E’ una congiura!

Amiche e amici,

tutto congiura contro di me. Appena fissata la cena di saluto e scambio di auguri di Natale con ex colleghi affezionati in un ristorante di Milano con menu fisso a prezzo modico, ecco che i Cobas dei treni indicono lo sciopero. E’ escluso che io vada in macchina, perché vorrebbe dire che non dovrei bere e questo è vietato dalla mia religione: chi mangia mangia ma le bevute devono essere pari, dicevano già i nonni quando si ritrovavano in qualche cantina per la “passatella”. Tra l’altro il ristorante alla fine mette sul tavolo grappa, limoncello e liquirizia, ed inoltre al momento di pagare il conto offrono un bicchierino di un inquietante sgorgalavandino di colore verde, che o rimette al mondo o mette direttamente ko. Al prezzo non esoso di 35€ portano una decina di antipasti, due primi, due secondi, dolce, acqua vino caffè e ammazzacaffè: che si vuole di più? E la qualità non è male, perché non si perdono in mille piatti ma fanno un menu unico per tutti: se a qualcuno non piace qualcosa può lasciarlo, che ci pensano gli amici a spazzolarlo. Una volta c’era un anziano mago che allietava i clienti con giochi di prestigio vecchi come lui ma sempre graditi, specialmente dopo un paio di bottiglie di vino: ma si è ritirato, o è morto, e non è stato sostituito. Per me è comodissimo perché arrivo in treno e la stazione di Greco Pirelli è a una decina di minuti a piedi; al ritorno l’unico problema è di non addormentarmi per non ritrovarmi magari senza portafogli al ritorno.

A proposito di portafogli, sabato sera con l’associazione di pensionati nella quale mi sono intrufolato siamo andati sempre a Milano al Piccolo Teatro (quello originale, il Grassi, in Via Dante) a vedere una commedia del settecento di Marivaux, che in Italia non era mai stata rappresentata; ero diffidente perché se per duecento anni non l’hanno fatta un motivo ci sarà stato; in effetti non mi ha convinto del tutto, bravissimi gli attori per carità, encomiabile lo sforzo, ma le scenografie e i costumi mi hanno un po’ deluso. Voglio dire, l’epoca è quella del Goldoni, perché usare veli, giochi di luce, cambi a vista? Diamine, le scene erano all’interno di una villa, e ricostruitela! Ma questa ovviamente è solo la mia opinione; e del resto lo spettacolo era stato funestato da un fatto increscioso: ad una nostra amica è stato ciulato il portafogli, appunto, e ad un’altra il cellulare. Probabilmente il furto con destrezza è avvenuto all’interno del McDonald’s che c’è all’inizio di via Dante, e dove incautamente ci siamo fermati a mangiare: una volta ti mettevi in coda alla cassa, facevi la tua ordinazione, le ragazze ti davano il vassoio con le tue cose: ora invece hanno messo i “totem”, tu devi sceglierti da solo cosa vuoi mangiare, pagare e in cambio ricevi un numero; con quel numero aspetti di essere chiamato dalla cucina. Dicono che l’hanno fatto per migliorare il servizio: in realtà è per risparmiare sul personale.  I totem però, intuitivi quanto si vuole, in gente non abituata creano sempre apprensione, si crea un capannello di “esperti” che danno consigli e nel gruppo i borseggiatori sguazzano. Col senno di poi la nostra amica ricorda di esserti girata, dopo aver lottato con il suddetto totem e di aver urtato una persona, e gli ha chiesto anche scusa: grazie, avrà pensato quello, dato che gli aveva sfilato il malloppo. Malloppo magro: appena 20 euro, persi tra tessere di associazioni varie e di supermercati; abbiamo ipotizzato che visto che è iscritta ad almeno tre gruppi di pensionati può darsi che il ladro, impietosito, aggiunga qualche euro e glielo faccia riavere indietro. Fortunatamente i documenti li teneva in un’altra parte, cosa da fare sempre.

Il mio amico quindi saprà cosa regalare per Natale alla moglie: imbarazzo che invece io ho tutti gli anni perché a) profumi e vestiti se li sceglie giustamente da sola (e per questi ultimi aspetta saggiamente i saldi) b) gioielli, braccialetti etc. sono vietati da quando ci hanno svaligiato casa (non è che sia stato un gran bottino, però qualche anello e collana l’hanno spazzolata) c) gli Swaroski su cui avevo ripiegato ormai costano come gioielli _ tra parentesi quando ci hanno svaligiato ci hanno fregato anche gli animaletti che avevamo collezionato in anni e anni: mi è dispiaciuto più per loro che per gli anelli… _ ). Ogni anno poi ci diciamo: quest’anno niente regali! Proposito meritorio, ma se poi la mattina di Natale non c’è nemmeno un pacchettino sotto l’albero ci si rimane male. Quindi qualcosa dovrò inventarmi…

Agli amici invece da qualche anno faccio solo regali mangerecci. Mi faccio spedire dal mio amico macellaio dei salami dal mio paese e li distribuisco graziosamente. In genere vengono apprezzati molto, è roba artigianale che da queste parti non si trova: ma al limite se a uno non piace può regalarlo a qualcun’altro, qualcuno che apprezza si trova sempre.

Provo quasi un senso di vergogna nel parlare di cose frivole, di regali, e non di guerra, Covid, frane e crisi economica: il pieno di tristezza l’ho fatto ieri sera vedendo la puntata di Report, alla fine della quale uno vorrebbe prendere un bastone e spaccare tutto quello che trova in giro. Ma non è che posso stare qua a frustarmi con il cilicio: la vita è troppo breve…

A presto!