Cronachette dell’anno nuovo che assomiglia tanto al vecchio (6)

Amiche e amici,

questa settimana tutte le attenzioni sono rivolte al festival di Sanremo. Io mi pregio di non averne visto nemmeno una serata, anche se è impossibile rimanerne estranei a meno di rinchiudersi in una grotta. Zelenskji sì Zelenskji no, e la Costituzione di Benigni con presenza straordinaria del presidente della Repubblica, polemiche e dichiarazioni di politici, talk show. Lasciatemelo dire: e chi se ne frega! Una volta mi piaceva seguire la gara canora, ma bisogna tornare indietro di una quarantina d’anni. Eravamo più sobri, allora: di questo passo dovrò davvero cercarmi una grotta per star lontano ancora di più da questo delirio. Tra l’altro ogni serata finisce all’alba, ma in questo paese la gente non lavora il giorno dopo?

Eppure c’è stato un terremoto disastroso in Turchia e Siria, con più di 20.000 morti accertati, finora: ed è osceno che invece di fare continui appelli alla solidarietà nazionale e internazionale, discutere di rivedere almeno le sanzioni che strangolano la Siria (perché? Chi ha deciso, anche lì, che abbiamo nemici e amici?) e impediscono persino di soccorrere degnamente le popolazioni martoriate si da ancora spazio al forsennato ucraino in maglietta verde che ovunque vada chiede più armi, più armi, più armi. La guerra in Siria c’è da undici anni, milioni di profughi, i curdi che hanno combattuto contro l’Isis bombardati tutti i giorni dai turchi, a chi interessa? Non è osceno un parlamento europeo, dove si annidano stuoli di corrotti e non è una mia opinione, osanni quel tizio e non faccia niente, assolutamente niente, per promuovere la pace? Anzi, di questo passo porteranno in guerra tutti gli europei, contro il bene dei propri rappresentati. E’ un fallimento epocale, un tradimento degli ideali e dei cittadini: chiedere le dimissioni è inutile, è evidente che ormai questa Europa non ha più senso. Non è riformabile, altro che dargli più poteri. Bisogna togliergli anche quelli che già ha.

Come peraltro alle regioni: questo fine settimana si voterà per rinnovare i consigli regionali di Lombardia e Lazio. Questi organi amministrativi diventati satrapie, che ora la destra al governo vorrebbe perfino rafforzare (Bonaccini, che si candida per la segreteria PD, da presidente della Regione Emilia-Romagna ha appoggiato a suo tempo la richiesta del centro-destra per l’autonomia differenziata: magari qualcuno che parteciperà alle primarie PD _ io no, ho già dato a suo tempo e me ne sono abbondantemente pentito _ ne dovrebbe tener conto), vanno smantellati: se la Meloni, leader di un partito che ha nel suo DNA il centralismo, abolisse le regioni del tutto la voterei anch’io al prossimo giro. Ma non succederà, inutile farsi illusioni.

Lo so, direte che sono il solito brontolone. Il fatto è che ieri il commercialista mi ha mandato una mail dicendo che dal 1 gennaio di quest’anno le sue tariffe verranno adeguate all’aumento Istat certificato a dicembre: il 10,23% ! E si è già contenuto, perché il mio personalissimo indice di inflazione è molto più alto, e faccio solo due esempi dalla spesa solita in Coop: il latte marchio Coop è passato da 0,85 a 1,40 al litro: aumento del 64,7%! E prendiamo pure una bevanda se vogliamo voluttuaria: la Sweppes è passata da 1,85 a 2,47: +33,5%! I prezzi dei generi alimentari insomma sono aumentati ben più del 10% stabilito dall’Istat. Ma, al contrario, il mio stipendio è aumentato dello 0%, quindi diminuito in valore reale di un bel po’. E come me alla stragrande maggioranza degli italiani. Canta che ti passa, si diceva una volta, per fortuna c’è Sanremo…

Così, per tirarmi su di morale (si fa per dire), ieri sera sono andato ad un evento organizzato dalla Caritas, ovvero la proiezione del documentario “Trieste di notte” sulla rotta balcanica, storie di migranti che partono dall’Afghanistan, dal Pakistan e da altri paesi ancora più lontani, fanno centinaia e centinaia di chilometri in condizioni spesso disumane, con il miraggio di arrivare in Italia: sì, l’Italia vista come l’Eldorado, terra di opportunità, faro di libertà e di civiltà. Vedere questi ragazzi di 18, 20 anni, passare anni e anni della loro vita in questo viaggio della speranza che si trasforma spesso in disperazione, strazia il cuore. L’attuale governo sta ripristinando la prassi di rimandare indietro in Slovenia anche quelli che chiedono la protezione internazionale: questo vuol dire che dalla Slovenia li rispedirebbero in Croazia (dove la ferocia della polizia varrebbe questa sì un embargo, e fa vergognare di essere europei _ e anche questo non lo dico io, basta guardare una puntata di Report di qualche settimana fa _) e da lì in Bosnia, da cui riproverebbero a tornare qua, in un loop infinito. Ad un certo punto un ragazzo di questi arriva a dire: se dovete illuderci e farci soffrire, è meglio che sospendete la protezione internazionale, almeno non ci proviamo nemmeno. A questo siamo arrivati? Restiamo umani, per favore.

A presto!

Cronachette dalla zona rossa (V)

10 novembre

Notte d’inferno, amiche e amici, e non perché abbia mangiato pesante anzi, ci siamo dati al comfort food ovvero risi e bisi (con qualche salsiccetta per la verità), ma perché temevo di essermelo beccato. Si, sapete di chi parlo, Lui. Ieri sera ero stanchissimo, e mi ero ripromesso di andare a letto subito dopo I Soliti Ignoti, che seguo di sfuggita mentre faccio gli esercizi di russo sul telefonino. Vi svelerò un segreto, e cioè che quello di cercare di imparare una lingua con il telefonino è una fatica sprecata, insisto solo per tigna ma i progressi sono molto limitati, nonostante sia al livello 4 non sarei certo in grado di sostenere una conversazione ma forse nemmeno di spiccicare due parole. Un vecchio amico di blog, pace all’anima sua, mi diceva che il modo migliore per imparare il russo è a letto con una madrelingua, metodo che mi è precluso per ovvie ragioni, dato che la mia consorte maneggia con maestrìa le cesoie da giardinaggio.

Finiti gli esercizi mi sono messo a piegare calzini e mutande; mai come in questo periodo mi rendo conto dell’eccesso di pulizia della nostra civiltà, quando ero bambino le mutande le cambiavamo una volta la settimana, quando facevamo il bagno, adesso settimanalmente me ne trovo una catasta e mi viene il sospetto che qualcuno ne indossi più paia alla volta. Vi chiederete come mai quest’incombenza tocca a me? In realtà non so nemmeno io come sono arrivato a questo punto, appena sposati non era assolutamente mio compito avere a che fare con biancheria intima, ma mi sono dato la zappa sui piedi da solo perché una volta mi sono offerto di farlo e da allora è stata la fine. Dice che come le piego io non le piega nessuno…

Purtroppo ho commesso l’errore di iniziare a guardare Report di Sigfrido Ranucci, su Rai Tre, un ottimo programma di inchiesta che ogni settimana tira fuori le peggio cose, come direbbero a Bolzano, ed uno si aspetterebbe che il giorno dopo rotolassero teste, fioccassero denunce, saltassero poltrone e invece niente. In questo paese anestetizzato non succede niente… Ieri la puntata era sulla gestione del Covid in Lombardia, dove nella fase acuta di marzo-aprile i responsabili degli approvigionamenti si sono persino dimenticati di ordinare dei presidi medici indispensabili, e gli altri li hanno distribuiti con criteri assolutamente burocratici, senza considerare chi ne avesse più bisogno; hanno parlato della partita Atalanta-Valencia che avrebbe dovuto essere sospesa ma the show must go on, e così 36.000 bergamaschi si sono catapultati a San Siro con più di 100 pullmann ed al ritorno hanno contagiato tutte le valli, altro che vecchietto che l’aveva preso al bar, come ci hanno  raccontato per mesi; ed infine quest’estate forse ancora più grave la decisione della giunta regionale sarda di tenere aperte le discoteche quando già il contagio era scoppiato. Per non danneggiare gli operatori del settore, confessano ora, hanno impestato l’Italia intera, perché i turisti tornati indietro hanno diffuso il virus; e avrei molto da dire sulla sanità mentale della gente che va in Sardegna per sgrullarsi in discoteca a Porto Cervo, paese che raderei al suolo senza alcun rimorso. Io gli toglierei il diritto di voto, la patente e persino la patria potestà, altro che anziani che non servono allo sforzo produttivo, sono questi che dovrebbero essere isolati dalla comunità civile… Per aiutare chi, poi? Società che sono scatole cinesi, con sedi fantasiose in paradisi fiscali e che non pagano una lira di tasse in Italia: a chi servono? Non sarà mica che questi amministratori invece di pensare agli “operatori del settore” hanno pensato alle loro tasche? E ai loro cittadini ci hanno pensato? Perché oltre quelli che hanno fatto morire c’è poi che la stagione è finita, perché i turisti se ne sono scappati tutti: un bel risultato, complimentoni! Mi rallegra comunque che tutti questi personaggi ora non dormano sonni tranquilli perché la magistratura gli ha messo il fiato sul collo e chissà che non li aspetti una bella cella con vista sul Golfo di Orosei…

Purtoppo la stanchezza e la rabbia mi hanno giocato un brutto scherzo; a letto non riuscivo a scaldarmi ne a dormire, e cominciavo ad avere la sensazione di respirare male; mi sarò alzato una decina di volte per andare in bagno, mi sembravo l’omino del Prostamol, e stamattina mi sono ritrovato con febbre, mal di gola e mal di testa. Stavo pensando già dove potermi mettere in isolamento quando, sarà stata la fifa, ma dopo colazione mi è passato quasi tutto; dopo svariate chiamate sono riuscito a contattare la dottoressa che mi ha tranquillizzato ma ha anche detto che se dovesse salire la febbre devo chiamare il numero dell’Ats o del Ministero (Speranza in persona?).

Stasera comunque non mi fregano: una commedia qualsiasi e non guarderò nemmeno il TG, che io voglio dormire tranquillo! A domani amiche e amici, o almeno spero…     

Affittasi utero

Non avendo alcun titolo per esprimermi nel merito di questa questione, ovvero se sia lecito permettere anche in casa nostra quello che già da altre parti del mondo è concesso, dove la fattispecie consiste nell’ affittare un pezzo di corpo di una donatrice per i pochi mesi necessari al concepimento di un bambino dopo di che il nascituro rimarrebbe agli affittuari mentre alla locataria (necessariamente di sesso femminile, almeno per ora) verrebbe restituita la possibilità di fare del proprio utero quello che meglio crede, mi permetto comunque di manifestare qualche dubbio.

Non mi è ben chiaro in questa transazione quale sarebbe il ruolo dell’uomo: se partecipi attivamente alla scelta della donatrice ed alla successiva fecondazione, se si limiti a fornire una o più dosi di seme oppure se il contratto preveda che la generosa incubatrice scelga da se stessa il partner, ed in questo caso se gli affittuari abbiano la possibilità di indicare un gradimento o addirittura accampare un diritto di veto.

Anche dal punto di vista del diritto del lavoro l’inquadramento sarebbe controverso: si tratterebbe di lavoratrici autonome o dipendenti a tempo determinato? Le tariffe rispettano le tabelle nazionali del comparto metalmeccanico, o data la natura sociale la prestazione può essere equiparata al trattamento del pubblico impiego?  E, visto che l’articolo 18 che prevedeva il reintegro è stato eliminato dal grazioso governo Renzi-Confindustria, che succederebbe  in caso di licenziamento? E a chi spetta l’indennità di maternità, all’affittata o all’affittuaria? O prima all’una e dopo all’altra?

L’unione dei consumatori avrebbe qualcosa da dire, e probabilmente vi andrebbe dedicata qualche puntata di Report. Ad esempio, in questi casi si applica il diritto di recesso? Se il prodotto non rispetta le attese, può essere reso al produttore? Ed in che misura può non rispettare le attese? L’acquirente può controllare la filiera, ovvero risalire l’albero genealogico della produttrice di qualche generazione? E nel caso la consegna non avvenga nei tempi previsti, può essere applicata una penale? E se invece di un bambino ne nascono due o più contemporaneamente, che si fa?

Non voglio dibattere se sia etico o morale comprare o vendere un corpo umano, o se sia da considerare più mamma chi il bambino lo dia alla luce o chi lo accolga e gli voglia bene. Corpi umani si vendono e comprano tutti i giorni, anche a pezzi ed anche a poco prezzo; alcuni corpi addirittura non hanno nessun valore; e di bambini figli di genitori non “naturali”, se la parola ha un senso, ce ne sono a milioni.

A ben vedere, di bambini in vendita ce ne sono sempre stati; specialmente in periodi grami come potevano essere quelli di guerra, di storie di povere donne che davano i figli a coppie facoltose, in cambio di un piccolo tornaconto per loro e una speranza di vita migliore per il figlio, ne giravano a bizzeffe. In genere però si trattava di bisogno, non è che si scegliesse come professione lo sfornare figli , a mo’ di panettiere, per conto terzi.

Ricordo con nostalgia quando, da adolescenti degli anni settanta, sentivamo scandire (in televisione) lo slogan “l’utero è mio e lo gestisco io”. Devo dire che all’epoca avevamo una vaga idea di dove si trovasse, ‘sto benedetto utero; già fantasticavamo su organi più esterni, figurarsi quelli più nascosti.

Certo fa un po’ impressione vedere come quello slogan, che all’epoca veniva usato per rivendicare non già la supremazia ma addirittura l’esclusività nel decidere tempi e modi per la procreazione, in tempi di consumismo venga distorto per sostenere che, assodato ormai che l’utero è mio, lo possa usare come voglio e quindi anche per fabbricare figli e venderli al migliore offerente.

Ci sono dei bisogni, delle sofferenze, su cui non si può banalizzare o scherzare, e sicuramente uno di questi è il desiderio di maternità. Ma, mi chiedo, sul pianeta siamo già sette miliardi, ed a breve arriveremo a nove sempre che Erdogan non continui a stuzzicare Putin e questo giustamente non gli tiri in testa qualche bomba atomica, è proprio necessario comprarseli i bambini? Non ce ne sono già abbastanza in giro? Come si fa ad essere contenti che il governo cinese, per dire, abbia tolto il limite di un figlio a coppia quando sono già un miliardo e quattrocento milioni? Mi sembra per lo meno incauto. E se si mettessero a produrli anche loro, e magari ad esportarli col marchio Made in RPC? Staremmo freschi…

(75. continua)

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