Roma immortale!

In occasione della prossima marcetta su Roma¹, mi sono reso conto che lo Stato Pontificio ha un proprio Inno. Tra l’altro non male, non marziale come quello della ex Unione Sovietica o temibile come il Deutschland Deutschland über alles, ma con una sua forza espressiva. Il compositore fu Charles Gounod e fu eseguita per la prima volta nel 1869, ma dovette aspettare un bel pò di anni per soppiantare la vecchia  Marcia Pontificia di Hallmayr, perché nel frattempo erano arrivati i piemontesi. Se ne riparlò nel 1949, dopo ottant’anni sembrava che i preti si fossero fatti una ragione della separazione tra Stato e Chiesa, ma si sa che i tempi della Chiesa sono lunghi. Ancora oggi sull’Imu se la prendono comoda: a pagare e a morire, del resto, c’è sempre tempo.

Versione originale italiana dell’Inno Pontificio
del testo composto da Mons. Antonio Allegra

Roma immortale di Martiri e di Santi,
Roma immortale accogli i nostri canti:
Gloria nei cieli a Dio nostro Signore,
Pace ai Fedeli, di Cristo nell’amore.

A Te veniamo, Angelico Pastore,
In Te vediamo il mite Redentore,
Erede Santo di vera e santa Fede;
Conforto e vanto a chi combatte e crede,

Non prevarranno la forza ed il terrore,
Ma regneranno la Verità, l’Amore.

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¹ Niente di cruento, per carità. Con il coretto di cui faccio parte parteciperemo ad un convegno insieme a qualche migliaio di altri cantori provenienti da tutto il mondo, in occasione della festa di S.Cecilia patrona dei musicisti. Nel mio caso sia il titolo di cantore che di musicista sono usurpati ma tornare a Roma, qualunque ne sia la ragione, è sempre un piacere. Guiderò un drappello agguerrito di coriste, spero di tornare a casa sano e salvo.