Oggi si, domani no

Può sembrare strano, ma in greco òxi significa No e Nαi Si. Siccome però questa cosa è nota solo ai greci ed a chi ha frequentato il liceo classico, all’epoca del famoso referendum per approvare o respingere il piano dei creditori i cosiddetti negoziatori europei hanno interpretato l’òxi votato a maggioranza dai greci come: “Si! Voglio pagare, e voglio pagare di più!” regolandosi di conseguenza.

Può darsi che i negoziatori fossero più pratici, come noi, di referendum abrogativi che consultivi: quando per cancellare una legge bisogna dire Si mentre verrebbe naturale dire No.

Grazie soprattutto alla propaganda incessante del nostro premier credo sia noto a tutti che al prossimo referendum, che è invece confermativo, si vota Si per approvare le modifiche della Costituzione partorite da quelli che vogliono esclusivamente il bene della nostra Nazione e del futuro dei nostri figli e si vota invece No per puro spirito di contraddizione, e chi lo farà è solo un’accozzaglia di professoroni, rancorosi, fascisti, comunisti, sindacalisti, berlusconiani, grillini, leghisti, nostalgici e brutti, e sottolineo brutti, che fanno finta di non sapere che il treno non passerà più per almeno venti anni.

Facendo il pendolare non me lo posso permettere, e per questo voterò un deciso Si.

Mi frena un po’ il pensiero che già oggi alcuni dei riformatori, evidentemente non convinti appieno del loro operato, vadano dicendo: e va bè, proprio perfetta non è, intanto approvatela poi dopo vedremo di sistemarla.
E no, eh, non rompeteci l’anima! Sono venticinque anni che ci raccontate storie cercando di convincerci che è la Costituzione che non funziona in questo paese, quando è evidente che è chi deve applicarla che non è capace. Se proprio volete cambiarla, fatelo una volta per tutte e poi per un bel pezzo lasciateci in pace. In attesa della release definitiva voterò un convinto No.

Segnalo, ma sommessamente, che negli Stati Uniti che sono un po’ più grandi di noi l’ultimo emendamento alla Costituzione è stato fatto nel 1992.

Mi sono impegnato abbastanza nello studiare le modifiche che verrebbero introdotte. Alcune non mi rimangono in testa: ad esempio l’altra sera, a cena con amici, non mi veniva proprio in mente cosa fosse il CNEL e tantomeno a cosa servisse. Forse non lo sa più neanche il Cnel stesso.

Si protesta, ed a ragione, sulla nuova composizione del Senato, che non prevede l’elezione diretta dei senatori da parte dei cittadini. Ragioniamo un attimo sulle capacità dei cittadini di scegliere i rappresentanti. Razzi, Scilipoti e Di Gregorio non è che si siano eletti da soli. Per evitare che i cittadini, perfino dall’estero, compiano i soliti madornali errori voterò un bel Si.

D’altro canto, non mi sembra che le regioni da quando sono diventate governatorati abbiano  dato prova di virtù e lungimiranza. Non so per quale motivo si sia deciso di abolire le province, quando in questo paese erano proprio le regioni a dover essere eliminate, o riportate alla condizione di non nuocere. Al senato delle regioni dunque voto No, così come votai no alla “devoluscion” dei federalisti de noantri con diamanti in Tanzania.

Dichiaro fin da ora che non toglierò il saluto a chi non voterà come me. Sono amico anche di juventini e vegani, figurarsi se delle divergenze di opinioni politiche possono condizionarmi. Mi limiterò a non andare più a vedere film, a non ascoltare più musica, a non leggere più libri degli artisti che si sono pronunciati per il Si. Non per il Si in se stesso, legittimo, ma perché credo che gli artisti debbano esprimersi con le loro opere, non con endorsement al potente di turno; lo trovo uno scimmiottamento degli americani, l’ennesimo, condito da un leggero filo di bava all’italiana. Per Sorrentino & c. quindi voterò No. Lo so, non è un argomento valido, ma io non guadagno milioni come loro e quindi me ne sbatto.

Insomma, stavolta voterò non solo turandomi il naso, ma chiudendo gli occhi: se guardo a certi sostenitori del Si sento il bisogno di votare No, se poi compaiono cert’altri sostenitori del No ho l’urgenza di votare Si.

Voterò òxi. O Nαi. O ics.

(114. continua)

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p.s.
per uno strano scherzo della memoria il titolo di questo pezzo mi ricordava una canzone di Sylvie Vartan. Invece non di Sylvie Vartan si trattava ma di Patty Pravo, e la canzone era Qui e là (Oggi qui, domani là…). Sto invecchiando, gravemente.

33 pensieri su “Oggi si, domani no

  1. Come non comprendere questo tuo ondeggiare aggrazziato, verso un incerto finale che non ha proprio l’aria di esserlo?… Sinceramente la mia decisione l’ho già presa da un pezzo. Ed è un bel NO, grande e grosso come la luna. Soprattutto per quel primo motivo da te anticipato: come si fa a fidarsi di chi non è capace di scrivere leggi ordinarie, per lasciargli riscrivere addirittura la Costituzione? La ragione di coloro che propendono per il si sembra quella dei bambini: non riesco a far funzionare il giocattolo, allora lo rompo e me ne compro un altro. Ma è serio? Come sostieni giustamente: da un popolo in grado di votare certi personaggi, è lecito aspettarsi il peggio del peggio. Quindi è decisamente meglio che il senato lo si elegga tra pochi intelligenti. Però lo si dovrebbe dire chiaramente, senza troppi rigiri di parole: popolo, sei inaffidabile, quindi il senato me lo eleggo io. Dunque il passo successivo, mi sembra naturale e d’obbligo: come fa un popolo, così qualunquista da eleggere certi personaggi, ad essere nelle facoltà per decidere chi debba governare il parlamento e il paese? Allora proponiamo liste determinate da chi è capace e ci ha la cultura, se non l’intelligenza. E già che ci siamo facciamo votare soltanto coloro che dimostrano, attraverso dei test adeguati, di essere illuminati, se non predestinati… Insomma: voto NO, perchè non riesco a vederla molto bene questa riforma: mi sento messo un po’ da parte… Mi sembra di tornare al Regno d’Italia, al parlamento eletto da pochi facoltosi.
    Ma la cosa che più mi fa male, è pensare come queste stesse forze politiche abbiano fatto di tutto per rincitrullire le persone, per abbattere il livello di formazione scolastica, per distruggere tutto ciò che si possa dire pubblica utilità e socialità… Ed ora ci vengono a chiedere di votare si alla loro riforma… Ho votato No a Berlusconi, voterò NO anche a Renzi, avessi compreso prima ciò che capisco adesso, avrei votato pure NO al tempo della riforma del Titolo V. Questa non ricordo chi fu il promotore. Ma so che adesso, gli stessi che la proposero, spalancando l’abisso delle Regioni, adesso vuole rimangiarselo… E gli altri? Leghisti, fascisti, comunisti, berlusconiani… ? A questi prometto già da adesso un altro bel NO: a questa classe politica non si può permettere di mettere le mani sulla Costituzione. E’cosa troppo seria e grande per loro. Lasciamoli a ravanare nel fango dei loro giochicchi di mezza tacca…
    Un caro saluto…

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    • Caro Sal, sinceramente penso che l’Italia di tutto avesse bisogno tranne che di ulteriori divisioni, e per dipiù sulla Costituzione, che dovrebbe unire … mi chiedo come avrebbe reagito il paese se le stesse cose le avesse proposte il centrodestra (che nel merito non vedo perché non dovrebbe essere d’accordo _ quando si sente mr. B. parlare di rischi autoritari dopo aver sdoganato lo sdoganabile viene l’orticaria _). Purtroppo anch’io all’epoca del Titolo V votai a favore, pentendomene amaramente. Anche allora lo scontro era sul piano buoni-cattivi, e fu un voto più contro le mire di secessione leghiste che nel merito. Nel merito ha creato le satrapie che ora dovrebbero formare il Senato. Ma non mi fregano più… 😁

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      • Felicissimo di incontrarci sulla stessa lunghezza d’onda: non ci fregano più… E poi, sono sicuroi che, chiunque vincesse le prossime elezioni, si presenterebbe anch’esso con la sua riforma. Siamo all’acme della commedia, quella che precede la svolta in tragedia…

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  2. Eppure c’è qualcosa che mi ronza nell’orecchio … su Sylvie Vartan … sono già gravemente invecchiata … che altro può essere? Ah, lo sai già, voterò NO! Hai scritto un articolo così esilarante che neanche il più grande dei comici su un palcoscenico avrebbe fatto di meglio. Purtroppo, in scena, siamo alla tragedia … 🙂

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  3. Dopo aver cercato di capire (ma ci sarò riuscita? per lo meno mi sono fatta una idea personale..) sono convinta del mio NO…. sarò stata suggestionata dal fatto che per limitare il dolore alla schiena l’OKI è un alleato formidabile?
    Buona serata!

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  4. Nei giorni scorsi stavo raccogliendo un po’ di articoli, opinioni e altro materiale con l’intenzione di scrivere un post sul referendum imminente, poi ho deciso di lasciar perdere perché il tasso attuale del confronto politico (sia da parte degli esponenti di spicco di questo o quell’altro schieramento, che della cosiddetta gente comune) è deprimente e rischia di ammorbarmi dopo solo un paio d’ore di immersione. Poiché non ho nessuna voglia di farmi deprimere inutilmente, mi sono limitato a rafforzarmi nel mio convincimento sul come votare, per poi passare oltre.
    Per puro amore di discussione, cito contributi di giornalisti che si sono domandati se sia questo, cioè la riforma della Costituzione, il vero problema da affrontare fra tutti i gravi problemi in cui versa il paese, allo scopo dichiarato di velocizzare il processo legislativo. Che quando lo si vuole veloce, di colpo lo diventa già ora, pur con le due camere paritarie; dunque no, a parer mio non è questo il problema.
    E semmai più che veloce il processo legislativo dovrebbe essere equo e conforme alla Costituzione, pensiero che mi insinua il dubbio che si voglia modificare l’augusta carta per renderla, essa sì, conforme agli intenti legislativi di questa governance.

    Sospetto poi aumentato nel leggere queste parole di Andrea Scanzi:
    “Votate sì, in fondo è quasi come la riforma di Berlusconi”. In questa frase, detta dal simpatico e sempre discreto Napolitano, c’è tutto il Pd attuale. Fino a qualche anno fa, per il centrosinistra somigliare a Berlusconi equivaleva (a parole: nei fatti no) ad avere la lebbra e il tifo. Adesso, invece, somigliare a Berlusconi è un incentivo al voto. Di più: è un tratto distintivo, una chiamata alle armi. Qualcosa che fa appartenenza e scalda il cuore. Dal fingere di combattere B. al vantarsi di somigliargli, imbarcando nel frattempo i Verdini e gli andrearomano: son soddisfazioni.

    Alla fine ci ha pensato Roberto Saviano (https://goo.gl/Q74TN2) a sgombrarmi la mente da ogni preoccupazione, affermando che qualunque sia l’esito delle urne all’atto pratico cambierà poco o nulla, perché questo confronto referendario è solo una lotta di potere (da conquistare o ri-conquistare) fra opposte fazioni. Confortato da un parere in cui mi ritrovo, ho potuto finalmente dedicarmi ad altro con animo sereno, in attesa dei 15 minuti che, fra un paio di domeniche, mi occorreranno per recarmi al vicino seggio ed esprimere il mio voto.

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  5. Noto caro Giorgio che tra i blogger va forte il no. E se io, bastion contrario, dicessi che voto sì? Sono blogger anch’io mannaggia. Eppure mio caro mi assumo tutte le responsabilità di questa scelta. Io sono stufa di come tutto rimanga sempre , ( parlo dei politici, degli intellettuali, degli artisti sempre i soliti per di più ) fermo al solito discorso del no in tutto, non solo parlando di referendum. No- tav, no questo, no quello. Voglio cambiare, voglio provarci. E se per questo debbo dire sì ad uno Stato che si assumerà la responsabilità delle proprie azioni, lo farò. La Costituzione per quanto abbia valore sacrale, è non adeguata ai tempi. Deve essere ammodernata. Non ne farei una tragedia come pare invece lo sia per molti. Non m’intendo di politica fino in fondo magari, ma non mi piace l’immobilismo di questa Italia. Non sono pro o contro Renzi a priori, sono con Renzi in questo momento per un sì che mi convince a scapito di un no che vede riuniti tutti i peggiori ( Movimento cinque stelle ( tanto puristi ma uguali agli altri in primis , ) Lega ect. ). Mai scenderò in campo con un Grillo che sarebbe meglio tornasse a fare il comico, o con un De Maio assolutamente ridicolo. Così come sono stufa di tutti coloro che pontificano come un certo Saviano. Grazie per lo sfogo mio caro e passa da me , per te c’è una sorpresina. Un caro abbraccio. Isabella

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    • Cara Isabella, ci mancherebbe che non potessi dire la tua! Puoi e devi anzi, perbacco. I miei amici si dividono equilibratamente tra il si ed il no, con motivazioni razionali e irrazionali, di pancia o di cervello. Sono sicuro di una cosa: il 5 dicembre saremo ancora amici! Io non sono d’accordo su queste modifiche ne nel merito ne nel metodo; una parte della compagnia non mi esalta, anzi mi disgusta, con un’altra invece mi sento in sintonia. Credo sia stato un grosso errore, da parte del nostro premier, imbarcarsi in mesi di campagna elettorale su questo tema con tutti i problemi che abbiamo; e che sia un alibi incolpare la Costituzione delle cose che non si riesce a fare… Non è poi che non si cambi proprio mai… in questi 25 anni siamo cambiati e molto (anche la Costituzione) ma mai in meglio, purtroppo, o almeno così mi pare… passo subito da te per la sorpresa, grazie Isabella!

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      • Intanto caro Giorgio non ti ho fatto i complimenti per il post acuto e simpatico come sempre nei modi. Per tornare a noi, quello che non mi piace di Renzi è l’aver messo la sua faccia peggio di Berlusconi , continuamente in primo piano. Troppo presente, in maniera quasi ossessiva , in tutti i telegiornali, dibattiti, conferenze. Vabbè essere presidenti del consiglio ma quando è troppo è troppo. Ma detto ciò debbo dargli atto, pur nei limiti ovvi, di aver tentato di cambiare un po’ le cose qui in Italia. Se giuste o no, non entro nel merito, ma ha tentato ed è questo che di lui apprezzo: l’impegno a fare qualcosa a scapito di chi solo a parole voleva cambiare. E per quanto riguarda il problema di questo referendum sulla Costituzione, avrà forse esagerato ma vogliamo dimenticare i toni fin troppo aspri con cui si va concludendo tutta la faccenda? Trovo che in Italia come al solito si parli sempre troppo senza concludere mai, un difetto che se non ce lo togliamo di dosso ci tarperà sempre le ali. E’ vero in democrazia ognuno è libero di esprimere la propria opinione, proprio per questo decideremo con un referendum. Basta con le chiacchiere. Vedremo se si o no. Punto e capo. Vinca il meglio per tutti. Ti abbraccio. Isabella

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  6. Noi non ci conosciamo, però noto che hai una vena umoristica, o meglio, ironica che ti accomuna al mio stile di pensiero. Ero da tempo convinto di votare sì perché spero fortemente in un cambiamento, ma ora leggendo attentamente le parti in cui affermi di votare sì, sono maggiormente convinto della mia inziale scelta. Mi convincono molto meno, invece, le ragioni del no.
    Ciao
    Nicola

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    • Ciao Nicola, sono contento di aver contribuito se non altro a chiarirti ancora di più le idee… la maggior parte di quelli che hanno letto questo pezzo le hanno avute più confuse, a dire la verità, e forse anch’io… passerò presto da te! Buona giornata, Giorgio

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  7. Io voterò NO… non sto a fare tutta la storia del perchè e del per come. Chi vuole può leggere sul mio blog.
    Mi fanno tenerezza quelli che sperano in Renzi per cambiare le cose, ma d’altra parte li capisco: si ciucciano Renzi solo dal 2014. Bastava chiedere consiglio a noi fiorentini che Renzi ce lo sorbiamo dal 2004, ma si sa ognuno preferisce sbagliare da sè…

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