Qui si fa la pipa non canta la raganella

Se qualche tempo fa vi fosse capitato di passare in treno dalle parti di Osimo/Loreto, avreste potuto notare sui muri di un casolare diroccato nei pressi della ferrovia la scritta criptica: QUI SI FA LA PIPA NON CANTA LA RAGANELLA. Mi sono scervellato per anni nei miei passaggi andata e ritorno per capire la logica che collegava l’attrezzo da fumo ai simpatici anfibi. Lo stile delle lettere ricordava quello del ventennio tanto caro ai nostalgici, sebbene il richiamo suonasse piuttosto frivolo rispetto ai roboanti INDIETRO NON SI TORNA o SE AVANZO SEGUITEMI che qualche buontempone aveva trasformato in SE AVANZO MANGIATEMI. Mio padre ricordava altri inviti, di cui forse in tempi di autarchia il più autorevole era  “ITALIANI, MANGIATE PESCE!” a cui gli italiani si sarebbero volentieri adeguati, ma che purtroppo ai tanti che compensavano la mancanza di cibo con qualche nozione storica  ricordava l’invito che Maria Antonietta rivolse ai suoi connazionali, peraltro poco riconoscenti, ovvero quello di cibarsi di brioche in mancanza di quelle baguette di cui andavano ghiotti, specialmente se impreziosite da un leggero aroma di ascella.

Probabilmente la mia ignoranza derivava dal fatto di non essere un amante del fumo; in famiglia non fumava nessuno e dunque non ero predisposto al vizio. Credo mi frenasse anche il fatto che il vizio del fumo, a differenza di quello di mangiarsi le unghie, non fosse gratis. Ad ogni modo, visto che chi lo faceva sembrava provarci un gran gusto, incuriosito mi attrezzai. Sotto la bottega di mio padre c’era un locale adibito a carbonaia. Approfittando del fatto che mio nonno Gaetano mi mandava qualche volta a comprare le Nazionali senza filtro, andai alla tabaccheria di Vittoria e presi un pacchetto da 10. Con due compagni di cui non rivelerò il nome aspettai che facesse sera, e insieme ci infilammo nella carbonaia al buio. Avevamo solo una vaga idea del cosa fare: accendere il cerino non bastava; soffiare non funzionava, ci mettemmo un po’ a capire che bisognava aspirare, ma non che il fumo sarebbe stato meglio non inspirarlo. Credo che ad un certo punto le Nazionali senza filtro siano state dichiarate fuorilegge ai sensi della Convenzione di Ginevra sulle armi chimiche; uscimmo all’aria aperta  violacei, e credo che il pacchetto sia ancora là. Converrà fare una telefonata anonima, e chiamare degli artificieri per disinnescarlo.

In questi giorni infuriano le polemiche sulla teoria gender, o dei generi. Come ho detto, a noi per sicurezza mettevano dei fiocchi blu se maschietti e rosa se femminucce; non dubito che qualcuno potesse fare confusione anche allora, ma a occhio e croce sembrava un numero più contenuto. Comunque sono argomenti troppo importanti e delicati per permettermi di scherzarci su: suggerirei solo di aggiungere alle numerose possibilità di combinazione oggi offerte dal mercato anche una ulteriore variabile fumatori- non fumatori. Questo lo dico soprattutto a vantaggio dei non fumatori: infatti se vi è capitato di baciare qualche volta una fumatrice, forse anche a voi è rimasta quella inquietante sensazione di star leccando un portacenere.

A me successe al mare e preciso, ad evitare ritorsioni, prima di conoscere mia moglie: se dicessi che lo rifarei non sarei sincero. Ero con un amico, poco più che ventenni entrambi, ed avendo visto queste due amiche aggirarsi intorno ad una pista da ballo all’aperto avevamo pensato bene di farci avanti. Il mio amico non brillava per delicatezza e savoir faire, nemmeno per eloquio a dire la verità; ma avendo capito dopo i primi approcci che non avevamo a che fare con due accademiche dei Lincei anche le sue qualità poterono risaltare. Insomma, noi in due, loro in due: il mare, la luna, la spiaggia eccetera, se mi seguite. C’erano tutti i presupposti per un lieto proseguimento della serata dopo il ballo liscio preliminare ma purtroppo il ricordo della carbonaia fu troppo forte e dovetti defilarmi con qualche scusa di circostanza. Il mio amico, che essendo uomo di poche parole stava già passando alle vie di fatto, rimase interdetto: la mia defezione aveva rotto l’armonia e la sua dama, vedendo l’amica ripudiata, si ricompose. Per un attimo vidi i suoi occhi attraversati dalla stessa luce di quelli di Jack Nicholson in Shining mentre sussurra “Sono il lupo cattivo!” alla mogliettina Wendy, sollecitandola con un’ascia ad uscire dal bagno; poi capii che era entrato in blocco, incapace di decidere a chi saltare addosso, se alla donzella per finire l’opera o a me per strozzarmi.

In verità la scampai bella: qualche settimana dopo si aggiravano tutte e due per il paese, alla nostra ricerca. Vi ho già detto che d’estate prima di una certa ora non incontrereste molta gente in piazza, e così accadde a loro; ma tra quei pochi si imbatterono proprio, vedi a volte le combinazioni, in mio nonno con tanto di cappello in testa. Abituato a tempi in cui non erano le donne a correre dietro agli uomini, fu sorpreso ma orgoglioso del fatto che due belle ragazze (secondo lui; niente di che, secondo me) mi cercassero, e noncurante del motivo si offrì addirittura di accompagnarle a casa; per fortuna le due con un barlume di pudore rifiutarono, e tanto non mi avrebbero trovato perché in quel momento ero a trecento chilometri di distanza.

Alcuni conoscenti mi hanno detto che il casolare è stato abbattuto, e con lui la scritta. Se fosse rimasta, tra duemila anni fior di archeologi sarebbero stati impegnati a decifrarla: meglio così, non ci sarebbero mai arrivati. A voi però posso dirlo, perché ora lo so: Non canta la raganella era una marca di pipa, e quel casolare era la fabbrica dove veniva prodotta.

(50. continua)

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5 pensieri su “Qui si fa la pipa non canta la raganella

  1. Buon pomeriggio Giò ieri avevo fatto un comment-one al tuo racconto di vita. Solo che non l’ho inviato. La più piccola si era messa a piangere. Poi ho dimenticato. Torno ora . Queto post mi è piaciuto in modo particolare, perché rimanda quei momenti ri-presi dopo un po’ di tempo . Forse per questo danno un ampio respiro ai sentimenti. Per me traspare la spontaneità,la leggerezza e un pizzico di naturale nostalgia . Mi trovo proprio in questi luoghi e negli spostamenti li ripasso. Tralascio la gioventù che non ho avuto modo di godere . Pazienza . Mi fermo sulla riviera del Conero sempre meravigliosa. Soprattutto a maggio quando il litorale è quasi vuoto . Né vi sono bagnanti . Manda la musica , nessuno che balli. Restano i lidi , il mare, il sole, le pinete le ginestre e il Conero maestoso. Rientrando verso casa ammiro Loreto e Castelfidardo. Se mi sposto appena più a sud proprio dove vado al mare di lontano intravedo Recanati. Ti confesso che io ho sempre avuto un gran fastidio delle sigarette forti leggere sottili e non . Ma adoro il tabacco vero più naturale possibile. Il biondo è quello che preferisco. Fumavo la pipa – Non canta la raganella – certo ! Poi fortuna o sfortuna ha voluto che una mia collega e amica di vecchia data avesse il marito proprio artigiano di pipe. Me ne fece diverse piccoline . A prezzo d’amicizia. Lunghe e corte. Era un rito ma nulla resta uguale. Così ho rinunciato alla pipa e ai sigari per anni. Poi sono ritornata indietro e mi viene tanto da ridere del tuo racconto. Con un po’ di dovuta attenzione, riguardo al fumo, ho avuto la fortuna dell’amore adulto . E lui non fumava . Grazie di cuore !
    PS. I sigari che fumo profumano davvero e non è una magia 😘

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    • Cara Francesca, mi fa molto piacere che tu sia passata di qua, “costringendomi” a rileggere il mio racconto di qualche anno fa. Sì hai ragione, c’è un po’ di nostalgia, forse c’è sempre nei miei scritti perché vivo in questo tempo ma non ne sono adatto e devo sforzarmi per adattarmi: disadattato, direbbe un comune amico… penso di essere stato fortunato a vivere la giovinezza da quelle parti, non solo per le bellezze che vi si trovano ma per una genuinità che non è facile trovare da altre parti. Il fumo è un vizio che non ho acquisito, quei pochi soldini che racimolavo preferivo spenderli in giornalini… la pipa mi piace molto come oggetto e dà anche un certo tono, l’odore del tabacco mi piace; anche l’odore dei sigari (non tutti a dire la verità) mi piace, e ogni tanto per scherzo minaccio mia moglie di comprarmene una scatola e fumarmela… nel tempo mi sembra che sia cambiato anche il modo di fumare, non conosco le statistiche ma mi sembra che fumi meno gente di un tempo, sbaglierò?

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