Tutti contro Tutti

Capitava a volte, nei pomeriggi d’estate, che ci trovassimo attorno ad un pallone ma non abbastanza numerosi da formare due squadre. Si ricorreva allora al Tutti contro Tutti: non esistevano compagni ma solo avversari, e chi prendeva la palla in breve aveva tutti addosso. Gli artisti, i dribblatori, potevano divertirsi a saltare e risaltare come birilli i più lenti, salvo poi perdersi ad un passo dal goal; i più potenti provavano a  sparare delle cannonate da trenta metri alla sperandio; i più opportunisti aspettavano sornioni vicino alla porta per rubare la palla all’ultimo minuto, dopo aver fatto spolmonare gli altri. Se volessi fare il saputello la chiamerei metafora della vita, ma non è il mio caso. A dire la verità c’era anche un altro gioco, più cruento ma non meno divertente, ed era quello che si faceva a due porte, uno contro uno, ed a chi perdeva si strizzavano gli zebedei finché non riuscisse a fischiare. Era consigliabile, per chi non fosse un gran fischiatore, astenersi dal partecipare; per comprensibili motivi le sfide miste erano vietate.

Ricorderete nonno Gaetano, quello che si era fatto un paio di guerre da volontario. Di mestiere faceva il muratore, anzi il capomastro che a quei tempi era quasi un geometra; sovente per andare a lavorare doveva inforcare la bicicletta all’alba, e tornare all’imbrunire. Pedalando, specialmente in salita e sotto il sole, l’istinto di andare a civilizzare il mondo veniva corroborato: tanto peggio di così difficilmente sarebbe potuta andare. Salvò entrambe le volte la pelle, e tornò facendosi una promessa solenne: che quando fosse andato in pensione non avrebbe mai più toccato un mattone. Uomo di parola, io lo ricordo da sempre in pensione ed in effetti mattoni non gliene ho mai visti toccare.

Non apprezzo molto chi utilizza le parole a sproposito. Ad esempio ce n’è una, orribile, che va molto di moda di questi tempi: rottamazione. E’ usata per indicare, oltre a degli incentivi economici per la sostituzione di autovetture vetuste, il ricambio non consenziente di gruppi dirigenti. Nel merito, niente da obiettare; ma lo stile lascia a desiderare. A tal proposito gli slogan dei miei tempi erano un po’ più allegri: “Fantasia al potere”, che presupponeva che una casta di vecchie cariatidi venisse finalmente soppiantata da menti fresche e immaginifiche. Parecchi, di quelli che li scandivano, al potere ci sono effettivamente arrivati, per fare l’esatto contrario di quanto propugnavano allora; gente che voleva mettersi alla testa dei lavoratori e  teorizzava rivoluzioni mondiali riempie i salotti televisivi con occhialini improbabili discettando delle magnifiche sorti e progressive della Juventus. Aborro tali personaggi.

Penso di non essere il solo a sapere che l’età per il pensionamento è stata allungata, su iniziativa di una certa ministra piangente, alle calende greche. L’aspettativa di vita è aumentata, e dunque bisogna lavorare di più. Secondo me, ma lo dico da profano perché le ministre piangenti la sanno sicuramente lunga, l’assunto è sbagliato per almeno tre motivi: a) per continuare a lavorare bisogna che ci sia lavoro; b) l’aspettativa di vita è data dalle condizioni in cui si vive, e senza lavoro e senza pensione tanto lontano non si va; c) se ai vecchi non si permette di frequentare i giardinetti o i campi di bocce, o almeno attorniare i cantieri stradali con le mani intrecciate dietro la schiena, non si capisce quando  i giovani possano iniziare a lavorare.

Se poi qualcuno cerca di convincermi che la crisi in cui versiamo sia colpa delle pensioni dei miei nonni o dei miei genitori, mi scappa da ridere: la colpa è di Gorbaciov, e su questo non ci piove.

Tornando alle rottamazioni, a meno che non sia affetto da disturbi visivi osservo che raramente i bersagli siano dei potenti, che anzi bene o male se la sfangano sempre.

Stiamo assistendo ad un gigantesco Tutti contro Tutti:  si aizzano giovani contro vecchi,  precari contro tutelati, dipendenti contro autonomi, statali contro privati; intere categorie: pensionati, lavoratori dipendenti, impiegati statali, vengono additate al pubblico ludibrio, da estirpare quasi fossero la causa di tutti i mali del mondo. Non più lotta di classe che quantomeno univa proletari contro capitalisti, ma tante piccole guerre tra poveri e per di più rancorosi. Intanto i veri potenti se la ridono, strizzano, e aspettano che fischiamo.

(62. continua… ma sono un pò stanchino però)

elsa-fornero-2

18 pensieri su “Tutti contro Tutti

  1. Giocavo anche io al tutti contro tutti e la versione della porta contro porta per fortuna non prevedeva strizzate. Comunque facevo piú il tutti contro tutti perché potevo colpire piú gambe e non solo.
    La considerazione sui veri potenti che sfruttano ed hanno sfruttato, direttamente e non, slogan e bisogni, è molto corretta.

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    • Gorbaciov ha permesso, con la sua inazione e la sua codardia, di far prendere il potere alla più grande banda di malfattori, Eltsin & c., che si sia vista sulla faccia della terra nel novecento. Grazie a ciò il mondo è cambiato in peggio, e di molto; fondamentalismo, odio, liberismo selvaggio la fanno da padroni. Il secolo che mi apparteneva era quello scomparso con la cosiddetta caduta del muro; sono rimasti i cocci, non era scontato che finisse così. Opinione mia, intendiamoci! Ciao Andrea!

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      • Un uomo credo vada valutato per le conseguenze delle sue azioni. Gorbaciov e’ stato definito un Lutero riformatore che vede fallire le sue riforme e la sua fede: di meglio non saprei dire. Era irreversibile il tutto? Nell’estate del 91 ero in vacanza in Spagna. Alla radio sentiamo del colpo che alti dirigenti del Pcus avevano tentato per cercare di fermare la disgregazione. Il nostro Andreotti commentò: Affari interni russi. Voleva dire che anche qua ci si aspettava un intervento per ristabilire in ordine. Gorbaciov, preso nella sua dacia al mare (!) avrebbe potuto mettere il suo carisma sul piatto della bilancia e non lo fece. Pochi giorni dopo fu costretto da Eltsin a firmare la sua stessa deposizione. Non ebbe il coraggio di opporsi. Questo intendo per inazione e codardia, Andrea, ma Gorbaciov ripeto per me è una metafora ed anche un tic; se il pensiero e’ diventato unico e’ anche perché lui un pensiero diverso ha contribuito a distruggerlo. Per tanti e’ un eroe, per me una maschera tragica. Se vuoi, ti suggerisco le letture di Limonov di Emanuele Carrere e di Shock Economy di Naomi Klein. Ciao e buona giornata

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  2. Sulle pensioni non saprei… Se ci sono sempre più pensionati come si fanno quadrare i conti? E se non c’è il lavoro… beh, non credo che esista un sistema che possa fare a meno del lavoro.
    Poi, a giudicare dai discorsi non dico dei nonni, ma addirittura dei genitori… beh, stiamo comunque meglio adesso (ma forse è così solo nella provincia, non so se nelle grandi città le cose stavano diversamente)

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    • Caro Ivano, come sempre a parlare di politica ci si intristisce… si sta meglio, dici? Qualcuno senz’altro, basta vedere le distribuzioni dei redditi. Qualcuno molto meno, e basta vedere gli andamenti degli indici di Gini. La coperta non e’ corta per tutti, caro Ivano, come vogliono farci credere… ho ancora negli occhi la buonuscita di Profumo: 40 milioni di euro. E la pensione dei miei, che non riporto per decenza. I soldi vanno presi da chi ce li ha, io la penso così. Facile aumentare Iva e accise; difficile tassare progressivamente. Facile tassare i conti correnti; difficile tassare le rendite. La giustizia sociale non si sa più nemmeno cosa sia… certo abbiamo gli Smartphone; ma vogliamo prenderlo a indicatore dello stare meglio? Ciao e buona giornata!

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      • In realtà si tassa già progressivamente, chi più ha più paga, anche in percentuale… Non riesco a essere invidioso della super-ricchezza (sono un alieno, lo ribadisco), e non riesco a trattare la ricchezza come un male, anzi se togliessimo la ricchezza come possibilità credo che ci ritroveremmo in una melma stagnante… (Abbiamo, quasi tutti, molto più che gli smartcosi in più rispetto a qualche decennio fa…). Certi megastipendi possono irritare, d’accordo, ma non credo che in passato fosse poi così diverso (o meglio, oltre una certa soglia per chi è “in basso” cambia poco: se il suo stipendio, invece che essere 80 volte il tuo è 40 volte il tuo, anche se la differenza è tanta, la percezione è la stessa: è ingiusto), poi se sono privati è un problema dell’azienda, se son pubblici è più scandaloso (ma si aprirebbe un altro discorso su quanto è lecito pagare per non ritrovarsi nel pubblico solo con gli scarti…)
        Ciao 🙂

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  3. Tutti contro Tutti…dici bene.
    Anche sul Colle sono tutti contro tutti (scusa se non metto la maiuscola ma non la meritano) ma stranamente convivono beatamente uno accanto all’altro? Sarà il profumo delle loro pensioni?

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  4. Ah, ah, certo che loro problemi di pensione non ce l’hanno di certo… e ultimamente a parte qualche gruppo isolato mi pare che convivano ancora più beatamente del solito… centrodestra e centrosinistra tutti insieme appassionatamente invece che tutti contro tutti…

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  5. Il tutti contro tutti nel campetto di periferia era uno spasso, a volte doloroso, ma uno spasso. Il tutti contro tutti che viene “istituzionalizzato” e diventa il “divide et impera” è la rovina dell’umanità…
    E il peggio è che basta dare un melafonino al popolo per fargli credere che va tutto bene!

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