Machete

Non è agevole, per chi come me si sia prefisso di scrivere qualche pagina di storielle leggere e poi lasciar lì per non tediare i lettori, pochi o tanti che siano, trovare la giusta concentrazione a meno di staccarsi completamente dal mondo. In un eremo, forse, il lavoro sarebbe agevolato.
Voglio dire, come fai a scrivere qualcosa non dico di divertente ma che almeno faccia sorridere, dopo aver sentito di un controllore al quale hanno quasi staccato un braccio con un machete? Un machete, dico, e a Milano, non nella giungla amazzonica, dove peraltro i controllori sarebbero più rispettati. L’autore, membro di una gang di latinos (sic), si difende dicendo di averlo solo voluto spaventare. Non so cosa intendano le gang di latinos per spaventare. Da noi per spaventare ci si mette dietro una colonna e si fa “buu!”. Senza machete.

Ad esempio, un giorno decisi di fare una sorpresa alla futura moglie, presi il treno e mi recai  inatteso alla stazione di Como San Giovanni. Telefonai a casa, e mi rispose la suocera: non volendo rivelarmi, finsi un improbabile accento siculo e mi presentai come brigadiere De Rosa: la figlia aveva perso la patente, doveva presentarsi subito in stazione a ritirarla. Mi appostai guardingo dietro la famosa colonna, in attesa di poter uscire con un bel “cucù” come un nostro anziano premier qualche tempo fa con la poco avvenente cancelliera tedesca: quando la ragazza arrivò, ma preceduta dalla madre in stile bulldozer, mi spaventai. Non so quanti sarebbero usciti a quel punto dal nascondiglio: io lo feci, e sfido chiunque a non considerarla una dichiarazione d’amore.

Mi sgomenta poi questa naturalezza, quasi fosse il “Come, non lo sai? Ma dove vivi?” con la quale vengo rimbrottato quando chiedo conto di dove siano finiti i miei calzini fino al giorno prima in bella mostra nel secondo cassetto dell’armadio, con cui i media definiscono la banda di delinquenti: la “nota gang MS13”. Nota a chi? E perché, anche se pendolare da decenni, e con migliaia di controllori incrociati anche poco simpatici, dovrei conoscere la gang MS13, o quel che sia? E se è così nota, come sembra, come mai i suoi membri sono liberi di scorrazzare in treno e con borse non contenenti ombrelli, come trovereste previdentemente nella mia, ma armi da taglio adatte alla raccolta della canna da zucchero?

Negli anni settanta andava di moda un genere di film definito poliziottesco, sottogenere del poliziesco, con interpreti come Franco Nero e Maurizio Merli (e parodie con Thomas Milian e Bombolo), dove la sinossi era: banditi scorrazzano per una qualunque città (Milano, Roma, Napoli… le bande non mancavano, tutte autoctone però); la polizia con mezzi e uomini inferiori, dopo sparatorie e inseguimenti,  li acciuffa; qualche avvocato fetente con complicità nella politica e magistratura li fa rilasciare; la polizia si incazza (scusate il francesismo). Allora c’era Vallanzasca in giro, se avete presente. Se avessi fatto lo sceneggiatore all’epoca ne avrei potuto scrivere una decina.

Indegnamente e sommessamente mi sentirei di suggerire ai responsabili dell’ordine pubblico di stornare una parte dei poliziotti utilizzati per bastonare studenti ed operai, lasciandone allo scopo evidentemente istituzionale il minimo indispensabile, e per scortare orde di facinorosi autodenominatisi tifosi lasciandoli invece scornarsi tra di loro, per utilizzarli al meglio contro queste nuove minacce. Vedrei bene la scena di Indiana Jones in cui un arabo avanza con la scimitarra e Indiana, inizialmente ma solo inizialmente, ha in mano la frusta.
Non crediate sia d’animo violento, d’altronde nemmeno nonviolento totale: è che, dalla caduta del muro da tanti osannata, in omaggio alla globalizzazione abbiamo importato tutte le mafie possibili ed ora anche le impossibili; delitti efferati da far sembrare le vecchie associazioni a delinquere nostrane enti di beneficenza. Gorbaciov, cosa hai combinato.

Se le parole hanno un senso, e persino l’avvocato del giovane disadattato dovrebbe rendersene conto prima di far dire stupidaggini al suo assistito, se per tagliare un braccio ad una persona si intende “ora ti spavento” non oso immaginare cosa si possa tagliare quando si intende “adesso ti faccio male”. Magari se lo faccia spiegare prima lui per bene, possibilmente con un esempio concreto.

(48. continua)

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16 pensieri su “Machete

  1. Giusto, se non era una dichiarazione d’amore quella! 🙂
    Gli avvocati oramai non hanno più timore di sconfinare nel surreale…
    (Mi spiace, ma non rimpiangerò di certo la caduta del muro…)
    Scusa se finora non ho mai commentato (posso usare il tu, vero?), devo dirti che adoro l’ironia garbata che caratterizza i tuoi racconti, se troverò il tempo comincerò a leggere quello che mi sono perso all’inizio, certo sei davvero prolifico!
    Saluti e ogni bene

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    • Ciao Ivano certo che puoi darmi del tu, ci mancherebbe! Questa cosa del machete la vedo bene in uno dei tuoi racconti… da pendolare mi ha sconvolto! Grazie dei complimenti; penso di scrivere ancora qualche racconto e poi basta, perché il mio obiettivo era arrivare ad agosto… solo che adesso gli amici mi chiedono: perché non racconti questo? Ti ricordi di..? e spero di riuscire a smettere. Per il muro… ah, ah, non pensare che sia qui col colbacco e il mausoleo tascabile… rimpiango che le enormi aspettative non si siano realizzate, e che per certi versi il mondo non sia diventato migliore, anzi; in più avevo 25 anni in meno, e quello solo basterebbe… a presto!
      p.s. hai letto Limonov di Emanuele Carrere? Lì c’era uno che ce l’aveva con Gorbaciov molto più di me… 🙂

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      • Non vedo proprio perchè dovresti smettere, da’ retta agli amici, su! 🙂
        No, Limonov appartiene al vasto regno di ciò che ignoro, ma dalla tua presentazione non sono così convinto di volerlo leggere… 😉

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    • A parte l’orrore del gesto dei subumani in questione, io non sopporto più gli avvocati. Davvero, non se ne puo’ più di avvocati che vanno davanti alle telecamere dichiarando che il loro assistito è sconvolto, chiede scusa, non si rendeva conto ed è sempre stato una persona perbene. Questo amava tanto la mamma e la famiglia. Chiederà subito che l’accusa sia derubricata in lesioni, mica tentato omicidio, e che vuoi, si scherzava… cara Fausta, da venti e più anni la politica sta cercando di dare addosso ai giudici, peraltro dopo aver fatto leggi demenziali: non sarebbe ora di dare in testa agli avvocati? Purtroppo in parlamento all’80% sono avvocati… e sicuramente è uno dei mali italiani. Altro che numero chiuso in Ingegneria e Medicina: il numero chiuso andrebbe messo in Giurisprudenza! E vietare che nella stessa famiglia ci sia più di un avvocato, non sarebbe una norma di salute pubblica? Un abbraccio

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  2. Hai ragione…. tra gli avvocati c’è una incoerenza folle, come se trattassero con degli emeriti imbecilli (come secondo loro siamo noi…) che si bevono ogni cosa che esce dalle loro bocche! E di esempi purtroppo ce ne sono davvero tanti, troppi!

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  3. Ciao, il ragazzino con il machete spaventa, mi immagino ad averlo come studente che ha preso un brutto voto! Il tuo post mette il carico su una certa nostalgia che da qualche mese mi sta perseguitando: in tutto questo delirio un po’ di sano comunismo vecchio stampo non ci starebbe mica male! E’ sorpassato???? Ma ora si sta meglio???? Chi mi ha fatto venire la nostalgia? Renzi.

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  4. Caro Giorgio sugli avvocati come non darti ragione? In tv arrivano sempre carichi parteggiando platealmente per i loro assistiti che verrebbe voglia di ridere loro in faccia per come difendono a spada tratta chi è indefendibile..Un abbraccio. Isabella PS NON andartene ad agosto

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    • Stasera l’avvocato ha dichiarato: Il mio assistito nega che il machete fosse suo, gli era stato dato da un suo amico. Io divento pazzo… hai presente Eduardo de Filippo nell’oro di Napoli quando doveva consigliare al guappo cosa dire se la polizia l’avesse preso con il rasoio in tasca dopo aver sfregiato la ragazza che non voleva dargli la “prova d’amore”? Ma quella era una grande commedia.. questa e’ una tragica farsa. Che succede in agosto, Isabella, sono curioso! Buona serata, Giorgio

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  5. Hai ragione Isabella me ne stavo dimenticando! Pensavo che preparassi tu qualche sorpresa! Devo aggiornarti: mia mamma ha scoperto tutto perché i miei fratelli hanno SPIFFERATO… quindi dovrò attuare un piano B! Buona notte!

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