Pallacanestro

Ieri sera per la prima volta in vita mia ho assistito ad una partita di pallacanestro dal vivo. A Desio, dove giocava il Cantù contro il Forlì. Confesso che a causa dell’altezza questo non è lo sport che più ho seguito nella mia vita: i ricordi di gioventù sono quelli in bianco e nero della televisione o quelli delle figurine Panini, con squadre leggendarie come Forst Cantù, appunto, o Ignis Varese, o Simmenthal Milano… mi aveva sempre incuriosito questa faccenda dello sponsor che compariva nel nome della squadra, come per il ciclismo, e reputavo il calcio più puro, allora lo sponsor non appariva nemmeno sulle magliette, e l’unica squadra con il nome dello sponsor era il Lanerossi Vicenza… Marzorati, Meneghin, Dan Peterson, ma oltre questo so veramente poco.  

La Ignis, fondata dal milanese Giovanni Borghi, con i suoi frigoriferi è stata uno dei motori del boom degli anni ’60, nel tempo è passata alla Philips ed ora è della Whirlpool, la multinazionale americana che ha fatto man bassa delle nostre aziende di elettrodomestici, salvo chiuderle a piacere per delocalizzarle dove il lavoro costa meno (che è tutto dire, considerando che gli operai italiani sono tra i meno pagati in Europa). La Forst incredibilmente è rimasta italiana (oddio, i fondatori erano di Merano, che allora non era ancora italiana, e gli stabilimenti stanno a Bolzano); sbaglio o non si vede molta pubblicità di questa birra? Eppure sembra che prosperi, e ne sono contento, anzi sapete che vi dico: da ora in poi alternerò anche la Forst alle Ichnusa e Menabrea che ogni tanto mi scolo degusto. Anche la Simmenthal era stata fondata da dei milanesi: a me le scatolette piacciono, mia moglie però le aborrisce e mi vieta di acquistarle perché sostiene che non si sa quel che ci mettono dentro. Io ribatto che se dovessimo sindacare su tutto quello che mettono dentro il cibo che mangiamo, o che danno da mangiare agli animali che mangiamo, o che assorbono i pesci dal mare, o che viene irrorato sulla frutta e verdura non dovremmo mangiare più niente, o farci ognuno il nostro orticello stando però attenti all’acqua che ci pioverebbe sopra. Insomma, di qualcosa bisogna morire, dico: e va bene, ma di Simmenthal no, mi vieta lei. Comunque anche la Simmenthal, dopo una parentesi in Kraft, è tornata ad essere di proprietà italiana (oddio, anche qua: della multinazionale Bolton, se vogliamo considerarla italiana: tra le altre cose possiede anche Manzotin e Rio Mare. Manzotin ha uno stabilimento in un paese qua vicino, e quando era ragazza mia moglie ci passava vicino e ne usciva una puzza micidiale, è da allora che diffida dalla carne in scatola…)

Come dicevo, Cantù è stata per decenni e fino a poco tempo fa una delle squadre italiane più forti; tra l’altro ci è cresciuto sportivamente un compagno di scuola di mio figlio, con i genitori di origine africana: il suo professore di educazione fisica lo dice sempre che lo sapeva che sarebbe arrivato in alto, e infatti ora è in nazionale… ma io lo ricordo ancora piccolo (piccolo: in prima media sia lui che mio figlio erano già più alti di me) all’uscita della scuola, alzare di peso due compagni che stavano litigando, uno per uno lui e mio figlio, per impedirgli di farsi male. L’ho rivisto l’altra sera, collegato  in videoconferenza dalla città dove gioca ora, ad una tavola rotonda sul tema Educazione, Famiglia e Sport, organizzata proprio da quel suo lungimirante professore di educazione fisica (adesso si dice motoria?); è maturato tantissimo, ha già una bambina, ed era giustamente orgoglioso di quanto è riuscito a fare.  C’erano diversi suoi vecchi maestri e professori, che ha salutato con rispetto e affetto, e ha solo fatto una raccomandazione pensando di sicuro alla sua esperienza: se magari vedete che uno fa più fatica degli altri aiutatelo un po’ di più, non si sa mai cosa c’è dentro quella testa…  Ma tornando a Cantù, patria del mobile d’arte, incredibilmente non ha un palazzetto dove giocare; quello che aveva, il mitico Pianella, doveva essere rinnovato e il presidente di allora (di origini ucraine possedeva la seconda acciaieria più grande della Russia, che ha visto bene di far fallire) sei anni fa promise che in un anno ci sarebbe stata la nuova struttura. Peccato che poi abbia avuto diverse traversie giudiziarie e finanziarie per le quali in Russia è ancora ricercato, ed ha ceduto la società (più che altro i debiti della società) a costo zero. Mi sa che ai bravi canturini gli toccherà costruirselo di legno il palasport…

Comunque la partita, tra l’Acqua San Bernardo Cantù e la Unieuro Forlì è stata abbastanza piacevole, combattuta fino al terzo tempo, poi nel quarto Cantù ha preso il largo, sostenuto dagli instancabili Ultras che hanno fatto un baccano infernale per tutta la partita facendomi uscire dal palazzetto intronato. Adesso però ne so molto di più su gara cinque, infrazione di passi, tiri liberi e bombe da tre punti, sono soddisfazioni.

A questo punto qualcuno si chiederà: ma che sei andato a fare? Devo confessare di essere stato attirato da mio cognato, che aveva dei tagliandi per il parterre che da quanto ho capito è la parte più prestigiosa della platea, a metà prezzo. Biglietti che davano il privilegio a metà partita di accedere all’area ristoro: dove il buffet è stato estremamente deludente, a parte il vino, e ci siamo dovuti arrangiare con una scaglietta di grana e qualche grissino e taralluccio. Se sapevo mi portavo una scatoletta di Simmenthal!

Amiche e amici, apprezzerete credo che non abbia parlato di guerra e di Ucraina: se ne parla già tanto e a sproposito, pare che ormai al mondo non esista altro che l’Ucraina, che ormai solo il pensiero mi urta e mi indispone. A proposito, volete scommettere su chi vincerà l’Eurosong Festival? A presto!  

Lei non partecipa, peccato. Vincerà una band. Il nome inizia con K e finisce con H. Il presidente di quel paese indossa sempre una maglietta verde.

16 pensieri su “Pallacanestro

  1. Oh, gran finale! Com’è vero che un’immagine vale più di mille parole!
    Ti verrà il dubbio che apra i tuoi post unicamente per correre a vedere l’immagine finale.
    Vedo che taci sui tuoi exploit serali folkloristici danzanti, deduco da questo post che preferisci stare in panchina 🙂
    Alla prossima (immagine che vale mille parole)

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    • Era la ragazzotta che tenevo in panchina da un po’… 🙂 proprio ieri abbiamo iniziato le danze irlandesi: ah, ah, ti dirò, comincio quasi a raccapezzarci qualcosa! Devo scriverci un post perché è un mondo sommerso e poco conosciuto questo dei balli popolari, però ha un sacco di appassionati a quanto pare. Io ero rimasto al salterello… 🙂

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    • Devo ammettere che pensavo di annoiarmi invece tutto sommato mi sono divertito; dal vivo è senz’altro meglio che in televisione, anche e soprattutto per il contorno… a me piacevano le maglie rosse della Simmenthal ma non ci capivo comunque una mazza. Anche alle superiori, quando in palestra ci facevano giocare a basket, ero una schiappa non tanto perché non fossi capace, ma perché proprio non mi appassionava…

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  2. Caserta ha vissuto decenni fa il suo periodo d’oro nel basket grazie a un “illuminato” palazzinaro del nord che fece costruire a tempo record un palazzetto oggi abbandonato a sé stesso. Mi dispiace più per il velodromo in provincia voluto da un appassionato e di cui il comune non sa che fare.

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    • Eppure di velodromi ci sarebbe bisogno! Digli di smontarlo e mandarlo a Milano. 😉 Comunque la situazione degli impianti sportivi è disastrosa pure qua, nella ricca Como: da decenni non c’è un palazzetto dello sport, la piscina olimpionica è chiusa, e lo stadio in centro città è sempre a rischio (fine settimana scorsa città bloccata per una partita del cavolo, Como-Cremonese…). Non si capisce come facciamo ancora, come Italia, a vincere tutte quelle medaglie. Ma se le cose funzionassero potremmo vincerne molte di più! Basta pensare ai ragazzi che non fanno sport perché le famiglie non possono permetterselo, adesso bisogna pagare pure per giocare a pallone all’oratorio… E non parliamo di sport come pallanuoto, canottaggio, io quando giocava mio figlio, da piccolo, pagavo 600 euro a stagione, ma mica tutti se li possono permettere! E questo vuol dire che certi sport non li fanno i migliori, ma chi ha supporto. Il compagno di scuola di mio figlio (Abbass, ma si era capito) era troppo forte per non accorgersene e per fortuna se ne sono accorti, ma chissà quanti non ci hanno nemmeno provato.

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  3. lettura piacevole, grazie.
    solo una precisazione: la fabbrica della birra Forst non è a Bolzano, ma vicino a Merano: La fabbrica di birra Forst, fondata nel 1857, è nota come una delle più grandi birrerie di tutta Italia ed è situata a Foresta (frazione di Lagundo).
    sai, sono cresciuto appunto a Merano, e me la ricordo bene.
    https://www.google.com/url?sa=i&url=https%3A%2F%2Fit.foursquare.com%2Fv%2Fbrauereibirreria-forst–br%25C3%25A4ust%25C3%25BCberl-forst–braugartengiardino-forst%2F4c2cbaa9b34ad13a0ebaebce%2Fphotos&psig=AOvVaw3C8NfnwDRLhnIYR0xt7tZ-&ust=1652375500400000&source=images&cd=vfe&ved=0CAwQjRxqFwoTCOC4hNL41_cCFQAAAAAdAAAAABAD

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    • Grazie della precisazione! Merita una bella visita. Quando ero ragazzo con gli amici bevevamo quelle che trovavamo al bar (e potevamo permetterci), la Dreher, la Wuhrer, o al massimo la Peroni Nastro Azzurro quando volevamo festeggiare… poi adesso preferisco la Ichnusa (non filtrata). Ma la prossima volta che andrò al supermercato farò caso se ancora la vendono, una bottiglia la porterò a casa!

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      • indubbiamente. Meran/Merano è una delle città più belle d’Italia, se abbandoni l’idea di bellezza urbana tipicamente italiana, che contrappone la città alla natura, e ne adotti una tipica dell’area germanica, appunto, dove la bellezza di una città sta nel suo rapporto con la natura.
        è medievale e liberty nello stesso tempo, era la meta preferita di Sissi, la moglie sfortunata di Francesco Giuseppe.
        se vai alla Forst, unisci alla birra i wuerstel locali, magari conditi con la radice grattugiata di rafano o la senape piccante.
        e poi non perderti neppure il resto della Val Venosta che inizia appunto a Lagundo ed è una successione di piccole meraviglie non troppo conosciute da noi..

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    • Considerando poi che nell’ultima partita di calcio che ho visto dal vivo giocavano ancora Altobelli e Passarella… (ed in porta Astutillo Malgioglio 😂). La parola magica è stata “buffet”, pensavo fosse come quello del Magenta… 😭 Ieri sera grande vittoria, peccato che non l’ho vista, battere la Juve è sempre libidinoso, con due rigori poi è l’apoteosi!! 🎉🥇🏆

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