Tre stelle per Olena – 42

Joao do Patimento, lacero e contuso, ammette parzialmente le sue colpe.
«E’ verdade, eu conhecia o Turchese… era venuto ao Brasil para o carnaval, il carnevale, era capitato per caso nel mio locale ed era rimasto encantado do meu bacalhau, checché ne dica quella là» dice indicando Paio Pignola, che per prudenza è stata ammanettata ad un pesante calorifero in ghisa. «Facemmo amicizia e lo portai a visitare la scuola di samba del mio quartiere, la Portela, e gli presentai tanti amici, ballerini e ballerine, musicisti… nós dançamos e bebemos, abbiamo ballato e bevuto, insomma eravamo un po’ alticci, e alla fine della serata, dato che aveva prenotato un albergo dall’altra parte della città, mi offrii di ospitarlo a casa mia. Accettò volentieri, e non so se per colpa del bacalhau o del samba finimmo a scambiarci la saponetta sotto la doccia. Mi promise che avrebbe ricambiato appena possibile, e infatti qualche settimana fa mi chiamò per chiedermi se volessi partecipare a questo show, diceva che avrei avuto un sacco di pubblicità. Visto come sono andate le cose ne avrei fatto volentieri a meno… e comunque come le ho detto non avevo niente contro di lui, non vedo perché avrei dovuto avvelenarlo.» conclude lo chef, tenendo d’occhio, almeno con quello rimastogli aperto, la cubana.
«Quindi dopo quella volta non vi siete più rivisti, ho capito bene signor do Patimento? Ci pensi bene, non le sfugge qualcosa?» chiede Montesi, allusivo.
«Não, non mi pare…» risponde Joao, guardingo. «Perché, cosa dovrei ricordare?»
«Ci risulta, signor do Patimento, che il Turchese ebbe una… disavventura, il giorno dopo il vostro incontro. Mi corregga se sbaglio: Turchese venne sequestrato. Un mini rapimento, in effetti, mentre rientrava al suo albergo: il taxi su cui viaggiava fu bloccato da una banda di meniños de rua¹, il presentatore venne portato in una baracca e gli venne chiesto, per poter essere liberato, di procurarsi 10.000 real. Non una grande somma se ci pensiamo, più o meno cinque mesi di stipendio medio brasiliano, pari a duemila euro, una somma sicuramente alla portata di Turchese. Però c’era un problema, ovvero che Turchese aveva perso il portafogli, e quindi non aveva modo di pagare. Vuol continuare lei, signor do Patimento?» lo invita Montesi, mentre Nonna Pina chiede alla cameriera un altro bicchiere di rum ed una tazzina di noccioline.
Lo chef si schiarisce la voce, e inizia a raccontare:
«Turchese mi chiamò, era molto agitato. Mi chiese di aiutarlo, non conosceva nessun’altro a Rio. Mi disse di essere stato preso da questi ragazzini, il tassista era scappato, e quelli volevano dei soldi o minacciavano di affogarlo nelle latrine. Lo tranquillizzai, gli assicurai che gli avrei portato i soldi, poi me li avrebbe ridati con comodo… così presi parte degli incassi e andai a fare lo scambio. Stetti attento a non farmi vedere dalla polizia, perché da quelle parti ci mettono poco a sparare»
«Una buona azione, non capisco perché non ce ne abbia parlato prima. Turchese le fu riconoscente, immagino» constata il maresciallo, sornione.
«Sim, muito grato… ma era anche molto spaventato, volle partire al più presto, e lo aiutai con il biglietto aereo. Pochi giorni dopo tramite un money transfer mi restituì tutto il denaro prestato, e la storia finì lì; mi era perfino passata di mente, per quello non ne ho parlato»
«Ma a Turchese non era passato di mente, a quanto pare» afferma Montesi, serio.
«Non mi risulta, perché dice questo?» chiede Joao, guardingo.
«Semplicemente, a mente fredda, Turchese cominciò a fare due più due. Era lei che aveva insistito per ospitarlo; era da lei che aveva sicuramente lasciato il portafoglio; il taxi su cui era salito era stato chiamato da lei… »
«Ma queste sono coincidenze, non vorrà insinuare che…»
«Non io» lo blocca Montesi «ma Turchese era tignoso, e ingaggiò un investigatore: così scoprì dei prelievi fatti da lei con la sua carta di credito, dell’identità del tassista ovvero suo cugino Emerson, e soprattutto del fatto che non era la prima volta che “incidenti” del genere accadevano a suoi ospiti. E’ lei che controlla una banda di meniños, a loro dà qualche spicciolo ed un po’ di droga, e il resto lo tenete lei e il suo complice. Il ristorante non va poi così bene, a quanto pare… Turchese l’aveva scoperto, e l’avrebbe svergognata in diretta, lei non poteva permetterlo e l’ha ucciso»
«No, non è vero! O almeno sì, è vero, il ristorante non va bene da un po’ di tempo, i creditori non mi lasciano tregua, ma non ho ammazzato Turchese! Avevamo sistemato da tempo i nostri problemi, gli avevo ceduto il mio locale in cambio del suo silenzio, ecco, guardi qua!» conclude lo chef, estraendo tasca interna della giacca a quadretti verdi e gialli un documento e porgendolo a Montesi. Questi lo prende, lo scorre con gli occhi e lo passa al suo appuntato:
«Corinaldi, prendi questo contratto di vendita, mettiamolo agli atti» Poi, tornando a rivolgersi al brasiliano:
«Signor Joao do Patimento, lei è in arresto. La procura di Rio ha chiesto la sua estradizione, domani partirà con il primo aereo. »
«Ma come, lo rimandate a casa sua questo porco?» insorge Paio Pignola, che lo vorrebbe avere ancora sotto le mani per dieci minuti almeno.
«Sì, signor Garcìa. Per quanto il suo ex fidanzato sia una persona spregevole, non è stato lui a commettere l’omicidio di Turchese. Piccioni, ne abbiamo ancora di manette?» chiede al carabiniere.
«Ed ora passiamo al nostro ultimo sospettato» annuncia Montesi, indicando il già ammanettato Farouk Marrakech.

¹ Bambini di strada che abitano le favelas, spesso orfani o abbandonati, che vivono di furti ed espedienti; vengono anche ingaggiati dalla malavita per spaccio ed altro; dediti alla droga, muoiono quasi tutti giovani.

19 pensieri su “Tre stelle per Olena – 42

    • I should like to visit Rio during Carnival, but I fear there Is too much confusion… I hope that next elections Lula can win, Brasil need a better administration than Bolsonaro. Brasil is magic for we Italians, great football players, singers, beautiful women. Unfortunately, great social inequalities, and poorty… there is a vaste italian colony (quite as in Argentina) , I know families with second name like mine (not parents…) because there is a lady that found all discendents with the same name. She call all us “cousins” even if we are not. A lot of movies have Brasil as location… but I must go before to Cuba! 😁

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  1. 😁 dici del carnevale? Ah, ah, sì, di tutti i colori! Non so come fanno a dimenarsi così velocemente. E poi ce n’è tante mezze biotte! E poi ci sono anche i trans, giusto per confondere le idee. Insomma, un bordello! 😂

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      • Tira brutta aria per lei: ho letto che diversi stati hanno modificato le condizioni per concedere i visti a cittadini russi. E per essere ancora più sadici, addirittura li negheranno a coloro che scappano dal reclutamento obbligatorio. Ma quanto sono umani questi finlandesi, polacchi, lituani, lettoni, cechi… Ai tempi della vecchia URSS, quando anch’essi dissidenti scappavano ad ovest, non si sarebbe dovuto accoglierli. Perché, come i russi dissidenti oggi, avrebbero dovuto rimanere e lottare contro la dittatura comunista, invece di espatriare e fare loro la bella vita in occidente.

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        • Ci pensavo anch’io a questa cosa, è assurdo! Invece di stendere tappeti rossi a chi se ne vuole andare, gli chiudiamo le porte in faccia. Tra l’altro credo che ormai sia tardi, perché alle frontiere non li fanno più uscire di sicuro quelli che possono essere arruolati. E del resto gli ucraini hanno fatto la stessa cosa, gli uomini col cavolo che li facevano uscire! Avevano anche fatto i picchetti armati, e sparavano a chi voleva scappare. Forse non abbiamo ancora capito che là c’è una guerra… ci vuole proprio che ci tirino le bombe anche a noi per capirlo?

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          • Sai cosa mi sembrano tutti quanti? Mi sembrano delle belve assatanate che hanno sentito l’odore del sangue. E non intendono più ragione. Infatti è proprio perché sanno di essere in guerra diretta, che hanno paura che tra i profughi si celino sabotatori e sovvertitori. Diciamo che hanno la coscienza sporca. Qua in Italia non l’abbiamo ancora capito.

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            • Possibile che non c’è nessuno che voglia ragionare? Possibile che solo il Papa e pochissimi altri dicano parole chiare contro la guerra? Sembrano tutti degli zombies. Aspettiamo il discorso di Putin di martedì, dicono; ma cosa ci si aspetta di diverso? Dirà quello che già si sa: dal momento in cui il Donbass è annesso, ogni attacco sarà considerato contro la Russia. Con tutte le conseguenze del caso…

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              • Ricordi la prima e la seconda guerra del golfo? Quando lo zio Sam chiama alle armi manco dio ci può a fermarli! E adesso che credono di avere in pugno i russi, non si fermeranno di certo. Nessuno li potrà fermare: sono convinti, a maggior ragione per le prove deludenti date dall’esercito russo, di poter chiudere una volta per tutte il dossier russo. Nei prossimi giorni sapremo se Putin avrà la follia sufficiente e necessaria per sguinzagliare missili per ogni dove nel pianeta. Oppure, come Gorbacev, accetterà il declino inevitabile pure della Federazione Russa a “staterello”, in modo relativamente pacifico.

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                • Tutto può succedere, temo… aspettare l’inverno, aspettare l’addestramento dei riservisti… dipende anche da quanto questi dalla “nostra” parte continueranno a voler portare avanti la guerra. Se nessuno dice a Zelenskji “e ‘mo basta, siediti e non rompere i coglioni” abbiamo trovato come riscaldarci. Saremo anche un po’ fosforescenti…

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                    • Eh, ma Putin se lo può dire solo da solo, invece a Zelenskji dovremmo dirlo noi… sono curioso di vedere su questo tema come si comporterà il governo. Probabilmente non cambierà nulla, almeno nell’immediato, ma se l’inverno sarà rigido chissà…

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