Chi parla male pensa male

Questo è il testo, senza ne aggiunte ne correzioni, della mail ricevuta stamattina. Mi è venuto subito in mente il film di Nanni Moretti “Palombella rossa”, dove il protagonista Michele Apicella schiaffeggia la giornalista che lo intervista: “Come parla? Come parla? Le parole sono importanti.”

Buongiorno,
come discusso settimana scorsa, attualmente abbiamo una coda relativa alla US544 sul recupero dei warning.
Trovate la Storia nello Sprint 20, dove ho inserito l’effort rimasto da erogare.
Potete aggiungere anche la parte vostra in modo da smockare le forzature che avete messo appena Sara fixa i relativi problemi?
Grazie,

Intendiamoci, non voglio tornare all’epoca autarchica di Louis Armstrong-Luigi Fortebraccio, però mi avvilisce questo svilimento della nostra lingua quasi non avesse a disposizione abbastanza termini per definire a sufficienza le questioni.

Secondo me questo uso smodato di inglesismi, anche maccheronizzati, denota un complesso di inferiorità più che una apertura mentale: voglio dire, se parli con degli stranieri parla pure in inglese, ma se scrivi a me che mi smocki a fare? Sai già che io piuttosto smoccolerò.