Pure i chirghisi ci si mettono?

Pare che l’autore della strage di Capodanno a Istanbul sia un chirghiso. Non è arrivato in Turchia con un barcone ma con un regolare volo di linea dalla Chirghisia, con tanto di moglie al seguito.

Chi, come me, fino ad oggi era ignaro dell’esistenza del Kirghizistan e tutto sommato aveva vissuto discretamente bene, poteva essere scusato dal fatto che fino al 1991 questa repubblichetta faceva parte dell’Unione Sovietica; e come tante altre di quelle repubblichette non si capisce cosa ci abbia guadagnato dall’indipendenza.

Una volta, in una partitella di allenamento, contendendo la palla ad un amico un po’ robustino gli diedi una spallata che lo fece cadere lungo disteso. Il volo fu abbastanza comico e invece di continuare l’azione mi fermai a ridere con le mani sui fianchi; al che il mio amico si mise a sedere, mi guardò addolorato e mi rivolse una domanda che mi fece quasi vergognare: “O Giò, pure tu te ce mitti?” che voleva dire che da me non se lo sarebbe mai aspettato.

Ora la stessa domanda la rivolgo ai chirghisi: Pure voantri ve ce mettete? E mo’ basta! Tra ceceni, afghani, kazaki, uzbeki, ossezi, transnistriani, non se ne può più! Allora aveva ragione la buonanima di Iosif Vissarionovič Džugašvili in arte Stalin a prendervi tutti a mazzate in testa!

In Italia abbiamo vissuto una lunga stagione del terrore. Stragi fasciste, lotta armata (o terrorismo rosso, a seconda della parte da cui si guardava), attentati palestinesi, stragi mafiose. Spesso intrecciate tra di loro, e con gli altri “misteri” non ancora chiariti e che mai si chiariranno. Per destabilizzare, si diceva, quando al contrario servivano a stabilizzare.

In giugno ed in novembre 2015 in Turchia ci sono state due elezioni. Nella prima il partito di governo aveva perso la maggioranza assoluta dei seggi in parlamento. Nella seconda l’ha riconquistata. Nel mezzo ci sono stati due grandi attentati rivendicati dall’Isis, che hanno colpito stranamente soprattutto giovani e oppositori, e la ripresa dei bombardamenti contro il Pkk quando si pensava piuttosto che si arrivasse a qualche accordo; la reazione ottenuta, prevedibile, è stata di altri attentati.

La lezione, insomma, la conosciamo. La Turchia, non c’è bisogno che lo dica io, è un paese bellissimo. Storia, cultura, arte, natura, mare, c’è tutto quello che si può desiderare. Istanbul è meravigliosa. Quando tutta questa follia finirà, e spero di non essere troppo vecchio allora, mi piacerebbe davvero molto tornare. Chirghisi permettendo.

 

stalin