L’ingegner Jürgen Matthäus, un sessantenne non molto alto, rossiccio, rubicondo e sovrappeso, direttore responsabile degli impianti Rana in Germania, siede sprofondato nella poltrona del suo ufficio alla Rana Tower di Monaco di Baviera, a due passi dal Deutsches Museum, ed a stento riesce ad articolare qualche parola.
«Jürgen, carissimo, che piacere sentirti» lo saluta la Calva Tettuta, nel tentativo di metterlo a suo agio. «Tutto bene con i nipotini? Salutami la cara Hilga, quando la vedi. Volevi parlarmi, caro?»
«Ja, frau Rana,» attacca l’ingegnere, con un marcato accento tedesco che l’agitazione accentua:
«E’ terripile, terripile! Non posso kretere ke questo successo in Cermania. Inconcepipile!»
«Ma di cosa stai parlando, caro? Non avrete anche voi un governo gialloverde per caso?» chiede Gilda, che ha a cuore la stabilità politica dell’Unione Europea.
«Nein, nein, peccio, molto peccio!» e un brivido serpeggia per la schiena di Gilda, ma prima che questa possa fare supposizioni su derive nazionaliste l’ingegnere continua:
«Hafete presente nuofo makkinario ke afremmo tofuto installare in Stalag Rana-1?»
«Ecco, adesso su due piedi non proprio, Jürgen, tra l’altro non ti avevo detto di cambiare nome a questi stabilimenti? Il nostro marketing trova che non diano un’immagine rassicurante¹. E i sindacati ci stanno col fiato sul collo, lo sai» lo rimprovera Gilda, preoccupata per le relazioni sindacali. «Comunque, che è successo a questi macchinari?»
«Ieri pomericcio appiamo portato nuofe makkine nei kapannoni. Makkine ti nuofa cenerazione, potentissime! Protucono il toppio tell’impasto Krakatofeln ti kuelle fecchie con la metà tegli attetti.»
«Krakatofeln? Ah, già, crauti e kartoffeln, da quelle parti ne andate ghiotti. Ma addirittura raddoppiare la produzione mi sembra esagerato, caro Jürgen. Chi ha ordinato queste macchine?»
«Ehm, siete stata foi signora, ciusto un mese fa, ho kuì la mail con l’ortine…»
«Io, dici? Mah, chissà dove avevo la testa. Aspetta un attimo, Jürgen» lo ferma la padrona, e coprendo la cornetta con la mano chiede a James:
«James, che tu sappia Flettàx ha imparato ad inviare le mail? Non vorrei che oltre ad imitare le voci si metta ad inserire ordini»
«Tenderei ad escluderlo, signora» risponde il maggiordomo «le zampe zigodattili non sono compatibili con le tastiere Qwerty»
«Gli uccelli non hanno segreti per te, grazie caro» lo loda Gilda, e riprende la conversazione interrotta:
«Ma senti Jürgen, e dell’altra metà di operai che ne facciamo? Quelli sono specializzati in Krakatofeln, come li riconvertiamo?»
«Nostro ufficio ricerka stutiato nuofo prototto che potrà afere successo krantissimo!»
«Davvero Jürgen? Stento a crederlo. Ricordo ancora la Kakkuzza, il ripieno cavolo cappuccio e zucca, una boiata che persino la buonanima di Toshiro Laganà si rifiutò di avallare» osserva Gilda, con una smorfia di disgusto.
«Kvesta itea rivoluzionaria, frau Rana! lo appiamo kiamato Wurstellino»
«Che nome grazioso, Jürgen! Di che si tratta stavolta?» chiede una dubbiosa Gilda.
«Appiamo pensato una krossa innovazione! Non useremo la karne come ripieno, ma useremo wurstel come involukro e lo riempiremo ti tortellini. Ceniale!»
La Calva Tettuta rimane qualche secondo in silenzio per elaborare la proposta del suo direttore dopodiché, non prima di essersi sistemata la bandana in seta di colori cangianti, emette il verdetto:
«Contrordine, Jürgen. Lascia stare il nome dello stabilimento. Fammi un piacere, però»
«Tica, signora»
«Impacchetta tutto il tuo reparto di creativi e mandalo alla catena di montaggio, gli operai in avanzo sforneranno senz’altro idee migliori e con un costo sensibilmente minore. Da parte mia cercherò di dimenticare questa telefonata e di ricordarti com’eri, caro Jürgen. Ma, a proposito di telefonata, non mi hai ancora detto perché mi hai chiamato. E’ per questa storia dei wurstellini?»
«Nein, frau Rana, nein… atesso kvesto non è problema… le makkine! Kvesta notte le makkine sono state fatte saltare in aria ed i kapannoni tati alle fiamme! Polizei parla ti attentato, siamo kiusi!»
¹ Gli Stalag (abbreviativo di Stammlager) erano campi di concentramento tedeschi per prigionieri di guerra della Seconda Guerra Mondiale. Niente a che vedere con gli Stalag Rana, abbreviativo di Stabilimenti Laganà così chiamati in onore dell’ex direttore R&S Toshiro Laganà, deceduto tragicamente (cfr. Niente sushi per Olena – 2018)
² Ara Macao insolente e scurrile scappato ad un senatore padano e rifugiato nel parco di Villa Rana (cfr. Ferragosto con Olena – 2019)
Già da subito sul Jurgen matthaus avevo riso. ..
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Chiamarlo Lothar sarebbe stato un pò troppo ma un omaggio al trascinatore dell’Inter di Trapattoni andava fatto! 😉
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Hai fatto bene😍
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uuuuh mi fa morire il tetesko di Jurgen… ahahah un po’ meno mi piacciono le sue ricettinen… però mai dire mai, non si sa mai… bisognerebbe farle assaggiare a qualcuno di fiducia… 😉
(ma quante te ne inventi?!?!? ahahahah! sei un blogger imperdibile! )
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Le Krakafoteln saranno presto realtà! Ho il cervello in libera uscita, tira fuori quello che vuole e non riesco a fermarlo. Sarà una reazione ai deprimenti telegiornali!
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NON DEVI nemmeno tentare di fermarlo, fallo scorrazzare quanto vuole… porta a casa roba sopraffina 😉
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Luddisti del XXI° secolo?
Mi pare che tu abbia preso una rincorsa lunga, comunque sempre molto piacevole da seguire.
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Si, piano piano, che tanto non ci corre dietro nessuno… e sui luddisti… no comment! 😉
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Comunque la star indiscussa del programma resta James…
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Il suo aplomb e’ leggendario, avrei voluto vederlo alle prese col sedere di Jurgen. Mi sarebbe piaciuto avere David Niven per interpretarlo ma e’ morto, che peccato!
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Sarebbe stato perfetto…
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Anche Christian De Sica poteva andare ma l’ho già fatto mangiare dai pigmei…
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James è uguale preciso a Anthony Hopkins nel film: Quel che resta del giorno.
Anzi, sospetto che Anthony Hopkins non esista e sia stato James a interpretare il film.
Per quanto riguarda gli uccelli (ne abbiamo dozzine che vengono a fare il nido nella mansion), James adora dare un nome a ognuno di loro. A ognuno. Sai la confusione?
Per il palato teutonico, posso proporre il tortel al posto del wurstellino? Wurstel a forma di tortellino, da condire con un sugo di crauti e salsa dolce che deve cuocere la domenica mattina almeno quattro ore. Delicato, leggero, sano, nella migliore tradizione della cucina tedesca.
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Se James non avesse fatto della modestia il proprio stile di vita, come d’altronde dimostrano i suoi pigiamini in pizzo, sarebbe potuto diventare una stella di prima grandezza di Hollywood. Ma la sua missione e’ servire, e perbacco se serve! Girerò il tuo interessante suggerimento a Hilda e a Jurgen, che potrà prenderne visione però temo non prima che nonna Pina lo abbia slegato. Ma questo tra qualche puntata… nel sugo va messa la birra, giusto?
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Rossa. Quattro litri. Lo dice l’Artusi e anche Cracco.
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Ho appena saputo che una pizza da Cracco costa 36€, non oso pensare al conto del tortel… ma ne varrà senz’altro la pena.
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Credo che tre tortel sfiorino il centone. Ma se prendi il menu degustazione Oktoberfest vivrai un’esperienza che rasenta l’estasi.
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Che tu sappia c’è compresa la meringa glassata ai crauti? I gemelli ne vanno ghiotti.
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Era nel menu dell’anno scorso. Ora propone lo strudel ripieno di salsiccia affumicata di Turingia.
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La migliore! Prenoto subito.
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Le note sono altrettanto spassose del testo.
Ma quanto c’ha messo Juergen a sputare il rospo?! Chiacchierone! 😀
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Mi piacerebbe fare un racconto di sole note. Mi frena il fatto che sono capace di mettere i numerini solo fino a 3, quelli dopo non capisco come inserirli. Sarà un racconto breve!
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Hai una tendenza fosterwallaciana! 😀
Il testo costituirà la nota alle note!
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Mi sono dovuto documentare… adesso mi dovrò leggere un suo libro. Mi stai dando i compiti a casa? Li accetto volentieri, comunque… un personaggio tragico, Wallace, da quale libro mi consigli di iniziare?
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Se ti interessa lo consiglio senz’altro.
Lascia perdere il bestione, “Infinite jest”, e scegli a ispirazione uno dei saggi o raccolte di saggi più brevi: ci troverai tutto il suo stile ma molta più leggibilità e possibilità di spaziare.
Io andrei su “Una cosa divertente che non farò mai più”:
http://lecoseminime.home.blog/2019/07/09/libri-14-foster-wallace-crociera/
“Il tennis come esperienza religiosa”:
http://lecoseminime.home.blog/2019/04/27/letture-7/
oppure “questa è l’acqua” (non l’ho ancora letto, ma vedi qua:
https://ilverboleggere.wordpress.com/2019/12/15/questa-e-lacqua-wallace/ )
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