Dieci buoni motivi per cui non voterò

Domenica prossima si svolgeranno, in Lombardia e Veneto, i referendum consultivi con i quali le amministrazioni delle due regioni locomotive d’Italia chiedono ai cittadini che le hanno elette di autorizzarli a chiedere allo Stato maggiore autonomia.
Il quesito non specifica gli ambiti in cui  questa maggiore autonomia viene richiesta, ma sempre dalle parti del portafoglio si va a finire.
Personalmente non ho mai saltato una votazione ed ho già consumato diverse schede elettorali; anche in materia di referendum, quando i radicali imperversavano inflazionando lo strumento, ho sempre cercato di dire la mia nell’urna; ma stavolta in considerazione della specificità della consultazione e cioè che la ritengo una boiata pazzesca, me ne andrò al mare o almeno in campagna.

Darò, per chi ne abbia bisogno, alcune valide motivazioni per andare a cercar funghi nel bosco anziché perder tempo al seggio:

  • Le Regioni devono essere riportate in condizione di non nuocere, come erano prima della sciagurata riforma del Titolo V della Costituzione. Le maggiori ruberie e sperperi degli ultimi venti anni sono state perpetrate dalle Regioni, altro che razionalizzazione;
  • Il Governatore Maroni, ex ministro dell’Interno del governo Berlusconi, ha dichiarato che se si recherà alle urne almeno un elettore in più di quelli andati a votare al referendum Costituzionale del 2001 (sempre quello del Titolo V!) sarà soddisfatto. Ringrazio il Governatore, se fino a ieri avevo un dubbio tra il no e l’astensione mi ha aiutato a schiarirmi le idee;
  • Nel parlamento regionale lombardo tutti i partiti maggiori (compresi M5S e PD) si dichiarano con diverse sfumature favorevoli a chiedere più autonomia, al massimo contestano l’uso del referendum. Io, come ai tempi del referendum sulla legge elettorale maggioritaria (a proposito, per venticinque anni ci hanno martellato gli zebedei con il maggioritario, e adesso stanno facendo la legge per tre quarti proporzionale ed un quarto maggioritaria, con tanto di fiducia apposta dal governo. Ma solo a me sembra ridicolo?) diffido sempre di quando sono tutti d’accordo e chiedono il consenso al popolo. Perché diavolo ci rompete l’anima se siete tutti d’accordo?
  • Ma che ci fate con più autonomia? Quella di adesso l’avete usata per costruire strade a capocchia, vedi Pedemontana e Brebemi, e far andare in malora quelle che già c’erano, con annessi ponti crollati e rimbalzi di responsabilità. Prima dimostrate di saper usare quella che avete, almeno;
  • Poiché la specialità della Lombardia (o del Veneto: secondo me ogni Regione ha la sua specialità ma facciamo finta che queste due siano diverse) se proprio esiste non è certo merito solo dei lombardi, ormai una minoranza, ma della somma degli italiani e stranieri che in questa regione vive e lavora, compreso il sottoscritto, credo estremamente giusto che una parte della ricchezza prodotta venga distribuita dallo Stato; sta ai governi usarla bene per riequilibrare le condizioni e le prospettive tra le varie Regioni, ci si prova dall’Unità d’Italia ma nell’ultimo quarto di secolo sembra proprio che l’argomento non sia più all’ordine del giorno;
  • Sono fermamente contrario al voto elettronico. Non è solo per la nota sfiducia verso gli ingegneri informatici, ma secondo me c’è un problema di controllo democratico troppo sottovalutato, specialmente in questi tempi dove si accusano gli hacker di interferire nelle elezioni del presidente Usa, figurarsi un referendum consultivo senza nemmeno quorum. E’ un attimo aggiungere migliaia di si, come si controllano se non ci sono nemmeno schede elettorali timbrate? Dove sono gli scrutatori, e cosa potrebbero scrutarsi?
  • Deleghe in bianco non si danno a nessuno. Prima dite che cosa volete chiedere, e poi vi diciamo se ci va bene o no. La polizia regionale no: i Mossos d’Esquadra qua non li vogliamo;
  • Il sistema di e-voting, compresi 24.000 tablet, è stato acquistato da una società olandese per poco meno di 22 milioni di euro. I tablet, dice la Regione, dopo la votazione saranno dati alle scuole: le quali li butteranno nel cesso perché così come sono non potranno utilizzarli e per riconfigurarli non hanno i soldi necessari. Meglio sarebbe stato votare a mano ed i soldi darli agli scrutatori nostrani e alle scuole dare i giusti finanziamenti, altro che tablet che, se anche utilizzabili, tra sei mesi saranno già da buttare;
  • Si prepara il prossimo tormentone per la prossima legislatura, al posto di pensare al lavoro ed alla disoccupazione. Spostiamo il problema sempre più in là con la speranza che ‘a nuttata passi da sola. Intanto riempiamoci la panza di autonomia.
  • Perché si. E basta.

 

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19 pensieri su “Dieci buoni motivi per cui non voterò

  1. A parte le ragioni da te portate, semplicimente sintetizzo: ho imparato che i punti di partenza sono sempre giusti, ma è poi lo svolgimento che fa acqua.
    Qualsiasi sia il partito a proporre, dev’essere un vizio nazionale.
    Più autonomia significa che a Roma gli uffici ora delegati contnueranno ad avere i funzionari che hanno e qui, in Lombardia, ne avremo di aggiunti, in più – che a loro volta si faranno il giro dei consulenti esterni con fior di parcelle e la mafietta personale.
    Tutto questo visto che il deficit italiano è uno dei più alti al mondo, e in Europa superato solo dalla Grecia.

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    • Le regioni sono diventate delle satrapie, dei moloch… se si richiedono più competenze dovrebbe esserci un risparmio totale, ma dato che il nostro debito pubblico continua a crescere non sembra sia vero, come dici… e poi si constata ogni giorno: in Lombardia va anche bene, perché comunque al netto di sprechi , soldi a camarille, bonus, infiltrazioni mafiose, aumenti di ticket e privatizzazioni i servizi sono ancora migliori che in altri posti, ma è evidente che decentralizzazione non è andata assolutamente al passo con efficienza. Poi respingo quest’idea del plebiscito, l’investitura del “popolo”. Siccome le elezioni regionali ci saranno a breve, sarebbe stato più onesto spiegare in campagna elettorale quello che ci si proponeva di fare, non a scadenza mandato e senza interlocutore dall’altra parte, dato che anche il governo è in scadenza…

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  2. Grazie, mi hai chiarito un bel po’ di cose, ero incerta se andare a votare NO oppure non andare. Con i problemi di salute che ho, e Zaia che non mi aiuta certo a risolverli, anzi, mi complica non poco la vita con le sue decisioni e i suoi tagli sulla Sanità, penso che domenica mi riposerò tutto il giorno! Uscire per andare votare è troppo faticoso per me. Glielo manderò a dire! Buona notte, Giorgio, un abbraccio. 😀 ❤ 😀

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    • Non sono un esperto, mi dicono che qualcosina si trova adesso, ma del resto non piove… mi legge nel pensiero perché effettivamente per domenica e’ previsto brasato e polenta! Dovrò sacrificare una bottiglia di quello buono allo scopo, ma ne sarà valsa la pena… buona giornata

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  3. Sottoscrivo persino le virgole, mio caro amico. Credo che, quel giorno, saremo idealmente vicinissimi, nel boicottare questa baggianata costosa, messa in piedi per turlupinare gli elettori, regalando anche un pacco dei nostri soldi ai bisognosi olandesi…

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  4. concordo su tutto. il sistema di voto elettronico attuale, come dimostrato da numerosissimi esperti informatici che hanno denigrato anche la pseudo infallibilità degli Estoni, non ha garanzia di voto. spero che questo sistema non venga rivolto ad altri referendum.

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    • I veneti, più accorti e risparmiosi, hanno optato per le vecchie schede cartacee… è la prima volta nella mia ormai lunga carriera da votante (stavolta non) che sento parlare di risultati “ufficiosi” … finora di risultati incompleti, di seggi ancora non scrutinati, ma sparare percentuali a vanvera (40%!) facendolo passare per oro colato (con la complicità dei media che facessero mai qualche domandina indiscreta, no) è veramente ridicolo. Sugli Estoni mi prendi di sopresa. Perché, non sono infallibili? Cordiali saluti…

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