Sono qua. Ho accompagnato Cindy, non voleva venire da sola, dai per favore dai, vieni che sono forti, ti divertirai! dice. Ok, facciamola contenta, io al concerto avrei preferito pizza e coca-cola, ma come faccio a rifiutare qualcosa a Cindy?
Mi piace Cindy, e tanto, ma non ho ancora trovato il momento giusto per farglielo capire. O forse lei l’ha capito, e aspetta solo che io glielo dica chiaramente, magari pensa che non mi interessa… mannaggia a me, sono imbranato, non sono per niente bravo a capire quello che si aspettano le ragazze. E’ la prima volta che usciamo da soli, senza la solita compagnia, ma stavolta gli altri ci hanno dato buca… il country non è roba per loro, e nemmeno per me se è per quello, ma l’avrei accompagnata anche ad un concerto di arpe e triangoli se fosse servito per stare finalmente da soli.
Devo farmi coraggio, trovare il momento giusto, facile dirlo, chi lo sa qual è il momento giusto?
Quanta gente che c’è! Non me l’aspettavo. Aveva ragione Cindy, è bello stare qui in mezzo, io quasi nemmeno ascolto la musica, sono qui appena dietro di lei e la guardo che balla e canta, conosce tutte le canzoni! Com’è bella, con la treccia di capelli biondi che va su e giù, quelle piccole goccioline di sudore sul viso, gli occhi azzurri che ridono! E quelle piccole lentiggini sul naso, i seni che ballonzolano, non ha messo il reggiseno, vorrà dire qualcosa? le cosce muscolose, che Cindy la mattina va a fare jogging, lo fa con impegno ma quei due-tre chiletti in più, che a me fanno impazzire, non riesce a tirarli giù. Per fortuna…
Sarà questo il momento? Adesso mi butto, adesso glielo dico… – “Cindy? Senti, io…”
La band ha attaccato il suo pezzo più famoso… la folla applaude e fischia contemporaneamente. Tanti cappelli da cow-boy sventolati… è strano questo pezzo, c’è un sottofondo strano, la batteria non va a ritmo. Non segue i quattro quarti, cos’è questo ta-ta-ta che si sente? Perché devono avere la mania di cambiare i pezzi più famosi?
La gente è scatenata, si agita come non mai… ma… perché il cantante si è fermato? Cosa sta guardando? E perché la gente urla ancora? E questo ta-ta-ta che continua?
Ma che sta succedendo? Lì davanti c’è qualcuno a terra… stanno sparando, Cristo, qualcuno sta sparando! Giù, giù, abbassatevi! Dio mio, ma che sta succedendo! Cindy, Cindy, dove sei, stai giù, bassa, stai vicina a me… Cindy… Cindy!? Dio, Dio, Cindy, Cindy, apri gli occhi, Cindy!? L’hanno colpita, aiuto, aiuto, un’ambulanza, c’è un’ambulanza? Qua, qua, un’ambulanza! Cindy!? Cindy respira cazzo respira, Cindy!! Ah, cazzo, che male! Porca puttana, mi ha preso, mi ha preso, aiuto, a…
“Vegliate, perché non sapete in quale giorno il Signore vostro verrà. Considerate: se il padrone di casa sapesse in quale ora della notte viene il ladro, veglierebbe e non si lascerebbe scassinare la casa. Perciò anche voi state pronti, perché nell’ora che non immaginate il Figlio dell’uomo verrà”.
Mt 24, 42-44
Gio mi hai fatto venire i brividi. Hai lanciato un messaggio che ha spaccato
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E’ un messaggio che sento molto… troppe volte ci ripromettiamo di fare delle cose e poi, per pigrizia o indolenza, le rimandiamo e infine le dimentichiamo. Domani, o la prossima settimana, l’anno prossimo… come se avessimo l’eternità a disposizione. Dobbiamo avere meno rimpianti possibile… e tra tutti i rimpianti quello più imperdonabile è quello di non aver detto “ti voglio bene”. Quando ci si sente di dirlo, è quello il momento giusto…
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Hai scritto delle bellissime parole. Grazie Gio.
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Spero di farne tesoro io, per primo… grazie a te per la sim/em-patia…
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Vero😊
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ed io che mi ero ripromessa di non piangere almeno oggi…😢😢
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Mi dispiace di essere stato causa involontaria di tristezza, se ti consola ho pianto anch’io mentre lo scrivevo… ero anche tentato di cancellarlo ma Cindy non me l’ha permesso…
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…e ha fatto bene… è un pezzo stupendo…e lei, loro meritavano le nostre lacrime…
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ho i brividi d’orrore!
Quante storie di vita interrotte, lì in mezzo… tra strumenti di musica e strumenti di morte…
Chapeau, Gio’
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Vite spezzate per niente, follia… il mio pensiero andava oltre, se vogliamo, stimolato da questo episodio, ma ogni modo “assurdo” di morire mi fa pensare di essere formichine in balia di un volere superiore, o del caos… per questo è importante non perdere i “momenti” giusti… sarà l’età che mi porta a certe considerazioni? Può essere… grazie dei complimenti, sei sempre gentile!
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Dopo averlo letto e commentato, ho continuato a pensare a quel che hai scritto… e mi son detta la stessa cosa: dovremmo (dovrei) imparare a vivere i “momenti”.
Ma non sempre si riesce (riesco)
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Per niente facile, in effetti! L’altro giorno leggevo su un bel blog, Nosce Souton, di un giovane che era stato condannato a morte e pensa, nei minuti che attende la fucilazione, al fatto che se gli fosse stato concesso di vivere non avrebbe più sprecato nemmeno un minuto… e all’ultimo momento viene graziato. Dopo anni, lo scrittore lo incontra e gli chiede se davvero ha vissuto la vita così pienamente… no, risponde, dopo un po’ non ci ho pensato più. Ci succede così, non ci pensiamo più… ma per certi versi e’ un bene, mica si può pensare sempre che il tempo e’ limitato? Si rischierebbe l’angoscia…
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e sì, sì rischierebbe l’angoscia, lo stress. Non si apprezzerebbe più la lentezza, il prendersi del tempo, le panciolle in pigiama della domenica ^_^
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indubbiamente eventi di questa fatta inducono a profonde riflessioni, sono ateo convinto e non credo esista una regia globale, si muore, nella vita si muore, si muore vecchi, giovani, adolescenti, adulti o appena nati, si muore a ogni età e per cause spesso assurde, un ubriaco che ti investe, una tegola che ti cade in testa, un virus bastardo oppure in un momento di ludica serenità come un concerto. Siamo solo componenti di un meccanismo fatto di strani equilibri e di atroci casualità.
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E già, quello che è sicuro, almeno per ora, è che si nasce e prima o poi si muore… a volte ci sono delle casualità così assurde che fanno pensare ad un destino… ma nessuno, credente o meno, può credere che la fine, qualunque fine, sia già prestabilita “a tavolino”… diciamo che l’unica lezione che forse si può trarre è quella di non sprecare troppo tempo, perché non si sa quanto se ne ha ancora a disposizione… ma come dicevo ad un’amica poco fa, sono considerazioni che forse scaturiscono dall’avanzare dell’età…
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non pensare io sia un giovincello 😀 😀 😀
temo di esser stato troppo sintetico nel commento precedente, intendevo dire che, a parte condividere il tuo pensiero sull’ottimizzare il tempo e sul portarsi nella tomba meno rimpianti possibili, forse dovremmo imparare a vivere il concetto di morte (passami l’ossimoro) in modo diverso, più serenamente. Non abbiamo ancora imparato ad assimilare nel giusto modo l’unica certezza che abbiamo quando nasciamo, ecco, questo è il sunto. Si muore, si muore nei modi più svariati e a ogni età, una ovvietà talmente ovvia che ancora fatichiamo ad accettarla.
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Forse è un meccanismo di difesa… avere un campanellino nella testa che ci dice “ricordati che devi morire!” sarebbe fastidioso. Scherzo… sicuramente il fatto che ogni vita ha un suo ciclo lo rimuoviamo e non lo accettiamo quando la conclusione è prematura. Io penso che non lo accetteremo mai, nonostante le consolazioni che possono essere date dal credere in un aldilà migliore, come sempre ci interrogheremo sul mistero del nostro significato come esseri umani. Forse altre culture ci riescono, a vivere più in “armonia” con i cicli vitali e naturali, qua si va sempre a cento all’ora, come tante trottole, fermarsi e prendere una pausa per riflettere è un lusso che pochi si possono permettere…
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Molto toccante amico mio, oltretutto assai realistico: credo che, di sicuro, in mezzo a quelle migliaia di persone, qualche storia analoga debba essersi consumata, esternando tutta la sofferenza per non essere riuscito a vivere quel che c’era da vivere. Ma è anche vero che, ogni cosa, ha un suo tempo, per quanta illogicità ci possa essere, comunque ce l’ha. E quindi non si può che restare costernati a riflettere in silenzio…
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Si, si fa fatica ad accettarlo, ma è così… si muore per le cause più impensabili, banali e stupide… ma su questo mistero non si può che rimanere in silenzio, tranne forse quando e’ causato dalla stupidità o malvagità umana… ma assodato questo, resta forte “l’urgenza” di non sprecare il nostro tempo, poco o tanto che sia…
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Mi pare che qualcuno l’abbia anche già detto di cogliere il giorno. Ma questo dire si scontra con l’esigenza di sopravvivere. Ciò ch’è anche detto istinto, tergiversa sempre, portandoci alla considerazione di un eventuale futuro. E quindi a tutta una serie di scelte ed azioni che ci allontanano dal prendere il giorno, in previsione di un altro giorno strappato, pure con i denti, a questo universo impossibile…
In poche parole: noi vorremmo prendere il giorno, però vorremmo che questi giorni non finissero mai…
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E’ l’occupazione di vivere che ci frega!
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Un’occupazione il più delle volte gravosa…
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E si, sempre più gravosa e precaria purtroppo…
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Siamo sempre più obsoleti per quest’epoca. Solo dei dinosauri della politica economica non vogliono capire…
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L’elaborazione di pensiero latita. Mi sembra che adesso si pensi: è così e non può essere che così. Non c’è mai una scelta sola, per fortuna… ci vorrà tempo, magari, ma così non si può reggere, e dovrà cambiare per forza, con le buone o le cattive…
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Il senso delle cose è questo che tu ben dici, uno dei guai è che, quando ci si arriverà, magari sarà troppo tardi per noi. Ma anche questo fa parte del prezzo del vivere…….
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Messaggio arrivato…
Che bravo!
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Grazie!
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Vorrei cogliere l’attimo, il momento giusto, solo per il gusto di farlo e non pensando che la morte possa arrivare (escludo il discorso religioso) , e ancor di più per mano della follia umana, anche se sta diventando una “moda”.
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Bene! Non importa il motivo, l’importante è “cogliere” il momento giusto! Carpe diem!
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quando mi vengono in mente argomenti sgradevoli, preoccupazioni inutile, persone che mi hanno infastidita, per levarmeli dalla testa penso “se morissi, sarei contenta di aver pensato queste cose negli ultimi momenti?”e, magicamente, mi metto a pensare cose piu’ utili/interessanti/divertenti, dimenticandomi anche dell’idea della morte 😉
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La positività aiuta sempre! E’ un atteggiamento interiore che da la carica anche quando gli ostacoli sembrano troppo difficili da superare. Va coltivato, e chi riesce ad averlo e’ fortunato! Tu mi pare proprio che non sia una che si perde d’animo facilmente, anzi!
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…non posso permettermelo: non ne ho il tempo 😉
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“Ti voglio bene” è una frase che facciamo sempre fatica a pronunciare per poi pensarci quando è troppo tardi. Io l’ho fatto qualche giorno prima che morisse una delle mie più care amiche … quella a cui scrivo ogni anno nel mio blog il giorno dell’anniversario della sua morte. Qualche giorno prima che lei ci lasciasse, al telefono perché era in ospedale e la chiamavo ogni giorno, le ho detto “Ti voglio bene L…., te ne voglio tanto e non te l’ho mai detto”. “Te ne voglio tanto anch’io Marianne, non ce lo siamo mai dette, anche se lo abbiamo sempre saputo. Adesso il mio corpo mi sta abbandonando, e sono felice che lo abbiamo fatto”. Mi stanno già scendendo due grossi lacrimoni, Giorgio, solo al ricordo di questo fatto, ma ho voluto raccontartelo perché hai ragione, non dovremmo mai rimandare troppo quello che vogliamo fare, non possiamo sapere quanto tempo ci resta. Dovremmo cercare di vivere intensamente ogni nostro giorno, le nostre relazioni umane, per essere più sereni, per avere una vita più piena, per non trovarci nell’impossibilità di realizzare i nostri progetti, per non avere rimpianti, perché quando la nera signora verrà a bussare alla nostra porta, magari all’improvviso, senza alcun avvertimento, non dobbiamo accompagnarla con l’ultima sensazione di averlo sprecato il nostro tempo. Mi sono commossa, Giorgio, leggere mi ha preso il cuore, hai tradotto in parole piene di significato il risultato di una follia che dilaga … Buona notte, amico caro, sono contenta di averti incontrato. 😀
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E io sono contento di aver incontrato te, Marianna… un abbraccio
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Un messaggio, toccante per il contesto, che non si può non condividere. (Per l’occasione mi è pure ricomparso il tasto like precedentemente occultato da noto governatore lùmbard). Credenti o meno, quel che è certo è che non sappiamo né il giorno né l’ora, e nemmeno il luogo. Troppo spesso ci arrovelliamo a cercare un senso nella vita, ma un uomo saggio una volta mi ha detto che il senso della vita è viverla.
Lì per lì ho pensato che fosse la classica risposta semplice a un problema complesso. Poi ho imparato che anche nelle risposte semplici a volte si celano verità complesse.
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Era davvero saggio quell’uomo
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E’ un dibattito così attuale il non farsi cogliere in fragranza di reato dalla morte. Ho fatto parte di una comunità neocatecumenale per tre anni e queste stupidate delle religioni non le digerisco più.Il vero problema sono i Pastori che devono avere abbastanza greggi da mungere.
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Il brano di Matteo riportato in fondo secondo me è sempre attuale e valido, specialmente in un’epoca in cui si pensa di essere immortali… se ne può dare una lettura non religiosa, ma esistenziale: come ho usato la mia vita? Perlomeno è una domanda che io ogni tanto mi pongo, sarà l’età.
Non conosco bene i neocatecumenali, in generale non seguo i movimenti carismatici, li trovo al confine tra esaltazione e settarismo, qualcuno ci si trova bene, c’è un forte spirito di appartenenza…
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Non riesco a riconoscere il brano di Matteo che citi.. Alla mia vita dò, esclusivamente, una lettura esistenziale ed immediata. Forse ti ho frainteso credendoti in ecclesiasiastico, infatti dopo tre anni me ne tengo molto alla larga. Mi incuriosisce la tua eta.
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Una volta hanno cercato di offendermi dandomi del frate, sbagliano pero’ perche’ non e’ un’offesa ma una delle mie massime aspirazioni. Ecclesiastico in che senso, di sacerdote o di appartenente alla Chiesa (cattolica, presumo)? Comunque non preoccuparti, spazio dal sacro al profano quindi troverai tra i miei articoli, se ne avrai voglia, riferimenti sacri e boiate pazzesche. L’eta’ penso ti incuriosisca perche’ hai trovato tra le mie righe un enorme saggezza e sopratutto modestia; per soddisfare la tua curiosita’ diro che l’anno prossimo i miei anni saranno pari all’anno della data di nascita senza il secolo.
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Hai cento anni? Credimi , cerco, di non offendere chi è in buona fede. Mi danno fastidio i panzoni ecclesiastici con croci d’oro e lapislazzuli. Mi stai simpatico.
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Cento ancora no, ma la meta’ l’ho scavallata da un po’…
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Quindi ne hai cinquantanove, beato te.
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Ah, ah, fatto i conti? Si, l’anno prossimo ne compirò 59… dopo non mi chiamerò più gioma59… beato ancora no, ma sono sulla buona strada 😁
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