizzini e contanti…

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24 pensieri su “Finalmente avremo la cittadinanza a punti!

  1. Ma anche i pizzini vengono aggirati come dimostrano inchieste a carico di chi, per esigenze di privacy molto particolari, dei pizzini ha fatto uso esclusivo e all’avanguardia, creandone la fama (a cominciare dal termine stesso – “pizzino”).
    Quanto all’uso del contante mi sa che la stretta sia incominciata.

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    • Sicuramente (e per fortuna, in questi casi) anche il pizzino non garantisce del tutto… sui contanti è da un pò che ci provano, io sono convinto che tra non molto lo aboliranno, molto pericoloso perché come è già stato dimostrato basterà poi chiudere i bancomat per mettere degli stati in ginocchio e condizionarne le politiche… ma forse sono un pò troppo complottista?

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  2. Gió secondo me in tutti i paesi ci sono i controlli tranne che in Italia! Ma secondo te può un alcolizzato, condannato per stupro essere assunto come autista di autobus per bimbi? Mi chiedo con tutte le info che si possono ricavare ( come dicevi tu) nessuno ha avuto dubbi su questa persona? 🤦🏼‍♀️ comunque come in tutte le cose ci sono i pro e i contro. L’ideale sarebbe di si essere sopra le parti!

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    • Sono cose un tantino diverse… qui si tratta di schedare tutti ed assegnarci un punteggio che poi può essere (è) usato per comminare sanzioni o dare premi… siamo oltre il grande fratello, questi punteggi determineranno delle nuove caste? Discriminazioni? Chi decide cosa è buono e cosa è cattivo? (ti faccio un esempio: io commento un post contro il governo. Secondo te, come sarà il mio punteggio?) insomma, è un grosso problema, oltre che di privacy, di democrazia proprio… nel caso dell’autista sarebbe bastato che chi doveva vigilare e controllare lo avesse fatto… come per i sanitari di quell’ospedale che ieri è stato sequestrato perché se ne andavano (quasi) tutti a farsi i cacchi loro… a questi si che toglierei tutti i punti di cittadinanza! Ma, a parte scherzi, i reati oggi sono previsti e sanzionati, dare un giudizio di “merito” a ciascuno in genere è da stato totalitario, può darsi che ci arriveremo e forse, chissà, qualcuno lo sta già facendo ma a nostra insaputa, però non mi piacerebbe proprio… che non vuol dire che io non sia favorevole a togliere a chi usa i social per odiare, diffamare, insultare, mettere in giro notizie false la possibilità di farlo, anche perseguendoli penalmente, anzi! Per loro la vecchia cara cura è sempre la zappa! 🙂

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    • Purtroppo non vedo Black Mirror ma proprio leggicchiando qua e là per questo pezzetto mi ha incuriosito molto… è su Netflix vero? Dovrò chiedere a mio figlio come fare a vederlo! Comunque si, pare proprio che siamo lì… e pare che questo Black Mirror ci becchi parecchio sulle cose possibili che poi diventano reali!

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  3. è sempre straordinario come riesci a trattare argomenti molto impegnativi con estrema leggerezza e assieme profondità di pensiero.

    nel merito della questione a me pare che l’alternativa REALE oggi è se a schedarci debbano essere delle aziende private per spennarci meglio oppure lo stato per tenerci buoni.

    io sono della prima metà del secolo scorso e mi fanno schifo tutte due le soluzioni, ma se proprio mi costringete a scegliere non ho dubbi; del resto la nostra democrazia di cui ci riempiamo la bocca è una tale arsa e i diritti umani c’è sempre qualche pro life che smania per toglierceli.

    certo, questo stato tiranno e grande fratello fa paura, soprattutto per le prospettive, ma Zuckerberg e Bezos sono persino peggio.

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    • Hai sintetizzato benissimo, aprendomi gli occhi: la padella o la brace? Chi controlla chi? L’altro giorno mi ha fatto un po’ ridere sentire Zuckerberg dire che gli Stati devono aiutarlo. A mio avviso è stato aiutato fin troppo ed il suo lavoro l’ha fatto benissimo: ha convinto tutti a schedarsi da soli… lo stesso per Bezos, che ha in mano (grazie ai nostri telefonini ed alle app costruite apposta) tutti i nostri contatti… Tenuti in modo sicurissimo, naturalmente (si e’ visto…). Aziende enormi, che in nome proprio del loro dio, il libero mercato, andrebbero spacchettate e ridimensionate, ma per adesso penso che a chi ha accesso a quei dati facciano comodo così… certo che se si pensa da quell’11 settembre in poi quante rinunce alla riservatezza sono state fatte in nome della sicurezza… indietro sarà ben difficile tornare.

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