Vita quotidiana al tempo del coronavirus (XCVI)

Venerdì 29 maggio

L’altro giorno mi ha colpito la notizia che, grazie all’isolamento, ci sono stati meno decessi per ictus e infarti. Addirittura anche i reparti ospedalieri si erano svuotati, sembrava che nessuno volesse più andare a farsi visitare e controllare, del resto la cosa è comprensibile visto che tanti contagi, specialmente nel primo periodo, sono avvenuti proprio negli ospedali e nelle strutture sanitarie, e dunque se uno aveva un doloretto se lo teneva. Dato che però ictus e infarti non sono proprio doloretti potrebbe voler dire che la gente, vivendo una vita più tranquilla, si sia salvaguardata: del resto quello della vita tranquilla è il consiglio che si da sempre a chi ha quel tipo di problemi. Gli studiosi dell’università di Oxford, o di Cambridge, quelli che si prodigano a scoprire gli ossi del pene dei Neanderthal, potrebbero farci una bella ricerca, no?

A proposito di ricerche, una fondazione che si occupa di Sanità ha ventilato che i dati dei contagiati in Lombardia siano stati sottostimati da sempre e specialmente adesso, per opportunità, e come esempio cita il numero relativamente basso di tamponi effettuati rispetto ad altre regioni. A parte che il fatto che i contagiati e i morti siano sottostimati è un segreto di Pulcinella, rispondere con una minaccia di querela come ha fatto il presidente della Lombardia mi pare rischioso e secondo me non ne faranno proprio niente: gli conviene che qualche giudice vada a cercare i numeri veri, e se qualcuno ha cercato di minimizzarli?

Stamattina sono andato finalmente a buttare l’armadio che, smontato dal balcone, giaceva in uno scatolone davanti alla porta della cantina. Mi sono affrettato perché cominciavamo ad avere degli imitatori, infatti mentre prima il corridoio delle cantine era sgombro adesso oltre il mio scatolone è apparso un sacco pieno di vestiti e scarpe vecchie e tre biciclette del tempo che fu; è quasi sempre così, appena si rompe un argine i pesci si affrettano ad infilarsi nel buco. Una fila da delirio, degli anziani assoldati dal Comune a regolare il traffico; tra l’altro una volta entrato mi sono pure sbagliato e invece di buttarlo negli ingombranti l’ho buttato nel ferro, subito redarguito. L’ho ripescato a fatica e buttato nel posto giusto; ho sentito la mancanza dei volenterosi immigrati che aiutano gli operai che lì lavorano (o lavorano al posto loro, ma questa è una cattiveria) che danno sempre indicazioni e spesso una mano, e se c’è qualcosa in buono stato vedono di riciclarla per conto loro.

E’ abbastanza singolare vedere Mr.Trump minacciare di dare una regolata a Twitter, il suo strumento privilegiato di comunicazione, perché ha osato sindacare su un cinguettio non in linea con le policy in materia di fake news. Ditemi voi se devono essere queste le preoccupazioni di un imperatore galattico…

Pare che la UE sgancerà un bel po’ di soldi, non pochi maledetti e subito ma tanti, benedetti, e speriamo non a babbo morto; in parte a fondo perduto ed in parte in prestito con scadenza lunghissima, ed a tassi ragionevoli. Sarà vero? Quanto in realtà ci costerà? Lo scopriremo solo vivendo.

Stasera pesce, merluzzo al forno su letto di patate con pomodorini e olive taggiasche. Penso che un Lugana fresco possa andar bene, vi farò sapere.

Con questa nota culinario-enologica vi saluto, amiche e amici; la luce è in fondo al tunnel, sempre che non sia un treno che viene verso di noi. Buon weekend!

sara-tommasi2