Però mi vuole bene. Manuale ad uso dei fratelli minori.

Come promesso, fornirò di seguito alcune avvertenze necessarie alla sopravvivenza dei fratelli minori. Qualche suggerimento l’avevo già sparso qua e la, se lo citerò è solo per completezza di informazione.

a) Cercate di non nascere a distanza regolare da vostro fratello.
Se vi ostinate a nascere a scaglioni di cinque anni, avrete una buona possibilità di incontrare sulla vostra strada gli stessi maestri del primo. Questi, con tutta la loro buona volontà, di fronte ad ogni vostra defaillance non potranno fare a meno di rimarcare: “eh, ma tuo fratello…”.

b) Non contate troppo sulla maturità di vostro fratello.
Specialmente se siete poppanti e avete un po’ di appetito. Cercate di non infastidirlo con pianti inopportuni, quando è alle prese con i primi compiti sul quaderno a quadretti. Potrebbe capitare che intinga il cucchiaino nel vino e ve lo faccia leccare. E’ comprensibile che trovandovi in bocca un liquido non consono lo bandiate per sempre dalla vostra vita: sarebbe un peccato.

c) Non crediate che solo perché vi ha fatto divertire col dindoló della catena ogni gioco sia buono.
Mio fratello minore era molto fiducioso. Giocavamo con una carriola di mio padre con delle grandi ruote con i raggi. Io spingevo e mio fratello sballonzolava sopra, piccolino, e se la rideva tutta. Ad un certo punto la carriola si inceppò, ed io cercavo di sbloccarla spingendo sulle stanghe. Spingi e spingi, mi ci volle un po’ per capire dove fosse l’intoppo. Al poverino era finito un piedino tra i raggi ma non osava piangere, per non interrompere il gioco; anzi, si domandava perplesso se non fosse proprio quello, il gioco. Comunque il piede è salvo ed anche l’affetto reciproco; in carriola non penso sia più salito, però.

d) Se vostro fratello ha fatto il militare non vuol dire che sia un generale.
Avevamo costruito una graziosa casettina su un albero, poco distante. Bande avverse di coetanei del mezzano perfidamente se ne erano appropriati; non essendo dignitoso che uno più grande partecipasse direttamente alla pugna, incitai mio fratello all’arrembaggio. Al primo assalto fu respinto, con perdite; facendo leva sull’onore, la famiglia e forse persino la patria lo rimandai all’attacco. Dove fu colpito da un bastone appuntito brandeggiato da un nemico spietato: solo per un miracolo da quel momento non divenne Ernesto il cecato. Grazie ai solerti angeli custodi di entrambi, se la cavò con qualche punto di sutura alla palpebra. La casetta rimase al nemico, ma poco dopo fu firmato un armistizio.

e) Se vostro fratello sa suonare non vuol dire che sappia anche ballare.
Sapete già tutto su questo punto, non mi dilungherei. Il succo è che se volete intraprendere la strada del boogie-woogie o del rock acrobatico dovete scegliere un partner meno infido, o meno scivoloso. Fra qualche mese comunque potrei sorprendervi (ma non anticipo niente).

f) Se vostro fratello guida la vespa, con o senza patente, non è necessario imitarlo.
Mia sorella, di solito con i piedi per terra, si mise in testa di voler imparare a guidare la vespa che come  ricorderete era stata lasciata in nostra eredità da uno zio emigrato per costruire automobili Fiat. Non Fca, Fiat. Quella vespa bisognava conoscerla: la frizione, ad esempio, staccava molto tardi, e bisognava farlo molto lentamente. Uno dei problemi era che mia sorella non riusciva a poggiare saldamente i piedi per terra; per questo babbo si accomodò sul sellino posteriore per equilibrarla e darle le istruzioni del caso. Da dietro sentimmo solo il “Piano!…” strozzato di mio padre; mia sorella non aveva idea di cosa volesse dire rilasciare una frizione, e tantomeno piano: la vespa disarcionò mio padre, e lei partì ad andatura sostenuta verso il suo primo viaggio in solitaria su mezzo motorizzato. Forse, e dico forse, se avesse guardato la strada invece di continuare a cercare la frizione, o il pedalino del freno posteriore, l’avventura sarebbe durata più a lungo: invece dritto per dritto alla prima (semi)curva si infilò nel fosso, con babbo corrente dietro. Grande ilarità degli astanti, non condivisa dai due protagonisti. Mia madre era al balcone del quarto piano e, se non udii male a causa della distanza, le sue parole non furono di elogio verso mio padre.

Penso di aver reso un servizio utile, ma nel caso occorrano altri consigli resto a disposizione: se vi siete sempre chiesti come mai vi sentiate soffocare alla vista dell’acqua, o perché affacciarvi dal balcone vi metta in ansia, chiedete a vostro fratello maggiore.

(63. continua)

Audrey-Hepburn-and-her-Vespa

15 pensieri su “Però mi vuole bene. Manuale ad uso dei fratelli minori.

  1. ..ecco, lo sapevo io che mi avevano turlupinato….
    per dirla con la bella Pea, anche io sono fratella maggiore, ma non ne ho mai beneficiato, in alcun modo, anzi!
    1) appena il parentado (numeroso come la popolazione cinese del ’32) mi si parava innanzi, la prima frase che mi veniva rivolta era “stai facendo la brava bambina? sei la prima, devi dare l’esempio!” – e che cavolo, neanche cammino (e si che non sono stata precoce) e già devo dare l’esempio? ..ma se mia sorella deve nascere fra almeno sei mesi!!!!
    2) disgrazia delle disgrazie, sono anche la prima di ben 15 cugini…. un’ecatombe di raccomandazioni…”sei la prima…..dare l’esempio…”
    3) mia sorella è talmente incontenibile che con tutte le spericolatezze che combina, è, tecnicamente, viva per puro caso; eppure, non appena lei, ad esempio: smonta la culla ed “evade” in piena notte al buio per venire nel mio lettino, esperta escapologa a 20mesi fugge da qualsiasi tipo di imbragatura per sedioloni progettata dalla Nasa, dà fuoco alle sedie del terrazzo, smonta griglie di protezione e si affaccia dal quarto piano con un balcone a parapetto h50cm, si nasconde in un’angoliera talmente angusta che persino il gatto l’ha scartata schifato, et similia, la primissima cosa che il primo adulto che capita (confermata da estrazioni random giornaliere) dice è “ma tu (cioè io) non potevi stare attenta a tua sorella? sei la prima, devi dare l’esempio!”
    4) fratello maschio nato dopo nove anni da mia sorella e quasi undici da me, guardato “a vista” con turni di guardia cadenzati perché mia sorella è talmente pestifera ed originale che riesce a procurare al pargolo i migliori bernoccoli del condominio, sottolineati da immancabile richiamo ufficiale : “ma tu, non potevi stare attenta ai tuoi fratelli? sei la prima, devi dare l’esempio!”…..
    ..non continuo perché, caro Giò, ti ho occupato finanche troppo spazio, e me ne scuso, ma era giusto per esternare le motivazioni del dubbio che per decenni ha tenuto banco nella mia mente e secondo cui, in qualità di fratella maggiore, qualche vantaggio avrei dovuto averlo…..o no?
    Comunque, per precauzione, io, ai miei fratelli minori, mi astengo dal dare qualsiasi consiglio qui riportato…. 😀
    una buonissima serata, e perdona ancora la lunghezza… 😉

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    • Ah ah Andrea ma che lunga, puoi continuare quanto vuoi, e’ divertentissimo leggere le tue peripezie da fratella maggiore! E si, ai maggiori tocca anche dare l’esempio… nel bene e nel male! E quell’ “ormai sei grande” riecheggiare da tutte le parti, per ogni peccato di distrazione… io però ho avuto cinque anni per adattarmi alla condizione, mia sorella”si sbaglia” di cinque anni… eh eh lei se l’è beccato il “tuo fratello si che…” dalla maestra… ma, tutto sommato ai miei fratelli poteva andare peggio, gli e’ stato assegnato un buon fratellone. Ciao Andrea! Scrivi quanto vuoi e tutto quello che vuoi! In questo periodo leggo più che scrivere, ho in ballo tanti progetti diversi e non ce la faccio a star dietro a tutto… a presto, Giorgio

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      • Beh, mia sorella “si è sbagliata di 20 mesi”, ma mio fratello di 11 anni!! Sai che storie con i professori del liceo? Ogni giorno!! ahahahah 😀
        In bocca al lupo per tutti i tuoi progetti e le tue giornate impegnative, a presto e buona giornata! 😉

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          • In effetti è una questione curiosa…bene, indaghi pure Holmes, e ci renda edotti sull’arcano.. 😀 😀
            ..per quel che mi pare di ricordare di una nebulosa spiegazione di un lontano parente, risale al concetto di “centrare il bersaglio della primogenitura”, se capisci cosa intendo… poiché prima (retaggio arcaico) i primogeniti erano gravati di oneri ma anche soprattutto di onori (pensa ad eredità materiali ed immateriali), tutto sommato era comunque decisamente meglio dei figli cadetti… per cui, il bersaglio, era la prima nascita… dei bambini che (giustamente!) arrivavano dopo, si diceva che avevano “sbagliato di tot anni”….. questa, per quel che ne so, è una spiegazione… vedi tu..
            buon pomeriggio 😉

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