Merde alors!

Me ne stavo beatamente mangiando un piatto di tortellini, innaffiandoli con una congrua dose di Lambrusco nel luogo più idoneo, e cioè in una trattoria di Bologna, quando da un tavolo vicino ho captato una conversazione che mi è sembrata contrastare con la leggerezza del momento, fatta da una compagnia di amiche intente a dividersi un tagliere di affettati vari, mortadella e formaggi.
Di solito non ascolto le conversazioni altrui, è una questione di educazione, ma in questo caso la mia attenzione era stata attratta dal fatto che un cameriere maldestro aveva rovesciato sui pantaloni bianchi di una delle commensali un calice di rosso, cosa che nel caso di persone a me molto vicine lo avrebbe esposto a rappresaglie dolorosissime: mentre invece la vittima ha incassato con eleganza, intingendo con grazia il ditino nella pozza sul tavolo e portandoselo dietro l’orecchio, dichiarando: “Porta fortuna”.

Così sono venuto a conoscenza che il ministro degli Esteri del Granducato del Lussemburgo, Stato grande un po’ meno di Genova che produce essenzialmente soldi per chi già ne ha, in un convegno che lo vedeva partecipare insieme ad altri ministri dell’Unione Europea tra cui il nostro ministro dell’Interno, ha condiviso l’esposizione del moderato programma di quest’ultimo per la gestione dell’immigrazione che consiste essenzialmente in punti forti come: a) basta immigrazione clandestina b) aiutiamoli a casa loro c) l’unico modo per non far morire affogati i migranti è non farli partire, sbottando entusiastico in un “merde alors!” che in lussemburghese sembrerebbe significare “bravo Salvini!”.

Scavalcando addirittura a sinistra il nostro ministro, commosso da tanto calore, Asselborn ha invitato a ricordare di quando i nostri emigranti venivano trattati di merda in Lussemburgo, Svizzera, Germania, Belgio e Francia, e regolarsi di conseguenza per non commettere i loro stessi errori. A tale scopo, come parziale risarcimento delle discriminazioni subite e delle condizioni in cui i nostri compatrioti erano tenuti, il ministro ha annunciato che  l’illuminato Granduca in persona ha deciso di devolvere quattro miliardi di euro l’anno per far fronte all’accoglienza dei nuovi migranti in Italia, ed ha annunciato l’invio di una task force di banchieri per insegnare ai nuovi arrivati i rudimenti dell’economia monetaria.

Strette di mano e abbracci convinti hanno suggellato il nuovo patto italo-lussemburghese, che prevede anche che ogni finanziaria del paese accolga almeno dieci cittadini extracomunitari: al momento di lasciarsi il nostro ministro ha salutato il collega con un festoso: “ma va’ a da’ via i ciapp’” che come è noto significa “arrivederci a presto amici!”.

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