Nel salone delle feste di Villa Rana si sta finalmente concludendo l’edizione 2022 di “Non aprite quel raviolo”; le note vicende hanno consigliato all’organizzazione di non procedere con l’assegnazione dell’ambito premio, tanto più che dei cinque concorrenti uno è in galera, uno è tornato in Marocco per consolare la cognata fresca vedova ed una veleggia verso la Lapponia per sistemare per le feste i gemelli Uppallo. Gilda Rana, al centro del tavolo d’onore, commenta con i commensali i recenti avvenimenti, mentre l’orchestra spettacolo “Bigio Corbatti e i Compagni di Merende” allieta i convenuti con un pot-pourri di salsa e merengue che richiama in pista i ballerini più flessuosi, tra cui spicca la coppia variopinta formata da Miguel e Paio Pignola, riappacificati ed in procinto di annunziare il matrimonio, sperando che il tentativo abbia esito migliore del precedente.
Le vallette della trasmissione, le tortelline Lori e Dori, per l’occasione sono state riciclate come cameriere e danno prova di grazia e leggiadria volteggiando tra i tavoli con grandi vassoi pieni di casoncelli, agnolotti e tortellini: Gilda infatti non ha voluta badare a spese ed ha ordinato al suo direttore della produzione, Haruki Laganà, di convertire momentaneamente le linee dello stabilimento per sfornare tutte e cinque le proposte in concorso.
«Tutto è bene quel che finisce bene, non è vero James? L’anno prossimo dovremo ingaggiare un altro presentatore, però. Ti dirò, Turchese ha avuto proprio una bella idea a farsi ammazzare. Tutta pubblicità per noi! Non hai idea di quante richieste di ravioli al gelsemium sono arrivate! Ci chiedono specialmente dei pacchetti regalo: nuore per le suocere e viceversa, mogli tradite per i mariti, amanti scaricati… ci sarebbe da fare un bel business! Dovrò informarmi con l’Asl se ci sono delle controindicazioni.»
«Lo sconsiglio, signora» interviene il maggiordomo tossicchiando «Temo che la nostra legislazione non lo consenta. »
«Sei sicuro, James? Mi sembra assurdo. E’ come se si vietasse di produrre martelli perché qualcuno di tanto in tanto li picchia in testa a qualche conoscente . Questo è un paese che ostacola la libera impresa!» proclama la parte confindustriale della Calva Tettuta.
«Ma lasciando perdere gli affari, James caro, sto pensando di fare un giretto per il mondo. Che ne dici? Tanto la settimana prossima ci annoieremmo: Nonna Pina se ne va in Cina con il generale Po e la sua nipote ritrovata, con l’intenzione di diventare la concubina di qualche imperatore; Palmira parte per la Nuova Zelanda con quel fustaccione del maori, e spero non si trattenga troppo perché come fa il ragù di papera lei non lo fa nessuno; che ne dici della Patagonia? Dovremmo avere qualche possedimento da quelle parti. O magari Ladispoli?»
«Questa è la stagione ideale per visitare la Patagonia e per l’avvistamento delle balene franche australi» risponde il competente maggiordomo, rabbrividendo all’idea di Ladispoli «Se lo desidera, provvedo subito al bagaglio. Devo preparare anche per il signore?» chiede indicando un mesto Svengard, seduto qualche tavolo più in là.
«Poverino, sta macerando nei suoi sensi di colpa. Non è tenero?» cinguetta la Calva Tettuta. «No, no, lasciamolo qua, così al ritorno si farà schiavizzare senza fare capricci. A proposito, hai sentito del contratto matrimoniale che ha stipulato la mia amica Jennifer¹ con il suo Ben? Pare che lui si sia impegnato solo per un minimo sindacale di quattro rapporti sessuali a settimana. Che taccagno!»
Montesi scuote la testa, ancora incredulo, mentre le donne sedute al suo tavolo chiacchierano tra di loro e la ragazza sorride confusa, cercando di capire cosa dicono i tre.
«Da quanto tempo lo sapevi?» chiede infine alla moglie Ines «Perché non me ne hai mai parlato?»
Ines e Olena si guardano, poi la russa annuisce e lascia la parola alla romagnola.
«Era la fine di luglio del 2008, ero al mare a Viserbella, ti ricordi? Tu eri rimasto al lavoro, come al solito. Stavo facendo colazione al bar di Ignazio quando si avvicina questa donna, tenendo la bambina per mano, e si siede al mio tavolo senza neanche chiedere permesso. Alzo la testa per protestare ma incrocio lo sguardo della bambina e rimango a bocca aperta, con la brioche mezza inzuppata nel cappuccino, incantata… le fossette sulle guance, la linea del naso, il colore dei capelli, persino quella rughettina tra le sopracciglia, mi sembrava di avere davanti la tua foto da piccolo! Solo gli occhi erano diversi, azzurri come il cielo… Siamo rimaste a guardarci con la madre per qualche secondo, non c’era bisogno di dire niente… Mi sentivo morire, cercavamo un figlio da così tanto tempo e non veniva, e adesso avevo tua figlia davanti, la figlia tua e di una donna che non ero io, e invece di essere arrabbiata avevo solo voglia di abbracciare la bambina e piangere…»
Olena le prende una mano tra le sue, come aveva fatto quel giorno; Ines le rivolge un sorriso e continua.
«Olena mi ha raccontato di come vi siete conosciuti, della missione in Bosnia, che tu le avevi salvato la vita e della relazione che avete avuto»
«Ma quale relazione! Te lo giuro Ines, è stata una volta sola…»
«Sì, lo so, ti credo. Ma non importa… il fatto è che Olena è rimasta incinta, e ha tenuto la bambina»
«Ma perché me l’hai tenuta nascosta? Era anche figlia mia!» protesta Montesi con la russa, indignato.
«Perché avrei dovuto dire te?» risponde Olena «Tu sposato e distante tremila chilometri. Non volevo complicazioni. Gli uomini sono una tale complicazione…»
«E cos’è cambiato allora, perché ci hai ripensato?»
«Ero stata richiamata per Georgia²» risponde Olena «Se mi fosse successo qualcosa, volevo che qualcuno si occupasse di Nastya»
«Ma non l’hai detto a me! L’hai detto a mia moglie, perché?»
«Non volevo tu sapessi prima, avresti sicuramente voluto conoscere lei, e magari portare via a me. Così abbiamo fatto patto: Ines avrebbe detto te solo se fosse successo me qualcosa. E io non avrei rivisto te mai più. Patto ha retto, fino ad oggi. Ines è donna straordinaria, lo sai, sì? E ha tanto aiutato Nastya, in questi anni»
«E perché me lo dici ora? Non mi sembra che tu sia in cattiva salute» constata Montesi, ironico.
«Sono stanca di guerra, Nicola» risponde Olena «E Nastya ha diritto a posto migliore dove crescere suo figlio. E’ vero, io negato te possibilità di fare padre. Ma sei ancora in tempo per fare nonno, se tu vuole»
«Nonno? Perché, tua figlia… nostra figlia, aspetta un bambino? E… si sa già cos’è, un maschietto, una femminuccia?» chiede Montesi, sorridendo teneramente a Nastya. Che gli restituisce il sorriso, e risponde con le poche parole di italiano imparate:
«Maschio, papa³. Si chiamerà Nicola, come voi. Nicola Mikhailoviĉ Petrakov »
«Ehi tu, parrocchetto, proprio te stavo cercando!»
Flettàx, l’Ara Macao padano, si avvicina al suo rivale, il pappagallo economista Spread, caracollando minacciosamente. Questi, distolto dalla lettura dell’inserto fiscale del Sole 24 ore, gonfia le penne preparandosi alla lotta.
«Che vuoi, brutto bifolco? Ti pare educato presentarsi in questo modo? Perché non te ne ritorni nel tuo trespolo puzzolente invece di infastidire la gente perbene?»
Flettàx arrota il becco, trattenendosi a stento.
«Te lo dirò una volta sola, cara la mia cocorita: devi lasciare in pace la mia ragazza. Se ti rivedo a svolazzarle intorno ti strappo le alucce e mi ci faccio un ventaglietto, capita l’antifona?» gracchia arrabbiato.
«Ma sentilo, il troglodita! “La mia ragazza”… Kocca per tua norma e regola non è una tua proprietà, ed è benissimo in grado di decidere da sola con chi andare e con chi no»
«Tu le stai facendo il lavaggio del cervello con le tue smancerie! Poesie, puah! E lei che ci crede pure, povera scema. Ma a me non me la fai, caro mio, li conosco bene i damerini come te! Una bella manica di bastonate e te la faccio passare io l’ispirazione poetica!»
«Che fai, minacci?» si inalbera Spread. «Ci vuole altro che un pallone gonfiato come te per farmi paura. Forza, fatti sotto, e facciamola fuori una volta per tutte! Cacatua!»
All’insulto Flettàx garrisce l’urlo di battaglia e si appresta a lanciarsi sull’incauto avversario, quando il campo visivo è attraversato da due intruse.
«Coo, coo, scusate ragazzi, sapreste indicarci la via del pollaio di Villa Rana? Sapete, siamo nuove di qua e ci siamo perse. Siamo così sbadate! Ah, io mi chiamo Lucilla e mia cugina Drusilla. Voi siete di queste parti?»
I due pappagalli, pronti a passare alle vie di fatto, si scambiano un’occhiata di intesa.
«Ma certo signorine, noi abitiamo qua, anzi in un certo senso questa è casa nostra, non è vero amico mio? Ma che sciocco, non mi sono ancora presentato: io mi chiamo Spread, e lui è Flettàx. Da dove venite, se non siamo indiscreti?»
«Coo, coo, siamo galline padovane…» risponde Lucilla, scuotendo la cresta.
«Padovani, gran dotori, visentini magna gati…» declama Spread.
«Ma come siete simpatici!» crocchia Drusilla, ammirata. «Non sareste così carini da accompagnarci? Sapete, a volte si fanno di quegli incontri… ma si vede che voi siete due pappagalli a posto»
«Eccome se lo siamo!» conferma Flettàx. «Vi accompagneremo volentieri, signorine. Anzi, per non perdere tempo prenderemo una scorciatoia, che ne dici Spread? La vedete quella siepe là in fondo? Ecco, arriviamo fin là e poi…»
THE END

¹ Per i pochi che non avessero seguito la vicenda, si tratta degli attori Jennifer Lopez e Ben Affleck, affascinanti ma non proprio giovanissimi. Forza Ben, ce la puoi fare! Anche se, come sostenevano i saggi Nuovi Angeli già negli anni ’70, “Chi mi dice che sono buone pere, dopo un anno di pere, dirà: Singapore, vado a Singapore…”
² Nell’agosto 2008 la Russia intervenne in Georgia per (a suo dire) sostenere l’indipendenza di due regioni autonome filorusse, l’Ossezia del Sud e l’Abcasia. La guerra durò solo una settimana ed evidentemente non ha insegnato niente a nessuno.
³ Non è un refuso: in russo papà si dice papa. E mamma si dice mama. Nonna invece babushka, ma quello lo sapete bene…
Cari lettori, sono arrivato finalmente alla fine e proprio nel giorno del mio compleanno. E’ un segno del destino! Adesso farò riposare i personaggi, se lo sono meritato, considerato che la prima puntata è stata pubblicata il 5 maggio 2021 e li ho pagati veramente poco. E anch’io mi riposerò. O meglio, borbotterò. Zompetterò, anche. Scribacchierò, forse. A presto!
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🤣🤣🤣🤣🤣buon compleanno …e falli riposare pocoooooo… È tutto davvero geniale🤩
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Vogliono il rinnovo del contratto! Irriconoscenti, con tutto quello che ho fatto per loro. Chiedono anche i contributi arretrati, roba da matti! 🤣🤣
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The people in your novel sure like traveling, don’t they? They travel here and there, everywhere, to all the continents of this world. It is a bit confusing but also interesting.
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With fantasy one can travel all over the world, and without borders and tickets! Yes they like it, and you are right, it’s a bit (only a bit? 😂) confusing…
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Fantastic traveling is a lot of fun, dear Giorgio. It is the easiest and cheapest way of going around the world. From Patagonia to New Zealand, that is quite a distance ….
Have I understood this right, it is your birthday? I wish you all the best for your special day, congratulations – and many happy returns.
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Thank you very much, Olivia!
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E bravo! Sei pure riuscito a farci stare dentro anche il Montesi nonno. Complimenti pure a lui che, con un colpo solo ha fatto danni alla povera Olena… Se poi penso ai pappagalli pollaioli, vado in brodo di giuggiole. Sebbene in questo tuo finale tu ci abbia infilato una vena di dovuta malincinia:bravo bravo bravo e grazie per la bella lettura.
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Innanzitutto ti avverto che se qualcuno prova a chiamare Olena nonna rischia grosso. Sono contento di essere arrivato alla fine… anche le galline padovane lo sono! 😂
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Felice compleanoooooooo, grande Gio’! È rimasta qualche briciola di torta per me? ^_^
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Grazie!! Sono rimasti dei cioccolatini Lindt, ti piacciono?
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^_^ in verità non tanto, ma ne accetto uno per educazione. eheheheh
Ancora buon compleanno, Gio’
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Augorroni
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Grazie!!
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Felice compleanno, Gio! 😊🥂
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Grazie Madalina!
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Apprendo solo ora che compi gli anni. Tu quoque!!!!!
Mi affretto a inviarti un prosecco (ahimè, virtuale! è il massimo che posso fare!) e cin,cin… auguri e figli maschi (come dicevasi un tempo)
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Grazie Guido, perché tu quoque, anche tu compi gli anni? Cin cin!
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No, è il tu quoque, accorata constatazione della congiura del tempo 🙂
PS: L’ho scritto tempo fa da qualche parte : “Festeggiava ogni suo compleanno osservando un minuto di silenzio” 🙂
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Ah, ah, questo compleanno mi è scivolato via. Sarà che ho evitato i festeggiamenti? 😉
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Tu quoque, e stavolta lo dico nel senso che anch’io, come nel tuo caso… scivolo via.
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Giò sei arrivato al finale con gloria . Bravo 👏 . Ottobre pure tu …😉 Tanti auguri 🍾🥂.
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Grazie Francesca, sì, ce l’ho fatta! Non era scontato, ad un certo punto disperavo. E sì, sono una bilancia! Con tutti i pregi e i difetti…
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