Di solito le catene di Sant’Antonio con me non attecchiscono. Diciamo che non possiedo il pollice verde per la perpetuazione e la moltiplicazione di quei messaggi di contenuto sdolcinato che finiscono con “mandala a 10 persone a cui vuoi bene”, a volte minacciando sciagure in caso di interruzione.
Non do soddisfazione neanche a chi mi invita a giocare a Candy Crush Saga, Criminal Case o pur anco Mafia War: non abbiatevene a male, amici, ma l’ultimo gioco che mi ha visto protagonista sul PC è stato il Tetris, nel quale senza modestia ero arrivato a livelli eccelsi, grazie all’allenamento effettuato in pausa pranzo presso un ignaro cliente.
Credo, ma non ho le prove, che all’origine dell’incitazione “mandala” ci sia dell’ignoranza, intesa senza offesa come deficit di conoscenza; l’ignorare appunto la differenza tra mantra vedici, di cui queste tiritere sono spesso ricicciature maccheroniche, e mandala che è invece un disegno simbolico; da parte mia non ho alcun imbarazzo nel confessare di non capire un’acca ne di mantra ne di mandala, per cui lascerei la mia intuizione nel campo delle ipotesi.
Essendo una persona notoriamente accorta, come mi pare di aver spiegato, rifuggo da atteggiamenti che potrebbero sollevare malintesi. Il “vuoi bene” copre una gamma che va dal “mi sei cara” al “vorrei scoprire il tuo tatuaggio ombelicale”: l’accusa di broccolamento è sempre in agguato dietro l’angolo. Dichiaro qua cari amici, e specialmente care amiche presenti nei miei contatti social, che se doveste ricevere a mio nome tali inviti sappiate che le intenzioni non sono mai men che paterne, o fraterne, o zierne.
Siccome sono generalmente empatico verso il prossimo, salvo riceverne occasionalmente qualche delusione, mi riesce difficile scegliere i dieci a cui inoltrare la missiva. I dieci migliori amici? Con che criterio? E’ un po’ come quando, nei primi pensierini (era ancora presto per chiamarli temi) delle elementari, la maestra ci assegnava per compito: “Parla del tuo miglior amico”. Imbarazzantissimo scoprire che quello che avevi designato come miglior amico non ti corrispondeva nemmeno come terza o quarta scelta. Era fatto divieto, e lo dico senza nessun intento polemico verso gli odierni genitore 1 e genitore 2, di indicare una bambina come miglior amico.
A proposito di amici, mi ha colpito molto un’intervista di qualche tempo fa al bravo attore Michael Caine che, alla ragguardevole età di ottanta anni, affermava di essersi soffermato a contare i suoi amici ed averne elencati precisamente undici. Lo diceva in occasione della presentazione del film Youth-La giovinezza di Paolo Sorrentino, film che ho visionato con curiosità ma che al momento ricorderei solo per il nudo di una Madalina Diana Ghenea statuaria, prova provata che Dio esiste. Dicevo dei Caine’s friends, dunque, e ammettendo pure che data l’età avanzata siano quelli rimasti, è comunque un buon numero: chi lasciare fuori? Magari aspettando un po’ il problema si sarebbe risolto da se.
Sarà che essere sempre coerenti con se stessi è un po’ noioso, o che ultimamente sto perdendo capelli, vista e memoria e dunque non vorrei che qualche maleficio abbia attecchito, ma per una volta ho deciso di non interrompere l’ennesima catena propostami. L’ho fatto coscientemente, perché nell’invito c’era scritto chiaramente, come un contratto, che mettendo “mi piace” avrei dovuto assoggettarmi a delle clausole. Le quali erano: a) dover copiare il post, che riguardava la settimana della ricerca sul cancro dei bambini, sul proprio diario nel Librofaccia: un modo di sensibilizzare divertente e fantasioso; e b) cambiare il proprio profilo per almeno un giorno con un personaggio dei cartoni animati, assegnato da chi ha proposto l’invito.
Tutto bello, e non costa niente. Purtroppo mi sono stati assegnati dei personaggi di cui sapevo ancora meno di mantra e mandala, cioè Holly e Benji; lo so che qualcuno si chiederà dove io viva, scuserete ma sono rimasto un po’ indietro: mio figlio ormai non mi vuole più al cinema insieme per vedere i cartoni animati. Quindi ho deciso unilateralmente di cambiare personaggio e di assegnarmene uno più consono alla mia età ed esperienza: Pedrito El Drito.
Come chi è Pedrito ed Drito? Non provateci… ma come, davvero non lo sapete? Va bene, allora ve lo racconterò alla prossima puntata.
(64. continua)
Non apprezzo i film di Sorrentino, ci ho provato ma proprio non li apprezzo. Viceversa apprezzo certi corpi statuari.
Su Pedrito conosco di sfuggita solo per passioni storiche.
La tua riflessione sui mandala potrebbe pure essere veritiera!
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Non avevo visto La grande bellezza, ma poiché persone di solito affidabili me ne avevano parlato bene, e dopo aver ascoltato la suddetta intervista, ho deciso di andare a vederlo, sacrificando la mia serata di balli ottocenteschi. Dichiaro che: il prezzo del biglietto lo vale da sola la Ghenea; il doppiaggio in italiano è assurdo, le voci di Caine e Keytel originali sono 1000 volte meglio; nel complesso non attribuirei il giudizio di Fantozzi sulla corazzata Potemkin, ma se la battono. Due palle, alla francese.
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Meglio sarebbe stato invitare Ghenea ai balli ottocenteschi!
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Intonerei a tal proposito un mantra o mandala che sia. Mi sono sentito, devo dire la verità, un pò invidioso dei due vecchietti… lo sguardo di Keitel lo riconosco e approvo. A me sarebbe sceso un filino di bava, lui è più signorile.
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Sa ben recitare secondo me.
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Una delle migliori (attrici). Una spanna sopra Eva Mendez, e nettamente superiore a Jennifer Lopez. Potenzialità da scoprire ancora poche.
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Giustissimo!
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Ciao, arrivo qua da un angolo della terra dove i film di sorrentino sono esaltati da tutti e quindi dirti che io sono la voce fuori dal coro mi sembra doveroso. Infatti ho visto la Grande Bellezza ma non ne sono rimasta per niente felice. Inoltre quella mostra di corpi statuari e di bellezza banale mi è sembrata proprio una cosa ridicola. Il tema del film era interessante ma lo stile è proprio da taverna. Infatti è stato amato e premiato, come tanti altri film banali e prevedibili.
Ti stimo, senza esser tra i tuoi amici, per la tua non sottomissione ai “download” di vari giochini e anche alle regole delle catene. Per perdere del tempo prezioso esistono già molte corbellerie e ci mancavano pure queste!
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Ciao, mi ero ripromesso di andarla a vedere, la grande bellezza, ma dopo Youth me ne è passata la voglia. Secondo me Sorrentino vuol trasmettere un pò troppi messaggi, e dopo un pò ci si stufa… però non si sa mai, il protagonista mi piace molto… per i giochini cara Amleta, come diceva Danny Groove in Arma Letale (credo) sono troppo vecchio per queste cazzate! E non ho tempo che, come dici giustamente, è troppo prezioso. Sto seriamente considerando di uscire anche da FB, perché alla fine occupa uno spazio che si potrebbe destinare per una miglior causa. Anche a pisolare. A presto, Giorgio
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Bel pensiero quello di uscire da facebook! Stai pensando una bella cosa che farà bene alla tua vita. Io sono uscita tampo fa da tutti i social e devo dirti che non mi mancano affatto, anzi, ho recuperato molto tempo e lo dedico a cose più utili. Fai bene ad averlo pensato e credimi non ti perdi nulla se esci dai social.
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Ma sicuramente, si viveva prima dei social, e bene, e si vivrà ancora dopo…
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Conosco e penso di aver visto entrambi i cartoni ma sinceramente la carta d’identità dice che… per Pedrito el Drito forse sono un po’ giovane mentre per Holly e Benji sono un po’ vecchio ( o almeno all’epoca mi ritenevo già “grande” per certi cartoni)… Diciamo che mi posiziono nel mezzo e se dovessi scegliere avrei il dubbio fra “Nick Carter” e “Dastardly, Muttley e le macchine volanti”
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Nick Carter l’ho visto anch’io, anche se ero già grandino… quando facevano “Fumetti in Tv” con la sigla di Lucio Dalla… sull’altro invece devo informarmi!
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Sicuramente hai visto anche l’altro è quello dei disastrosi piloti di aereo che davano la caccia al piccione viaggiatore col cane che ripeteva “medaglia, medaglia, medaglia”. Era un cartone di Hanna e Barbera… insomma della famiglia degli Antenati, Yoghi e simili
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Ah, ah, si, medaglia medaglia lo ricordo… bello! Stasera me ne voglio rivedere uno!
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