Siamo al molo

Non molto lontano da casa mia c’è un capannone che è sede di una struttura gestita da una cooperativa sociale legata alla Caritas dove si può portare quasi ogni tipo di roba usata, abiti, scarpe, mobili, biancheria da cucina, piatti, elettrodomestici, libri insomma ogni sorta di cosa che sia in buono stato e possa essere utile a qualcuno.

Quelle ritenute idonee vengono messe in vendita a buon prezzo, la richiesta è parecchia, i bisogni sono tanti. A differenza di tanti mercatini dell’usato proliferati di recente chi porta le sue cose non ne ottiene un ricavo, ma lo fa per solidarietà se non altro con quei ragazzi che nella cooperativa lavorano e da questa vengono pagati, pur se poco.

Quando dirigevo il gruppetto teatrale di cui vi ho parlato ogni tanto ci facevo un salto per vedere se ci fosse qualcosa adatto al pezzo che avevamo in mente di mettere in scena: abiti, accessori per lo più, una volta ho preso una grande poltrona in vimini che volevo adattare a trono reale, ma che è poi finita nella stanza da lavoro di mia suocera.

Ogni tanto, quando per casa comincia a girare qualcosa che viene troppo spesso scansata senza essere usata, vado anch’io a rifornire il mercatino; l’ultima volta, per dire, ho portato una bella coperta matrimoniale di lana che ha fatto felice l’addetta che ha detto “questa va via subito”, e una poltroncina da studio che ho dovuto cambiare perché mi faceva male alla schiena, ma temo che fosse più colpa della mia schiena che della poltrona.

Dopo aver consegnato mi fermo sempre a fare un giretto, specialmente dalle parti dei libri e dischi: cinque euro tre pezzi, come si fa a non approfittare? Anche se in casa non ho quasi più spazio e temo sempre che la libreria un giorno o l’altro cadrà in testa al condomino del piano di sotto… e ripenso con tenerezza a nonna Annunziata, che diceva a mia madre bulimica di lettura: “ma che ce fai co’ tutta ‘ssa cartaccia” e con commozione a mia madre che ora invece non legge quasi più, abbattuta dalla rottura del femore che ne ha limitato molto i movimenti e dalla cura di mio padre, che piano piano sta tornando bambino.

Proprio a loro pensavo quando, portando a casa appunto i tre libri presi al mercatino, aprendo “Assassinio al Comitato Centrale” di Manuel Vázquez Montalbán è caduto un biglietto.

“SIAMO AL MOLO” c’era scritto in stampatello da una mano tremante, ed ho immaginato un nonno addormentato sotto l’ombrellone leggendo il suo giallo e sua moglie che, per non svegliarlo, gli lascia un bigliettino scritto di fretta proprio tra le ultime pagine che era arrivato a leggere.

Magari, chissà, passati gli anni quei nipoti si sono trovati a dividersi i libri dei nonni, magari anche loro senza spazio per metterli, e ne hanno potuto tenere uno, uno solo a testa e tutti gli altri portarli al mercatino, che ai nonni sarebbe piaciuto così.

Sono sicuro che se avessero sfogliato quel libro e visto il bigliettino avrebbero tenuto quello; e avrebbero ripensato a quei momenti felici, alla vita che scorre, e avrebbero sorriso al messaggio ritrovato: noi Siamo al molo, ragazzi, buona vita a voi.

mercato-usato-solidale-como

41 pensieri su “Siamo al molo

                • Tre è il numero perfetto, così ci si può infilare meglio una pecora nera. Il nonno le voleva molto bene, era la sua preferita. Quando ha detto che sarebbe rimasta a Londra, dopo l’Erasmus, ci ha sofferto. Ma lui non poteva sapere il motivo.

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                  • Già. Come immaginare che Deborah volesse scappare dal fratello Riccardo, perché aveva scoperto che era stato lui ad iniziare alla droga il suo fidanzato, morto un anno prima in un incidente?
                    (Si noti l’omaggio letterario all’ultima puntata di Don Matteo…).

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                    • E’ la parte di trama “orizzontale”, con Sofia che da brava scema sta al gioco del suo ragazzo mettendo in un bicchiere a caso dell’MDMA ad una festa.
                      Poi da quel bicchiere beve il compagno di classe “sfigato”, di cui lei si sta invaghendo perché ha scoperto che a causa della loro bella pensata ha avuto un incidente in motorino e gli è stata amputata la gamba. Peccato che fosse appena stato ammesso in una scuola di danza…
                      … questo genere di cose io non ammetto che le si chiamino “scherzi”. Son cattiverie, porcate senza giustificazione. Non sempre hanno un esito tanto disgraziato, a volte se ne esce, ma più spesso se ne rimane sotto. L’han fatto anche a mio padre, che per fortuna ne ha avuto dei danni ma non la vita completamente devastata.

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                    • Oh, ecco, questa parte la ricordo, si vede che ero sveglio. Gli sceneggiatori sono andati sullo strappalacrime facendo amputare la gamba all’aspirante ballerino: e è vero che succede anche questo, nella vita, così come tante tragedie sono successe e succedono con le droghe in discoteca… una pillola, che farà mai? Si dicono, eppure… e rimediare poi è molto difficile, e a volte impossibile. Non si scherza con la vita… Mi dispiace per tuo padre, non dev’essere stato facile.

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  1. Sempre bei post, post d’autore, scrivo “autore” con la “a” minuscola riservandomi la dovuta “A” maiuscola il giorno che ti daranno il Nobel.
    Quella Terza Età che ormai sta diventando Quarta mi fa venire i brividi e a nulla, ma proprio a nulla, mi valgono i commenti consolatori così diffusi: “Ma tanto capita a tutti”.
    Adesso, per farti perdonare la malinconia di cui hai saputo così brillantemente permeare i tuoi lettori dovresti a partire da questo momento riparare con quelle belle ben note visioni che ritengo superfluo precisare.
    Ti aspetto al varco. (Non è una minaccia, mai oserei, non sono tipo – ma è un gentile invito. Anzi, ardente preghiera.)

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  2. Dopo la morte di mio marito mi capita spesso di trovare i suoi bigliettini dove scriveva le cose che voleva ricordare ma che la testa non riusciva più a tenere a mente. Per me sono come piccoli messaggi che mi raccontano un po’ della sua presenza.
    Bella iniziaiva quella del capannone, ce ne dovrebbero essere di più, è un modo per incontrarsi con semplicità.

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    • Cara, che piacere ritrovarti… i biglietti di cui mi parli sono teneri e purtroppo noti, mio padre aveva disseminato casa di bigliettini con il nome di mia sorella, che pure vede tutti i giorni… ora però non lo scrive nemmeno più, non si ricorda come si scrive… che imbroglio a volte la vita! Quando potresti raccontare la tua vita, non ricordi più…

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  3. Allora dillo ti volevi proprio fare a me ea molti altri tuoi lettori il dispetto di cavarci una lacrimuccia Ma qui ti dai la zappa sui piedi perché la lacrima c’è stata ma è stata calda dolce agrodolce come i pensieri e le immagini che hai così ben rappresentato.

    A Roma ci sono molti mercatini composti da tante variopinte bancarelle. Quando è bel tempo è piacevole camminarci e curiosare…

    Sherabuonagiornatadomani

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    • Ah ah sì Shera la mia intenzione era proprio quella… 🙂 Roma è sempre bellissima, non ho dubbi che girare e curiosare per mercatini deve essere una delizia. I mercati solidali sono una bella cosa se presi con lo spirito giusto, qualcuno li usa un po’ come discarica portandoci roba disfatta, dimostrando di non aver proprio capito lo spirito… quando vado trovo sempre un ragazzino (un po’ indietro) che mi accompagna a vedere i libri, mi dice sempre che a lui la scuola non piaceva ma che leggere i libri gli piacerebbe tanto… e leggi, gli dico, qui ne hai tanti! Ma dice che le parole lo confondono, non gli rimangono in testa… sto cercando di invogliarlo a leggere i libri illustrati, quelli per bambini, o almeno i fumetti: chissà, prima o poi ce la farà? Buona giornata Shera!

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      • Delizia e croce perché alla fine trovi sempre qualcosa di curioso di assolutamente indispensabile che va a aggiungersi ad altri oggetti che a lungo andare rimetterai in circolo.
        Tutto quello che io posso dare via lo regalo ad una mia amica che importa a 10 a 10 dei levrieri spagnoli tutto quello che io posso dare via le regalo ad una mia amica che importa a 10:00 a 10:00 delle velieri spagnoli sai che da quando le corse sono state vietate questi poveri animali sono ammassati è il caso di dirlo come sardine malnutriti e malmenati destinati a morire lei li prende poco alla volta li tiene in un suo grande giardino e riesce a sistemarli e a dar loro una nuova vita.
        Dunque il suo banchetto solidale serve a nutrire e a curare questi sfortunati…

        Per il ragazzino Sei sicura non sia dislessico Oppure abbia un deficit di attenzione!?

        Buona giornata buona giornata buona giornata di sole a Roma e 14 ° ora.

        Shera

        Ps. Non ho riletto e non so cosa la dettatura abbia distorto🙄

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          • Per quelle povere bestiole abituate a vivere in gabbiette, numeri senza nome, un pasto caldo e tante carezze se ne fregano di quanto spazio hanno in giardino…

            Non so quale telefono tu abbia o tablet ma diciamo che quasi tutti gli ultimi modelli ormai hanno l’opzione della dettatura che non sempre è buona se non rileggi ma che comunque agevola molto😁
            Good night my friend (english version !)

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            • Mi incuriosisce la storia dei levrieri, la proibizione delle corse quindi ha peggiorato la loro condizione, è un po’ quello che sospetto sia successo anche agli animali dei circhi, la smania di impedire lo “sfruttamento” degli animali in parecchi casi ha fatto danni. Mi ricordo l’ippopotama che dei deficienti fecero scappare da un circo, che finì sotto ad una macchina morendo e quasi ammazzando il conducente dell’auto…

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