Ferragosto con Olena – The End

L’ottobre è mite, ed i festeggiamenti per l’anniversario della fondazione dell’Istituto di Carità intitolato al Beato Turoldo Cesanese del Piglio non potrebbero essere più festosi.
La processione si dipana per le vie del paese, con in testa la banda cittadina che sfoggia le nuove divise disegnate dallo stilista Girifalchi ispirate alle Quattro Stagioni di Vivaldi ma per i maligni alla pizza quattro-stagioni, dono della Fondazione Rana; la partecipazione di fedeli, pie donne e congregazioni negli abiti tradizionali è massiccia, così come la presenza della folla ai lati della strada; la statua del Beato ondeggia a ritmo, sorretta da squadre di nerboruti manovali che si danno il cambio lungo i cinque chilometri del percorso.
Gilda, in divisa da crocerossina delle Volontarie del Soccorso ai soccorritori volontari sfila fianco a fianco a suor Matilda, commentando gli eventi dell’estate passata.
«Gilda, non so come ringraziarti. Se non fosse stato per te non so come saremmo uscite da quella situazione. Come potrò mai sdebitarmi?» chiede la suora alla sua vecchia amica.
«Non pensarci nemmeno, Marisa. Mi sono divertita tantissimo, specialmente con il lanciarazzi, mi serviva proprio divagarmi un po’ , non si vive di solo ripieno, giusto? Mi è dispiaciuto per l’auto del Vescovo, mi è scappato un colpo ma spero che quella nuova gli sia piaciuta…»
«Si, c’è rimasto proprio male! » ride la suora «Gli hai fatto saltare una Multipla e gli hai comprato una Jeep Cherokee, non finiva di ringraziare la provvidenza! Ma non c’era bisogno Gilda, hai fatto anche troppo… finanziato tutti i preparativi, avviato la costruzione del Museo della Corona di Galla Placidia… lo stabilimento per la produzione della Zuppa Imperiale…»
«Per quello mi raccomando, eh? Ci tengo, ho ordini fin dal Sultano del Brunei. Pugno di ferro in guanto di flanella o giù di lì, metti suor Emerenziana a contrattare con i sindacati» suggerisce la Calva Tettuta, ritrovando il piglio confindustriale.
«Ah, ah, ma certo, non preoccuparti» la rassicura la suora, poi dandole di gomito le indica il Vescovo:
«Guardalo, Gilda, non ha ancora capito niente di quello che è successo…»
«E ti credo» risponde la Calva Tettuta, «tra lui e don Martino si sono scolati una botte di vino… e quando si è svegliato ormai la mia Delta Force Rana aveva fatto sparire tutto. »  Poi, indicando all’amica la coppia che coadiuva S.E. Ardizzone dice: «Non li trovi teneri, Marisa? James non molla il campanellino e don Martino gli tiene il broncio. Beata gioventù!»

Sul grande palco allestito sul lungomare, davanti al ristorante “La coratella”, un’orchestra di All Stars sta eseguendo l’introduzione di “Historia de un Amor” nella versione mambo di Perez Prado.
Johnny Tempesti col suo sax tenore guida la sezione dei fiati tra cui spiccano i fuoriclasse Kuz Guardatí, italo-francese, alla tromba; Peter Petersen, norvegese, al clarinetto; Marco Cubillas, colombiano, al trombone e Walter Cotequinho, brasiliano, al sax baritono. Agostino picchia sulle percussioni, Armando ha abbandonato la fida fisarmonica per battere il ritmo con le claves, mentre Oscar sostiene l’armonia con il suo organo Hammond. Spicca nella sezione ritmica la presenza al  basso del cubano Giorginho Cerezo, in rotta dagli Adelante Compañeros per divergenze sul repertorio e soprattutto sugli emolumenti. La cantante Luana si muove languida scuotendo le maracas, operazione nella quale è maestra.
La pista è gremita di ballerini, tra cui spiccano le bionde Olena e Ljudmila. Quest’ultima è attorniata da una torma di indigeni, mentre Olena fa coppia fissa con Puccio Bongiovanni, inconfondibile con la sua camicia aperta sul petto villoso e la magliettina a proteggere l’arietta sulle spalle. Il marpione finge di non vedere le occhiate minacciose di Luana, e si affanna intorno alla russa nel suo stile accalappia-turiste-a-Brisighella.
Ad un tratto la luce sul palco si affievolisce, ed uno spot illumina la scalinata dietro al palco. Si apre il sipario e, coperta dai grandi ventagli in piume di struzzo sventolati dai due boys Petr e Ivan discende con movenze fatali lei, l’etoile, fasciata da un abito di lamè, con lunghi guanti di seta ed in testa un turbante a forma di ananas: poi, sull’ultima nota di Johnny, i ventagli si scostano e nonna Pina, ritornata per un giorno Wanda, si dona ai suoi ammiratori e con voce roca intona:
Ya no estas mas a mi lado corazón
En el alma sólo tengo soledad
Y si ya no puedo verte
Por qué Dios me hizo quererte
Para hacerme sufrir mas

Ad un tavolino del ristorante è seduto un uomo anziano, abbronzato, con un Panama in testa ed un sigaro Cohiba Siglo II in bocca. Pepe Secundo ascolta rapito nonna Pina, e si accorge appena della prosperosa cameriera Manuelona che, sfoggiando un seno della quinta misura abbondante, gli posa davanti una bottiglia di rhum, un bicchiere ed una ciotola di noccioline salate.

Siempre fuiste la razón de mi existir
adorarte para mi fue religión
en tus besos yo encontraba
el amor que me brindaba
el calor de tu pasión.

All’improvviso dal fondo della strada si sente lo smarmittare di una Ape Car Piaggio, sul cui cassone svetta una mulatta considerevole, che incita il guidatore ad affrettarsi.
«Miguel, cabròn, tra tante macchine che c’erano proprio esta scatoletta dovevi rubare!» lo apostrofa Paio.
«Ma mi amor, è l’unica che potevo guidare senza patente. Se ci fermavano i vigili?» risponde il giardiniere, ligio alle regole della strada.
«Mierda a todos los guardias de tráfico!» esclama Paio, esasperata. «Y mierda para ti!» poi, scorgendo una figura ben conosciuta:
«Eccola là, quella sciacquetta! Ferma immediatamente Miguel, fammi scendere!» ordina la cubana. Miguel, preoccupato, cerca di trattenerla:
«Por favor, amor, non farlo…» ma Paio si è già lanciata sulla pista, mentre il pappagallo Flettàx, sentito l’odore di noccioline, si dirige svolazzando verso il tavolo di Pepe Secundo.

La sagoma della cubana, in canottiera e gonnellina rossa, si staglia in mezzo alla pista, mentre i ballerini si spostano per farle largo.
Olena la vede arrivare, si ferma e la aspetta. Paio le si piazza davanti, e con un sorrisetto la sfida: «Fammi vedere adesso quello che sai fare…»
Olena la fissa negli occhi, e le dice: «Non ti è ancora bastato, vedo…» poi abbranca Puccio e gli sibila in un orecchio: «Preferisci morire ballando o facendo amore?» al che Puccio trova più allettante rispondere: «Facendo l’amore, ma…» e mentre Paio si è già messa in posizione con Miguel, Olena gli ordina: «Allora vedi di ballare bene, finuocchietto»

Es la historia de un amor
Como no hay otro igual
Que me hizo comprender
Todo el bien, todo el mal
Que le dio luz a mi vida
Apagándola después
Hay que vida tan obscura
Sin tu amor no viviré

Pepe si mangia con gli occhi la sua amata Wanda, mentre Flettàx gli mangia le noccioline.
«Che mujer!» commenta tra sé e sé, chiedendosi cosa sarà mai quella bevanda che ha davanti.

The End

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«O saggio Po, un cruccio mi attanaglia»
Il vigoroso Svengard, il norreno che ha trovato un posto nel cuore della Calva Tettuta dopo la dipartita del Cavaliere, cammina avanti e indietro di fronte al cinese Po, che sta svolgendo i consueti esercizi di Tai-Chi nella posizione del babbuino artritico.
Il confuciano poggia entrambe le gambe a terra prima di rispondere al biondo vichingo.
«O glande uomo del nold» risponde il saggio «Sei ploplio siculo che sia un cluccio ad attanaglialti? Di solito il cluccio allovella, il dubbio attanaglia. Che ti cluccia, comunque , o glande?»
«Maestro» risponde un accorato Svengard, sorvolando sull’aggettivo usato dal cinese, «tu che conosci i più reconditi anfratti dell’animo umano, aiutami»
«Se posso, mio amico, lo falò volentieli. Anche nel mio intelesse, è una settimana che spacchi legna, tla poco il boschetto salà diventato un campo da golf. Dimmi pule, dunque» lo invita Po.
«Po, in nome delle antiche scorribande in risció, rispondi a questo quesito: sai dirmi per quale motivo in questa storia hanno partecipato cani e porci, e solo io sono rimasto a spaccar legna?»

21 pensieri su “Ferragosto con Olena – The End

  1. ahahahahah! i cognomi degli “orchestrali” mi han fatto ridere con le lacrime: non riuscivo più a leggere. ahahahah! Ma dove li peschi!?! che fantasia che hai, Gio’.
    E però mi chiedo: ma ci sono ancora Multipla in giro?! ussignur,,, è dai tempi dei Flintestones che non ne vedo una.

    Povero Svengard, però 😦 Spero che qualcuno gli dica la verita: l’autore si è dimenticato di lui. (eheheheh).

    Ma che davvero è finita, Gio’? :-/ 😦
    Ne sentirò la mancanza…

    PS ma anche NB : ci farai un libro o la sceneggiatura per un film? ^_^

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      • Aspetta e spera, allora: hanno appena approvato una legge che proibisce l’uscita senza accordo. Siccome un accordo non lo troveranno mai, è facile che, tra cent’anni, te li ritrovi ancora qua i brexiters: a beccarsi i soldi europei, mentre sputano i noccioli delle ciliegie nel piatto…

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