Era una casa molto carina

Riprendo questo vecchio post, perché uno dei protagonisti di quella storia non c’è più. Avremmo voluto camminare insieme, da vecchi, curvi e spennacchiati, magari appoggiandoci ad un bastone, raccontandoci questa ed altre storie, anche inventate, perché no . Scuotendo la testa al passare dei giovani del domani, sorridendo ai futuri nipoti facendo finta di non riconoscerli, e guardando di soppiatto le belle figliole, che uno diventa vecchio ma mica per quello smette di apprezzare le cose belle.
La foto sotto è ora più che mai del secolo scorso, ed è passata tutta una vita che in un post non si può raccontare. Eravamo belli dentro e fuori, cresciuti tra persone belle dentro e fuori, e abbiamo cercato di rimanere così, un pò fuori moda forse, ma orgogliosi di esserlo. La vita è un ciuffiu, Stè, riposa in pace amico mio.

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L'uomo che avrebbe voluto essere grave

L’appartamento dove ho abitato da bambino era molto carino. Si trovava in una casa del centro storico (“dentro le mura”), quelle case che si toccano tutte l’una con l’altra, sulla via che taglia l’intero paese dalla Porta di Sopra alla Porta di Sotto (non ci si può sbagliare), Via Roma.

I miei l’avevano preso in affitto dal padrone di una fabbrichetta di casse da morto. Uno stabilimento artigiano come altri: ad esempio ce n’era uno che produceva cappelli e borse di paglia ma a differenza del primo questo, dopo qualche anno, passò di moda.

La casa aveva due piani: noi occupavamo quello superiore e di sotto c’era la famiglia del mio amico Stelvio. Il nostro appartamento godeva di qualche privilegio: innanzitutto la vista, e poi avevamo il bagnetto (tazza e lavandino) a cui si accedeva uscendo sul balconcino della camera matrimoniale.  Stelvio invece per farla doveva uscire proprio di casa…

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20 pensieri su “Era una casa molto carina

    • L’altro giorno, tornando in treno dal funerale, mi sarò rivisto questa foto un centinaio di volte… con nostalgia e commozione, certo, ma con una sorta di gratitudine, al destino, a Dio, non so, per averci fatto vivere quella giovinezza, e per la fortuna di aver mantenuto l’amicizia viva, pur nella distanza…
      p.s.: sulla foto poi avrei un sacco di considerazioni da fare… una tecnica: meno male che non ci fosse il colore! Molto meglio così… poi: mangiavamo poco o eravamo magri di natura? Certo le merendine ce le sognavamo… le treccine della sorella del mio amico sono bellissime! E quella piccolina con la cuffietta, mia sorella, è appena diventata nonna… la spiaggia era tutta libera, non esistevano stabilimenti in quella spiaggia! … le mamme non c’erano perché avevano pudore di farsi riprendere in costume da bagno… eh si, eravamo proprio nel secolo passato!

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  1. ..mio caro Giorgio, ti abbraccio di cuore con tutto l’affetto e la grande stima che ha sempre contraddistinto la nostra conoscenza…
    anche se silente, spero la mia presenza ti continui a fare compagnia, con qualche bel ricordo…
    ti abbraccio, a.

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      • ..fa molto piacere anche a me, credimi!
        ho avuto da combattere per la sopravvivenza amico mio, e la lotta non è ancora finita, anche perchè nel frattempo sono rimasta sola… ma non mi spezzo facilmente, e presto sarò di ritorno, anche se un po’ cambiata, promesso….
        tu, intanto, valuta un assolo di Olena all’interno del coro per il mio bentornato…. 😉

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  2. Che bel ricordo! Tienilo stretto ( ma non c’è bisogno di dirlo)…io purtroppo non ho più rivisto i primi amici d’infanzia e mi sarebbe piaciuto ma Non a tutti è concesso dquesto privilegio…A presto!

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    • Nei paesi le relazioni si riescono ancora a mantenere, anche in quei pochi giorni d’estate, o nelle occasioni (purtroppo anche quelle tristi come questa) si riesce sempre ad incontrare qualcuno dei “vecchi” amici e magari farsi una birretta parlando del più e del meno… più si va avanti e più si parla degli acciacchi, però, qualcuno parla dei nipoti…

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