Cronachette dall’isolamento

Amiche e amici, anche questo weekend è passato e la libertà si avvicina a grandi passi. Da quando è iniziato il secondo isolamento fa un tempo di schifo e quindi non mi posso lamentare più di tanto del dover rimanere tappato in casa, tanto non sarei andato da nessuna parte.

Da sabato sera l’isolamento si è allentato, la casa è diventata zona arancione e quindi posso uscire per mangiare insieme ai miei congiunti, a debita distanza (abbiamo un tavolo allungabile che quando abbiamo comprato non pensavamo potesse venire utile anche per queste evenienze) e comunque sempre con piatti, stoviglie e tovaglioli monouso. Rimango un po’ anche dopo cena però dovendo indossare la mascherina la permanenza non è piacevolissima, preferisco starmene nella mia stanzetta, a costo di passare da asociale. Inoltre ho notato che quando non ci sono io, mia moglie e mio figlio parlano molto di più tra di loro, e ho quasi la sensazione di essere troppo ingombrante, di tornare al centro dell’attenzione ma di togliere loro qualcosa…

Comunque, giusto per stare in compagnia, mentre l’altra sera in Tv c’era non so più che cosa mi sono (ri)letto i primi capitoli de “I misteri della jungla nera” di Salgari, in un’edizione di lusso che ho in libreria da anni ma non avevo mai aperto, con prefazione nientemeno che di Giovanni Spadolini, repubblicano, presidente del Consiglio negli anni ’80, ed è stata una goduria: Tremal-Naik, Kammamuri, i thugs… visto che stasera ci sarà l’ennesima replica di Montalbano penso proprio che continuerò la lettura. Ieri sera invece approfittando dell’abbonamento di mio figlio abbiamo visto un bel film su Netflix, “I misteri di Crooked House”, tratto da un romanzo di Agatha Christie, con un bel cast di attori tra cui spicca la bravissima Glenn Close. Insomma, continua la vacanza, anche se ho ripreso il lavoro a pieno ritmo: anzi a dire la verità ieri se avessi lavorato in ufficio avrei fatto solo mezza giornata, dato che a Milano era Sant’Ambrogio, ma visto che a Como il patrono è Sant’Abbondio ho fatto tutta una tirata, anche per recuperare i giorni persi a novembre.

Stamattina per curiosità ho provato ad aggiornare la App IO, quella che serve per inserire i dati per avere il famoso Cashback di Stato, ovvero un ritorno del 10% sugli acquisti fatti con carte di credito, bancomat, ed altri sistemi di pagamento tracciabili in negozi fisici, non on-line; il governo l’ha messa in campo come strumento di lotta all’evasione, in questo momento più che altro sembra una specie di sconto per invogliare gli acquisti, tutto fa brodo.  Probabilmente c’è stato l’assalto, come quando hanno fatto il click-day per il bonus monopattino (no comment)  e proprio la parte per inserire i dati di pagamento non è disponibile. Ma tanto per me non c’è questa urgenza, anche perché non riuscirò quasi certamente a fare dieci spese in negozio da qui a fine anno…

Oggi come botta di vita abbiamo ordinato il pranzo in un ristorante qua vicino, molto buono, per golosità e anche per dare una mano a questi ristoratori: menu unico per l’Immacolata, vi farò sapere.

Una cosa che mi ha dato fastidio del ritorno in soggiorno è la visione del telegiornale. Venti giorni senza mi avevano disintossicato, ma sono bastati due giorni per rincattivirmi: va bene coltivare la negatività, ma sentire ancora e sempre ricicciare le stesse cose, tre quarti di tempo sul Covid, e Mes si Mes no (senza mai spiegare di che si tratta) con dichiarazioni di tutti gli esponenti politici, inframezzati dai danni del maltempo e lamenti sulla mancata cura del territorio (qualcuno si deciderà a mettere mano e soldi per questa benedetta cura del territorio? O continueremo a rincorrere le emergenze come se ogni volta fosse una sorpresa inaspettata?), con qualche articolo in fondo assolutamente demenziale: e nel mondo che succede? Ma esiste un mondo fuori dai nostri telegiornali?

Il commissario Arcuri ha detto che chi ha avuto il Covid verrà vaccinato per ultimo. Personalmente la cosa mi fa piacere, tanto avrei aspettato fino all’ultimo, ma visto che l’immunità dura tre o quattro mesi magari agli anziani che l’hanno fatto non sarebbe male dargli una vaccinatina. Va bene che quest’anno, almeno qui in Lombardia, non si trovano nemmeno i vaccini per l’influenza, e diversi comaschi se lo sono andato a prendere in Svizzera, con la quale sembra sia stata fatta una specie di convenzione (le farmacie svizzere accettano la ricetta italiana, non mi pare fosse mai successo prima).

I miei hanno fatto l’albero; il presepe che spetta a me, quest’anno sarà in formato ridotto, Sacra Famiglia bue e asinello un paio di pastori qualche pecorella e metterò anche il San Francesco preso a Greccio quest’estate, che male non fa. Il minimo sindacale per mantenere viva la tradizione…

A presto amiche e amici, buona festa dell’Immacolata: non affollatevi nelle vie dello shopping, mi raccomando!