Manfrina e manfrone – Cronachette dell’anno nuovo che assomiglia tanto al vecchio (9)

Amiche e amici,

il periodo è convulso. Non ho tempo per fare quello che più mi piace, cioè oziare sul divano o scrivere qualcuna delle mie stupidate: e non posso nemmeno prendermela con qualcuno perché la colpa è solo mia. Ho deciso di accettare quel lavoro di cui vi parlavo, non avevo considerato però che questo mi avrebbe impegnato di più, e per ora anche parecchio perché devo addestrare un team di persone, mentre prima ero responsabile di me stesso e poco più. Sono così tornato indietro di qualche anno, quando ero capoprogetto con potere di vita e di morte sui sottoposti (potere sempre adoperato con avvedutezza e direi magnanimità: sono intervenuto duramente solo in un caso, quando uno picchiò un collega presso un cliente _ fosse stato da un’altra parte, forse se la sarebbe cavata _) solo che adesso per quanto me ne frega si potrebbero anche accoltellare.

Per fortuna al lunedì sera è cominciata la nuova serie del Commissario Ricciardi con Luca Guanciale, e quella è sacra; poi al martedì c’è il ballo popolare, questo mese spazio ai balli dell’appennino emiliano: abbiamo iniziato con manfrina e manfrone, nomi evocativi, e una delle figure si chiama tresca, anche se non ho ancora capito perché. A ballare sono una pippa, ma per fare un po’ di movimento è sempre meglio che andare in palestra.

Al mercoledì ci sono le prove del coro: si avvicina Pasqua e quindi l’impegno non si può derogare. Il triduo, come sanno i fedeli, è abbastanza impegnativo. Non rispettiamo esattamente il digiuno quaresimale in quanto nel mese di marzo diversi coristi compiono gli anni e quindi ad ogni prova ci sono cioccolatini o pasticcini. Io sono ghiotto di Mon Cherì, e ogni volta che ne addento uno ripenso a mio cognato, camionista, che venne fermato alla frontiera con il tasso alcolemico alto dovuto proprio all’ingestione di uno di questi cioccolatini (sulla correttezza di mio cognato come camionista metterei la mano sul fuoco); per fortuna i doganieri svizzeri furono comprensivi e gli chiesero di ripetere l’esperimento; gli fecero bere dell’acqua, lo tennerò lì una mezzoretta, gli fecero mangiare un altro cioccolatino e rifecero la prova. Quindi, autisti ad ogni livello, evitate di mangiare cioccolatini con liquore prima di mettervi alla guida!

Al giovedì, siccome ero relativamente libero, ho visto bene di farmi tirar dentro in un’attività culturale. Il nostro aiuto parroco, uomo di grande cultura, storico, scrittore, ha proposto di rivitalizzare la chiesa più antica di Como che guardacaso si trova nel nostro quartiere ed è quasi sempre chiusa e allestire una rassegna estiva di musica, arte e teatro; sono stato ingaggiato in qualità di esperto di teatro, forse perché ho l’abbonamento al Piccolo Teatro di Milano con i pensionati, o forse perché ho scritto e diretto una decina di commedie per ragazzi: ad ogni modo dovrei trovare delle compagnie o attori singoli che propongano dei pezzi stimolanti e adatti all’ambiente; il limite che a me pare invalicabile è che si vogliono avere gratis, cosa che va contro la mia morale perché gli artisti a mio parere vanno pagati, magari poco ma pagati; del resto avendo un figlio che ha fatto le Belle Arti andrei contro i miei interessi. Dunque dovrò rivolgermi a buoni dilettanti, o attori affermati interessati al progetto, o magari qualche compagnia che vuol fare delle prove generali in un luogo comunque suggestivo. Conoscete qualcuno che possa andar bene? Per la musica invece non c’è problema: pare che ci sia la fila di gente, di buon livello, che vuol venire a cantare e suonare gratis (o si accontenta al massimo di un rinfresco).

Al venerdì serata libera. Mi sta capitando sempre più spesso però di dover fare da assistente sociale; abbiamo come vicini una famiglia con madre divorziata (di marito delinquente) e due ragazzi adolescenti che la fanno impazzire. La poverina non sa più cosa fare; ieri sera ad esempio strillavano come pazzi e sono dovuto intervenire prima con uno e poi con l’altro. Hanno dei problemi di nervi, e quando hanno delle crisi non sentono ragioni; bisogna mettersi lì e aspettare che gli passi, tranquillizzandoli con la voce e con i gesti. Mi sono anche un po’ spaventato perché il più piccolo mi sembrava da esorcizzare, aveva gli occhi sbarrati e ripeteva le stesse parole, dopo aver strillato appunto come un matto: “io non voglio, non voglio, non voglio… “ e tutto perché la madre avrebbe voluto che preparasse la cartella di scuola per il giorno dopo! I servizi sociali li seguono, ma sinceramente temo il peggio. E’ doloroso dirlo, ma forse se glieli tolgono e li mettono in qualche struttura in grado di gestirli le farebbero un favore, anche se lei sta dedicando loro tutta la vita.

Al sabato, o la domenica a pranzo, c’è la cena o il pranzo dalla suocera. Lì effettivamente mi riposo, perché mi piazzo sul divano, tranne le volte dove serva un quarto per giocare, cosa che faccio sempre malvolentieri perché non sono capace di concentrarmi e dopo qualche minuto comincio pure a sbadigliare, suscitando rimostranze e ire degli sfortunati compagni,destinati alla sconfitta. Chissà se all’età di mia suocera, ammesso che ci arrivi, qualcuno vorrà venire a giocare a carte da me, magari pensando di farmi un favore?

Cari amici oggi non vi tedierò con guerra, politica, Covid: è arrivata la primavera in anticipo sui tempi, il balcone è assolato e i fiori stanno tutti sbocciando; ho anche come ospiti due cavallette che sembrano passare tutto il tempo a fare l’amore (almeno sembra, dato che il cavalletto sta in groppa alla cavalletta: lo sapevate che la cavalletta maschio è più piccola della cavalletta femmina? Io l’ho scoperto ora).  Buon per loro! A presto.

Io NON sono quello con la parrucca rosa

11 pensieri su “Manfrina e manfrone – Cronachette dell’anno nuovo che assomiglia tanto al vecchio (9)

  1. Dear Giorgio,
    I like your video with Carnaval music and dancing people.
    They have not lost their joy of life, that is good.
    The man with the Chinese hat caught my attention, because I also liked to dress up in Chinese clothes for Carnaval, when I was a young girl. I also had such a hat and a yellow-black costume. I could have fit in perfectly in your round dance ….

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    • Ah, ah, non ce la faccio è più forte di me… dicono che sia un bell’allenamento per il cervello, contare le carte, tenere traccia di quello che giocano gli altri, indovinare cos’hanno in mano… Io gioco a caso! E vinco solo quando mi girano le carte così bene (o agli altri così male) che praticamente vincono da sole ! 😂😂

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  2. Due giorni pieni mi fanno sentire una scansafatiche!
    Suggerimenti per l’iniziativa teatrale? Da tantissimi anni ho stretto amicizia con Antonio Bianchetti prima presidente e ora socio del “Gruppo Àcàrya” di Como.
    Conosci? Ha il blog il barman del club.
    Un caro saluto 👋 👋
    Complimenti per il nuovo impegno!

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